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Il concetto cristiano dell’autoritàLa Torre di Guardia 1994 | 1° luglio
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Il concetto cristiano dell’autorità
“Non c’è autorità se non da Dio”. — ROMANI 13:1.
1. Da dove viene la parola “autorità”, e perché si può quindi dire che Geova è l’Autorità suprema?
L’AUTORITÀ è legata alla capacità di creare. La parola “autorità” viene da “autore”, che significa “chi dà origine, genera, muove, promuove”. (Zingarelli, 12ª ed.) Il Supremo che ha dato origine a tutta la creazione, animata e inanimata, è Geova Dio. Innegabilmente l’Autorità suprema è lui. I veri cristiani condividono i sentimenti delle creature celesti che dichiarano: “Degno sei, Geova, Dio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furono create”. — Rivelazione (Apocalisse) 4:11.
2. Perché si può dire che sotto un certo aspetto i primi governanti umani riconoscevano di non avere il diritto innato di dominare i propri simili, e cosa disse Gesù a Ponzio Pilato?
2 Il fatto stesso che molti dei primi governanti umani cercassero di legittimare la propria autorità asserendo di essere dèi o rappresentanti di una divinità era un tacito riconoscimento che nessun uomo ha il diritto innato di governare su altri uomini.a (Geremia 10:23) L’unica legittima fonte di autorità è Geova Dio. Cristo disse a Ponzio Pilato, governatore romano della Giudea: “Non avresti contro di me nessuna autorità se non ti fosse stata concessa dall’alto”. — Giovanni 19:11.
“Non c’è autorità se non da Dio”
3. Cosa disse l’apostolo Paolo riguardo alle “autorità superiori”, e a quali domande danno adito le affermazioni di Gesù e di Paolo?
3 L’apostolo Paolo scrisse ai cristiani che vivevano sotto l’impero romano: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c’è autorità se non da Dio; le autorità esistenti sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio”. (Romani 13:1) Cosa intendeva dire Gesù quando dichiarò che a Pilato l’autorità era stata concessa “dall’alto”? E in che senso secondo Paolo le autorità politiche dei suoi giorni erano poste nelle loro posizioni da Dio? Volevano forse dire che la nomina di ciascun singolo governante politico del mondo si deve personalmente a Geova?
4. Quali appellativi Gesù e Paolo diedero a Satana, e quale asserzione di Satana Gesù non negò?
4 Come potrebbe essere così se Gesù chiamò Satana “il governante di questo mondo” e l’apostolo Paolo lo definì “l’iddio di questo sistema di cose”? (Giovanni 12:31; 16:11; 2 Corinti 4:4) Per di più, quando tentò Gesù, Satana gli offrì “autorità” su “tutti i regni della terra abitata”, asserendo che quell’autorità gli era stata consegnata. Gesù respinse l’offerta, ma non negò che Satana avesse tale autorità. — Luca 4:5-8.
5. (a) Come si devono intendere le parole di Gesù e di Paolo circa l’autorità umana? (b) In che senso le autorità superiori “sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio”?
5 Geova consegnò a Satana il dominio di questo mondo nel momento in cui gli permise di vivere dopo che si era ribellato e aveva tentato Adamo ed Eva, spingendoli a ribellarsi alla Sua sovranità. (Genesi 3:1-6; confronta Esodo 9:15, 16). Le parole di Gesù e di Paolo devono quindi significare che, dopo che nell’Eden la prima coppia umana ebbe rifiutato la teocrazia, o dominio di Dio, Geova permise agli uomini estraniati da lui di creare strutture basate sull’autorità che consentissero loro di vivere in una società ordinata. A volte, per adempiere il suo proposito, Geova ha fatto cadere certi governanti o governi. (Daniele 2:19-21) Altre volte ha permesso loro di rimanere al potere. Si può dire che i governanti la cui esistenza Geova tollera ‘sono posti nelle loro rispettive posizioni da Dio’.
I primi cristiani e le autorità romane
6. In che modo i primi cristiani consideravano le autorità romane, e perché?
6 I primi cristiani non si unirono alle sette giudaiche che cospiravano e lottavano contro i romani che occupavano Israele. Nella misura in cui le autorità romane, col loro sistema giuridico codificato, mantenevano l’ordine sulla terra e sul mare, costruivano numerose opere di pubblica utilità come acquedotti, strade e ponti, e in gran parte operavano per il bene comune, i cristiani le consideravano ‘ministro [“servitore”, nota in calce] di Dio per loro per il bene’. (Romani 13:3, 4) La legge e l’ordine creavano un ambiente che permetteva ai cristiani di predicare la buona notizia in lungo e in largo, come aveva comandato Gesù. (Matteo 28:19, 20) In tutta coscienza essi potevano pagare le tasse ai romani, anche se parte di quel denaro veniva usato per scopi non approvati da Dio. — Romani 13:5-7.
