Domande dai lettori
● In adempimento della prima profezia, riportata in Genesi 3:15, quand’è che il “seme” della donna di Dio schiaccerà la testa del serpente?
La Versione Riveduta traduce così Genesi 3:15: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno”. La ferita al calcagno inferta al “seme” della donna di Dio causò la morte del Signore Gesù Cristo. Come rappresaglia, il glorificato Gesù Cristo schiaccerà il simbolico serpente, Satana il Diavolo.
Rivelazione capitolo 12 narra che, dopo la ‘nascita’ del regno di Dio nel 1914, al termine dei Tempi dei Gentili, Michele e i suoi angeli combatterono contro il simbolico dragone e i suoi angeli demonici e li scacciarono dal cielo; poi aggiunge: “E il gran dragone fu scagliato, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata; fu scagliato sulla terra, e i suoi angeli furono scagliati con lui”. — Riv. 12:5, 7-9.
Subito dopo aver descritto in Rivelazione 19:11-21 la guerra di Armaghedon, in cui Gesù guida le forze celesti alla vittoria su tutti gli oppositori terreni, Giovanni vede in visione l’inabissamento di Satana: “E vidi scendere dal cielo un angelo [indubbiamente l’arcangelo Michele] con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Ed egli afferrò il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò questo su di lui, affinché non sviasse più le nazioni sino a che fossero finiti i mille anni”. — Riv. 20:1-3.
Gesù Cristo, il “seme” della donna di Dio, potrebbe senz’altro stritolare del tutto “l’originale serpente” in quel tempo, causandone la totale estinzione, anziché limitarsi a inabissarlo. Ma Geova, nella sua sapienza, ha determinato che l’umanità perfetta dovrà essere sottoposta a tentazioni da parte dello stesso sfidante della sua sovranità universale, e questo dopo il regno millenario di Cristo. Ciò eliminerà qualsiasi possibile dubbio sull’integrità di coloro che non si lasceranno sviare dal Diavolo.
Gli oppositori terreni guidati da Satana faranno un ultimo tentativo per assumere il controllo della terra. Giovanni ne descrive il risultato come se avesse già avuto luogo, dicendo: “Fuoco scese dal cielo e li divorò”. E con riferimento alla ferita alla testa dell’“originale serpente”, il racconto dice: “E il Diavolo che li sviava fu scagliato nel lago di fuoco e zolfo”. (Riv. 20:9, 10) Questo significa la sua completa distruzione. Perciò con lo schiacciamento della testa del principale oppositore di Dio è connessa non solo la completa eliminazione di tutti gli oppositori dall’universo, ma anche la completa santificazione del sacro nome di Dio. Ciò adempirà completamente la promessa di Romani 16:20, rivolta ai coeredi di Cristo: “L’Iddio che dà pace stritolerà fra breve Satana sotto i vostri piedi”. — Ebr. 2:14, 15.
● In base a Giudici 4:4, si può considerare Debora come uno dei giudici dell’antico Israele, insieme a Sansone, Gedeone e altri?
Il racconto biblico di Giudici 4:4 dice: “Ora Debora, una profetessa, moglie di Lappidot, giudicava in quel particolare tempo Israele”. Prima, in Giudici 2:16, si legge: “Geova suscitava dunque dei giudici, ed essi li salvavano dalla mano dei loro saccheggiatori”. Quindi il compito principale di un giudice era quello di salvare Israele dai nemici. Sembra quindi che la frase di Giudici 4:4, secondo cui Debora “giudicava in quel particolare tempo Israele”, non voglia dire che Debora stesse usurpando il posto di un uomo e che assolvesse tutti i doveri di un giudice d’Israele. A differenza di Samuele, Gedeone o altri giudici, Debora non giudicava tutto Israele né agiva quale suo liberatore o “salvatore”. In Neemia 9:27, al posto di “giudici”, è usato il termine “salvatori”. — Confronta Giudici 3:9, 15.
Essendo una profetessa, Debora disse a Barac qual era la volontà di Geova nel caso in questione. Fu usata da Geova per invitare Barac a prestare servizio come giudice per sconfiggere il nemico. Barac, e non Debora, prestò servizio come “salvatore” provveduto da Geova, anche se chiese a Debora di andare con lui. È quindi molto improbabile che Debora assolvesse tutti i doveri normalmente connessi con la carica di giudice d’Israele, il principale dei quali era quello di guidare le tribù in guerra contro i nemici di Geova.
Perciò, anche se Debora può essere appropriatamente descritta come profetessa, è solo in un senso generale e limitato che giudicava Israele; non ricopriva pienamente l’incarico di un giudice israelita di sesso maschile. Giudici 4:5 dice: “Ella dimorava sotto l’albero della palma di Debora fra Rama e Betel nella regione montagnosa di Efraim; e i figli d’Israele salivano a lei per il giudizio”. Poteva quindi dare agli israeliti la risposta di Geova in merito a difficili problemi che sorgevano, in quanto lo spirito di Geova era su di lei.
In contrasto, Barac fu certamente uno che liberò gli israeliti. La conclusione ragionevole da trarre è che Barac fu un giudice nel vero senso della parola, e questo è in armonia con Ebrei 11:32, che lo elenca fra i giudici dell’antico Israele. Per questo motivo l’Ausiliario per capire la Bibbia (inglese), a pagina 980, non include Debora fra i giudici di Israele.
● In Abacuc 2:5 chi è colui che “ha reso la sua anima spaziosa proprio come lo Sceol”, e cosa significa questa espressione?
Il versetto dice: “E, in realtà, siccome il vino è sleale, l’uomo robusto è millantatore; e non raggiungerà la sua mèta, colui che ha reso la sua anima spaziosa proprio come lo Sceol, e che è come la morte e non si può saziare. E continua a raccogliere a sé tutte le nazioni e a radunare a sé tutti i popoli”.
Colui che rende “la sua anima spaziosa” è uno che con conquiste militari ‘raccoglie a sé tutte le nazioni’. Abacuc capitolo 1 mostra che non si tratta di un individuo, ma di un uomo composito, i babilonesi o caldei nell’insieme. Con la sua macchina bellica il Caldeo ‘uccideva di continuo le nazioni’. (V. 17) La sua “anima”, il suo modo di vivere dettato dalla brama di conquista, era insaziabile. Come il vino bevuto in eccesso può ingannare il bevitore facendolo agire da “millantatore”, in maniera arrogante, così i successi militari del Caldeo gli avevano dato alla testa. Come lo Sceol e la morte, sempre pronti a reclamare altre vittime, egli era sempre pronto a conquistare una nazione dopo l’altra. (Confronta Proverbi 30:15, 16). Ciò nondimeno il Caldeo non avrebbe raggiunto la sua mèta, nel senso che sia lui che le sue guerre di conquista sarebbero pervenute alla fine.
In adempimento della profezia biblica, Babilonia cadde in una sola notte nel 539 a.E.V. Il vasto impero caldeo venne quindi a trovarsi sotto il dominio di Ciro il Persiano e di Dario il Medo. — Dan. 5:28.