Quando altri sono disonesti, che dire di voi?
“NESSUNO è onesto”, fu il severo giudizio di Lincoln M. Zonn, specialista in macchine della verità di New York. “Diogene non trovò mai un uomo onesto e neppure io”, disse. Siete d’accordo con Zonn? Il fatto doloroso è che c’è una sempre crescente evidenza per sostenere la conclusione che le persone in genere diventano sempre più disoneste. Che dire di voi?
Norman Bell, direttore dell’agenzia investigativa nazionale di Pinkerton a Toronto (Canada), disse: “Nelle nostre investigazioni, abbiamo riscontrato che in media ogni tre dipendenti uno è essenzialmente disonesto, il che significa che cercherà i modi di rubare; che ogni tre dipendenti uno sarà disonesto se ne avrà l’opportunità e che il terzo dipendente è l’unico che meriti la piena fiducia del suo datore di lavoro”. Che dire di voi? Dove vi trovate in queste statistiche? Siete essenzialmente onesto?
È stato riscontrato che la disonestà è molto contagiosa. L’immoralità di un singolo individuo può indebolire l’intimo ritegno di molti, seguendo il micidiale ragionamento che “tutti lo fanno”. Qui è valido il principio biblico: “Un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa”. (1 Cor. 5:6) Per esempio, nelle ditte dove i dirigenti furono scoperti a rubare, gli investigatori riscontrarono che altri dipendenti imitavano la loro nefasta condotta fino all’ultimo. L’investigatore privato John Jurens dichiarò che nelle ditte dove aveva trovato i presidenti che rubavano, “tutti rubavano”. Permettereste che questo influisse sulla vostra moralità? Se il presidente e altri dirigenti dove lavorate fossero disonesti, vi manterreste ciò nondimeno onesti?
La disonestà diventa un’insostenibile tentazione per molti quando altri sembrano rimanere impuniti. (Eccl. 8:11) Una ditta di apparecchi elettronici di Chicago assunse due guardiani che la sera e i giorni di fine settimana sorvegliassero un magazzino pieno di radio e magnetofoni. I due guardiani trasformarono il luogo in un centro d’affari della domenica pomeriggio. I clienti, con la debita parola d’ordine, affluirono al magazzino e avevano libero accesso al posto per scegliere i modelli che preferivano al prezzo uniforme di uno per 15.500 lire o due per 22.000 lire. La ditta perse 186.000.000 di lire in nove mesi prima che i guardiani fossero arrestati. I guardiani erano corrotti e corruppero altri. Eppure alcuni “clienti” non consideravano disonesto ciò che facevano. Che dire di voi? Pensate che sia giusto acquistare proprietà rubata?
A Toronto il proprietario di un albergo scoprì recentemente che quattordici suoi dipendenti avevano formato una banda e rubato denaro, cibo, liquori, biancheria, macchine per scrivere, mobili e altri beni dell’albergo, per un valore complessivo di 22.000.000 di lire. Una persona disse: “Era diventata un’abitudine”. Il gestore di un supermercato in America scoprì che il “90 per cento dei suoi dipendenti portavano a casa 500 o 1.000 lire la settimana in contanti o merce”. “Tutti lo facevano, perché non io dunque?” fu la reazione di alcuni dipendenti.
Alcuni giustificarono le loro azioni dicendo a se stessi: “La ditta me lo deve, perché non mi ha dato l’aumento”. Oppure scusavano la loro disonestà dicendo: “Tutti lo fanno”. Minimizzarono anche la loro colpa di appropriazione indebita con attitudini come: “È diritto di ogni buon dipendente portare a casa un dato numero di articoli all’anno”. Anche il fatto che le grandi società erano impersonali risultò un fattore che contribuiva alla disonestà. Alcuni fecero distinzione fra un supermercato e una salumeria del vicinato. Uno studente disse: “Molti derubano i supermercati, ma nessuno deruba la salumeria perché si sa che la persona confida che non ruberete”. A motivo del fatto che il supermercato è impersonale, la persona disonesta ragionerà: “Dopo tutto, non danneggio nessuno in particolare”. La pensate così?
Le persone disoneste non si rendono conto che danneggiano molti con la loro disonestà e, soprattutto, se stesse. Gli affari americani subiscono ogni anno un danno complessivo di 3.100 miliardi di lire a causa di trattenute, pagamenti e regali. Gli impiegati rubano 2.480 milioni di lire circa ogni giorno lavorativo. Circa 250 ditte all’anno in America sono costrette ad abbandonare gli affari solo a causa di frode e furto. Chi dice che la disonestà non danneggia nessuno? I supermercati subiscono una perdita annua calcolata di 62 miliardi di lire per le azioni disoneste dei dipendenti. Questa perdita annulla ogni lira di profitto che deriverebbe dalle vendite per un valore di 3.100 miliardi di lire. Le fonti dell’industria alimentare calcolano che ogni anno si perdono da 204 a 1.860 miliardi di lire a causa di furto o pacchetti aperti non più vendibili. I compratori pagano per la disonestà con costi più elevati. E i prezzi più elevati danneggiano!
Che dire del danno recato alla propria fibra morale? Si perde un po’ di merito personale, di rispetto di sé ogni volta che si è disonesti. C’è una perdita di bontà e di apprezzamento per ciò che appartiene agli altri. La coscienza diventa incallita e perde il suo vero valore.
C’è anche una perdita di fiducia quando gli altri scoprono che si è disonesti, e non avere la fiducia degli altri danneggia. La disonestà può incidere a fondo nella relazione familiare e danneggiarla irreparabilmente. Siete disposti a pagare tale prezzo per la disonestà?
C’è anche l’effetto che la disonestà può avere sulla morale altrui. Un furto al supermercato può significare una bistecca sulla tavola, ma può anche significare che si rovina la moralità dei propri figli, inducendoli a ingannare a scuola e a derubare altri, il che è un terribile prezzo da pagare per una bistecca.
Pensate, inoltre, che cosa può fare la disonestà alla propria relazione con Dio. Può rovinarla permanentemente, facendo perdere la vita eterna. Pensate che la disonestà valga tale prezzo?
Mentre la disonestà e le cattive azioni aggravano la persona con invisibili catene di colpa, la consapevolezza di fare il bene rallegra e rafforza. Riempie di rispetto di sé, con la forza morale per fare la cosa giusta. Quando altri sono disonesti, se voi siete saggi, farete dunque la cosa giusta e onesta.