7, 8. (a) Cosa rivela un’attenta lettura di Romani 13:1-7, e cosa mostra il contesto? (b) In quali circostanze le autorità romane non agivano quale “ministro di Dio”, e in questo caso che atteggiamento assumevano i primi cristiani?
7 Un’attenta lettura dei primi sette versetti del capitolo 13 di Romani rivela che le “autorità superiori” politiche erano “ministro di Dio” per lodare quelli che facevano il bene e per punire i malfattori. Il contesto mostra che chi decide cosa è bene e cosa è male è Dio, non le autorità superiori. Se dunque l’imperatore romano o qualunque altra autorità richiedeva cose che Dio vietava o, viceversa, vietava cose che Dio richiedeva, non agiva più quale ministro di Dio. Gesù dichiarò: ‘Rendete a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio’. (Matteo 22:21) Se lo Stato romano pretendeva cose che appartenevano a Dio, come l’adorazione o la vita umana, i veri cristiani seguivano il consiglio apostolico: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.
8 Il rifiuto dei primi cristiani di partecipare al culto dell’imperatore e all’idolatria, di abbandonare le loro adunanze cristiane e di smettere di predicare la buona notizia attirò su di loro la persecuzione. Si ritiene comunemente che l’apostolo Paolo sia stato messo a morte per ordine dell’imperatore Nerone. Anche altri imperatori, in particolare Domiziano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Decio e Diocleziano perseguitarono i primi cristiani. Quando questi imperatori e le autorità ad essi subordinate perseguitavano i cristiani, non agivano certo quale “ministro di Dio”.
9. (a) Quale verità non cambia per quanto riguarda le autorità superiori politiche, e da chi la bestia politica riceve potenza e autorità? (b) Logicamente, cosa si può dire della sottomissione del cristiano alle autorità superiori?
9 Tutto questo sta a illustrare che sebbene le autorità superiori politiche servano sotto certi aspetti come “disposizione di Dio” per mantenere l’ordine nella società umana, fanno pur sempre parte del sistema di cose mondiale di cui Satana è il dio. (1 Giovanni 5:19) Appartengono all’organizzazione politica mondiale simboleggiata dalla “bestia selvaggia” di Rivelazione 13:1, 2. Questa bestia riceve potenza e autorità dal “gran dragone”, Satana il Diavolo. (Rivelazione 12:9) Logicamente, quindi, la sottomissione del cristiano a tali autorità è relativa, non assoluta. — Confronta Daniele 3:16-18.
Giusto rispetto per l’autorità
10, 11. (a) Secondo Paolo, in che modo dovremmo rispettare coloro che hanno autorità? (b) Come e perché si possono innalzare preghiere “riguardo a re e a tutti quelli che sono altolocati”?
10 Questo però non significa che i cristiani debbano assumere uno sprezzante atteggiamento di sfida nei confronti delle autorità superiori politiche. È vero che molti di questi uomini non sono particolarmente degni di rispetto nella loro vita privata e nemmeno in quella pubblica. Tuttavia gli apostoli, con il loro esempio e con i loro consigli, mostrarono che gli uomini che esercitano autorità devono essere trattati con rispetto. Paolo, quando comparve davanti all’incestuoso re Erode Agrippa II, gli parlò con la dovuta deferenza. — Atti 26:2, 3, 25.
11 Paolo dichiarò addirittura che è appropriato menzionare le autorità del mondo nelle nostre preghiere, specie quando devono prendere decisioni che influiscono sulla nostra vita e sulle nostre attività cristiane. Egli scrisse: “Esorto perciò, prima di tutto, che si facciano supplicazioni, preghiere, intercessioni, rendimenti di grazie riguardo a ogni sorta di uomini, riguardo a re e a tutti quelli che sono altolocati; affinché continuiamo a condurre una vita calma e quieta con piena santa devozione e serietà. Questo è eccellente e accettevole dinanzi al nostro Salvatore, Dio, il quale vuole che ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità”. (1 Timoteo 2:1-4) Grazie al nostro atteggiamento rispettoso, queste autorità potrebbero consentirci di svolgere più liberamente la nostra opera mentre cerchiamo di salvare “ogni sorta di uomini”.
12, 13. (a) Quale consiglio equilibrato diede Pietro circa le autorità? (b) Come possiamo mettere a tacere “il parlar da ignoranti degli uomini irragionevoli” che alimentano pregiudizi contro i testimoni di Geova?
