-
“Nessuno vi privi del premio”La Torre di Guardia 1985 | 15 luglio
-
-
“Nessuno vi privi del premio”
“Nessuno vi privi del premio, provando diletto in una finta umiltà . . . [ed essendo] gonfio senza debita causa mediante il suo stato di mente carnale”. — COLOSSESI 2:18.
1, 2. In che modo molti hanno operato ai danni degli interessi eterni di altri esseri umani, e sapreste citare altri esempi biblici?
EVA, la prima peccatrice umana, fu portata alla morte da un’astuta creatura spirituale sovrumana. Adamo, il secondo peccatore, fu sedotto da sua moglie, un semplice essere umano. — I Timoteo 2:14; Genesi 3:17.
2 Eva fu il primo di una serie di personaggi i cui incitamenti, se seguiti, avrebbero operato ai danni degli interessi eterni di altri esseri umani. Ascoltate mentre le loro parole riecheggiano in tutta la Bibbia! La moglie di Potifar a Giuseppe: “Giaci con me”. (Genesi 39:7) La moglie di Giobbe: “Maledici Dio e muori!” (Giobbe 2:9) Gli israeliti ad Aaronne: “Levati, facci un dio che vada davanti a noi”. (Esodo 32:1) Pietro a Gesù Cristo: “Sii benigno con te stesso, Signore; tu non avrai affatto questo destino”. — Matteo 16:22.
3. Quale avvertimento diede Paolo in Colossesi 2:18, e di conseguenza quali domande sorgono?
3 Troppo spesso questi incitamenti hanno provocato la rovina di qualche servitore di Geova. Perciò, anche se è vero che i cristiani hanno “un combattimento . . . contro le malvage forze spirituali”, spesso il pericolo immediato è posto da altri esseri umani. (Efesini 6:12) L’apostolo Paolo pertanto avvertì: “Nessuno vi privi del premio”. (Colossesi 2:18) Che cos’è il premio? E perché alcuni servitori di Geova lo hanno perduto cedendo all’influenza di uomini imperfetti? Per rispondere esaminiamo le circostanze esistenti a Colosse che indussero Paolo a dare questo avvertimento.
4, 5. (a) Quali influenze di carattere religioso esistevano a Colosse? (b) Che cos’era lo gnosticismo, e quali effetti dannosi avrebbe potuto produrre la sua influenza?
4 Colosse era un crogiolo di religioni. I frigi, nativi del luogo, erano gente emotiva, profondamente coinvolta nello spiritismo e nella superstizione idolatrica. C’era poi la popolazione ebraica della città, ancora legata al giudaismo. Inoltre, trovandosi Colosse in prossimità di un’importante via commerciale, vi affluivano in continuazione stranieri. A costoro probabilmente piaceva passare il tempo libero a raccontare o ad ascoltare qualcosa di nuovo. (Confronta Atti 17:21). Questo contribuì alla diffusione di nuove filosofie, tra le quali emergeva lentamente lo gnosticismo. R. E. O. White dice: “Lo gnosticismo era un sistema concettuale tanto diffuso quanto lo è oggi la teoria dell’evoluzione. Acquistò probabilmente importanza nel I secolo o prima, e raggiunse il suo apice nel II secolo. Era un insieme di speculazione filosofica, superstizione, riti quasi magici e consisteva a volte in un culto fanatico e addirittura osceno”.
5 In un ambiente del genere, la religione a Colosse sembra fosse divenuta una specie di esperimento in corso: un miscuglio ibrido di giudaismo, filosofia greca e misticismo pagano. Sarebbe stato gettato nello stesso crogiolo anche il cristianesimo?
‘Privati del premio’: in che modo?
6. (a) In che modo le parole di Paolo avrebbero neutralizzato l’influenza delle filosofie pagane e del giudaismo? (b) Perché i cristiani dovevano ‘stare attenti’?
6 La vigorosa lettera che Paolo scrisse ai cristiani di Colosse avrebbe neutralizzato l’influenza di chiunque avesse voluto fondere il giudaismo e la filosofia pagana col cristianesimo. Più volte egli richiama l’attenzione su Cristo. Paolo scrisse: “Attentamente occultati in lui [in Cristo, e non in un giudaizzante o in un filosofo pagano] son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. I colossesi furono esortati a ‘continuare a camminare unitamente a lui [Cristo], avendo messo radice ed essendo edificati in lui ed essendo resi stabili nella fede’. Altrimenti si sarebbero potuti sviare. Perciò Paolo li avvertì: “State attenti: vi può essere qualcuno che vi porti via come sua preda per mezzo della filosofia e di un vuoto inganno secondo la tradizione degli uomini, secondo le cose elementari del mondo e non secondo Cristo”. — Colossesi 2:3, 6-8.
