CAPITOLO DUE
Servì “nella parte finale dei giorni”
1, 2. (a) Quale delle visioni di Geremia costituisce il tema delle sue dichiarazioni profetiche? (b) Perché dovremmo interessarci del messaggio di Geremia?
“CHE vedi?”, chiese Dio al profeta appena nominato. “Vedo una caldaia sulla quale si soffia”, rispose il giovane Geremia, “e la sua bocca è lontana dal nord”. Quella visione dava un’idea del tenore del messaggio che Geremia avrebbe dichiarato. (Leggi Geremia 1:13-16). Non si sarebbe soffiato sulla simbolica caldaia per raffreddarla, ma piuttosto per alimentare le fiamme sotto di essa. Geova stava predicendo che la calamità sarebbe stata versata come liquido bollente sul paese di Giuda a causa della sua dilagante infedeltà. Secondo voi, perché la “bocca” della caldaia era rivolta verso sud? Il senso è che la calamità sarebbe giunta dal nord: è da lì che sarebbe arrivata l’invasione babilonese. E così avvenne. Negli anni in cui servì come profeta, Geremia vide a più riprese la calamità versarsi da quella caldaia bollente, e il culmine arrivò con la distruzione di Gerusalemme.
2 Babilonia non esiste più, ma abbiamo buone ragioni per interessarci del messaggio profetico di Geremia. Perché? Perché viviamo “nella parte finale dei giorni” e molti oggi dicono di essere cristiani, anche se né loro né le loro chiese godono del favore di Dio. (Ger. 23:20) Per contro noi Testimoni, proprio come Geremia, predichiamo un messaggio non solo di giudizio ma anche di speranza.
3. (a) Com’è organizzato il libro biblico di Geremia? (b) Qual è l’obiettivo di questo capitolo?
3 Probabilmente Geremia non mise per iscritto gli avvenimenti man mano che si verificavano, ma li dettò a un segretario nell’ultimo periodo della sua attività profetica. (Ger. 25:1-3; 36:1, 4, 32) Il suo libro non presenta i fatti in ordine cronologico, visto che Geremia ne organizzò delle parti per argomento. Ecco perché può essere utile farci un’idea del contesto storico dei libri di Geremia e Lamentazioni, nonché dell’ordine cronologico in cui si svolsero gli eventi. Notate il diagramma a pagina 19. Sapere chi era il re di Giuda in un certo periodo e, in alcuni casi, cosa stava succedendo dentro e fuori il paese ci permetterà di capire meglio ciò che Geremia disse o fece. Ci aiuterà anche a trarre beneficio dai messaggi che Dio rivolse al suo popolo per mezzo di Geremia.
IL PERIODO IN CUI VISSE GEREMIA
4-6. Qual era la situazione del popolo di Dio nei decenni che precedettero l’attività profetica di Geremia?
4 Geremia profetizzò in un periodo di drammatici cambiamenti, caratterizzato dalla rivalità tra Assiria, Babilonia ed Egitto. Circa 93 anni prima che il profeta iniziasse la sua attività, l’Assiria aveva sconfitto il regno settentrionale delle dieci tribù di Israele portando in esilio molti dei suoi abitanti. All’epoca Geova aveva protetto Gerusalemme e il suo fedele sovrano, Ezechia, dall’attacco assiro. Ricorderete che era intervenuto miracolosamente uccidendo 185.000 soldati nemici. (2 Re 19:32-36) Uno dei figli di Ezechia era Manasse. Geremia nacque probabilmente durante i 55 anni del regno di Manasse, quando Giuda finì sotto il controllo politico assiro. — 2 Cron. 33:10, 11.