12 L’apostolo Pietro scrisse: “Per amore del Signore sottoponetevi a ogni creazione umana: sia al re come superiore sia ai governatori come mandati da lui per infliggere la punizione ai malfattori, ma per lodare gli operatori di bene. Poiché questa è la volontà di Dio, che facendo il bene mettiate a tacere il parlar da ignoranti degli uomini irragionevoli. Siate come persone libere, eppure mantenendo la vostra libertà non come un manto per la malizia, ma come schiavi di Dio. Onorate uomini di ogni sorta, abbiate amore per l’intera associazione dei fratelli, abbiate timore di Dio, mostrate onore al re”. (1 Pietro 2:13-17) Che consiglio equilibrato! Dobbiamo mostrare sottomissione assoluta a Dio come suoi schiavi e sottomissione rispettosa e relativa alle autorità politiche mandate a punire i malfattori.
13 Si è riscontrato che molte autorità secolari hanno le idee più strane ed errate sui testimoni di Geova. Di solito la ragione è che sono state male informate da perfidi nemici del popolo di Dio. Può anche darsi che tutto ciò che sanno su di noi lo abbiano appreso dai mezzi d’informazione, che non sempre sono imparziali. A volte possiamo vincere i pregiudizi con il nostro atteggiamento rispettoso e, quando è possibile, fornendo alle autorità una descrizione accurata dell’opera e delle credenze dei testimoni di Geova. Ai funzionari che hanno poco tempo si può offrire l’opuscolo I testimoni di Geova nel ventesimo secolo, che contiene una spiegazione concisa. Per informazioni più complete si può dare loro il libro I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio, un ottimo strumento che merita di avere un posto nelle biblioteche pubbliche, locali e nazionali.
Autorità nella famiglia cristiana
14, 15. (a) Qual è la base dell’autorità nella famiglia cristiana? (b) Quale atteggiamento dovrebbero avere le mogli cristiane verso il marito, e perché?
14 È evidente che se Dio richiede che i cristiani mostrino il debito rispetto per le autorità mondane, essi dovrebbero rispettare il principio divino dell’autorità anche in seno alla famiglia. L’apostolo Paolo riassunse in poche parole il principio dell’autorità in vigore fra il popolo di Geova. Egli scrisse: “Voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è il Cristo; a sua volta il capo della donna è l’uomo; a sua volta il capo del Cristo è Dio”. (1 Corinti 11:3) Questo è il principio della teocrazia, o dominio di Dio. Cosa comporta?
15 Il rispetto per la teocrazia comincia in casa. La moglie cristiana che non mostra il dovuto rispetto per l’autorità del marito — sia egli credente o no — non è teocratica. Paolo consigliò ai cristiani: “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai loro mariti come al Signore, perché il marito è capo della moglie come anche il Cristo è capo della congregazione, essendo egli il salvatore di questo corpo. Infatti, come la congregazione è sottomessa al Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in ogni cosa”. (Efesini 5:21-24) Come i mariti cristiani devono sottomettersi all’autorità di Cristo, così le mogli cristiane dovrebbero riconoscere che è saggio sottomettersi all’autorità che Dio ha affidato al marito. Così facendo proveranno intima soddisfazione e, quel che più conta, otterranno la benedizione di Geova.
16, 17. (a) In che modo i figli allevati nelle famiglie cristiane si possono distinguere da molti giovani d’oggi, e quale incentivo hanno? (b) Che ottimo esempio diede Gesù ai giovani d’oggi, e cosa sono incoraggiati a fare?
16 I figli teocratici sono felici di mostrare il giusto rispetto ai genitori. Era predetto che negli ultimi giorni i giovani sarebbero stati “disubbidienti ai genitori”. (2 Timoteo 3:1, 2) Ma ai figli cristiani l’ispirata Parola di Dio dice: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è gradito al Signore”. (Colossesi 3:20) Il rispetto per l’autorità dei genitori è gradito a Geova e fa ottenere la sua benedizione.
17 Ne è un esempio il comportamento di Gesù. Il racconto di Luca dice: “Scese con [i suoi genitori] e venne a Nazaret, ed era loro sottomesso. . . . E Gesù progrediva in sapienza e crescita fisica e nel favore di Dio e degli uomini”. (Luca 2:51, 52) All’epoca Gesù aveva 12 anni, e la forma verbale usata qui in greco fa capire che egli ‘continuava ad essere sottomesso’ ai genitori. Perciò non smise di essere sottomesso quando diventò adolescente. Se voi giovani volete crescere in spiritualità e nel favore di Geova e degli uomini devoti, vorrete mostrare rispetto per l’autorità sia in famiglia che fuori.
