Che cosa renderò a Geova?
SOLO le persone dalla disposizione mansueta e ammaestrate dalla Bibbia faranno probabilmente la domanda su come ripagare Geova di tutti i benefici che ha elargiti alle sue creature umane. Le persone per la maggior parte considerano e parlano più dei loro guai, delle loro cause di lamentela, dei loro pregiudizi, che delle cose di cui potrebbero benissimo essere grate. La vera gratitudine è rara. Molti sono così accecati dai propri interessi che non riescono neppure a vedere la moltitudine di ragioni per rendere grazie. Questa situazione fu chiaramente predetta da un ispirato scrittore del primo secolo E.V. con queste parole: “Gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, . . . ingrati, sleali, . . . senza amore per la bontà. — 2 Tim. 3:2, 3.
Questo spirito di ingratitudine è contagioso. Si può propagare e può influire sugli altri come una malattia virulenta. Può avvelenare anche la mente di quelli che si sono volti all’adorazione del solo vero Dio, Geova, se trascurano in qualche modo di mantenere forte la loro fede e fiducia in Colui che adorano. Quanto è dunque importante meditare spesso su tutti i benefici che Geova ci ha elargiti, sì, anche prima che ci rendessimo conto del suo benigno dominio su tutto l’universo! E ci sono speciali ragioni per esser grati di vivere in questo particolare periodo della storia umana, di comprendere i meravigliosi propositi di Dio per il genere umano e per questo pianeta terrestre che fu creato per essere la bella, duratura dimora dell’uomo. — Ger. 9:24.
Ricordate che nascemmo tutti in una razza moritura. Dal giorno stesso della nascita siamo stati soggetti al timore della morte ereditata dai nostri genitori peccatori. Siamo stati alla mercé di egoistici, tirannici governanti e di uomini che, come bestie selvagge, sono stati avidi di preda. Siamo stati ingannati, derubati, impoveriti, non solo rispetto alle cose materiali, ma, ciò ch’è peggio, rispetto alle cose spirituali. Abbiamo brancolato in un mondo buio e spietato senza che ci fosse apparentemente nessuno che si curasse del nostro benessere. (Ezec. 34:2-6) Può darsi che abbiamo anche pregato per ricevere aiuto senza sapere chi pregavamo.
Molti di noi erano anche pervenuti a un punto critico della vita, forse a un punto morto, a una situazione impossibile, senza una via di scampo, o così pareva. Come uccelli presi in un laccio e alla mercé del cacciatore, non erano riusciti a trarsi fuori della situazione, andando incontro a morte sicura o almeno alla totale frustrazione e alla perdita del desiderio di vivere. Nessuno, pensavano, poteva aiutarli. Altri, del tutto atterriti dalla realtà della vita in un malvagio sistema di cose, si sono abbandonati a dissolutezza di una specie o l’altra nel tentativo di dimenticare le lancinanti pene della delusione in quelle che erano le loro possibilità di successo nella vita. Anche questo è stato vano.
Ma poi, proprio al tempo giusto per loro, Geova ha fatto qualcosa. Può essere stato per mezzo di uno dei suoi Testimoni che ha recato la buona notizia del Regno. Forse hanno letto una delle molte pubblicazioni di studio biblico edite dai testimoni di Geova. I risultati furono sorprendenti! Gli occhi e gli orecchi si aprirono a cose finora non viste e non udite, a meravigliose cose spirituali! Il significato della Parola di Dio, la Bibbia, cominciò gradualmente a divenire chiaro. Si aprì una prospettiva di vita e di produttività interamente nuova in base alle magnifiche promesse di un nuovo ordine.
Quindi apprendemmo che molti altri avevano avuto simili deludenti esperienze e frustrazioni nella vita e che ora, come noi, erano elettrizzati dalle prospettive future, dalla prospettiva della vita in un nuovo sistema di cose in cui regnerà la giustizia. (2 Piet. 3:13) E riscontrammo che si riunivano regolarmente in una Sala del Regno, dove ogni adunanza contribuiva a migliorare la nostra conoscenza di Dio e del suo provvedimento della salvezza. Che compagnie completamente diverse da quelle che avevamo avute in precedenza nei circoli mondani sociali e religiosi! Certo avevamo molte ragioni di pensare come ripagare il generoso Datore di tutte queste cose buone!
In questa nuova e ristoratrice associazione insieme ad altre persone grate, avemmo il privilegio di prodigarci generosamente per conseguire le mire e le attività del gruppo. Mentre provavamo piacere a servirci delle comodità della Sala del Regno, ci rendemmo conto del fatto che il mantenimento di tale posto doveva costare qualcosa. Non c’era bisogno che nessuno ci scuotesse il piatto della colletta sotto il naso o ci fornisse buste stampate per le contribuzioni, come si usa in molti edifici religiosi della cristianità. Nessuno deve chiedere fondi per compiere l’opera del grande Proprietario dell’universo, apprendemmo. Sì, ci rendemmo conto che ai veri cristiani ripugna mendicare, blandire le persone e insistere con loro perché facciano offerte. I responsabili delle congregazioni, notammo, sapevano molto bene che tali richieste insistenti non sono in armonia con lo spirito e con i princìpi del cristianesimo.
