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Sopportiamo il peso dell’ingiustiziaLa Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
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sopportare felicemente questo peso imperniando la nostra vita sul servizio di Dio. Così facendo ci assicureremo la ricompensa. (Ebr. 6:10) Ed essa sarà così grande che, in paragone, qualsiasi prova o tribolazione possiamo dover affrontare sarà solo “momentanea e leggera”. — 2 Cor. 4:17.
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La sofferenza che può giovarviLa Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
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La sofferenza che può giovarvi
“Di questo fatto voi vi rallegrate grandemente, essendo al presente per poco tempo, se necessario, addolorati da varie prove, onde la provata qualità della vostra fede, di valore assai più grande dell’oro che perisce malgrado sia provato dal fuoco, sia trovata causa di lode e gloria e onore alla rivelazione di Gesù Cristo”. — 1 Piet. 1:6, 7.
1. Quali maltrattamenti subirono i cristiani nei primi tempi della congregazione?
FURONO scherniti, picchiati e imprigionati. Le loro case furono invase, i loro beni saccheggiati. Alcuni loro leali amici e parenti perirono per mano di turbe infuriate o furono condannati a morte per decreto giudiziario. Non avevano commesso nessun delitto che giustificasse tale brutale trattamento. Conducevano una vita esemplare e nutrivano vero amore per i loro simili. Ma incorsero nell’odio di molti. Perché? Perché erano discepoli di Gesù Cristo. — Atti 8:1-3; Ebr. 10:32-34.
UNA FORMA DI DISCIPLINA UTILE
2, 3. (a) Perché certi ebrei divenuti cristiani si stavano stancando di correre la corsa della vita? (b) Cosa avevano dimenticato?
2 La terribile sofferenza subita dai cristiani fu utile? Qualcuno potrebbe rispondere prontamente di no. La Bibbia, comunque, presenta il fatto d’essere costretti a subire maltrattamenti come qualcosa di molto profittevole. Agli ebrei divenuti cristiani nel primo secolo fu detto: “Nel fare la vostra gara contro tale peccato non avete ancora resistito fino al sangue, ma avete interamente dimenticato l’esortazione rivoltavi come a figli: ‘Figlio mio, non disprezzare la disciplina di Geova e non venir meno quando sei corretto da lui; poiché Geova disciplina colui che ama; infatti, egli flagella ognuno che riceve come figlio’”. — Ebr. 12:4-6.
3 L’opposizione incontrata dagli ebrei divenuti cristiani era davvero forte. Ma nella loro lotta contro il peccato che facilmente avvince, la perdita della fede, non erano arrivati al punto che fosse sparso il loro sangue. Forse molti di loro erano apatici nella corsa della vita e quindi non conducevano la loro gara contro questo peccato in modo da riuscire a resistere ‘fino al sangue’. Erano stanchi di dover subire i vituperi degli empi. (Ebr. 12:3) Non comprendevano che l’aspro trattamento inflitto dagli oppositori era come una disciplina da Geova e la conferma ch’egli li amava profondamente come suoi figli. Avevano dimenticato l’esortazione scritturale contenuta in Proverbi 3:11, 12. Ampliando l’applicazione di questo passo, la lettera agli Ebrei continua:
“È per la disciplina che perseverate. Dio tratta con voi come con figli. Poiché qual è il figlio che il padre non disciplina? Ma se voi siete senza la disciplina della quale tutti sono divenuti partecipi, siete realmente figli illegittimi e non figli. Inoltre, avevamo i padri che erano della nostra carne per disciplinarci, e rendevamo loro rispetto. Non ci sottoporremo molto di più al Padre della nostra vita spirituale e vivremo? Poiché essi ci disciplinavano per pochi giorni secondo ciò che sembrava loro bene, ma egli lo fa per il nostro profitto acciocché partecipiamo alla sua santità. Veramente, nessuna disciplina sembra al presente esser gioiosa ma dolorosa; ma a quelli che ne sono stati addestrati produce poi un pacifico frutto, cioè giustizia”. — Ebr. 12:7-11.
