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Lo spirito di Dio essenziale per la maturitàLa Torre di Guardia 1953 | 1° febbraio
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e residenti temporanei nel paese” in cui abitavano. In altre parole, li fece volgere dal mondo e dallo “spirito del mondo” per dirigere il loro sguardo verso quel governo e regno teocratico che è essenzialmente spirituale, la “Nuova Gerusalemme” che scende “dal cielo”. Essi non ebbero pensiero o speranza di andare in cielo, ma sperarono d’esser parte di quella società del nuovo mondo che appartiene al cielo, e furono con la mente in piena armonia con essa, benché vivessero tanto tempo prima della sua epoca. Notate, inoltre, la sorprendente espressione che Mosè ebbe la stessa mente, o attitudine mentale, di Cristo “scegliendo d’essere maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato” insieme ai “tesori d’Egitto”. —Ebr. 11:13-16, 25, 26; Apoc. 21:2, NW.
26. Dobbiamo concludere forse che tutto il popolo di Dio deve pensare alle cose spirituali, e con quali prospettive come sono espresse in Salmo 23?
26 Risulta dunque che l’evidenza scritturale sostiene chiaramente la conclusione che tutte le pecore del Signore devono avere una medesima mente, devono pensare alle cose spirituali, e noi invitiamo e incoraggiamo tutti quelli che riconoscono di essere stati condotti nel “solo gregge” sotto il “solo pastore” (sebbene non tutti dello stesso ovile), a unirsi per cibarsi assieme nei ricchi “verdeggianti pascoli”. Ristoratevi alle “acque chete”, lasciatevi condurre “per i sentieri di giustizia” al maturo intendimento “per amor del suo nome”, comprendendo che noi possiamo rendere accettevole e sincera adorazione solo se siamo ripieni del suo spirito e della sua verità. — Giov. 10:16, NW; Sal. 23:2, 3.
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Un maturo esame della dedicazioneLa Torre di Guardia 1953 | 1° febbraio
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Un maturo esame della dedicazione
1. Se la maturità è essenziale per tutti, che richiede quindi d’esser trattato?
PRIMA abbiamo espresso la nostra intenzione di trattare i passi preliminari essenziali per poggiare dovutamente i nostri piedi sulla via che mena alla “sapienza dall’alto”. A questo riguardo, anche, lo spirito di Dio è essenziale per la maturità rispetto a uno scritturale intendimento della questione della nostra dedicazione verso Dio.
2. Quale è il primo passo preliminare, e deve farsi in ogni caso?
2 Il primo passo necessario per dedicarci è quello di fare una “conversione a Geova”. (2 Cor. 3:16, NW) Questo si riferisce al caso di una persona che è stata prima membro di un’organizzazione religiosa della Cristianità, la moderna Babilonia, come gli Ebrei dei giorni della chiesa primitiva che erano legati al loro sistema di Giudaismo. Si riferisce anche al caso di uno che, come gli Ateniesi, non ha professato di appartenere al popolo del patto di Dio. L’apostolo Paolo trattò entrambi i casi, dai quali si può apprendere molto.
3. Come indica Paolo la radice della difficoltà degli Ebrei, e quale importante parte ha la fede a questo riguardo?
3 In merito agli Ebrei, egli spiegò che essi erano grandemente favoriti ascoltando la parola di Geova contenuta negli scritti di Mosè, in quel “vecchio patto” stipulato con lui. Però come una nazione non fecero nessun progresso verso la sapienza e l’intendimento. Invece, come dice Paolo: “La loro percezione mentale era indurita” e “un velo giace sui loro cuori”. Ah, questa era la radice del loro male. Non era perché fossero privi di capacità mentale, ma essi non avevano nei loro cuori il giusto desiderio, che sarebbe stato manifestato con uno spirito di fede e umiltà. In altro luogo, lo stesso apostolo indica chiaramente la causa principale della errata attitudine quando avverte i suoi fratelli ebrei intorno a “un cuore malvagio privo di fede allontanandosi dall’Iddio vivente”. Quindi non possiamo cominciare a far progresso nella direzione giusta a meno che non ci volgiamo a Geova con fede. La regola dichiarata dall’apostolo ha vigore per ogni persona, senza eccezione: “Senza fede è impossibile ottenere il suo beneplacito, poiché chi si avvicina a Dio deve credere ch’egli è e diviene il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano”. — 2 Cor. 3:14-16; Ebr. 3:12; 11:6, NW.
4. Hanno quelli che si volgono sinceramente a Geova grandi benedizioni e privilegi in vista?
4 Ora osservate la gloriosa prospettiva che si presenta a chi si volge a Geova con sincerità e verità e, mentre vediamo la direzione che prende il suo cammino, riconoscerete i noti indizi di ciò che abbiamo appena studiato. Infatti da 2 Corinzi 3:16 fino a 4:6 (NW) l’apostolo prosegue spiegando che quando il velo è tolto noi siamo liberati dalle tenebre e dalla schiavitù dell’errore e veniamo in quel luogo (l’organizzazione del Signore, Sion) e in quella relazione “dov’è lo spirito di Geova”, in cui è la libertà di investigare le cose profonde ed esser “trasformati” rinnovando le nostre menti, onde possiamo riflettere e irradiare la gloria di Geova, tutto ‘esattamente come è fatto dallo spirito di Geova’. Tutti quelli che sono così favoriti in Sion hanno un glorioso “ministero” di lasciare che “risplenda la luce fra le tenebre” affinché altri prigionieri siano liberati dalla schiavitù a “l’iddio di questo sistema di cose” col nostro “rendere manifesta la verità . . . ad ogni coscienza umana”. — Isa. 59:21; 60:1.
5. È una simile condotta prescritta per quelli che in precedenza non fecero nessuna professione religiosa, e vi è incoraggiamento per tutti di cercare Geova?
5 In quanto a quelli che in precedenza non hanno professato di servire Geova Dio, osservate che Paolo, in sostanza, prescrisse la stessa condotta a quegli uomini di Atene. Essi pure devono sforzarsi “affinché cerchino Dio se possono, brancolando, realmente trovarlo, benché [per nostro incoraggiamento], infatti, egli non sia lungi da ognuno di noi”, e malgrado il fatto che “Dio ha passato sopra ai tempi di tale ignoranza, ma ora egli dice al genere umano che essi devono tutti in ogni luogo ravvedersi”. (Atti 17:27, 30, NW) Letteralmente la parola greca per “ravvedersi” esprime l’idea di un cambiamento di pensiero, “una conversione a Geova”. Nella
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