5 Geremia scrisse i libri di 1 e 2 Re; in quest’ultimo leggiamo che Manasse riedificò gli alti luoghi che suo padre aveva distrutto. Eresse altari a Baal e all’esercito dei cieli, perfino nel tempio di Geova. Inoltre sparse molto sangue innocente, arrivando a offrire il suo stesso figlio come olocausto sull’altare di un falso dio. In definitiva “fece in grandi proporzioni ciò che era male agli occhi di Geova”. A causa di tutta quella malvagità Dio decretò che la calamità si sarebbe abbattuta su Gerusalemme e Giuda, come era successo nel caso di Samaria e Israele. (2 Re 21:1-6, 12-16) Dopo la morte di Manasse suo figlio Amon continuò a praticare l’idolatria. Presto però le cose sarebbero cambiate. Dopo soli due anni Amon fu assassinato e nel 659 a.E.V. salì al trono suo figlio Giosia, che aveva otto anni.
6 Giosia regnò per 31 anni, durante i quali Babilonia cominciò ad avere il sopravvento sull’Assiria. Giosia vide in questo un’opportunità per restituire a Giuda l’indipendenza dal dominio straniero. A differenza di suo padre e di suo nonno, egli servì Geova fedelmente e avviò radicali riforme religiose. (2 Re 21:19–22:2) Nel suo 12º anno di regno, Giosia distrusse gli alti luoghi, i pali sacri e le immagini dei falsi dèi; quindi ordinò che il tempio di Geova fosse riparato. (Leggi 2 Cronache 34:1-8). È degno di nota che Geremia ricevette da Dio l’incarico di profeta nel 13º anno del regno di Giosia (647 a.E.V.).
Come vi sareste sentiti a essere profeti ai giorni di Geremia?
7, 8. (a) In che modo il regno di Giosia fu diverso da quello di Manasse e Amon, suoi predecessori? (b) Che tipo di persona era Giosia? (Vedi il riquadro a pagina 20).
7 Nel 18º anno di dominio del buon re Giosia, durante i lavori di ristrutturazione del tempio, il sommo sacerdote ritrovò “il medesimo libro della legge”. Il re dispose che il suo segretario glielo leggesse. Giosia riconobbe gli errori del popolo, ricercò la guida di Geova per mezzo della profetessa Ulda ed esortò i suoi sudditi a ubbidire ai comandamenti divini. Ulda gli disse che Geova avrebbe recato la “calamità” sugli abitanti di Giuda a causa della loro infedeltà. Tuttavia tale calamità non si sarebbe abbattuta durante la vita di Giosia, poiché egli aveva l’atteggiamento giusto nei confronti della pura adorazione. — 2 Re 22:8, 14-20.
8 Il re Giosia rinnovò i suoi sforzi per eliminare qualunque traccia di idolatria. A questo scopo andò perfino nel territorio una volta occupato dal regno settentrionale di Israele per abbattere l’alto luogo e l’altare di Betel. Inoltre organizzò una straordinaria celebrazione della Pasqua. (2 Re 23:4-25) Come sarà stato felice Geremia! Purtroppo non fu facile convincere il popolo a cambiare condotta: per colpa di Manasse e Amon si era abbandonato alla degradata adorazione degli idoli, per cui versava in una condizione spirituale deplorevole. Nonostante le riforme di Giosia, Dio ritenne necessario far dichiarare a Geremia che gli dèi degli abitanti di Giuda erano numerosi quanto le loro città. I connazionali del profeta erano come una moglie infedele: avevano abbandonato Geova per prostituirsi con dèi stranieri. Geremia dichiarò: “Tanti quante sono le vie di Gerusalemme sono gli altari che avete posto per la cosa vergognosa, altari per fare fumo di sacrificio a Baal”. — Leggi Geremia 11:1-3, 13.
9. Quali avvenimenti a livello internazionale segnarono gli ultimi anni del regno di Giosia?
9 I messaggi dichiarati da Geremia non indussero gli ebrei a fare dei cambiamenti. E non influirono neanche sulle nazioni circostanti, che continuarono a lottare per la supremazia. Nel 632 a.E.V. le forze alleate dei babilonesi e dei medi conquistarono Ninive, la capitale assira. Tre anni dopo il faraone Neco si diresse a nord con il suo esercito in aiuto degli assiri sotto assedio. Per ragioni che la Bibbia non rivela, Giosia cercò di respingere l’esercito egiziano a Meghiddo, ma fu ferito mortalmente. (2 Cron. 35:20-24) Quali cambiamenti politici e religiosi si verificarono in Giuda in seguito a questo triste evento? E quali difficoltà si presentavano ora a Geremia?
