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Requisiti divini sui servitoriLa Torre di Guardia 1950 | 15 settembre
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dal Sommo Pastore! Imitate gli apostoli! Siate davanti ai vostri fratelli buoni esempi tanto a parole che a fatti! Siate fedeli, saldi, regolari, calmi, gravi, prudenti, umili, mansueti, pacifici, degni di fiducia, fidati, sinceri. Soprattutto, mostrate amore. Con amore e grande misericordia, tenerezza e longanimità cercate le “altre pecore” del Signore che sono smarrite, e quando le trovate, pascetele. L’importante è il nutrimento. Infatti il savio dice: “Allontana da me vanità e parola mendace; non mi dare né povertà né ricchezze, cibami del pane che m’è necessario”. (Prov. 30:8) Il nutrimento necessario provveduto dal giusto e Buon Pastore è la Parola di Dio rivelata, che dà la promessa della vita eterna a quelli che lo mangiano. (Giov. 6:68) “La bocca del giusto è una fonte di vita . . . Le labbra del giusto pascono molti”. (Prov. 10:11, 21) Non limitatevi, o servitori, a pascere le “pecore” magre che trovate nel campo, ma pascete e abbiate cura del gregge del quale fate parte. “Attendete dunque a voi stessi ed a tutto il gregge nel quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti”. — Fatti Atti 20:28, Cocorda.
13. Come si dimostrano i servitori veri pastori, non mercenari?
13 I servitori nominati dal Signore non sono mercenari. Son veri pastori e guardiani delle “pecore”. I mercenari non hanno alcuna cura delle “pecore” e se i lupi rapaci entrano per mutilare e uccidere essi fuggono per salvare la propria pelle. (Giov. 10:12, 13) I veri pastori, invece, combattono per le pecore, non contro di esse, e, come il Buon Pastore, sono anche pronti per esse a dar la vita. (Giov. 10:11) Come il Sommo Pastore, i servitori son pronti a porre il benessere dei loro fratelli al disopra delle loro proprie comodità. Pronti come sono a dare la vita per i loro fratelli, sono anche disposti a scomodarsi per soccorrere i deboli nelle loro angustie. Se qualche proclamatore crea delle difficoltà per se stesso e per i servitori, questi offrono senza alcun rancore, ma lietamente e per amore verso i membri deboli, l’aiuto e il soccorso ch’è ritenuto migliore, secondo le circostanze. (Gal. 6:1, 2) A differenza dei mercenari e falsi pastori della Cristianità, i servitori nell’organizzazione teocratica fortificano spiritualmente i deboli, guariscono gl’infermi, bendano i feriti, riconducono gli smarriti, cercano gli agnelli perduti. (Ezech. 34:4) È volontà di Dio che nessun agnello perisca. — Matt. 18:10-14.
14. Perché si richiede tanto dai servitori? Ma quale sarà la ricompensa?
14 Se tutto questo pare che sia esigere molto dai servitori, ebbene è perché essi hanno ricevuto molto in fatto di benedetti privilegi di servizio dalla mano del Signore. A chi molto è stato dato, dice la regola, molto sarà ridomandato. (Luca 12:48) Tenete presente che come servitori siete responsabili dinanzi al Grande Pastore e al Sommo Pastore, e che qualsiasi servizio rendete ai vostri fratelli vien considerato come reso al Signore. Le “pecore” appartengono al Signore. Non siate dunque servitori pigri o schiavi disutili se no sarete cacciati, non solo dall’incarico di servitori, ma “nelle tenebre di fuori” e privati di qualsiasi opportunità di vita. (Matt. 24:48, 51; 25:26) È la fedeltà nell’adempimento dei propri doveri che porta buoni risultati, risultati in forma di ricompense, ricompense presenti e per le età a venire tanto per i servitori quanto per il gregge. Finché servitori e “pecore” continueranno ad “ascoltare” la voce del loro Pastore e a seguirlo ci sarà gioia e letizia, e sarà compiuto un rapido progresso verso il glorioso nuovo mondo d’eterna pace e prosperità nel quale non ci sono bestie feroci, terreni sterili o torrenti asciutti. Quale benedetta sorte abbiamo noi oggi! Quale gloriosa prospettiva ci sta davanti! Con voci e cuori uniti in ringraziamento e lode a Geova noi cantiamo: “Noi, tuo popolo e gregge del tuo pasco, ti celebreremo in perpetuo, pubblicheremo la tua lode per ogni età”. — Sal. 79:13.
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Progresso nei paesi del fiume PlataLa Torre di Guardia 1950 | 15 settembre
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Progresso nei paesi del fiume Plata
(Continuazione al precedente articolo.)
DI CHE COSA TEME L’ARGENTINA?
Giovedì 31 marzo il servitore della Filiale, fratello J. Muñiz, ricevette comunicazione dalla polizia ch’era stato revocato il permesso di tenere il congresso e l’assemblea pubblica a Les Ambassadeurs. Parecchie settimane prima era stato ottenuto il permesso della polizia di usare la sala, ma ora alla vigilia dell’assemblea i fratelli furono avvisati che era stato ritirato. Era stato ottenuto dalla polizia il permesso di distribuire i volantini; una copia di tutto il materiale di pubblicità era stata approvata dalla polizia, ma improvvisamente e senza alcun motivo giustificato non si poteva più usare la sala. La cosa fu sottoposta a un eminente avvocato, il quale si recò alla polizia. Gli fu detto di rivolgersi al Ministero degli Affari Esteri e dei Culti. I fratelli furono informati dalla polizia che potevano tenere l’assemblea nella loro propria sala dove avevano luogo le solite adunanze durante la settimana e la domenica. Mai nel passato c’erano state noie alla Sala del Regno in Calle Honduras 5648, eppure erano state tenute adunanze per otto anni di seguito. Non vi erano altre sale da poter affittare; perciò l’unica cosa che si poteva fare era quella di usare la Sala del Regno, che sarebbe stata oltremodo affollata. Fu anche un inconveniente per molti fratelli perché venerdì mattina molti di loro andarono a Les Ambassadeurs e poi di là dovettero recarsi alla Sala del Regno. L’assemblea cominciò in orario e al venerdì sera vi erano 672 presenti.
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