7. (a) Per quale motivo gli insegnamenti dei filosofi pagani e dei giudaizzanti potevano attrarre alcuni cristiani? (b) Perché i loro insegnamenti erano in realtà un “vuoto inganno”?
7 Forse qualche nuovo seguace di Gesù Cristo rimpiangeva la solennità del misticismo o lo stimolo della filosofia. Certi cristiani ebrei potevano provare nostalgia per le antiquate tradizioni giudaiche. Su costoro, quindi, gli insegnamenti dei filosofi pagani e dei giudaizzanti devono aver esercitato una certa attrattiva. Eppure, per quanto questi falsi insegnanti potessero sembrare convincenti o eloquenti, non avevano altro da offrire che “vuoto inganno”. Anziché spiegare la pura parola di Dio, stavano semplicemente ripetendo a pappagallo “le cose elementari del mondo”: filosofie, precetti e insegnamenti inutili. Per un cristiano accettare queste idee errate sarebbe stato disastroso. Per questo Paolo disse: “Nessuno vi privi del premio”. — Colossesi 2:18.
8. (a) Che cos’era il “premio”, e quali scritture confermano la vostra risposta? (b) In quale maniera alcuni cristiani unti potevano essere privati del “premio”?
8 Il “premio” era la vita immortale nei cieli. Veniva paragonato alla ricompensa data al vincitore di una sfibrante corsa a piedi. (I Corinti 9:24-27; Filippesi 3:14; II Timoteo 4:7, 8; Rivelazione 2:7) Alla fine soltanto Geova Dio tramite Gesù Cristo avrebbe potuto squalificare qualcuno dalla corsa per la vita. (Giovanni 5:22, 23) Ciò nondimeno, se un falso insegnante avesse preso sotto la sua tutela un cristiano, ciò avrebbe potuto avere la conseguenza di privare quest’ultimo del premio. Colui che veniva ingannato si sarebbe potuto discostare a tal punto dalla verità da non finire la corsa!
La personalità dei falsi insegnanti
9. Quali quattro caratteristiche contraddistinguevano i falsi insegnanti esistenti tra i colossesi?
9 Era dunque possibile identificare chi voleva ‘privare i cristiani del premio’? Sì, poiché Paolo descrive il profilo dei falsi insegnanti di Colosse. Un uomo del genere (1) ‘prova diletto in una finta umiltà e in una forma di adorazione degli angeli’; (2) ‘“pone piede su” le cose che ha viste’; (3) è “gonfio senza debita causa mediante il suo stato di mente carnale”; mentre (4) “non si attiene al capo”, Gesù Cristo. — Colossesi 2:18, 19.
10. In che modo i falsi insegnanti ‘provavano diletto in una finta umiltà’?
10 Che inganno astuto! Ignorando il fatto che Gesù condannò il digiuno ostentato, il falso insegnante assumeva un attraente aspetto di umiltà. (Matteo 6:16) In realtà il falso insegnante ‘provava diletto’ nel far vedere che digiunava o faceva rinunce religiose di altro genere. (Colossesi 2:20-23) Il suo aspetto triste lasciava volutamente trasparire una falsa religiosità. In effetti il falso insegnante stava ‘praticando la propria giustizia dinanzi agli uomini per essere osservato da loro’. (Matteo 6:1) Ma tutto ciò era una mistificazione, “una finta umiltà”. Un commentario biblico (The Expositor’s Bible) dice: “Un uomo che sa di essere umile e se ne compiace, guardando con la coda dell’occhio in qualsiasi specchio nel quale possa rimirarsi, non è per niente umile”. — Il corsivo è nostro.
11. (a) Che cos’era l’adorazione degli angeli? (b) Quali fatti indicano che a Colosse l’adorazione degli angeli persistette a lungo?