CAMBIA IL CLIMA RELIGIOSO
10. (a) Quali analogie ci sono tra il periodo successivo alla morte di Giosia e i nostri giorni? (b) Di che beneficio può esserci esaminare la condotta di Geremia?
10 Immaginate cosa avrà provato Geremia alla notizia della morte di Giosia. Addolorato, intonò un canto funebre in onore del re. (2 Cron. 35:25) Era già un periodo di inquietudine, e l’instabilità politica a livello internazionale metteva Giuda sotto pressione. Egitto, Assiria e Babilonia, le potenze rivali, contendevano per il controllo della regione. Con la morte di Giosia, in Giuda era cambiato anche il clima religioso. Era finito un regime essenzialmente favorevole alle attività di Geremia e ne era iniziato uno ostile. Nei tempi moderni molti nostri fratelli hanno vissuto simili cambiamenti e hanno perso una certa libertà di adorazione per ritrovarsi perseguitati e al bando. Chissà quanti di noi potrebbero affrontare presto una situazione simile! Come influirebbe sulla nostra vita? Cosa potrebbe essere necessario fare per mantenere l’integrità? Tenendo conto di questi interrogativi, sarà utile considerare le difficoltà che Geremia riuscì a superare.
11. Cosa accadde in Giuda dopo la morte di Giosia?
11 Gli abitanti di Giuda misero Ioacaz, il figlio di Giosia, sul trono di Gerusalemme. Ioacaz, conosciuto anche come Sallum, regnò solo tre mesi. Di ritorno dal nord, dove aveva combattuto contro i babilonesi, il faraone Neco detronizzò il nuovo re e lo deportò in Egitto, da dove, secondo le parole di Geremia, Ioacaz ‘non sarebbe più tornato’. (Ger. 22:10-12; 2 Cron. 36:1-4) Al suo posto Neco mise sul trono un altro figlio di Giosia, Ioiachim. Quest’ultimo non seguì il buon esempio del padre. Invece di continuare le riforme religiose di Giosia, praticò l’idolatria. — Leggi 2 Re 23:36, 37.
12, 13. (a) Com’era il clima religioso all’inizio del regno di Ioiachim? (b) Come fu trattato Geremia dai capi religiosi ebrei?
12 All’inizio del regno di Ioiachim Geova disse a Geremia di recarsi al tempio e condannare senza mezzi termini la malvagità degli abitanti di Giuda. Questi consideravano il tempio di Geova una sorta di talismano che li avrebbe protetti. Tuttavia, se non avessero smesso di “rubare, assassinare e commettere adulterio e giurare falsamente e fare fumo di sacrificio a Baal e camminare dietro ad altri dèi”, Geova avrebbe abbandonato il suo tempio. Avrebbe abbandonato anche gli ipocriti che vi si recavano per adorare, proprio come aveva fatto con il tabernacolo di Silo ai giorni del sommo sacerdote Eli. Il paese di Giuda non sarebbe divenuto che “un luogo devastato”. (Ger. 7:1-15, 34; 26:1-6)a Che coraggio ci sarà voluto da parte di Geremia per dichiarare quel messaggio! Forse dovette farlo pubblicamente, davanti a personaggi preminenti e importanti. Anche alcuni fratelli e sorelle dei nostri giorni hanno avuto bisogno di coraggio per partecipare alla testimonianza stradale o per rivolgersi a persone ricche o influenti. Di una cosa però siamo certi: proprio come Geremia possiamo contare sul sostegno di Dio. — Ebr. 10:39; 13:6.
