Stabilità e permanenza durante il mutamento del mondo
Vedendo che riceveremo un regno che non si può smuovere, continuiamo ad avere l’immeritata benignità, mediante la quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con devota riverenza e timore”. — Ebrei 12:28, NM.
“DIO è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle distrette”. In un tempo di grave crisi nel regno tipico di Dio il poeta ebraico pronunziò queste parole ispirate di Salmo 46:1, e che furono scritte e preservate proprio per una crisi simile come quella che esiste oggi nella vita di coloro che vigilano, pregano e sperano che venga il vero regno di Dio. Se sei una di tali persone, devi prendere a cuore queste parole e vivere conforme ad esse, fermamente convinto che Dio è il tuo rifugio e la tua forza.
2 Non puoi procedere secondo le nazioni di questo mondo. Ricorda che Satana il Diavolo è il “dio di questo sistema di cose”, che “tutti gli dèi dei popoli son idoli”, e che “le cose che le nazioni sacrificano le sacrificano ai demoni, e non a Dio”. Così c’informano le Scritture ispirate. (2 Cor. 4:4, NM; Sal. 96:5; 1 Cor. 10:20, NM) I demoni e il “governante dei demoni”, Satana il Diavolo, sono gl’invisibili tormentatori, oppressori e perturbatori del popolo. Essi progettano di trascinare il popolo lungi da Dio e alla distruzione per mano sua. Per sgombrare i santi reami del cielo della loro dannosa influenza fu necessaria la guerra nel cielo dopo che il regno di Dio mediante Cristo vi fu stabilito nel 1914. I demoni e il loro capo sono stati precipitati sulla terra e ciò che fu predetto che questo avrebbe significato per gli abitanti della terra si è verificato: “Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è disceso a voi, avendo gran furore, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. (Apoc. 12:1-12, NM) Il Diavolo e i suoi demoni sono responsabili dei guai e delle agitazioni della terra e del mare. Non vi è protezione, stabilità e permanenza sotto i demoni, neppure per i loro amici, servitori e adoratori. Essi sono malvagi, perversi e senz’amore, e non possono proteggere i loro adoratori e devoti dalla giusta indignazione di Dio. Non lo poterono al tempo in cui egli rilasciò il diluvio universale contro il mondo di violenza dei giorni di Noè. Non potranno offrire protezione alle nazioni, e neppure scampare essi stessi dallo sterminio, nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, ad Harmaghedon, dove il loro mondo finisce.
8 Senza sapere sono i progetti di questi dèi demonici delle nazioni che i capi e i loro popoli eseguono. Se farai del vivente e vero Iddio il tuo rifugio, non potrai avere nessuna parte con i demoni, i falsi dèi. Devi servire il proposito del vero Dio e dire ad altri qual è il suo proposito. In questo tempo di opposizione mondiale a lui devi dimostrare che Iddio è il tuo rifugio e la tua forza, credendo e operando in armonia con i suoi testimoni: “Voi siete i miei testimoni, dice Geova, e il mio servitore che io ho scelto; affinché voi conosciate me e mi crediate, e comprendiate che son io: prima di me non fu formato nessun Dio, né ce ne sarà dopo di me. Io, proprio io, sono Geova; e fuori di me non c’è nessun salvatore. lo ho dichiarato, io ho salvato, e io ho mostrato; e non c’era dio straniero fra voi: perciò voi siete miei testimoni, dice Geova, e io sono Dio. Sì, da che fu il giorno io lo sono; e non c’è nessuno che possa liberare dalla mia mano: io opererò, e chi potrà impedirlo?” — Isa. 43:10-13, SA.
