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CirconcisionePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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può attaccare la veracità di Mosè”. — The Land and the Book, riveduto da J. Grande, 1910, p. 593.
Non solo gli egiziani, ma anche i moabiti, gli ammoniti e gli edomiti praticavano la circoncisione. (Ger 9:25, 26) In seguito si circoncidevano anche i samaritani, che si attenevano alle norme contenute nel Pentateuco. Assiri, babilonesi, greci e soprattutto filistei invece non praticavano la circoncisione. Questi ultimi in particolare, più che i cananei in generale, sono chiamati in modo dispregiativo ‘gli incirconcisi’, e da combattimenti contro di loro si riportarono trofei di prepuzi. — Gdc 14:3; 15:18; 1Sa 14:6; 17:26; 18:25-27; 2Sa 1:20; 1Cr 10:4.
I discendenti di Abraamo, Isacco e Giacobbe osservarono fedelmente il patto della circoncisione. “Abraamo circoncideva Isacco suo figlio quando aveva otto giorni, proprio come Dio gli aveva comandato”. (Ge 21:4; At 7:8; Ro 4:9-12) I pronipoti di Abraamo dissero a Sichem e ai suoi compaesani: “Non possiamo proprio . . . dare nostra sorella [Dina] a un uomo che ha il prepuzio . . . Solo a questa condizione vi possiamo dare il consenso, che diveniate come noi, circoncidendosi ogni vostro maschio”. (Ge 34:13-24) Quando trascurò di circoncidere suo figlio, Mosè incorse nell’ira di Dio finché sua moglie Zippora non lo circoncise per lui. — Eso 4:24-26; vedi ZIPPORA.
Circoncisione sotto la Legge. La circoncisione divenne un espresso comando della Legge mosaica: “L’ottavo giorno [dopo la nascita di un maschio] gli sarà circoncisa la carne del prepuzio”. (Le 12:2, 3) Questo era così importante che se l’ottavo giorno cadeva nel tanto rispettato sabato, la circoncisione veniva fatta comunque. (Gv 7:22, 23) Fra i genitori sotto la Legge che fecero fedelmente circoncidere i figli l’ottavo giorno vi sono per esempio i genitori di Giovanni il Battezzatore, di Gesù e di Paolo. (Lu 1:59; 2:21; Flp 3:4, 5) La Legge richiedeva che anche i forestieri fossero circoncisi prima di poter mangiare la pasqua. — Eso 12:43-48.
Perché secondo la Legge la circoncisione doveva essere praticata proprio l’ottavo giorno?
Geova non lo spiegò, né era necessario che lo facesse. Le sue vie sono sempre rette; le sue ragioni, le migliori. (2Sa 22:31) Tuttavia in anni recenti l’uomo è venuto a conoscenza di alcune delle ragioni fisiche per cui l’ottavo giorno era il momento giusto per eseguire la circoncisione. Normali quantità della sostanza coagulante chiamata vitamina K non sono presenti nel sangue che a partire dal quinto-settimo giorno dopo la nascita. Un’altra sostanza coagulante detta protrombina è presente il terzo giorno solo in quantità pari al 30 per cento del normale, mentre l’ottavo giorno è presente in quantità più elevata che in qualsiasi altro momento della vita del bambino, fino al 110 per cento del normale. Perciò seguendo le istruzioni di Geova si poteva evitare il pericolo di emorragie. Come osserva il dottor S. I. McMillen: “Ad un esame delle determinazioni delle quantità di vitamina K e di protrombina . . . il miglior giorno per compiere la circoncisione è l’ottavo giorno . . . [il giorno] scelto dal creatore della vitamina K”. — Nessuna malattia, Napoli, 1976, trad. di Giulio Montagna, p. 33.
La circoncisione di solito, ma non sempre, era eseguita dal capo della casa. In epoca posteriore si cominciò a far ricorso a un esperto ufficialmente incaricato di eseguire tale operazione. La consuetudine di imporre il nome al bambino al momento della circoncisione pare si sia affermata nel I secolo. — Lu 1:59, 60; 2:21.
