NICOLAITI
La “setta dei nicolaiti” viene condannata in due delle sette lettere alle congregazioni riportate nei capitoli 2 e 3 di Rivelazione. L’“angelo” della congregazione di Efeso viene lodato perché odiava “le opere della setta dei nicolaiti”, che anche Cristo Gesù stesso odiava. (Ri 2:1, 6) Nella congregazione di Pergamo invece c’erano alcuni che seguivano l’“insegnamento della setta dei nicolaiti”. Costoro furono esortati ad allontanarsene e a pentirsi. — Ri 2:12, 15, 16.
A parte quello che troviamo scritto in Rivelazione, non si sa nulla della setta dei nicolaiti, delle sue dottrine e delle sue pratiche condannate, né di come avesse avuto origine e si fosse sviluppata. La congiunzione “così”, che segue immediatamente l’accenno alla condotta immorale e idolatrica intrapresa dagli israeliti a causa dell’“insegnamento di Balaam” (Ri 2:14, 15), potrebbe alludere a qualche analogia, ma Rivelazione distingue fra le due cose. Non c’è motivo di collegare la setta, come fecero alcuni antichi scrittori ecclesiastici, con il Nicolao cristiano di Antiochia solo perché è l’unico personaggio biblico con questo nome. (Vedi NICOLAO). Né ci sono elementi per sostenere che qualche setta apostata si sia servita del suo nome per dare credibilità al proprio errore. È più probabile che il Nicolao in questione fosse un individuo non identificato nella Bibbia dal quale prese nome l’empio movimento.