Domande dai lettori
In quali circostanze si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di ribattezzarsi?
In determinate circostanze una persona battezzata potrebbe interrogarsi sulla validità del suo battesimo e pensare alla possibilità di ribattezzarsi. Prendiamo ad esempio il caso di una persona che all’epoca del battesimo, all’insaputa degli altri, si trovava in una situazione o teneva una condotta per cui avrebbe potuto essere disassociata qualora fosse già stata battezzata in maniera valida. Era davvero nella condizione di dedicarsi a Dio? La persona avrebbe potuto legittimamente dedicarsi a Geova solo se avesse precedentemente abbandonato la condotta non scritturale. Perciò, chi si è battezzato nonostante un grave impedimento di questo tipo può appropriatamente valutare se dovrebbe ribattezzarsi.
Cosa fare nel caso di una persona che all’epoca del battesimo non praticava il peccato ma in seguito ha commesso una trasgressione che ha richiesto la formazione di un comitato giudiziario? Supponiamo che a questo punto affermi che quando si è battezzata non comprendeva appieno il passo che stava compiendo e che pertanto il suo battesimo non era valido. Quando si incontrano con una persona che ha commesso un peccato grave, gli anziani non dovrebbero mettere in dubbio la validità del suo battesimo e chiederle se ritiene che la sua dedicazione e il suo battesimo siano validi. Dopo tutto il giorno del battesimo quella persona aveva ascoltato un discorso scritturale sul significato del passo che stava compiendo. Aveva risposto affermativamente alle domande sulla dedicazione e sul battesimo. Poi si era cambiata ed era stata fisicamente immersa in acqua. È quindi ragionevole pensare che capisse pienamente la serietà di quello che stava facendo. Pertanto gli anziani dovrebbero considerarla una persona battezzata.
Se la persona mette in dubbio la validità del suo battesimo, gli anziani possono invitarla a leggere La Torre di Guardia del 15 giugno 1960, pagine 382 e 383, come pure quella del 1º agosto 1964, da pagina 474 a pagina 477, che trattano l’argomento in maniera approfondita. In ultima analisi, la decisione di ribattezzarsi a causa di determinate circostanze (per esempio una comprensione insufficiente degli insegnamenti biblici al momento del battesimo) è una questione personale.
Quali fattori dovrebbe prendere in considerazione un cristiano nel decidere se abitare insieme ad altri?
Tutti hanno bisogno di un posto in cui vivere. Oggi, però, sono in molti a non abitare per conto proprio. Può darsi che, a motivo di circostanze economiche, problemi di salute e altri fattori, una famiglia allargata, di cui fanno parte diversi parenti che non appartengono all’immediata cerchia familiare, debba condividere la stessa abitazione. In alcune parti del mondo capita che diversi parenti vivano stipati in una sola stanza senza avere praticamente nessuna intimità.
Non è compito dell’organizzazione di Geova fornire un elenco particolareggiato di regole che indichino quale sia una sistemazione abitativa adeguata per ogni singolo componente della congregazione mondiale. Per poter stabilire se la propria sistemazione è accettabile o no agli occhi di Dio, i cristiani sono incoraggiati a pensare in termini di princìpi scritturali. Quali sono alcuni di questi princìpi?
Un fattore fondamentale che un cristiano deve tenere in considerazione è l’effetto che abitare con altri può avere su di lui e sulla sua spiritualità. Chi sono queste persone? Sono adoratori di Geova? Vivono in armonia con le norme della Bibbia? “Non siate sviati”, scrisse l’apostolo Paolo. “Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. — 1 Cor. 15:33.
Le Scritture spiegano che Geova condanna la fornicazione e l’adulterio. (Ebr. 13:4) Perciò qualsiasi sistemazione che preveda che un uomo e una donna non sposati possano dormire nella stessa stanza sarebbe chiaramente inaccettabile agli occhi di Dio. Un cristiano non vorrà rimanere in un luogo dove si tollera l’immoralità.
Inoltre, la Bibbia esorta tutti quelli che vogliono avere il favore di Dio a ‘fuggire la fornicazione’. (1 Cor. 6:18) Quindi sarebbe saggio che un cristiano evitasse qualsiasi sistemazione abitativa in cui potrebbe presentarsi la tentazione di intraprendere una condotta immorale. Mettiamo, ad esempio, che diversi cristiani dormano nella stessa casa. Potrebbero crearsi situazioni compromettenti? Che dire se un uomo e una donna che non sono marito e moglie si trovassero inaspettatamente da soli perché in quel momento gli altri che normalmente sarebbero in casa sono assenti? Analogamente, sarebbe pericoloso dal punto di vista morale che due persone non sposate che nutrono dei sentimenti l’uno per l’altra vivessero nella stessa casa. È saggio evitare situazioni del genere.
Sarebbe altrettanto fuori luogo che due persone che hanno divorziato continuassero ad abitare nella stessa casa. Essendo abituati ad avere rapporti intimi fra loro, potrebbero facilmente cadere in una condotta immorale. — Prov. 22:3.
Un ultimo fattore non meno importante che un cristiano deve tenere in considerazione è il modo in cui la comunità vedrebbe le sue scelte. Se una certa sistemazione fosse accettabile ai suoi occhi ma desse luogo a commenti negativi nella comunità, questo sarebbe motivo di preoccupazione. In nessuna circostanza vorremmo che la nostra condotta disonorasse il nome di Geova. Paolo espresse il concetto in questi termini: “Astenetevi dal divenire causa d’inciampo sia ai giudei che ai greci e alla congregazione di Dio, come anch’io faccio piacere a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio, ma quello di molti, affinché siano salvati”. — 1 Cor. 10:32, 33.
Per chi desidera sostenere le giuste norme di Geova trovare una sistemazione appropriata può essere un’autentica sfida. Nondimeno i cristiani devono ‘continuare ad assicurarsi di ciò che è accettevole al Signore’. Devono essere certi che a casa loro non abbia luogo nulla di indecente. (Efes. 5:5, 10) Questo richiede che preghino per avere la guida divina e che facciano tutto il possibile per salvaguardare il benessere fisico e morale gli uni degli altri e per difendere il buon nome di Geova.