13 Visto il clima religioso e politico che caratterizzava Giuda, come avranno reagito i capi religiosi al messaggio di Geremia? Il profeta stesso racconta: “I sacerdoti e i profeti e tutto il popolo [mi] afferrarono, dicendo: ‘Positivamente morirai’”. Erano fuori di sé e dichiararono: “A quest’uomo spetta il giudizio di morte”. (Leggi Geremia 26:8-11). I nemici di Geremia però non riuscirono nel loro intento. Geova era con il profeta e lo liberò. Da parte sua Geremia non permise che gli oppositori, per quanto numerosi o minacciosi, lo intimorissero. Non dovremmo permetterlo neanche noi.
Che differenze ci furono tra le condizioni esistenti sotto Manasse, Amon e Giosia? Cosa possiamo imparare dal modo in cui Geremia affrontò le difficoltà legate al suo incarico?
“DEVI SCRIVERE TUTTE LE PAROLE”
14, 15. (a) Quale opera iniziarono Geremia e il suo segretario, Baruc, nel quarto anno del regno di Ioiachim? (b) Che tipo di persona era Ioiachim? (Vedi il riquadro a pagina 25).
14 Nel quarto anno del regno di Ioiachim, Geova disse a Geremia di mettere per iscritto tutte le parole che Lui gli aveva pronunciato sin dai giorni di Giosia. Geremia quindi dettò al suo segretario, Baruc, tutto ciò che Dio gli aveva detto nei precedenti 23 anni. I suoi messaggi di giudizio riguardavano una ventina di re e regni. Geremia disse a Baruc di leggere il rotolo ad alta voce nella casa di Geova. Con quale obiettivo? “Forse quelli della casa di Giuda ascolteranno tutta la calamità che penso di fare loro”, disse Geova, “affinché tornino, ciascuno dalla sua cattiva via, e perché io realmente perdoni il loro errore e il loro peccato”. — Ger. 25:1-3; 36:1-3.
15 Quando un funzionario di corte lesse il rotolo a Ioiachim, questi lo strappò e lo bruciò. Quindi diede ordine che gli conducessero Geremia e Baruc. “Ma Geova li tenne nascosti”. (Leggi Geremia 36:21-26). A causa dell’atteggiamento profondamente malvagio di Ioiachim, Geova dichiarò per mezzo del suo profeta che il re avrebbe avuto “la sepoltura di un asino”. Sarebbe stato “trascinato e gettato fuori, oltre le porte di Gerusalemme”. (Ger. 22:13-19) Pensate che questa profezia così vivida poteva essere considerata una semplice esagerazione di Geremia?
16. Quale messaggio positivo dichiarò Geremia?
16 Anche se doveva proclamare messaggi di giudizio, Geremia non era un profeta di sventura. Annunciò pure un messaggio di speranza. Geova avrebbe liberato un rimanente di Israele dai nemici e l’avrebbe ricondotto nel suo paese, dove avrebbe dimorato al sicuro. Dio avrebbe concluso con i suoi servitori un “nuovo” patto, “un patto di durata indefinita”, e avrebbe scritto la sua legge nel loro cuore. Avrebbe perdonato i loro errori non ricordando più i loro peccati. Inoltre un discendente di Davide avrebbe ‘eseguito diritto e giustizia nel paese’. (Ger. 31:7-9; 32:37-41; 33:15) Quelle profezie si sarebbero adempiute nei decenni e nei secoli successivi. Il loro adempimento influisce anche sulla nostra vita e può darci la speranza di avere un futuro eterno. Ma torniamo ai giorni di Geremia, quando i nemici di Giuda erano intenti a lottare per la supremazia. — Leggi Geremia 31:31, 33, 34; Ebrei 8:7-9; 10:14-18.
L’ASCESA DI BABILONIA
17, 18. Quali eventi a livello internazionale caratterizzarono gli ultimi anni del regno di Ioiachim e il regno di Sedechia?