4. Come dobbiamo considerare il duro trattamento che può esserci inflitto dagli uomini?
4 In armonia con questo consiglio ispirato, come dovrebbero i cristiani considerare la sofferenza che Geova Dio permette subiscano? Dovremmo considerarla come una forma di addestramento o disciplina impartitaci da un Padre che nutre profondo amore per noi e si interessa del nostro eterno benessere. Il fatto che riceviamo tale disciplina è l’innegabile prova che siamo trattati come figli e non come illegittimi indesiderati e non amati. Poiché Geova Dio permette che i cristiani subiscano questo duro trattamento, dovremmo umilmente sottostarvi. Questo è anche in armonia con l’esortazione dell’apostolo Pietro: “Umiliatevi, perciò, sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti a suo tempo; mentre gettate su di lui tutta la vostra ansietà, perché egli ha cura di voi”. — 1 Piet. 5:6, 7.
5. Perché è giusto accettare la disciplina sotto forma di maltrattamenti?
5 È più che giusto accettare questa disciplina senza ribellarci, senza cercare di sottrarci alla mano di Dio. L’uomo che ama i suoi figli e se ne interessa li disciplinerà quando lo reputa necessario. Essendo imperfetto, può valutare erroneamente la situazione. Quindi, ‘disciplinando secondo ciò che gli sembra bene’, può non fare sempre ciò che è giusto e utile durante i “pochi giorni”, relativamente parlando, della loro infanzia. Tuttavia tale padre ha il rispetto dei figli che lo amano. Ed è appropriato, poiché gli devono la vita. D’altra parte, Geova Dio non sbaglia mai, e ci dà più che la vita. Secondo il greco letterale di Ebrei 12:9, l’Altissimo è chiamato “Padre degli spiriti”, indicando evidentemente che è responsabile sia della vita spirituale dei cristiani che della loro vita eterna. Quindi abbiamo maggior ragione di sottoporci alla disciplina del Padre celeste che di rispettare un padre terreno imperfetto.
BENEFICI DELLA SOFFERENZA
6. Come può aiutarci la sofferenza a divenire partecipi della santità di Dio?
6 Inoltre, la disciplina che si riceve sotto forma di sofferenza è sempre profittevole o utile ai servitori di Dio. Può raffinare, rivelando pecche della personalità che si devono correggere. Tra queste ci possono essere orgoglio, ostinazione, impazienza, egoismo, mondanità, e amore degli agi o dei piaceri. Quando fa i miglioramenti necessari, il cristiano diventa più puro o più santo nella sua condotta. ‘Divenendo santo come Geova Dio è santo’ diventa ‘partecipe della santità di Dio’. (1 Piet. 1:14-16) Viene così realizzato l’obiettivo della disciplina.
7. Secondo quanto è illustrato dal caso di Gesù Cristo, cosa possiamo imparare dall’afflizione? (Ebr. 5:8)
7 Dall’afflizione si possono anche imparare cose che rendono meglio preparati per il servizio di Dio. Ciò è illustrato dal caso di Gesù Cristo. Dovendo subire estrema sofferenza nella carne, ottenne l’esperienza necessaria per essere un sommo sacerdote compassionevole e comprensivo. Questo ci permette di accostarci a Dio mediante Cristo con la massima libertà di parola, fiduciosi che Gesù capisce la nostra situazione e perorerà la nostra causa come un sommo sacerdote misericordioso. — Ebr. 4:15, 16.
8, 9. Secondo Ebrei 12:11, che effetto può avere su di noi un periodo di disciplina sotto forma di maltrattamenti, mentre è in corso e dopo che è finito?
8 Naturalmente, può essere molto difficile sopportare i maltrattamenti. Non si può certo provare nessun sentimento di piacere o di esultanza dovendo sopportare un forte dolore. È un’esperienza penosa. Ma se accettiamo la prova e lasciamo che ci aiuti a capire dove dobbiamo migliorare, può essere un buon addestramento. Il risultato finale di
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