4 Geova ha ripetutamente dato prova d’essere un sicuro rifugio per i suoi testimoni sulla terra. I suoi occhi onniveggenti scrutano la terra intera per rintracciare quelli che sono dedicati a lui affin di mostrare la sua forza in loro favore. (2 Cron. 16:9) Qual Dio è egli! Davanti a lui tutti i falsi dèi dovranno tosto prostrarsi nella disfatta ad Harmaghedon. “Poiché l’Eterno è un Dio grande, e un gran Re sopra tutti gli dèi”. È lui che dev’esser temuto e non gli aggressori totalitari impegnati nella conquista del mondo per mettere al trono i loro dii politici e le loro forme di religione ovunque. “Perché l’Eterno è grande e degno di sovrana lode; egli è tremendo sopra tutti gli dèi. Quelli che fanno di lui il loro rifugio e confidano nella sua forza credono nella sua divinità e dicono: “Poiché tu, o Eterno, sei l’Altissimo su tutta la terra; tu sei sommamente elevato sopra tutti gli dèi”. (Salmi 95:3; 96:4; 97:9) Dato che egli provvede una segreta forza ai suoi testimoni, essi han potuto sormontare la più implacabile e tirannica persecuzione compiuta dagli agenti umani dei falsi dèi. Gli avidi dittatori bramosi d’impadronirsi dell’impero del mondo hanno punito quelli che non han voluto unirsi nell’idolizzarli. Ma quando questi dittatori caddero, i testimoni di Geova continuarono a vivere e trovarono nuova forza per rinnovare la loro testimonianza all’“Iddio degli dèi”. Oggi essi esclamano con gratitudine: “Celebrate l’Eterno, perché egli è buono, perché la sua benignità dura in eterno. Celebrate l’Iddio degli dèi, perché la sua benignità dura in eterno”. — Sal. 136:1, 2.
“UN AIUTO SEMPRE PRESENTE”
5 Sembra che sia secondo la natura umana che le persone, quando sono impotenti a sormontare le proprie distrette, invochino aiuto e liberazione dai loro dèi. Malgrado l’Anno Santo del 1950, per esempio, le difficoltà mondiali sono andate peggiorando in modo allarmante. Perciò il papa della Città del Vaticano nella sua enciclica del 6 dicembre invitò il mondo cattolico a impegnarsi in una novena di preghiere per la pace. Parlando al collegio dei cardinali cinque giorni dopo, il papa invocò un “accordo generale delle intenzioni di tutti i cuori umani che, con l’aiuto di Dio, faccia scomparire tutti i pericoli che minacciano la pace del mondo intero”. (Times di New York, 12 dicembre 1950) Ma le preghiere innalzate a Dio con intenzioni contrarie alla sua volontà sono vane. Come dice Giacomo 4:2, 3 (Ti): “Litigate e guerreggiate, e non ricevete, perché non domandate. Chiedete e non ottenete, perché chiedete male, per consumare nei vostri piaceri”. Non è volontà di Dio oggi stabilire la pace mondiale affinché le nazioni ritornino alla normalità. Se egli restaurasse la pace, le nazioni non farebbero altro che consumare i benefici nelle loro concupiscenze e nei loro desideri egoistici, mostrando d’essere “amanti dei piaceri anziché di Dio”.
6 L’itinerario della Parola di Dio ha fissato questo periodo come un tempo contrassegnato da afflizioni internazionali, durante cui vi sarebbe stato “sulla terra angoscia delle nazioni, che non vedranno il modo di uscirne a causa del rimbombo del mare e della sua agitazione, mentre gli uomini verranno meno per la paura e l’aspettazione delle cose sopravvenienti sulla terra abitata”. Per la Cristianità questo doveva essere un tempo nel quale “noi aspettavamo la pace, ma nessun bene giunge; aspettavamo un tempo di guarigione [per mezzo di anni santi, ecc.], ed ecco il terrore!” (Luca 21:25, 26, NM; Ger. 8:15) Questo non è per Dio un tempo di fare la pace per le nazioni di questo mondo. Perciò gli sforzi del papa e della sua gerarchia di tendere le mani e atteggiarsi a mediatore fra il blocco comunista e il blocco democratico si dimostreranno inefficaci. Né i cattolici né i protestanti possono aspettarsi soccorso da Dio per loro mezzo.