11 Nondimeno questa falsa umiltà dava una parvenza di credibilità a una pratica altrimenti assurda: l’“adorazione degli angeli”. Paolo non spiega nei particolari in che modo veniva compiuta questa adorazione. I fatti, tuttavia, indicano che si trattava di una forma di falsa adorazione che continuò ad esistere per secoli nella zona di Colosse. A un concilio del IV secolo tenuto nella vicina Laodicea si ritenne necessario dichiarare: “I cristiani non dovrebbero dimenticare la Chiesa di Dio né . . . invocare il nome degli angeli. . . . Se qualcuno, pertanto, viene trovato a praticare in privato questa idolatria, sia maledetto”. Tuttavia Teodoreto, teologo ed erudito del V secolo, indica che al suo tempo in quella zona esisteva ancora “questo vizio” dell’adorazione degli angeli. Ancor oggi la Chiesa Cattolica afferma che “il culto degli a[ngeli] è legittimo”, essendo prevista la “Messa votiva degli a[ngeli]”, e che “la devozione agli a[ngeli], particolarmente agli a[ngeli] custodi, . . . è divenuta una delle devozioni più familiari al popolo cristiano”. — Enciclopedia Cattolica (Città del Vaticano, 1948-1954), Vol. I, coll. 1251-1253.
12. In quale maniera i falsi insegnanti poterono forse argomentare che l’adorazione degli angeli fosse giusta?
12 Usando un ragionamento fondamentalmente simile a quello dei teologi cattolici, un falso insegnante può aver detto: ‘Che meraviglioso privilegio hanno gli angeli! La Legge mosaica non fu forse trasmessa tramite loro? Non sono forse vicini a Dio in cielo? Dovremmo senz’altro dare a questi potenti esseri l’onore loro dovuto! Non dimostrerebbe questo vera unità da parte nostra? Dopo tutto, Dio è così elevato e noi uomini siamo tanto in basso! Gli angeli possono quindi essere nostri mediatori quando ci rivolgiamo a Dio’.
13. (a) È giusta l’adorazione degli angeli? (b) In che senso il falso insegnante ‘“poneva piede su” le cose che aveva viste’?
13 In qualunque forma si presenti, però, l’adorazione degli angeli è sbagliata. (I Timoteo 2:5; Rivelazione 19:10; 22:8, 9) Ma il falso insegnante avrebbe cercato di respingere questa obiezione ‘“ponendo piede su” le cose che aveva viste’. Secondo un lessico greco (The Vocabulary of the Greek Testament), questa espressione era usata “nelle religioni misteriche per denotare il momento culminante dell’iniziazione, allorché il mystês [iniziato] ‘poneva piede su’ l’accesso alla nuova vita alla quale da allora in poi avrebbe partecipato assieme al dio”. Usando la fraseologia dei pagani, Paolo ridicolizzava il modo in cui il falso insegnante si vantava di possedere un intendimento speciale, asserendo magari di aver avuto visioni soprannaturali.
14. In che senso i falsi insegnanti erano ‘gonfi mediante uno stato di mente carnale’?
14 Anche se sosteneva di essere spirituale, comunque, il falso insegnante era in realtà gonfio senza debita causa per il suo stato di mente carnale. La carne peccaminosa contaminava il suo modo di vedere le cose e i suoi motivi. Essendo ‘gonfia’ di orgoglio e arrogante, la sua mente era ‘volta alle opere malvage’. (Colossesi 1:21) Cosa peggiore di tutte, non si atteneva al capo Cristo, poiché dava più peso alle congetture della gente del mondo che non agli insegnamenti di Gesù.
È ancora un pericolo?
15. (a) Quali atteggiamenti si notano oggi in alcuni cristiani? (b) Da dove derivano questi atteggiamenti, e cosa può dirsi di essi alla luce dei consigli biblici?
15 Ai servitori di Geova è tuttora offerto il premio della vita eterna, in cielo o su una terra paradisiaca. È vero che gli gnostici e i giudaizzanti sono scomparsi da tempo. Però ci sono ancora alcuni che potrebbero impedire a un cristiano di conseguire questo premio. Forse non lo fanno intenzionalmente. Ma, essendosi lasciati indebitamente influenzare ‘dalla filosofia e dal vuoto inganno’ di questo sistema, forse dicono:
‘Io cerco di essere onesto, ma nel commercio è difficile riuscire ad esserlo. Questo è un mondo spietato e a volte sei costretto a venire a compromessi’. (Confronta questo punto di vista con Proverbi 11:1; Ebrei 13:18).
‘Vuoi dire che sei ancora una semplice casalinga? Ma i tempi sono cambiati! Perché non trovi un lavoro e realizzi qualcosa nella vita!’ (Confronta Proverbi 31:10-31).
‘So che il mio lavoro interferisce parecchio nelle adunanze e nel ministero di campo, ma per mantenere il nostro tenore di vita ci vuole molto denaro. E, in fondo, che c’è di male ad avere un po’ di cose belle?’ (Metti in contrasto questo ragionamento con Luca 21:34, 35; I Timoteo 6:6-8).