Durante i 40 anni di peregrinazione nel deserto, i bambini non furono circoncisi. Perciò dopo avere attraversato il Giordano, a Ghilgal Giosuè fece circoncidere con coltelli di selce tutti quei maschi, e Geova li protesse finché si furono ristabiliti. — Gsè 5:2-9; vedi BIASIMO.
Dopo l’esilio. Due secoli dopo il ritorno degli ebrei da Babilonia, nel Medio Oriente cominciò a prevalere l’influenza greca, e molti popoli smisero di praticare la circoncisione. Ma quando il re di Siria Antioco IV Epifane vietò la circoncisione, madri ebree furono disposte a morire piuttosto che negare ai figli il “segno del patto”. (Ge 17:11) Anni dopo l’imperatore romano Adriano ottenne lo stesso risultato quando proibì agli ebrei di circoncidere i bambini. Alcuni atleti ebrei, però, desiderando partecipare ai giochi ellenici (in cui si usava correre nudi), cercavano di diventare “incirconcisi” mediante un intervento che restituiva una sembianza di prepuzio onde evitare di essere disprezzati e scherniti. Può darsi che Paolo alludesse a tale usanza quando consigliò ai cristiani: “Fu qualcuno chiamato essendo circonciso? Non divenga incirconciso”. (1Co 7:18) Qui il verbo greco tradotto ‘divenire incirconcisi’ (epispàomai) significa letteralmente “tirare sopra”, probabilmente nel senso di tirare in avanti il prepuzio per sembrare incirconcisi. — Cfr. Int.
Non è un’esigenza cristiana. Dopo che Geova ebbe dimostrato di accogliere i gentili nella congregazione cristiana, e dal momento che molti delle nazioni rispondevano alla predicazione della buona notizia, il corpo direttivo di Gerusalemme dovette prendere una decisione in merito alla domanda se era necessario che i cristiani gentili si circoncidessero nella carne. Fu stabilito che le “cose necessarie” sia per i gentili che per gli ebrei non includevano la circoncisione. — At 15:6-29.
Paolo circoncise Timoteo poco dopo l’emanazione del decreto, non per motivi di fede, ma per evitare di far nascere pregiudizi fra gli ebrei a cui dovevano predicare. (At 16:1-3; 1Co 9:20) L’apostolo trattò l’argomento in diverse lettere. (Ro 2:25-29; Gal 2:11-14; 5:2-6; 6:12-15; Col 2:11; 3:11) “Noi siamo quelli con la vera circoncisione [del cuore], che rendiamo sacro servizio mediante lo spirito di Dio”, scrisse Paolo ai cristiani gentili di Filippi. (Flp 3:3) E a quelli di Corinto lo stesso apostolo scrisse: “La circoncisione non significa nulla e l’incirconcisione non significa nulla, ma l’osservanza dei comandamenti di Dio è ciò che conta”. — 1Co 7:19.
Uso figurativo. In senso simbolico la “circoncisione” è usata in diversi modi. Dopo aver piantato un albero nella Terra Promessa, ad esempio, si diceva che restava “incirconciso” per tre anni; il frutto era considerato il suo “prepuzio” e non si doveva mangiare. (Le 19:23) Mosè aveva detto a Geova: “Ecco, sono incirconciso di labbra, come dunque Faraone mi darà ascolto?” (Eso 6:12, 30) In senso figurativo il termine “incirconcisi” descrive con ripugnanza e disprezzo coloro che meritavano solo una sepoltura comune insieme agli uccisi della peggior specie. — Ez 32:18-32.
