Domande dai lettori
◆ A pagina 275 del libro “Questo significa vita eterna” è detto: “La maledizione di Dio sulla terra fuori dell’Eden durò fino al diluvio, ma tutti gli sforzi degli uomini per coltivare la terra sin da allora non sono riusciti a trasformare la terra ora estesamente popolata in un paradiso”. Vuol dire forse questo che adesso la terra non è sotto la maledizione pronunciata al tempo in cui Adamo fu cacciato dall’Eden? — U. L., Canada.
Sì, vuol dire questo. Quando cacciò Adamo dall’Eden Iddio disse: “Perché hai dato ascolto alla voce della tua moglie e hai mangiato del frutto dell’albero circa il quale io t’avevo dato quest’ordine: Non ne mangiare, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto”. (Gen. 3:17-19) Secoli dopo, il diluvio di Noè purificò la terra dalla malvagità, lasciando solo le persone ritenute giuste agli occhi di Dio e che erano dedicate alla vera adorazione. Geova diede loro un buon inizio, ripeté l’ordine di moltiplicare e riempire la terra, e pose sotto il potere dell’uomo i regni degli animali e delle piante, senza nessuna maledizione ostacolatrice sulla terra: “Io non maledirò più la terra a cagione dell’uomo”. Si noti, però, che il mandato di soggiogare la terra conferito ad Adamo non fu incluso in quello dato a Noè, indicando che non si sarebbe effettuato con la semplice abolizione della maledizione. — Gen. 1:28; 6:17; 8:21; 9:1-17.
Solo pochi secoli dopo una parte della terra fu paragonata all’Eden per la sua lussureggiante bellezza: “E Lot alzò gli occhi e vide l’intera pianura del Giordano. Prima che l’Eterno avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta quanta irrigata fino a Tsoar, come il giardino dell’Eterno”. (Gen. 13:10) Né il seguente rapporto degli esploratori sulla Terra Promessa la descrive come una terra maledetta che producesse solo piante selvatiche per nutrimento: “E giunsero fino alla valle d’Eshcol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi”. Quando poi presentarono questa frutta alla comunità israelita gli esploratori dissero riguardo alla terra: “È davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco de’ suoi frutti”. (Num. 13:23-27) Certamente Mosè non descriveva una terra maledetta adoperando questi termini entusiastici riguardo alla Terra Promessa, il cui custode era il Signore:
“Il tuo Dio, l’Eterno, sta per farti entrare in un buon paese: paese di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti; paese di frumento, d’orzo, di vigne, di fichi e di melagrani; paese d’ulivi da olio e di miele; paese dove mangerai del pane a volontà, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre son ferro, e dai cui monti scaverai il rame”. “Poiché il paese del quale stai per entrare in possesso non è come il paese d’Egitto donde siete usciti, e nel quale gettavi la tua semenza e poi lo annaffiavi coi piedi, come si fa d’un orto; ma il paese di cui andate a prendere possesso è paese di monti e di valli, che beve l’acqua della pioggia che vien dal cielo: paese del quale l’Eterno, il tuo Dio, ha cura, e sul quale stanno del continuo gli occhi dell’Eterno, del tuo Dio, dal principio dell’anno sino alla fine. E se ubbidirete diligentemente ai miei comandamenti che oggi vi do, amando il vostro Dio, l’Eterno, e servendogli con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra, avverrà ch’io darò al vostro paese la pioggia a suo tempo: la pioggia d’autunno e di primavera, perché tu possa raccogliere il tuo grano, il tuo vino e il tuo olio; e farò pure crescere dell’erba ne’ tuoi campi per il tuo bestiame, e tu mangerai e sarai saziato. Vegliate su voi stessi, onde il vostro cuore non sia sedotto e voi lasciate la retta via e serviate a dèi stranieri e vi prostriate dinanzi a loro e si accenda contro di voi l’ira dell’Eterno ed egli chiuda i cieli in guisa che non vi sia più pioggia, e la terra non dia più i suoi prodotti, e voi periate ben presto, scomparendo dal buon paese che l’Eterno vi dà. Guardate, io pongo oggi dinanzi a voi la benedizione e la maledizione: la benedizione, se ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, del vostro Dio, i quali oggi vi do; la maledizione, se non ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, dell’Iddio vostro”. — Deut. 8:7-9; 11:10-17, 26-28; si vedano anche Isa. 51:3; Ezech. 20:6, 15; 36:35; Gioe. 2:3.
Notate che per disubbidienza la bellezza edenica del paese sarebbe stata perduta, e successivamente la ribelle infedeltà degl’Israeliti causò la perdita della condizione paradisiaca della Terra Promessa. Oggi la terra non è destinata a produrre spine e triboli come conseguenza della maledizione pronunciata nell’Eden. Quella maledizione sparì con le acque del diluvio. In molte parti della terra vi sono oggi luoghi di stupenda bellezza e magnificenza, ed altri luoghi gli uomini li hanno trasformati in magnifici parchi e giardini. Ma per la maggior parte gli uomini han rovinato la terra e devastato il regno vegetale e animale per avidità commerciale o per semplice gusto di distruzione. Essi hanno dimenticato o trascurato il proposito di Dio verso l’uomo e la terra, non hanno tenuto conto della vera adorazione di Geova, ed hanno apportato su se stessi il disfavore divino invece di benedizioni, proprio come fecero gl’Israeliti. La Bibbia parla di maledizioni per la disubbidienza, e queste maledizioni toccheranno il culmine ad Harmaghedon colla distruzione degli abitanti malvagi della terra, quando Geova Dio mediante Cristo ‘ridurrà in rovina quelli che rovinano la terra’. (Lev. 26:14-39; Deut. 27:15-26; 28:15-68; Isa. 24:5, 6; Apoc. 11:18, NW) È la maledizione per la disubbidienza e la falsa adorazione che Apocalisse 22:3 (NW) menziona: “E non ci sarà più alcuna maledizione”. Quelli dell’unto rimanente dell’Israele spirituale sono stati purificati dalle passate mancanze in fatto di adorazione, e il loro campo di culto è diventato puro e benedetto come l’Eden originale. Al dovuto tempo di Geova e sotto il regno di Cristo, i superstiti di Harmaghedon e i risuscitati saranno adoperati per adempiere il mandato di soggiogare la terra letterale e trasformarla da un capo all’altro in un paradiso pieno di lode a Geova. — Sal. 150:1-6.