‘Sono stanco di sentire gli anziani parlare sempre del servizio di campo. Lavoro tutta la settimana e ho diritto a un po’ di riposo durante il fine settimana’. (Confronta Luca 13:24; Marco 12:30).
‘Il servizio di pioniere non è per tutti. Inoltre, con l’attuale sistema economico, se si vuole riuscire occorre un’istruzione universitaria’. (Paragona questa opinione con Matteo 6:33; I Corinti 1:19, 20; I Timoteo 6:9-11).
I ragionamenti materialistici e carnali sono parte integrante delle “cose elementari del mondo”, cioè dei precetti e degli insegnamenti fondamentali seguiti dalle persone del mondo! Adeguarsi ad essi può provocare danni spirituali irreparabili.
16. Come alcuni oggi potrebbero divenire giudici ipocriti?
16 Un altro pericolo è rappresentato da coloro che si autonominano giudici e insegnanti. Come quelli che esistevano a Colosse, costoro possono fare discussioni per faccende di natura strettamente personale. Spesso si distinguono per “una finta umiltà”. (Colossesi 2:16-18) La loro santocchieria tradisce le loro errate motivazioni: il desiderio di elevarsi al di sopra degli altri. Spesso sono ‘troppo giusti’ e pronti ad andare oltre ciò che lo “schiavo fedele” ha detto o pubblicato. Così facendo possono suscitare accese dispute su argomenti come lo svago, le cure mediche, i modi di vestire e di acconciarsi o il consumo di alcolici. (Ecclesiaste 7:16; Matteo 24:45-47) In tal modo l’attenzione è distolta dalle cose spirituali e viene concentrata sui desideri carnali. — Confronta I Timoteo 6:3-5.
17, 18. (a) In che modo alcuni si basano su vedute personali, e perché questo è pericoloso? (b) Cosa prenderemo in considerazione nel prossimo studio?
17 Oggi alcuni arrivano al punto di ‘porre piede su’ o basarsi su vedute personali delle Scritture o di sostenere di possedere un intendimento speciale. Una donna, battezzata da appena un anno, sosteneva di far parte degli unti e pensava che questo desse più peso alle sue opinioni. Perciò espresse il preciso desiderio di “insegnare agli altri e incoraggiarli” ricoprendo un ruolo ufficiale. (Vedi però I Timoteo 2:12). Dato che Geova odia “la superbia e l’orgoglio”, i cristiani devono avere un concetto modesto delle proprie opinioni. (Proverbi 8:13) Evitano la trappola di divenire ‘gonfi senza debita causa mediante il loro stato di mente carnale’. (Colossesi 2:18) Chiunque metta avanti idee personali e minimizzi i consigli dati dallo “schiavo fedele” nominato da Cristo non si attiene al capo. Perciò i leali testimoni di Geova dovrebbero senz’altro stare in guardia contro l’empia influenza che potrebbe privarli del premio della vita.
18 Tuttora Satana impiega uomini per impedire ad altri esseri umani di ottenere la vita. In quali altri modi ancora Satana si serve di questo stratagemma? E in che modo un testimone di Geova può saldamente attenersi al premio?
-
-
‘Correte in modo tale da conseguire il premio’La Torre di Guardia 1985 | 15 luglio
-
-
‘Correte in modo tale da conseguire il premio’
“Non sapete voi che i corridori nella corsa corrono tutti, ma solo uno riceve il premio? Correte in modo tale da conseguirlo”. — I CORINTI 9:24.
1, 2. (a) Quale sarebbe oggi una vera tragedia per un cristiano? (b) Che cosa consigliò Paolo in I Corinti 9:24, e in che modo quelle parole si applicavano ai cristiani di Corinto?
DOVEVA essere il coronamento di dodici anni di dura preparazione. Ma, poco oltre metà gara, la giovane atleta cadde a terra, ponendo bruscamente fine ai suoi sogni di conquistare una medaglia d’oro alle Olimpiadi. La sua caduta fu definita dai mezzi di informazione una “tragedia”.
2 Ma sarebbe molto più tragico se un testimone di Geova non riuscisse a finire la corsa della vita, specialmente ora che il promesso nuovo ordine è così vicino! (II Pietro 3:13) Opportunamente, perciò, l’apostolo Paolo disse: “Non sapete voi che i corridori nella corsa corrono tutti, ma solo uno riceve il premio? Correte in modo tale da conseguirlo”. (I Corinti 9:24) Nell’antica Corinto alcuni rischiavano di perdere la corsa perché egoisticamente facevano quello che volevano, anche a costo di ‘ferire la coscienza’ altrui. (I Corinti 8:1-4, 10-12) Per vincere la corsa, però, era necessario fare sacrifici, visto che Paolo disse: “Ogni uomo che prende parte a una gara esercita padronanza di sé . . . Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — I Corinti 9:25-27.