La circoncisione del cuore era un’esigenza divina anche per gli israeliti che erano già circoncisi nella carne. Mosè aveva detto a Israele: “Dovete circoncidere il prepuzio del vostro cuore e non indurire più il vostro collo”. “Geova tuo Dio dovrà circoncidere il tuo cuore e il cuore della tua progenie, affinché tu ami Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima per amore della tua vita”. (De 10:16; 30:6) Geremia ricordò la stessa cosa alla nazione caparbia dei suoi giorni. (Ger 4:4) ‘Circoncidere il cuore’ significa eliminare nei propri affetti o motivi tutto quello che è spiacevole o impuro agli occhi di Geova e che rende il cuore insensibile. Anche gli orecchi che sono insensibili e non odono sono definiti “incirconcisi”. — Ger 6:10; At 7:51.
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Cirene, CireneoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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CIRENE, CIRENEO
Anticamente Cirene era la capitale della Cirenaica, sulla costa settentrionale dell’Africa, quasi di fronte all’isola di Creta. Sorgeva su un pianoro a un’altitudine di 550 m sul livello del Mediterraneo, da cui distava circa 16 km. L’antica Cirene è oggi un ammasso di rovine disabitate vicino alla moderna Shahhat (già Cirene) in Libia.
Cirene fu inizialmente colonizzata dai greci nel VII secolo a.E.V. e divenne una delle maggiori colonie greche. Nel 96 a.E.V. passò sotto la dominazione romana, e nel 67 a.E.V. la Cirenaica e l’isola di Creta furono riunite in un’unica provincia.
Simone di Cirene (forse un ebreo ellenista), che fu costretto ad aiutare Gesù a portare il palo di tortura, era “nativo” di quella città. (Mt 27:32; Mr 15:21; Lu 23:26) È possibile che, pur essendo nato a Cirene, Simone si fosse successivamente trasferito in Palestina. Alla luce di Atti 6:9, dove si parla di una disputa fra i “cirenei” e Stefano, molti studiosi pensano che in Palestina vi fosse una comunità di ebrei di Cirene abbastanza numerosa da avere una propria sinagoga a Gerusalemme.
Può anche darsi, però, che Simone, “nativo di Cirene”, sia stato uno dei tanti forestieri che affollavano Gerusalemme nel periodo pasquale. Infatti 51 giorni dopo, un gran numero di “uomini riverenti, di ogni nazione”, inclusi alcuni delle “parti della Libia, che è verso Cirene”, erano presenti per la festa ebraica della Pentecoste. (At 2:5, 10, 41) Alcuni di questi ultimi erano probabilmente fra le “circa tremila anime” che furono battezzate dopo il versamento dello spirito santo e il successivo discorso di Pietro, e dopo ciò portarono forse il messaggio del cristianesimo nei loro paesi d’origine.
Cristianesimo. Alcuni anni più tardi, dopo la conversione di Cornelio al cristianesimo, alcuni cirenei furono fra i primi a introdurre “la buona notizia del Signore Gesù” ad Antiochia di Siria fra i cosiddetti Hellenistài (secondo quasi tutti i testi greci di At 11:20). Poiché in Atti 6:1 lo stesso termine greco è tradotto “giudei di lingua greca” (NM) o “credenti di lingua greca” (PS), alcuni hanno concluso che coloro ai quali si predicava ad Antiochia di Siria dovevano pure essere ebrei o proseliti circoncisi che parlavano greco. Tuttavia, mentre la predicazione agli ebrei e ai proseliti di lingua greca era iniziata il giorno di Pentecoste del 33 E.V., la conversione di molti ad Antiochia sembra fosse qualcosa di nuovo e insolito, dal momento che Barnaba fu mandato in quella città probabilmente per esaminare la situazione e promuovervi l’opera. (At 11:22, 23) Un’altra indicazione che si trattava di un cambiamento nell’opera di fare discepoli è il fatto che il servizio svolto dai cirenei e dai loro collaboratori sembra essere contrapposto alla predicazione compiuta fra i “soli giudei” da altri che si erano recati ad Antiochia.
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