Autorità nella congregazione
18. Chi è il Capo della congregazione cristiana, e a chi ha delegato autorità?
18 Parlando della necessità che nella congregazione cristiana ci fosse ordine, Paolo scrisse: “Dio non è un Dio di disordine, ma di pace. . . . Ogni cosa abbia luogo decentemente e secondo disposizione [o “secondo ordine”, nota in calce]”. (1 Corinti 14:33, 40) Perché ogni cosa abbia luogo in maniera ordinata, Cristo, il Capo della congregazione cristiana, ha delegato autorità a uomini fedeli. Leggiamo: “Egli diede alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come evangelizzatori, alcuni come pastori e maestri, in vista del ristabilimento dei santi, per l’opera di ministero . . . Ma dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”. — Efesini 4:11, 12, 15.
19. (a) Chi ha costituito Cristo su tutti i suoi averi terreni, e a chi ha affidato una speciale autorità? (b) Come viene delegata l’autorità nella congregazione cristiana, e cosa richiede questo da parte nostra?
19 In questo tempo della fine Cristo ha costituito la classe dello “schiavo fedele e discreto” sopra “tutti i suoi averi”, cioè gli interessi del Regno sulla terra. (Matteo 24:45-47) Come nel I secolo, questo schiavo è rappresentato da un corpo direttivo di cristiani unti ai quali Cristo ha dato l’autorità di prendere decisioni e nominare altri sorveglianti. (Atti 6:2, 3; 15:2) A sua volta il Corpo Direttivo delega autorità ai Comitati di Filiale, ai sorveglianti di circoscrizione e di distretto e agli anziani che operano in ciascuna delle oltre 73.000 congregazioni dei testimoni di Geova in tutta la terra. Tutti questi cristiani devoti meritano il nostro sostegno e rispetto. — 1 Timoteo 5:17.
20. Quale esempio dimostra che Geova disapprova chi manca di rispetto ai propri conservi cristiani che esercitano autorità?
20 Riguardo al rispetto che dobbiamo a coloro che esercitano autorità nella congregazione cristiana, si può fare un interessante confronto con la sottomissione che dobbiamo alle autorità secolari. Quando una persona viola una legge umana che Dio approva, la punizione inflitta da “quelli che governano” è in effetti un’espressione indiretta dell’ira di Dio “su chi pratica il male”. (Romani 13:3, 4) Se Geova si adira quando qualcuno viola le leggi umane e non mostra il dovuto rispetto per le autorità mondane, quanto più deve provare dispiacere se un cristiano dedicato viola i princìpi biblici e manca di rispetto ai propri conservi cristiani che esercitano autorità!
21. Quale consiglio scritturale saremo felici di seguire, e cosa esamineremo nell’articolo che segue?
21 Invece di manifestare uno spirito ribelle o indipendente, e incorrere così nel disfavore di Dio, vorremo seguire il consiglio che Paolo diede ai cristiani di Filippi: “Quindi, miei diletti, nel modo in cui avete sempre ubbidito, non solo durante la mia presenza, ma ora ancor più prontamente durante la mia assenza, continuate a operare la vostra salvezza con timore e tremore; poiché Dio è colui che, per amore del suo beneplacito, agisce in voi per produrre in voi il volere e l’agire. Continuate a fare ogni cosa senza mormorii e discussioni, affinché siate irriprovevoli e innocenti, figli di Dio senza macchia in mezzo a una generazione perversa e storta, fra la quale risplendete come illuminatori nel mondo”. (Filippesi 2:12-15) A differenza dell’attuale generazione perversa e storta che ha messo in discussione il concetto dell’autorità, i servitori di Geova si sottomettono di buon grado all’autorità. Così facendo ricevono grandi benefìci, come vedremo nell’articolo che segue.
[Nota in calce]
a Vedi l’articolo precedente.
Domande di ripasso
◻ Chi è l’Autorità suprema, e perché la sua autorità è legittima?
◻ In che senso le autorità superiori “sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio”?
◻ In quali casi le autorità superiori cessano di agire quale “ministro di Dio”?
◻ Quale autorità vige nelle famiglie cristiane?
◻ Come viene delegata l’autorità nella congregazione cristiana?
[Immagini a pagina 18]
Gesù dichiarò: ‘Rendete a Cesare le cose di Cesare’
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Gioiosa sottomissione all’autoritàLa Torre di Guardia 1994 | 1° luglio
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Gioiosa sottomissione all’autorità
“Siete divenuti ubbidienti di cuore”. — ROMANI 6:17.
1, 2. (a) Quale spirito è evidente oggi nel mondo, da dove viene e che effetto produce? (b) In che modo i dedicati servitori di Geova dimostrano di essere diversi?
