Si possono salvare le foreste?
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Canada
CHE piacere e che ristoro si provano passeggiando in una bella foresta! Contemplare come questi alberi maestosi svettano nel cielo azzurro è qualcosa che ispira meraviglia. Calpestando il morbido tappeto di muschio e aghi, viene da riflettere sul fatto che alcuni alberi oggi ancora vivi erano giovani pianticelle quando il Figlio di Dio fu sulla terra 19 secoli fa.
In mezzo alla grandiosità della natura, si provano una pace e una serenità che non si avvertono nell’artificioso mondo d’oggi. Qualcuno ha detto: “Forse il più grande servizio che le nostre foreste ci rendono è quello di rinnovarci il corpo e lo spirito”. Che insensato spreco quindi vien fatto quando colli e valli, un tempo ammantati di foreste, vengono trasformati in una desolata distesa di ceppi e alberi spezzati! Eppure questo è quanto sta avvenendo, in tutto il mondo!
Depauperamento delle foreste
Fino a che punto sono state distrutte le foreste? Nel 1980 la rivista Newsweek riferiva: “Nel tempo che impiegate a leggere questa frase, spariranno circa tre ettari di foresta”. L’articolo proseguiva: “Dal 1950 potrebbe essere scomparsa la metà dei boschi del mondo, e le perdite annuali si aggirano ora fra l’1 e il 2 per cento: 10-20 milioni di ettari”. L’esperto di problemi ambientali Erik Eckholm ha dichiarato: “Si può affermare con sicurezza che viene distrutta ogni anno un’estensione pari a quella di Cuba”.
I rapporti indicano ora che due terzi delle zone dell’America Latina in origine coperte da foreste sono stati spogliati. In Africa è perita la metà delle foreste. Un quarto delle foreste thailandesi è stato abbattuto solo negli scorsi dieci anni. Nelle Filippine un settimo di tutti gli alberi è stato rovinato negli scorsi cinque anni. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. È vero che si continueranno a usare i prodotti del legno, ma è triste vedere che queste fenomenali risorse vengono sfruttate con tanto sperpero.
La responsabilità dell’uomo
Il legno viene usato oggi in un sorprendente numero di modi. Si consideri ad esempio solo una catena di tavole calde. Unicamente per provvedere contenitori per bibite e cibi, tovagliolini e cannucce, essa usa l’equivalente di 815 chilometri quadrati di foresta all’anno!
Vedendo l’enorme possibilità di lucro, gigantesche multinazionali si sono impossessate della maggior parte dei terreni boschivi della terra e li hanno devastati indiscriminatamente. La loro norma è di “tagliare e scappare”, indipendentemente dalle conseguenze.
Le moderne attrezzature elettriche lo hanno reso possibile come mai prima. Anziché da lampeggianti scuri, una moderna operazione di abbattimento di alberi è contrassegnata dall’assordante rumore delle motoseghe. Gigantesche macchine diesel radunano i tronchi schiacciando tutti gli alberi più piccoli che incontrano sul cammino. Un’altra macchina, dopo essersi fatta strada nella foresta schiacciando ogni cosa, lega massicce cinghie d’acciaio attorno al tronco di un albero e lo strappa letteralmente dalle radici, come voi strappereste una barbabietola dall’orto. Immaginate quello che resta poi di una foresta?
Specialmente grave è la distruzione in atto delle foreste tropicali delle regioni umide, considerate le zone ecologiche più utili della terra. Nel bacino delle Amazzoni, giganteschi bulldozer avanzano nella foresta lussureggiante, spogliando una zona di ogni albero e arbusto nel giro di qualche ora. Perché? Un motivo è di ridurre il terreno a pascolo. Un altro è quello di utilizzarne il legname. Quando si pratica l’abbattimento degli alberi utilizzabili per fini commerciali vengono distrutti quasi i due terzi di quello che rimane.
Motivo di allarme
Di chi è la colpa di questo rovinoso sfruttamento? Nel bacino delle Amazzoni gran parte della responsabilità è delle società internazionali produttrici di carni che sperano di poter provvedere grandi quantità di manzo a buon mercato per i paesi sviluppati. Ma che si tratti del taglio del legname o dell’allevamento del bestiame, la devastazione continua. Quindi molti autorevoli scienziati credono che per la fine del secolo gran parte del bioma delle foreste tropicali delle regioni umide sarà impoverito, se non distrutto completamente.
Si levano grida d’allarme. A causa del saccheggio della foresta amazzonica, è stato dato questo avvertimento: “La distruzione degli ecosistemi esistenti sconvolgerebbe ogni forma di delicati equilibri ecologici e comporterebbe l’irreversibile distruzione di enormi fonti d’ossigeno, che è di importanza decisiva per la sopravvivenza della biosfera”. La situazione è stata definita “il più grande disastro naturale in atto di questo secolo”.
Gli scienziati che studiano gli effetti che la distruzione delle foreste ha sull’andamento del clima terrestre sono preoccupati. Essi prevedono due possibili risultati: o un aumento della temperatura media in tutta la terra — che sarebbe di poco più di 1°C nei prossimi settant’anni, sufficiente forse a far “sciogliere i ghiacci delle calotte polari e alzare il livello del mare di oltre sei metri” — o un globale raffreddamento perché l’attuale ritmo del diboscamento potrebbe rendere la superficie della terra “più lucida”, facendo riflettere una maggiore quantità di luce solare.
“Un’ulteriore conseguenza potrebbe essere un cambiamento nell’andamento delle precipitazioni, ciò che potrebbe causare persistente siccità nelle principali zone agricole dell’Europa e dell’America del Nord. Il libro The Forest Killers ha dichiarato: “In sostanza, stiamo distruggendo proprio ciò che ci provvede aria e acqua”.