17 Nel 625 a.E.V. i babilonesi e gli egiziani combatterono la decisiva battaglia di Carchemis, località nei pressi del fiume Eufrate, circa 600 chilometri a nord di Gerusalemme. Il re Nabucodonosor sgominò le forze di Neco, ponendo fine all’egemonia egiziana sulla regione. (Ger. 46:2) A quel punto Nabucodonosor aveva il controllo di Giuda e fece di Ioiachim un suo servitore. Dopo tre anni di vassallaggio, però, Ioiachim si ribellò. (2 Re 24:1, 2) Nabucodonosor reagì: nel 618 a.E.V. mosse con il suo esercito contro Giuda e circondò Gerusalemme. Immaginate che periodo burrascoso, anche per il profeta Geremia. A quanto pare Ioiachim morì durante l’assedio.b Suo figlio Ioiachin regnò su Giuda per soli tre mesi, prima di arrendersi ai babilonesi. Nabucodonosor spogliò Gerusalemme delle sue ricchezze e portò in esilio Ioiachin e la sua famiglia, così come le famiglie dei nobili di Giuda, gli uomini potenti e gli artigiani. Tra i deportati c’erano anche Daniele, Hanania, Misael e Azaria. — 2 Re 24:10-16; Dan. 1:1-7.
18 Nabucodonosor mise sul trono di Giuda un altro figlio di Giosia, Sedechia. Fu l’ultimo sovrano terreno della dinastia di Davide. Il suo regno terminò nel 607 a.E.V., quando Gerusalemme e il tempio furono distrutti. (2 Re 24:17) Gli 11 anni in cui Sedechia regnò furono caratterizzati da grandi tensioni politiche e sociali in Giuda. È chiaro che Geremia dovette confidare pienamente in Colui che gli aveva affidato l’incarico di profeta.
19. Come reagirono i contemporanei di Geremia al suo messaggio, e perché questo dovrebbe interessarci?
19 Mettiamoci nei panni di Geremia. Sin dal tempo di Giosia era stato testimone degli sconvolgimenti politici e del progressivo degrado spirituale che avevano colpito il popolo di Dio. Lui però sapeva che le cose sarebbero peggiorate ulteriormente. Gli abitanti della sua stessa città dissero: “Non devi profetizzare nel nome di Geova, affinché tu non muoia per nostra mano”. (Ger. 11:21) Anche quando le profezie di Geremia si adempirono, gli ebrei dichiararono: “Riguardo alla parola che ci hai pronunciato nel nome di Geova, non ti ascolteremo”. (Ger. 44:16) Eppure la loro vita era in pericolo, proprio come quella delle persone oggi. E il messaggio che proclamiamo viene da Geova, come quello di Geremia. Stando così le cose, possiamo rafforzare il nostro zelo per il ministero esaminando il modo in cui Geova protesse il suo profeta nel periodo che culminò con la caduta di Gerusalemme.
Cosa possiamo imparare dall’atteggiamento che ebbe Geremia durante il regno di Ioiachim? Quale importante profezia che riguarda anche i nostri giorni pronunciò Geremia?
GLI ULTIMI GIORNI DI UNA DINASTIA
20. Perché gli anni del dominio di Sedechia furono particolarmente difficili per Geremia? (Vedi il riquadro a pagina 29).
20 Gli anni più difficili dell’attività profetica di Geremia furono probabilmente quelli del dominio di Sedechia. Come molti dei suoi predecessori, Sedechia “continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova”. (Ger. 52:1, 2) Era assoggettato a Babilonia e, per volontà di Nabucodonosor, dovette giurare nel nome di Geova di rimanere fedele al monarca babilonese. Nonostante questo, alla fine Sedechia si ribellò. Intanto i nemici di Geremia continuavano a fare pressione su di lui perché sostenesse la ribellione. — 2 Cron. 36:13; Ezec. 17:12, 13.
21-23. (a) Quali fazioni opposte vennero a crearsi in Giuda durante il regno di Sedechia? (b) Quale trattamento subì Geremia a causa della sua presa di posizione, e perché questo dovrebbe interessarci?