3. (a) Quale situazione esistente a Colosse avrebbe potuto impedire ai cristiani di finire la corsa? (b) Sarebbe stato consigliabile che i cristiani di Colosse studiassero filosofia e misticismo?
3 In seguito, scrivendo ai colossesi, Paolo li mise in guardia contro un altro potenziale pericolo: uomini che avrebbero potuto ‘privarli del premio’ della vita. (Colossesi 2:18) In che modo allora i cristiani avrebbero potuto ‘correre in modo tale da conseguirlo’? L’apostolo suggerì forse loro di studiare filosofia e misticismo per essere in grado di controbattere con efficacia gli argomenti dei falsi insegnanti? No, dato che i cristiani erano ‘morti rispetto alle cose elementari del mondo’ e non dovevano aver niente a che fare con le sue filosofie e le sue tradizioni. — Colossesi 2:20.
4. In che modo l’acquistare “accurata conoscenza” avrebbe aiutato i cristiani di Colosse?
4 Pertanto Paolo incoraggiò i suoi compagni di fede a concentrare i loro sforzi sul divenire ‘ripieni dell’accurata conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e discernimento spirituale’. Sì, l’“accurata conoscenza”, e non le inutili speculazioni, li avrebbe aiutati a “camminare in modo degno di Geova al fine di piacergli pienamente”. (Colossesi 1:9, 10; vedi anche Colossesi 3:10). È vero che probabilmente quasi tutti i cristiani di Colosse sapevano ripetere gli insegnamenti fondamentali delle Scritture. Ma, con lo studio e la meditazione, dovevano andare oltre le cose basilari e divenire saldamente “stabiliti sul fondamento” di Cristo. (Colossesi 1:23; I Corinti 3:11) Dopo aver fatto questo approfondimento ‘nessun uomo li avrebbe potuti ingannare con argomenti persuasivi’. (Colossesi 2:4, NW) Usando con abilità la Parola di Dio, avrebbero potuto confutare con efficacia le affermazioni di qualsiasi adoratore degli angeli o giudaizzante. — Deuteronomio 6:13; Geremia 31:31-34.
5. (a) Fate alcuni esempi di “cose profonde” che un cristiano maturo deve conoscere e comprendere. (b) Come l’esperienza capitata a una sorella dimostra che è pericoloso non acquistare “accurata conoscenza”?
5 Ma voi personalmente, siete andati oltre “la dottrina primaria” e avete scrutato “le cose profonde di Dio”? (Ebrei 6:1; I Corinti 2:10) Sapete identificare, ad esempio, le bestie di Rivelazione o spiegare che cos’è il tempio spirituale? (Rivelazione capitolo 13; Ebrei 9:11) Sapete spiegare qual è la base scritturale della moderna organizzazione dei testimoni di Geova? Conoscete bene gli insegnamenti della Bibbia? Conversando con una donna sulla Trinità, una sorella cristiana trovò difficoltà a sostenere ciò che credeva. In seguito la donna diede alla nostra sorella pubblicazioni che calunniavano l’organizzazione di Geova. “Mi sentii molto scoraggiata dal punto di vista spirituale”, ricorda questa Testimone. Grazie all’intervento di un anziano che dimostrò la falsità delle affermazioni degli oppositori, la fede della nostra sorella fu ristabilita. (Giuda 22, 23) “Ora capisco”, dice questa sorella, “perché la Società raccomanda sempre di pregare, studiare e meditare”.
“Il tremare agli uomini”
6. (a) Qual è stato un inciampo per alcuni servitori di Dio? Fate alcuni esempi biblici. (b) Cosa induce spesso a temere l’uomo?
6 “Il tremare agli uomini è ciò che pone un laccio”, avvertì il saggio. (Proverbi 29:25) E a volte un morboso “timore della morte” o un esagerato desiderio di essere accettato dagli altri fa cadere qualcuno in questo laccio. (Ebrei 2:14, 15) Elia, per citare un caso, si era opposto intrepidamente agli adoratori di Baal. Ma quando la regina Izebel ordinò che fosse messo a morte, “egli ebbe timore . . . e se ne andava per la sua anima [“se ne andò per salvarsi”, CEI] e giunse a Beer-Seba”. (I Re 19:1-3) In maniera simile, l’apostolo Pietro cedette al timore dell’uomo la notte in cui Gesù fu arrestato. Sebbene si fosse vantato, dicendo: “Signore, sono pronto ad andare con te sia in prigione che alla morte”, quando fu accusato di essere un discepolo di Cristo Pietro “cominciò a maledire e a giurare: ‘Io non conosco quell’uomo!’” — Luca 22:33; Matteo 26:74.