7 Far di Dio il nostro rifugio e affidarci alla sua forza significa per noi accettare le distrette delle quali la sua Parola ci ha preavvertiti e, mentre queste distrette imperversano fra noi e contro di noi, rivolgerci a lui come al nostro “aiuto sempre pronto”. Questa espressione nella Bibbia originale ebraica è tale che vien resa in modi diversi dai traduttori: “Un ben provato aiuto nelle difficoltà”. (TA) “Lo troveremo molto vicino”. (Mo) “Un aiuto nella distretta, presto trovato”. (Ro) “Un aiuto nella distretta più volentieri trovato”. — Sal. di Ro.
8 Ah certo, Iddio ha permesso che il suo vero popolo trovasse in lui un aiuto eccezionale nell’afflizione. Una volta, ai giorni del re Giosafat, le coalizzate forze delle nazioni di Moab, Ammon e Monte Seir si misero in marcia per assalire Gerusalemme. Il popolo che confidava in Dio lo invocò nel suo tempio in quella città. Allora, per amor del suo nome, egli si mostrò dispostissimo a farsi trovare loro soccorritore. Prima ancora che le soverchianti forze nemiche raggiungessero la città santa Geova Dio ne operò la distruzione. Il suo popolo non ebbe bisogno di combattere in quella battaglia. Essi non fecero altro che cantare le sue lodi, e guardando videro la liberazione che l’Eterno diede. Così grande fu l’autosterminio degli aggressori che gl’Israeliti stettero tre giorni a raccogliere il bottino fra i loro cadaveri. — 2 Cron. 20:1-30.
9 Anche il re Asa trovò in Geova Dio un pronto aiuto nella distretta quando le sue forze si trovarono di fronte all’esercito etiope, forte di un milione di uomini con trecento carri, agli ordini di Zerah loro comandante. Il re Asa invocò: “O Eterno, per te non v’è differenza fra il dar soccorso a chi è in gran numero, e il darlo a chi è senza forza; soccorrici, o Eterno, o nostro Dio! poiché su te noi ci appoggiamo, e nel tuo nome siam venuti contro questa moltitudine. Tu sei l’Eterno, il nostro Dio; non la vinca l’uomo a petto di te!” Iddio esaudì quest’appropriata preghiera dando il necessario soccorso, e gl’Israeliti inferiori di numero poterono così mettere in rotta il nemico, del quale nessuno fu lasciato in vita. Il segreto di questa rivelazione fu svelato dal profeta Azaria: “L’Eterno è con voi, quando voi siete con lui; se lo cercate, egli si farà trovare da voi”. (2 Cron. 14:9 fino a 15:2) Quindi, ai giorni del re Ezechia, le forze del fondatore dell’impero assiro, re Sennacherib, minacciarono Gerusalemme, schernirono il suo Dio Geova, e chiesero una resa incondizionata. Dal mezzo di Gerusalemme il profeta Isaia pronunziò un messaggio senza compromessi ed il re Ezechia e tutta la città si rifugiarono sotto l’invisibile protezione e forza di Geova. Quella stessa notte l’orgoglioso esercito assiro fu sopraffatto e reso impotente quando l’angelo di Geova con un sol colpo abbatté 185.000 combattenti. Il mattino seguente il re Sennacherib prese la via del ritorno in Assiria dove fu infine assassinato. Nei peggiori momenti di una situazione, quanto subito e quanto di buon grado Geova Dio si lascia trovare e dimostra d’essere un aiuto nelle distrette! — Isa. 37:14-38.