“LO SPIRITO che ora opera nei figli di disubbidienza” è oggi evidente in maniera sconcertante. È uno spirito di assoluta indipendenza, che emana da Satana, “il governante dell’autorità dell’aria”. Questo spirito, quest’“aria”, o atteggiamento dominante di egoismo e disubbidienza, esercita “autorità”, o potenza, sulla maggior parte del genere umano. Questo è uno dei motivi per cui il mondo sta attraversando quella che è stata definita crisi dell’autorità. — Efesini 2:2.
2 Oggi i dedicati servitori di Geova non riempiono i loro polmoni spirituali di questa “aria” contaminata, o spirito di ribellione. Sanno che “l’ira di Dio viene sui figli di disubbidienza”. L’apostolo Paolo aggiunge: “Perciò non siate partecipi con loro”. (Efesini 5:6, 7) Al contrario, i veri cristiani cercano di essere ‘pieni dello spirito’ di Geova e si abbeverano alla “sapienza dall’alto”, che è “casta, quindi pacifica, ragionevole, pronta a ubbidire”. — Efesini 5:17, 18; Giacomo 3:17.
Sottomissione volontaria alla sovranità di Geova
3. Qual è il segreto della sottomissione volontaria, e quale chiara lezione ci insegna la storia?
3 Il segreto della sottomissione volontaria sta nel riconoscere l’autorità legittima. La storia dell’umanità mostra che rifiutare la sovranità di Geova non reca felicità. Tale rifiuto non recò felicità ad Adamo ed Eva, né all’istigatore della loro ribellione, Satana il Diavolo. (Genesi 3:16-19) Nella sua attuale condizione degradata, Satana ha “grande ira” perché sa che il tempo che gli è rimasto è breve. (Rivelazione 12:12) La pace e la felicità del genere umano, sì, dell’intero universo, dipendono dal riconoscimento della giusta sovranità di Geova a livello universale. — Salmo 103:19-22.
4. (a) Che tipo di sottomissione e di ubbidienza Geova vuole dai suoi servitori? (b) Di cosa dovremmo essere convinti, e come lo espresse il salmista?
4 Eppure, a motivo delle sue meravigliose ed equilibrate qualità, Geova non desidera un’ubbidienza passiva. Egli è potente, non ci sono dubbi! Ma non è un tiranno. È un Dio di amore e vuole che le sue creature intelligenti gli ubbidiscano volontariamente, per amore. Vuole che si sottomettano alla sua sovranità perché hanno deciso con tutto il cuore di sottoporsi alla sua giusta e legittima autorità, convinti che per loro non possa esserci nulla di meglio che ubbidirgli per sempre. Il genere di persona che Geova vuole nel suo universo condivide i sentimenti del salmista, che scrisse: “La legge di Geova è perfetta, ridona l’anima. Il rammemoratore di Geova è degno di fede, rende saggio l’inesperto. Gli ordini di Geova sono retti, fanno rallegrare il cuore; il comandamento di Geova è mondo, fa brillare gli occhi. Il timore di Geova è puro, sussiste per sempre. Le decisioni giudiziarie di Geova sono veraci; si son mostrate giuste tutte insieme”. (Salmo 19:7-9) Assoluta fiducia nella legittimità e nella giustezza della sovranità di Geova: questo deve essere il nostro atteggiamento se vogliamo vivere nel suo nuovo mondo.
Gioiosa sottomissione al nostro Re
5. Come fu ricompensato Gesù per la sua ubbidienza, e cosa riconosciamo volontariamente?
5 Cristo Gesù stesso è un eccellente esempio di sottomissione al suo Padre celeste. Leggiamo che “umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura”. Paolo aggiunge: “Per questa stessa ragione Dio lo ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è Signore alla gloria di Dio Padre”. (Filippesi 2:8-11) Sì, noi siamo felici di piegare le ginocchia dinanzi al nostro Condottiero e Re regnante, Cristo Gesù. — Matteo 23:10.
6. In che modo Gesù si è dimostrato testimone e condottiero ai gruppi nazionali, e come proseguirà il suo “dominio principesco” dopo la grande tribolazione?
6 Riguardo a Cristo come nostro Condottiero, Geova profetizzò: “Ecco, l’ho dato come testimone ai gruppi nazionali, come condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. (Isaia 55:4) Mediante il suo ministero terreno e dirigendo dal cielo l’opera di predicazione dopo la sua morte e risurrezione, Gesù ha dimostrato di essere un “testimone fedele e verace” del Padre suo nei confronti di persone di tutte le nazioni. (Rivelazione [Apocalisse] 3:14; Matteo 28:18-20) Tali gruppi nazionali sono ora rappresentati in numero crescente dalla “grande folla”, che sopravvivrà alla “grande tribolazione” sotto la guida di Cristo. (Rivelazione 7:9, 14) Ma la guida di Gesù non finisce qui. Il suo “dominio principesco” durerà mille anni. Per l’umanità ubbidiente egli sarà all’altezza del suo nome di “Consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. — Isaia 9:6, 7; Rivelazione 20:6.