21 Evidentemente all’inizio del regno di Sedechia giunsero a Gerusalemme messaggeri dei re di Edom, Moab, Ammon, Tiro e Sidone. Forse il loro intento era indurre Sedechia a unirsi a una coalizione contro Nabucodonosor. Geremia però esortò Sedechia a essere sottomesso a Babilonia. In armonia con questo, presentò ai messaggeri dei gioghi per simboleggiare il fatto che anche le rispettive nazioni avrebbero dovuto servire i babilonesi. (Ger. 27:1-3, 14)c Questa presa di posizione non incontrava il favore della maggioranza, e il compito di Geremia, che già doveva trasmettere un messaggio impopolare, fu reso ancora più difficile da Hanania. Questo falso profeta, che asseriva pubblicamente di parlare in nome di Dio, diceva che il giogo babilonese sarebbe stato infranto. Per mezzo di Geremia, però, Geova dichiarò che entro un anno quell’impostore sarebbe morto. E così avvenne. — Ger. 28:1-3, 16, 17.
22 A questo punto Giuda era divisa in due fazioni opposte: da un lato chi era favorevole al dominio babilonese e dall’altro chi fomentava la ribellione. Nel 609 a.E.V. Sedechia si ribellò chiedendo aiuto militare all’Egitto. Geremia si dovette scontrare con le folli mire nazionalistiche di chi sosteneva la ribellione. (Ger. 52:3; Ezec. 17:15) Nabucodonosor e il suo esercito tornarono in Giuda per sedare la rivolta, conquistarono tutte le sue città e misero di nuovo Gerusalemme sotto assedio. In quel momento drammatico il messaggio di Geremia per Sedechia e i suoi sudditi fu che Gerusalemme sarebbe caduta in mano ai babilonesi. Morte certa attendeva chi sarebbe rimasto in città. Chi voleva sopravvivere doveva arrendersi ai caldei. — Leggi Geremia 21:8-10; 52:4.
23 I principi di Giuda accusarono Geremia di essere passato dalla parte dei babilonesi. Quando egli dichiarò la verità, lo colpirono e lo misero nella casa di detenzione. (Ger. 37:13-15) Neanche allora Geremia annacquò il messaggio di Geova. I principi convinsero quindi Sedechia a mettere a morte il profeta e lo gettarono in una cisterna vuota perché morisse nel fango. Fu Ebed-Melec, un etiope che serviva nella casa del re, a salvarlo. (Ger. 38:4-13) Quante volte, nei tempi moderni, i servitori di Geova hanno affrontato pericoli perché, seguendo la loro coscienza, si sono rifiutati di essere coinvolti nelle controversie politiche! È chiaro che l’esperienza di Geremia può darci la forza di affrontare le prove e superarle.
24. Descrivete quanto accadde nel 607 a.E.V.
24 Infine, nel 607 a.E.V., i babilonesi aprirono una breccia nelle mura di Gerusalemme e la città cadde. L’esercito di Nabucodonosor bruciò il tempio di Geova, abbatté le mura della città e trucidò i nobili di Giuda. Sedechia tentò di fuggire, solo per essere catturato e portato dinanzi al conquistatore. I suoi figli furono scannati sotto i suoi occhi, e poi Nabucodonosor lo accecò, lo incatenò e lo condusse a Babilonia. (Ger. 39:1-7) Le parole di Geremia riguardo a Giuda e a Gerusalemme si erano adempiute. Invece di gioire, però, il profeta di Dio pianse per la calamità che si era abbattuta sul popolo. I suoi sentimenti sono espressi nelle pagine del libro biblico di Lamentazioni, la cui lettura sarà molto toccante per noi.
ATTIVITÀ A FAVORE DEL RIMANENTE DI GIUDA
25, 26. (a) Quali eventi seguirono la caduta di Gerusalemme? (b) Come reagirono i contemporanei di Geremia al messaggio che egli pronunciò dopo la caduta di Gerusalemme?