Naturalmente, non si perdeva di vista l’aspetto pratico della cosa. Per mantenere le Sale del Regno, per provvedere riscaldamento, luce e altre comodità che le rendono adatte all’opera di svolgere una campagna di istruzione biblica bisogna sostenere una certa spesa. Ogni tanto gli anziani della congregazione informano le persone radunate circa le spese sostenute e l’opportunità di tutti i volontari di partecipare a coprire le spese, non pagando un tanto ciascuna, non prendendo qualche risoluzione arbitraria, ma interamente in base alle possibilità e alla prontezza di coloro che offrono le contribuzioni. In ciascuna Sala del Regno c’è una cassetta delle contribuzioni, mai troppo in vista, in cui ognuno può mettere il suo dono. L’intera disposizione è del tutto contraria all’idea delle insistenti richieste. Solo i doni offerti spontaneamente sono apprezzati da Geova e dai suoi servitori cristiani. — 2 Cor. 9:7.
A tempo debito apprendemmo quanto è estesa l’opera dei testimoni di Geova, che si trovano in circa 208 paesi della terra; apprendemmo della straordinaria impresa di portare in quei paesi il messaggio del Regno, addestrare e inviare missionari, aiutare i cittadini di quei paesi a intraprendere e promuovere la stessa eccellente opera fra i loro concittadini. Tutto questo, apprendemmo, costa qualcosa. E questo spinse ciascuno di noi a fare la domanda: Come posso contribuire più positivamente a questa meravigliosa attività mondiale, anche se non sono in grado di lasciare la mia casa?
Ebbene, avemmo subito la risposta. Come fummo felici di apprendere che era appropriato inviare le nostre contribuzioni personali per questa meravigliosa, vivificante opera alla sede filiale della Società che dirige le attività dei testimoni di Geova nel nostro proprio paese! Ad esempio, per le persone che abitano negli Stati Uniti l’indirizzo appropriato da usare a questo scopo, apprendemmo, era Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., 117 Adams Street, Brooklyn, New York 11201.
Altri importanti modi di cercare nel nostro piccolo di contraccambiare Geova di tutte le sue benedizioni furono portati alla nostra attenzione nel corso del tempo. Apprendemmo che è possibile partecipare personalmente alla grande opera di predicazione e di insegnamento con cui si consegue il dichiarato proposito di Dio di trovare e aver cura di una moltitudine di uomini e donne simili a pecore smarrite in questi giorni urgenti prima che questo vecchio sistema di cose pervenga alla sua fine in un tempo di grande tribolazione. (Ezec. 34:11) Frequentando regolarmente le adunanze nella Sala del Regno, si riceve l’addestramento per partecipare a tale opera oltre a grande incoraggiamento dall’associazione con altre persone riconoscenti. E che piacere imparare a fare ciò che Cristo Gesù e i suoi discepoli facevano circa millenovecento anni fa! Pure elettrizzante è sapere che in questa tarda data ci sono ancora opportunità per chi cerca di seguire le orme del Signore Gesù!
Ripensando a tutto il modo in cui Geova nostro Dio ci ha guidati, ai benefici che ci ha così generosamente elargiti, possiamo forse soffocare l’impeto di gratitudine che nasce nel nostro cuore? Possiamo permetterci di dimenticare tutte le sue amorevoli benignità e ritornare sulle nostre piccole difficoltà e lamentele? No, ma con l’ispirato salmista possiamo gioiosamente dichiarare: “La nostra anima è come un uccello che è scampato dalla trappola degli adescatori. La trappola è rotta, e noi stessi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome di Geova, il Fattore del cielo e della terra”. (Sal. 124:7, 8) L’“Iddio misericordioso e clemente” ci ha liberati dalla vanità di una vita empia, dalle frustrazioni di una vita egocentrica, sì, dalle ‘funi della morte che ci circondava’, poiché non ci ha dato forse la speranza della vita per mezzo di Gesù Cristo?
È chiaro che il corso della gratitudine è ora quello di cantare a tutti quelli che incontriamo le lodi del nostro Dio, facendo loro conoscere le benedizioni che abbiamo ricevute, la nostra veduta completamente nuova del futuro. Condividiamo con loro la bontà di Geova. Gratuitamente abbiamo ricevuto; gratuitamente diamo ad altri nel bisogno. E mentre ci prodighiamo e condividiamo i nostri mezzi, possiamo avere la fiducia che Geova si compiace dei nostri umili sforzi di rispondere alla domanda: “Che cosa renderò a Geova per tutti i suoi benefici verso di me?” — Sal. 116:12.