7. Cosa dobbiamo fare senza indugio se vogliamo che Cristo Gesù ci guidi alle “fonti delle acque della vita”, e cosa ci farà amare da Gesù e da Geova?
7 Se vogliamo trarre beneficio dalle “fonti delle acque della vita” alle quali l’Agnello Cristo Gesù guida gli uomini di cuore retto, dobbiamo dimostrare senza indugio col nostro modo di agire che ci sottomettiamo gioiosamente alla sua autorità regale. (Rivelazione 7:17; 22:1, 2; confronta Salmo 2:12). Gesù dichiarò: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, egli è colui che mi ama. A sua volta, chi ama me sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò”. (Giovanni 14:15, 21) Volete essere amati da Gesù e dal Padre suo? Allora sottomettetevi alla loro autorità.
I sorveglianti ubbidiscono con gioia
8, 9. (a) Cosa ha provveduto Cristo per l’edificazione della congregazione, e sotto quale aspetto questi uomini dovrebbero essere esempi del gregge? (b) Com’è simboleggiata nel libro di Rivelazione la sottomissione dei sorveglianti cristiani, e in che modo quando trattano questioni giudiziarie dovrebbero cercare di avere un “cuore ubbidiente”?
8 “La congregazione è sottomessa al Cristo”. Come suo Sorvegliante, egli ha provveduto “doni negli uomini” per “l’edificazione” della congregazione. (Efesini 4:8, 11, 12; 5:24) A questi uomini spiritualmente anziani è detto di ‘pascere il gregge di Dio affidato alla loro cura’, non “signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. (1 Pietro 5:1-3) Il gregge è di Geova, e Cristo ne è il “pastore eccellente”. (Giovanni 10:14) Dato che i sorveglianti si aspettano giustamente una collaborazione spontanea dalle pecore che Geova e Cristo hanno affidato alla loro cura, essi stessi dovrebbero essere ottimi esempi di sottomissione. — Atti 20:28.
9 Nel I secolo i sorveglianti unti furono simbolicamente rappresentati come se si trovassero “nella” o “sulla” mano destra di Cristo, a indicare la loro sottomissione a lui quale Capo della congregazione. (Rivelazione 1:16, 20; 2:1) Nello stesso modo oggi i sorveglianti delle congregazioni dei testimoni di Geova dovrebbero sottomettersi alla guida di Cristo e ‘umiliarsi sotto la potente mano di Dio’. (1 Pietro 5:6) Quando sono chiamati a trattare questioni giudiziarie, dovrebbero chiedere in preghiera a Geova ciò che chiese Salomone quando era fedele: “Devi dare al tuo servitore un cuore ubbidiente per giudicare il tuo popolo, per discernere fra il bene e il male”. (1 Re 3:9) Se ha un cuore ubbidiente un anziano cercherà di vedere le cose come le vedono Geova e Cristo Gesù affinché la decisione presa sulla terra sia il più possibile conforme a quella presa in cielo. — Matteo 18:18-20.
10. Come possono tutti i sorveglianti sforzarsi di imitare Gesù nel modo di trattare le pecore?
10 I sorveglianti viaggianti e gli anziani di congregazione si sforzeranno di imitare Cristo anche nel modo di trattare le pecore. A differenza dei farisei, Gesù non stabilì una gran quantità di regole di difficile attuazione. (Matteo 23:2-11) A quelli simili a pecore disse: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. (Matteo 11:28-30) È vero che ciascun cristiano deve ‘portare il proprio carico’, ma i sorveglianti devono ricordare l’esempio di Gesù e far sì che i fratelli sentano che il loro carico di responsabilità cristiana è “piacevole” e “leggero”, e che è una gioia portarlo. — Galati 6:5.
Sottomissione teocratica
11. (a) In che modo uno potrebbe rispettare l’autorità e nello stesso tempo non essere veramente teocratico? Illustrate. (b) Cosa significa essere veramente teocratici?
11 La teocrazia è il dominio di Dio. Si basa sul principio dell’autorità espresso in 1 Corinti 11:3. Ma va molto più in là. Una persona può dare l’impressione di rispettare l’autorità ma non essere teocratica nel vero senso della parola. In che modo? Per esempio, la democrazia è il governo del popolo, e democratico è chi si ispira agli ideali della democrazia. Uno potrebbe definirsi democratico, partecipare alle elezioni e anche essere attivo in politica. Ma se in generale col suo comportamento calpesta lo spirito della democrazia e tutti i relativi princìpi, si può dire che sia veramente democratico? In modo analogo, per essere veramente teocratico, l’individuo deve fare più che semplicemente sottomettersi all’autorità in modo formale. Deve imitare le vie e le qualità di Geova. Deve veramente farsi guidare da Geova in ogni cosa. E poiché Geova ha dato a suo Figlio piena autorità, essere teocratici significa anche imitare Gesù.