25 Cosa accadde a Geremia quando si verificarono quegli eventi drammatici? I principi di Gerusalemme l’avevano fatto prigioniero, ma i conquistatori babilonesi lo trattarono con benignità e lo liberarono. In seguito si ritrovò insieme ad alcuni ebrei che dovevano essere portati in cattività, ma fu nuovamente liberato. Il suo incarico sacro non era finito: c’era ancora del lavoro da fare a beneficio dei sopravvissuti. Nabucodonosor nominò Ghedalia governatore delle terre conquistate. Agli abitanti di Giuda rimasti fu assicurato che finché avessero servito il sovrano di Babilonia sarebbero vissuti in pace. Insoddisfatti, però, alcuni ebrei assassinarono Ghedalia. (Ger. 39:13, 14; 40:1-7; 41:2) Geremia esortò il rimanente di Giuda a continuare a dimorare nel paese e a non temere il re di Babilonia. I loro capi accusarono il profeta di essere un bugiardo e fuggirono in Egitto, portando via con la forza Geremia e Baruc. Geremia profetizzò allora che Nabucodonosor avrebbe invaso e sottomesso anche l’Egitto, recando la calamità sugli ebrei che vi si erano rifugiati. — Ger. 42:9-11; 43:1-11; 44:11-13.
26 Ancora una volta i connazionali di Geremia non ascoltarono le parole del vero profeta di Dio. Perché? Il loro ragionamento fu: “Dal tempo che cessammo di fare fumo di sacrificio alla ‘regina dei cieli’ e di versarle libazioni ci è mancato tutto, e siamo giunti alla nostra fine mediante la spada e mediante la carestia”. (Ger. 44:16, 18) Quant’era disastrosa la condizione spirituale dei contemporanei di Geremia! D’altra parte, è davvero incoraggiante notare come un uomo imperfetto, pur se circondato da persone prive di fede, può rimanere leale a Geova.
27. Cosa sappiamo degli ultimi anni in cui Geremia prestò servizio come profeta?
27 L’ultimo evento registrato da Geremia, la liberazione di Ioiachin per mano di Evil-Merodac, successore di Nabucodonosor, è datato 580 a.E.V. (Ger. 52:31-34) A quel punto Geremia avrà avuto circa 90 anni. Non abbiamo informazioni attendibili in merito alla sua morte. È probabile che passasse gli ultimi anni in Egitto e che morisse fedele lì, dopo aver reso a Geova 67 anni di servizio speciale. Aveva prestato servizio sia quando veniva promossa la vera adorazione che nei lunghi anni in cui l’apostasia aveva preso il sopravvento. Alcune persone timorate di Dio avevano ascoltato il suo messaggio. La maggioranza però l’aveva rigettato, mostrandogli anche aperta ostilità. Questo significa forse che Geremia aveva fallito? Tutt’altro. Sin dall’inizio, Geova gli aveva detto: “Di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’”. (Ger. 1:19) Noi testimoni di Geova abbiamo un incarico simile a quello di Geremia. Possiamo quindi aspettarci che le persone reagiscano in modo analogo. (Leggi Matteo 10:16-22). Cosa possiamo quindi imparare da Geremia, e quale atteggiamento dovremmo avere in relazione al nostro ministero? Vediamo.
Cosa accadde a Sedechia e ai suoi sudditi che rigettarono il messaggio di Geremia? Che idea vi siete fatti di Geremia?
a La somiglianza tra Geremia 7:1-15 e 26:1-6 ha indotto alcuni a concludere che questi brani si riferiscono allo stesso avvenimento.
b Daniele 1:1, 2 dice che nel terzo anno del suo regno, a quanto pare il terzo anno del suo vassallaggio, Ioiachim fu consegnato nelle mani di Nabucodonosor. Questo potrebbe significare che il re morì durante l’assedio che avrebbe poi visto capitolare la città. Giuseppe Flavio riporta che Nabucodonosor uccise Ioiachim e fece gettare il suo corpo fuori dalle mura di Gerusalemme senza dargli sepoltura. Tuttavia la Bibbia non menziona in che modo si adempì la profezia relativa alla morte di Ioiachim. — Ger. 22:18, 19; 36:30.
c Il riferimento a Ioiachim in Geremia 27:1 potrebbe essere un errore di trascrizione, dal momento che i versetti 3 e 12 parlano di Sedechia.