RAGIONE DELL’INTREPIDEZZA
10 L’istruzione contenuta in questi esempi d’aiuto divino non dovrebbe andar perduta oggi per noi. Questi esempi furono narrati per il beneficio del presente popolo di Dio “sui quali è sopraggiunta la fine compiuta dei sistemi di cose”. (1 Cor. 10:11, NM) Contando dalla fine dei “fissati tempi delle nazioni” avvenuta nel 1914, siamo nel trentasettesimo anno del “tempo della fine” di questo mondo. (Luca 21:14, NM; Dan. 12:4) Durante questi anni critici i testimoni di Geova hanno cercato protezione e forza in lui, ed essi possono confessare ch’egli è un “ben provato aiuto nelle difficoltà”. Se non fosse per questo essi non esisterebbero oggi né aumenterebbero di numero. Ma noi stiamo entrando nei più gravi e difficili anni di questo “tempo della fine”. Il conflitto finale di Harmaghedon si avvicina. Perciò, non dimentichiamo che Geova Dio non cambia come non cambia la sua Parola. (Mal. 3:6) La sua forza si spiega in mezzo alla nostra debolezza. Nessuna distretta può crescere tanto dolorosamente nel futuro ch’egli non possa in essa soccorrerci, se noi dimoriamo fiduciosamente in lui come nostro rifugio e non ci rivolgiamo a questo mondo per aiuto mediante un compromesso col mondo che è il nemico di Dio. Perché dovrebbero preoccuparsi i testimoni di Geova se il mondo intero è contro di loro, discredita la loro testimonianza, li odia e perseguita? Il mondo intero era pure contro Noè e i sette che entrarono con lui nell’arca e fecero di Geova il loro rifugio e la loro forza. Tuttavia quando Iddio scatenò la forza naturale degli elementi, quel mondo di empi se n’andò nella distruzione, ma Noè e i suoi compagni nell’arca sopravvissero al diluvio.
11 Noi siamo fortificati dalla nostra propria recente esperienza come lo siamo dal contenuto della Parola di Dio. Dunque dovremmo avere una tal fede nel rifugio divino da far nostre le parole pronunziate in seguito dal salmista e davvero esprimerne il significato: “Perciò noi non temeremo, anche quando fosse sconvolta la terra, quando i monti fossero smossi in seno ai mari, quando le acque del mare muggissero e schiumassero, e per il loro gonfiarsi tremassero i monti”. — Sal. 46:2, 3.
12 Qui il salmista non si serve necessariamente di un linguaggio figurato e non parla d’una terra, di monti, mari e acque simbolici. Naturalmente, la terra simbolica oggi si va mutando come a causa di un terremoto politico, e il paese rugge col terrificante rumoreggiar d’una scossa di terremoto dopo l’altra accompagnate da urla di popoli e cani che agghiacciano il sangue. I governi politici che avevano l’apparenza di antichi monti che dominavano e rendevano stabile la terra sono stati scossi dalla radice e sono sprofondati in mezzo ai mari dei popoli ora in rivolta contro le ideologie e i sistemi politici, commerciali e religiosi per lungo tempo accettati. Le cosiddette “razze di colore” del mondo sono insorte e vengono agitate da venti di dottrine rivoluzionarie e da terremoti nella base oceanica. La paura del “pericolo giallo”, che già si era manifestata nel secolo scorso, è oggi ridestata. Specialmente lo è alla luce delle tattiche seguite dalle razze gialle sul teatro di guerra coreano. Ricorrendo a quello che chiamano jen hai o “mare umano”, esse scatenano ondate di creature umane dalle loro riserve di centinaia di milioni di persone. Con la sola potenza del numero e della forza bruta dilagano ovunque e travolgono tutti gli ostacoli e le barriere militari senza curarsi delle vite umane a buon mercato che sacrificano. “Oh,” dice il profeta di Dio, “che rumore di popoli numerosi! muggono, come muggono i mari. Che tumulto di nazioni! Le nazioni tumultuano come tumultuano le grandi acque”. — Isa. 17:12, 13.