12, 13. (a) Essere teocratici implica in particolare che cosa? (b) La sottomissione teocratica significa forse ubbidire a una gran quantità di regole? Illustrate.
12 Ricordate, Geova vuole una sottomissione volontaria motivata dall’amore. Questo è il modo in cui governa l’universo. Egli è la personificazione stessa dell’amore. (1 Giovanni 4:8) Cristo Gesù è “il riflesso della sua gloria e l’esatta rappresentazione del suo stesso essere”. (Ebrei 1:3) Egli vuole che i suoi veri discepoli si amino gli uni gli altri. (Giovanni 15:17) Perciò essere teocratici non significa solo essere sottomessi, ma anche essere amorevoli. La questione si può riassumere così: La teocrazia è il dominio di Dio, Dio è amore, perciò la teocrazia è il dominio dell’amore.
13 Un anziano potrebbe pensare che per essere teocratici i fratelli debbano ubbidire a ogni sorta di regole. Alcuni anziani hanno trasformato in regole i suggerimenti dati a volte dallo “schiavo fedele e discreto”. (Matteo 24:45) Ad esempio, per aiutare i fratelli della congregazione a conoscersi meglio, era stato suggerito che poteva essere opportuno non sedersi sempre nello stesso posto nella Sala del Regno. Era solo un suggerimento pratico, non una regola ferrea. Ma alcuni anziani forse hanno la tendenza a farne una regola e a pensare che chi non la segue non sia teocratico. Ci possono invece essere molte valide ragioni per cui un fratello o una sorella preferisce sedersi in un determinato posto. Se un anziano non tiene amorevolmente conto di queste cose, è egli stesso realmente teocratico? Per essere teocratici, ‘fate tutte le vostre cose con amore’. — 1 Corinti 16:14.
Servire con gioia
14, 15. (a) Come potrebbe un anziano privare certi fratelli o sorelle della gioia di servire Geova, e perché questo non sarebbe teocratico? (b) Più che la quantità del servizio, come mostrò Gesù di apprezzare l’amore che manifestiamo mediante esso? (c) Di cosa dovrebbero tener conto gli anziani?
14 Essere teocratici significa pure servire Geova con gioia. Geova è il “felice Dio”. (1 Timoteo 1:11) Vuole che i suoi adoratori lo servano con gioia. Quelli che insistono con pignoleria sull’osservanza delle regole dovrebbero ricordare che fra i regolamenti che Israele doveva “aver cura di eseguire” c’era questo: “Ti devi rallegrare dinanzi a Geova tuo Dio in ogni tua impresa”. (Deuteronomio 12:1, 18) Qualsiasi cosa facciamo nel servizio di Geova dovrebbe essere una gioia, non un peso. I sorveglianti possono far molto affinché i fratelli siano felici di servire Geova facendo ciò che è nelle loro possibilità. Viceversa, se non stanno attenti, gli anziani possono privare alcuni fratelli della gioia. Per esempio, se fanno paragoni, lodando quelli che hanno raggiunto o superato la media delle ore dedicate dalla congregazione alla testimonianza e quindi criticando implicitamente quelli che non l’hanno raggiunta, come si sentiranno coloro che possono aver avuto una valida ragione per fare rapporto di un numero di ore molto più basso? Non potrebbe questo farli sentire inutilmente in colpa e privarli della gioia?
15 Le poche ore che alcuni possono dedicare alla testimonianza pubblica potrebbero rappresentare uno sforzo maggiore delle molte ore dedicate alla predicazione da altri che forse sono più giovani, hanno una salute migliore o si trovano in circostanze diverse. Sotto questo aspetto, gli anziani non devono giudicarli. È a Gesù che il Padre ha dato l’“autorità di giudicare”. (Giovanni 5:27) Gesù criticò forse la povera vedova perché aveva offerto meno della media? No, tenne conto di ciò che quelle due monetine rappresentavano in effetti per lei. Erano “tutto quello che aveva, tutto il suo sostentamento”. Che profondo amore per Geova dimostravano! (Marco 12:41-44) Dovrebbero gli anziani essere meno sensibili verso gli amorevoli sforzi di coloro il cui tutto è quantitativamente inferiore alla “media”? In termini di amore per Geova, quegli sforzi possono ben essere al di sopra della media!