L’ecosistema della foresta
“Una foresta naturale è un ambiente assai complesso”, ha detto Jack Shepherd, l’autore di The Forest Killers, “con centinaia di specie di piante, ognuna delle quali occupa la propria nicchia ecologica e ciascuna delle quali provvede una nicchia ecologica a molte specie animali”. Lasciata a se stessa, la foresta può, seguendo cicli quasi perfetti, provvedere ai propri bisogni. Ha un sistema straordinariamente efficiente per riciclare materia morta, producendo i minerali di cui si nutriranno infine le piante della foresta. Quando essa è allo stato naturale, pochissimi dei minerali di cui una foresta si nutre finiscono nei fiumi e nei piccoli corsi d’acqua.
Fatto interessante, certe specie di zanzare stanno sulle cime degli alberi. È importante? Ebbene, si pensa che le malattie trasmesse dagli insetti, come la febbre gialla e la malaria, non divennero un flagello finché l’uomo non cominciò a devastare le foreste. L’ecosistema di una foresta ha un equilibrio molto delicato!
Misure per la salvaguardia delle foreste
Si stanno prendendo provvedimenti per salvare i terreni boschivi. In alcuni paesi è più difficile ottenere licenze e le leggi sono più severe. In Canada, negli Stati Uniti, in Giappone e nelle Filippine sono in corso estesi lavori di rimboschimento e altri programmi. Alcune ditte produttrici di legname coltivano gli alberi per averne un’abbondante produzione. Estese zone di terreni spogliati per fini commerciali vengono rimboscate.
Naturalmente gli alberi impiegano tempo a crescere. Quindi si stanno sperimentando “superalberi” a crescita rapida, con la speranza di impedire un ulteriore impoverimento dei terreni boschivi del mondo. Questi alberi possono crescere di ben 15 metri in un anno, impedire la propagazione degli incendi nelle foreste e ostacolare l’erosione del suolo.
Nella Columbia Britannica (Canada) semi di alberi vengono stimolati affinché la crescita avvenga in modo estremamente rapido. Secondo un articolo del Toronto Star, ‘il seme viene messo in frigorifero a una temperatura vicina al punto di congelamento e vi rimane per quattro mesi’. “Quindi viene tirato fuori e posto in vassoi di germinazione pieni di torba e con un sottile strato di ghiaia”. I semi vengono pertanto tenuti per sei settimane in serra dove alcuni cominciano a germogliare. Rimettendoli in frigorifero per un altro periodo, viene simulato un “inverno a forte altitudine” come quello che c’è nella Columbia Britannica. Quando son tolti dal freddo intenso e rimessi in serra, germogliano tutti. Entro 12 mesi sono pronti per essere piantati in una zona da rimboscare. L’indice di sopravvivenza dei cedri gialli è del 95-100 per cento!
Un’ulteriore misura per la salvaguardia delle foreste è l’importanza che si dà all’utilizzo di quanto prima veniva scartato. Al presente solo il 43 per cento del legname tagliato viene sfruttato bene. Grazie a moderne ricerche, dai prodotti residui delle segherie si ricava il truciolato. Dalla corteccia si ottengono materiale per copertura e materiale isolante, riempitivo per linoleum, tannino e medicinali. I tronchi corti e contorti che non possono essere sfruttati come legname vengono segati in blocchi e utilizzati per fare gambe di mobili, manici per utensili o giocattoli. Mentre le ricerche continuano sembra che, come ha scritto qualcuno, “il legno si possa usare per soddisfare quasi ogni esigenza dell’esistenza umana e animale, divenendo così la materia prima più significativa della civiltà”.
La domanda dei prodotti della foresta è davvero grande. Si calcola che l’industria del legname abbia bisogno annualmente di qualcosa come “una zattera di tronchi larga un chilometro e mezzo, legati uno accanto all’altro, che si stenda attraverso l’Atlantico da New York a Lisbona”! Pertanto, le voci degli amici della foresta sono ancora soffocate dal rumore di possenti macchine e dal fragore degli alberi che cadono, lasciandosi dietro un terreno denudato. Il suolo viene eroso e i detriti finiscono nei corsi d’acqua. Non avendo il riparo delle foreste, i corsi d’acqua stanno diventando troppo caldi per i pesci. La fauna selvatica abbandona quelle zone. Dove sorgevano foreste tropicali, l’intenso calore del sole fa indurire il suolo, su cui non può più crescere neppure l’erba.
Il giorno della resa dei conti?
Ci sarà senz’altro! Geova, il Creatore, ha promesso “di ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. (Rivelazione 11:18) Possiamo essere certi che il vergognoso saccheggio delle foreste della terra avrà fine nel prossimo futuro.
La prossima volta che avete l’occasione di camminare in mezzo a una bella foresta trovate il tempo di godere quei momenti. Respirate profondamente l’aria pura e fresca e aspirate la balsamica fragranza dei pini. Fermatevi ad ascoltare i dolci rumori della foresta. Guardate e ammirate gli squisiti particolari, i fiori e le felci su cui mettete i piedi, il muschio, i licheni, i grossi rami, e osservate con meraviglia le cime degli alberi maestosi, tutte opere stupende di un amorevole Creatore. — Salmo 69:34; Romani 1:19, 20.
E mentre godete la vostra passeggiata nei boschi, di una cosa potete essere certi: se non sarà l’uomo, sarà Geova Dio a salvare le foreste.
[Diagramma/Cartina a pagina 12]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Estensione di foreste tropicali che scompaiono ogni anno
In Asia e Oceania 1,98 milioni di ettari all’anno
Nelle Americhe 5,58 milioni di ettari all’anno
In Africa 3,6 milioni di ettari all’anno
Ogni anno viene distrutta un’estensione che è quasi quattro volte quella dei Paesi Bassi