7. (a) Qual era probabilmente il vero motivo per cui a Colosse alcuni cercavano di mischiare cristianesimo e giudaismo? (b) A quanto pare, chi oggi è mosso da un motivo simile?
7 Il desiderio apprensivo di essere accettati dagli altri può essere stato il vero motivo per cui alcuni tentarono di mischiare cristianesimo e giudaismo. Allorché nella Galazia sorsero alcuni giudaizzanti, Paolo ne smascherò l’ipocrisia, dicendo: “Tutti quelli che vogliono avere una piacevole apparenza nella carne son quelli che cercano di costringervi a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati”. (Galati 6:12) Non potrebbe darsi che un analogo desiderio di essere accettati dalla gente sia stato anche nei nostri giorni il motivo che ha spinto alcuni a lasciare l’organizzazione di Geova?
8, 9. (a) In quali modi oggi un cristiano potrebbe mostrare di avere timore dell’uomo? (b) Come si può vincere questo timore?
8 I cristiani devono sforzarsi di vincere questi timori. Se siete riluttanti a predicare nei territori vicini a casa vostra, o se vi trattenete dal dare testimonianza a parenti, colleghi di lavoro o compagni di scuola, ricordate la domanda fatta da Geova in Isaia 51:12: “Chi sei tu da temere l’uomo mortale che morrà, e il figlio del genere umano che sarà reso come la semplice erba verde?” (Confronta Matteo 10:28). Rammentate che “chi confida in Geova sarà protetto”. (Proverbi 29:25) Pietro riuscì a vincere il timore dell’uomo e infine morì come martire. (Giovanni 21:18, 19) E oggi molti fratelli mostrano un coraggio simile.
9 Una missionaria che presta servizio in un paese in cui l’opera di predicazione è stata sottoposta a restrizioni disse in un’occasione: “Ci vuole fede per andare alle adunanze o in servizio sapendo che è possibile essere arrestati dalla polizia”. Ma, come il salmista, i fratelli di quella nazione dicevano: “Geova è al mio lato; non temerò. Che cosa mi può fare l’uomo terreno?” (Salmo 118:6) E in quel paese l’opera ha prosperato, e di recente è stato ottenuto il riconoscimento legale. La regolare partecipazione al ministero di campo aiuterà senz’altro anche voi a sviluppare la stessa fiducia in Geova.
Legami familiari
10. (a) Quale bisogno emotivo è comune a tutti, e di solito dove viene soddisfatto? (b) Fate esempi biblici di uomini il cui attaccamento alle rispettive mogli fu più forte della loro relazione con Geova.
10 Un libro dal titolo The Individual, Marriage, and the Family (L’individuo, il matrimonio e la famiglia) afferma: “In ogni società e strato sociale un bisogno comune a tutti gli individui è quello di ‘appartenere’ a qualcuno e di avere altri che ‘appartengano’ a loro”. Di solito questo bisogno viene soddisfatto nell’ambito della famiglia, che è un’istituzione di Geova. (Efesini 3:14, 15) Ma spesso Satana sfrutta l’attaccamento che abbiamo per i nostri familiari. Il profondo affetto che Adamo provava per la moglie lo indusse evidentemente a unirsi a lei nella ribellione ignorandone le conseguenze. (I Timoteo 2:14) E che dire di Salomone? Malgrado la sua ben nota sapienza, “avvenne al tempo in cui Salomone invecchiava che le sue stesse mogli avevano piegato il suo cuore per seguire altri dèi; e il suo cuore non fu completo presso Geova suo Dio . . . E Salomone faceva ciò che era male agli occhi di Geova”. — I Re 11:4-6.
11. In che modo Eli ‘onorò i suoi figli più di Geova’?
11 Rammentate Eli, l’anziano sommo sacerdote di Israele? Ofni e Fineas, i suoi figli, erano “uomini buoni a nulla”, i quali “non riconoscevano Geova”. Mostravano una sfacciata mancanza di rispetto per i sacrifici fatti a Geova e commettevano immoralità sessuale “con le donne che servivano all’ingresso della tenda di adunanza”. Eppure Eli si limitò a protestare nella maniera più blanda (“Perché continuate a fare cose come queste?”), non facendo alcun tentativo di toglierli dal loro incarico privilegiato. In effetti ‘onorava i suoi figli più di Geova’, cosa che provocò la sua e la loro morte! — I Samuele 2:12-17, 22, 23, 29-34; 4:18.
