Domande dai lettori
● Perché l’apostolo Paolo, in I Corinti 1:17, dice che Cristo lo inviò “non a battezzare”? Egli battezzò effettivamente credenti, non è vero? — G. Q., U.S.A.
Fra i suoi commenti circa un problema di divisioni esistente nella congregazione di Corinto, l’apostolo Paolo scrisse: “Poiché Cristo mi inviò non a battezzare, ma a dichiarare la buona notizia, non con sapienza di parola, affinché il palo di tortura del Cristo non fosse reso inutile”. — 1 Cor. 1:17.
Possiamo essere certi che Paolo conosceva bene il comando di Gesù di fare discepoli e di battezzarli. (Matt. 28:19, 20) E Paolo viaggiò estesamente, facendo discepoli e insegnando alle persone a osservare tutte le cose che Gesù aveva comandate. Egli non sminuì l’importanza del battesimo, ma lo raccomandò. — Atti 19:1-5.
La dichiarazione di I Corinti 1:17 si deve comprendere nel contesto. Nei versetti precedenti, Paolo menziona che aveva battezzato Crispo, Gaio e la casa di Stefana. (1 Cor. 1:14-16) Non faceva questo senza il permesso di Cristo, ma, piuttosto, con l’autorizzazione scritta in Matteo 28:19.
Il punto che l’apostolo spiegava era che non considerava il battesimo di individui il suo esclusivo o primario incarico. Cristo disse specificamente a Paolo che doveva predicare, essere “testimone” alle nazioni. (Atti 26:16; 9:15) Mentre Paolo poteva battezzare e in effetti battezzò delle persone, ci sono ragioni per cui può non averne battezzate in gran numero. Il contesto mostra che potevano sorgere divisioni. Se gli apostoli stessi compivano in special modo battesimi, potevano contribuire alla formazione di partiti o cricche di cristiani battezzati da certi uomini.
Quando Paolo stette dunque a Corinto, alcuni anni prima di scrivere la sua prima lettera a quella congregazione, battezzò effettivamente alcuni. Ma il battesimo non era un rito speciale che solo gli apostoli dovessero compiere, né era più significativo quando era compiuto da un apostolo di quando era compiuto da un altro componente maschile della congregazione cristiana.