16. (a) Se nei discorsi i sorveglianti usano dati numerici, perché devono mostrare discernimento ed equilibrio? (b) Qual è un modo migliore per aiutare i fratelli ad accrescere il loro servizio?
16 Dovrebbero queste osservazioni essere ora convertite in una nuova “regola”, secondo cui non si devono più menzionare né cifre né medie? Certamente no! Il punto è che i sorveglianti dovrebbero trovare l’equilibrio fra incoraggiare i fratelli ad accrescere il loro ministero e aiutarli a fare con gioia quello che possono. (Galati 6:4) Nell’illustrazione dei talenti pronunciata da Gesù, il signore affidò i suoi averi ai suoi schiavi, “a ciascuno secondo la sua capacità”. (Matteo 25:14, 15) Similmente, gli anziani dovrebbero tener conto delle possibilità di ciascun proclamatore del Regno. Per farlo ci vuole discernimento. Sicuramente alcuni possono aver bisogno di essere incoraggiati a fare di più. Forse apprezzeranno un aiuto per organizzare meglio la propria attività. Comunque sia, se li si aiuta a fare con gioia quello che possono, questa gioia probabilmente darà loro la forza di accrescere la loro attività cristiana laddove è possibile. — Neemia 8:10; Salmo 59:16; Geremia 20:9.
La pace che deriva dalla sottomissione gioiosa
17, 18. (a) In che modo la gioiosa sottomissione può recarci pace e giustizia? (b) Cosa possiamo ottenere se prestiamo realmente attenzione ai comandamenti di Dio?
17 La sottomissione gioiosa alla legittima sovranità di Geova ci reca grande pace. Il salmista disse in preghiera a Geova: “Abbondante pace appartiene a quelli che amano la tua legge, e per loro non c’è pietra d’inciampo”. (Salmo 119:165) Ubbidendo alla legge di Dio ne traiamo beneficio noi stessi. Geova disse a Israele: “Questo è ciò che ha detto Geova, il tuo Ricompratore, il Santo d’Israele: ‘Io, Geova, sono il tuo Dio, Colui che ti insegna per il tuo beneficio, Colui che ti fa calcare la via per la quale devi camminare. Oh se tu realmente prestassi attenzione ai miei comandamenti! Allora la tua pace diverrebbe proprio come un fiume, e la tua giustizia come le onde del mare’”. — Isaia 48:17, 18.
18 Il sacrificio di riscatto di Cristo ci permette di essere in pace con Dio. (2 Corinti 5:18, 19) Se abbiamo fede nella redenzione ottenuta dal sangue di Cristo e ci sforziamo coscienziosamente di combattere le nostre debolezze e di fare la volontà di Dio, troveremo sollievo dai sensi di colpa. (1 Giovanni 3:19-23) Questa fede, sostenuta da opere, ci permette di avere una giusta reputazione dinanzi a Geova e la meravigliosa speranza di sopravvivere alla “grande tribolazione” e di vivere per sempre nel suo nuovo mondo. (Rivelazione 7:14-17; Giovanni 3:36; Giacomo 2:22, 23) Possiamo ottenere tutto questo ‘solo se prestiamo realmente attenzione ai comandamenti di Dio’.
19. Da cosa dipendono la nostra felicità attuale e la nostra speranza di vivere per sempre, e come espresse Davide la nostra sincera convinzione?
19 Sì, la nostra felicità attuale e la nostra speranza di vivere per sempre su una terra paradisiaca dipendono dalla nostra gioiosa sottomissione all’autorità di Geova quale Sovrano Signore dell’universo. Ci sia consentito di condividere sempre i sentimenti di Davide, che disse: “Tue, o Geova, sono la grandezza e la potenza e la bellezza e l’eccellenza e la dignità; poiché ogni cosa nei cieli e sulla terra è tua. Tuo è il regno, o Geova, che pure ti innalzi come capo sopra tutto. E ora, o nostro Dio, ti ringraziamo e lodiamo il tuo bel nome”. — 1 Cronache 29:11, 13.
Punti da ricordare
◻ Che tipo di sottomissione e di ubbidienza Geova vuole dai suoi servitori?
◻ Come fu ricompensato Gesù per la sua ubbidienza, e cosa dobbiamo dimostrare con il nostro modo di agire?
◻ Perché tutti i sorveglianti dovrebbero imitare Gesù nel modo di trattare le pecore?
◻ Cosa implica l’essere teocratici?
◻ Quali benedizioni reca la sottomissione gioiosa?
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Gli anziani incoraggiano i componenti del gregge a fare con gioia quello che possono
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Geova si compiace di coloro che gli ubbidiscono di cuore
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