12. (a) Quale avvertimento diede Gesù a proposito dei legami familiari? (b) Quale ragionamento mondano potrebbero fare alcuni quando si tratta dei propri parenti, ma ciò è corretto dal punto di vista scritturale?
12 Una lealtà mal riposta potrebbe pertanto ostacolarvi nella corsa della vita. Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi ha più affetto per padre o madre che per me non è degno di me; e chi ha più affetto per figlio o figlia che per me non è degno di me”. (Matteo 10:37; Luca 14:26) Ma che dire se un vostro caro lasciasse la verità o fosse disassociato? Vi atterreste al detto mondano secondo cui “il sangue non è acqua” e seguireste quel vostro parente nella distruzione? O riporreste fede nelle parole del Salmo 27:10: “Nel caso che il mio proprio padre e la mia propria madre mi lasciassero, pure Geova stesso mi accoglierebbe”?
13. In che modo i figli di Cora si mostrarono leali a Geova, e come furono per questo benedetti?
13 I figli di Cora ebbero una fede di questo tipo. Il loro padre capeggiò una ribellione contro l’autorità di Mosè e di Aaronne. Geova, comunque, mostrò in modo spettacolare di sostenere Mosè e Aaronne giustiziando Cora e coloro che avevano cospirato assieme a lui. Ma “i figli di Cora non morirono”. (Numeri 16:1-3, 28-32; 26:9-11) Evidentemente si rifiutarono di seguire il padre nella ribellione e Geova benedisse la loro lealtà conservandoli in vita. In seguito i loro discendenti ebbero il privilegio di scrivere parti della Bibbia! — Vedi le soprascritte dei Salmi 42, 44-49, 84, 85, 87, 88.
14. Quale esperienza illustra il beneficio derivante dal mettere la lealtà a Dio al di sopra di quella ai parenti?
14 In modo simile, oggi la lealtà viene benedetta. Un giovane Testimone rammenta quale presa di posizione dovettero prendere lui e suo fratello quando la loro madre, da molto tempo una cristiana inattiva, contrasse un matrimonio adultero. “Riferimmo la cosa agli anziani”, ricorda, “e, visto che lei non abitava a casa, decidemmo di limitare i nostri contatti con lei finché gli anziani non avessero potuto risolvere la faccenda. Fu la cosa più difficile che abbiamo mai dovuto fare”. La madre protestò: “Tenete più alla vita eterna che a me?” Essi risposero: “Teniamo più alla nostra relazione con Geova che a qualsiasi altra cosa”. La donna rimase così colpita che finì per manifestare sincero pentimento, si ristabilì spiritualmente e ora compie nuovamente servizio come attiva proclamatrice della buona notizia.
15. (a) In quali modi alcuni genitori hanno lasciato che i loro stessi figli fossero un inciampo? (b) Come un genitore può aiutare sia se stesso che i figli ad ottenere la vita?
15 Alcuni hanno lasciato che i loro stessi figli fossero un inciampo. Non comprendendo che “la stoltezza è legata al cuore” dei ragazzi, alcuni genitori hanno permesso ai loro figli di frequentare persone del mondo, di partecipare a feste discutibili e addirittura di frequentare persone dell’altro sesso pur essendo ancora troppo giovani per potersi sposare. (Proverbi 22:15) Qual è spesso il tragico risultato di questo permissivismo? Il naufragio spirituale. (I Timoteo 1:19) Alcuni persino aggravano l’errore coprendo subdolamente la trasgressione dei propri figli! (Proverbi 3:32; 28:13) Aderendo invece con lealtà ai princìpi biblici, il genitore aiuta sia se stesso che i suoi figli a conseguire il premio della vita. — I Timoteo 4:16.
I vostri amici sono ‘saggi’ o ‘stupidi’?
16. (a) Perché gli amici possono esercitare una profonda influenza su di noi? (b) Chi va particolarmente soggetto all’influenza degli amici, e perché?
16 Il libro Sociology: Human Society (Sociologia: la società umana) osserva: “Il desiderio di avere la stima dei propri amici intimi spinge la persona a conformarsi alle loro norme”. Il libro Adolescence (Adolescenza) mostra che in particolare i giovani sono sensibili a questa pressione. Afferma: “[Questo avviene a motivo] dei cambiamenti che si verificano nel loro corpo, nella concezione che hanno di se stessi e nella loro relazione con gli altri familiari. Di conseguenza gli adolescenti iniziano a passare più tempo con gli amici che con i familiari”.
17. (a) Illustrate la veracità delle parole di Proverbi 13:20. (b) Gli amici di che tipo si possono considerare ‘saggi’? (c) In che modo oggi i giovani possono seguire l’esempio del giovane Samuele?
17 Non vanno trascurate le parole di Proverbi 13:20: “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male”. Una ragazza cristiana confessa: “Tutte le cattive compagnie che frequento a scuola stanno realmente iniziando a influenzarmi. Stavo per dire una parolaccia a scuola oggi . . . c’è mancato poco che la dicessi, ma non l’ho detta”. Triste a dirsi, alcuni giovani cristiani sono stati indotti dai cosiddetti amici a comportarsi molto male. Ma se siete giovani che desiderano conseguire il premio cercate amici saggi, amici che abbiano una mentalità spirituale, si comportino in modo retto e facciano discorsi edificanti. Ricordate che il giovane Samuele non divenne amico dei malvagi figli di Eli. Si mantenne occupato ‘servendo Geova’, restando così incontaminato dalla loro corruzione. — I Samuele 3:1.
Conseguite il premio!
18. (a) In che modo alcuni fratelli, magari senza volerlo, potrebbero ostacolarci nella corsa della vita? (b) Cosa ci può proteggere da queste influenze negative?
18 State perciò in guardia contro chiunque voglia privarvi del premio della vita. Questo naturalmente non vuol dire che dobbiate sospettare dei vostri fratelli. Ma a volte, magari senza volerlo, alcuni fratelli possono dire cose che ci scoraggiano. (‘Perché continui a fare tanti sacrifici? Pensi che solo tu riceverai la vita?’) Forse emettono persino giudizi taglienti sui vostri sforzi sinceri. (‘Non capisco come tu, che hai famiglia, possa fare il pioniere. Non è giusto nei confronti dei tuoi figli’). Ma rammentate che Gesù respinse l’incoraggiamento di Pietro a ‘prendersela comoda’. (Matteo 16:22, 23) Usate i vostri orecchi addestrati dalla Bibbia per ‘discernere le parole’ e non lasciatevi influenzare da quelle che non hanno un accento di verità. (Giobbe 12:11, Versione Riveduta) Ricordate che Paolo disse: “Se qualcuno contende nei giochi, non è coronato se non ha conteso secondo le regole”. (II Timoteo 2:5) Sì, il vostro modo di pensare dev’essere guidato dalle regole di Dio, e non da opinioni non scritturali. — Confronta I Corinti 4:3, 4.
19, 20. (a) In che modo i fratelli di Giuseppe cercarono di fargli del male, e come reagì Giuseppe alla loro cattiveria? (b) Come possiamo evitare di inciampare a motivo di uomini imperfetti? (c) Cosa dovremmo essere decisi a fare per quanto riguarda il premio, e perché?
19 È vero che a volte un altro cristiano può ferirvi con parole pronunciate sconsideratamente. (Proverbi 12:18) Ma non lasciate che questo vi faccia interrompere la corsa della vita! Rammentate Giuseppe. I suoi fratelli stessi progettarono di ucciderlo e, pur non arrivando a far questo, infine lo vendettero obbligandolo a sottostare a una crudele schiavitù. Giuseppe, tuttavia, non lasciò che questo lo amareggiasse o che lo facesse ‘divenire furente contro Geova’. (Proverbi 19:3) Anziché vendicarsi, in seguito diede loro la possibilità di dimostrare di aver mutato il loro atteggiamento. Visto il loro pentimento, “egli baciava tutti i suoi fratelli e piangeva su di loro”. Successivamente Giacobbe disse: “Gli arcieri [i gelosi fratelli di Giuseppe] lo angariavano e gli tirarono contro e nutrivano contro di lui animosità”. Ma Giuseppe ricambiò il loro odio con la benignità. Invece di essere indebolito da quell’esperienza, “la forza delle sue mani era agile”. — Genesi 37:18-28; 44:15–45:15; 49:23, 24.
20 Perciò, anziché inciampare a causa di uomini imperfetti, continuate a ‘correre in modo tale da conseguire’ il premio! Come Giuseppe lasciate che le prove, anziché indebolirvi, vi rafforzino. (Confronta Giacomo 1:2, 3). Il vostro amore per Dio si dimostri così forte da non permettere che alcun uomo divenga un inciampo per voi. (Salmo 119:165) Ricordate sempre che Geova vi offre il premio della vita eterna: un premio che va al di là di ciò che si può descrivere o comprendere. Nessuno ve ne privi!
-