13 Mentre questi mari umani, flagellati da paura, risentimento e antiche ingiustizie, muggono e mentre le acque spumeggiano e sollevano fango e lordura, i monti politici che ancora rimangono tremano e prendono misure per garantire la loro stabilità e permanenza. Perfino la Città del Vaticano, che pretende d’esser fondata su Pietro come sua rocca, non si sente ormai più stabile e sicura della sua permanenza. Essa medita la fuga, non a Geova come rifugio e protezione, ma ai puntelli dei governi che hanno le più poderose armi carnali e sono armati fino ai denti. Per le menti umane, il gonfiarsi delle sdegnate, trascinate da passioni acque dell’umanità è uno spettacolo terrificante. Vedendo come nulla sia più permanente e stabile nella società umana, molti si rassegnano senza speranza a lasciarsi inabissare nella crescente marea.
14 In mezzo a tutto questo sollevamento e cambiamento mondiale, quelli che han cercato rifugio in Geova Dio non hanno nulla da temere ed essere inquieti. Noi sappiamo che tutto questo fu predetto nella sua profezia. È il segno della consumazione di questo sistema di cose, sì, il segno della non veduta presenza del suo Figlio Gesù nella potenza e autorità del Regno. Sappiamo che il suo governo teocratico è ora stabilito nei cieli ed è l’unico governo stabile e permanente nell’universo. La sua potenza e influenza sono esercitate ora verso questa terra, e questo è ciò che incita il “dio di questo mondo”, Satana il Diavolo, e i suoi demoni a sommuovere la società terrena e a trascinare tutto il genere umano in una pazza corsa contraria al giusto governo di Dio sulla terra e che porta verso la distruzione per sua mano. Ma vi sono fra noi quelli che sperano di partecipare con Gesù Cristo a quel governo del nuovo mondo con la sua nuova terra e i suoi nuovi cieli. Questi ricordano come Geova scosse la terra letterale al Monte Sinai e ora dicono fiduciosamente: “A quel tempo la sua voce scosse la terra, ma ora egli ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta io metterò, non solo la terra, ma anche il cielo in commozione.’ Ora l’espressione ‘ancora una volta’ significa la rimozione delle cose che sono smosse come cose che sono state fatte, affinché le cose che non sono smosse possano sussistere. Perciò, vedendo che riceveremo un regno che non si può smuovere, continuiamo ad avere immeritata benignità, mediante la quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con devota riverenza e timore”. — Ebr. 12:26-28, NM.
15 Comunque sia, pare che il Salmo 46 si riferisca a un reale cataclisma terrestre. Per dar forza al suo argomento il salmista dice che, anche se un tale cataclisma letterale dovesse verificarsi sulla terra e la faccia del globo dovesse mutarsi in mezzo a una terrificante commozione, egli non temerebbe. Né avrebbe motivo di temere, perché egli è solidamente protetto e sostenuto da una forza che non è la sua propria forza umana ma viene dall’Iddio Onnipotente. Mentre il cataclisma della natura rumoreggiava e infieriva alla fine del mondo antidiluviano, come dovettero sentirsi liberi dalla paura Noè e la sua famiglia! Non solo perché erano al riparo nell’arca che avevano costruita, ma perché confidavano nel grande Dio Geova per la loro vera protezione. Egli non avrebbe colpito loro per mezzo del diluvio col quale distrusse l’empio, beffardo mondo. Come avvenne ai giorni di Noè, così avverrà in questo giorno dell’invisibile presenza del Figlio dell’uomo nella potenza del Regno.
16 Mentre ci avviciniamo alla battaglia d’Harmaghedon, “la guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente,” non sappiamo quali forze catastrofiche Geova Dio metterà in azione per sommergere questo mondo e spazzarlo via. Gli elementi politici, commerciali, militari e religiosi di questo mondo tremeranno sicuramente di paura alla vista e al suono di tali forze e diventeranno sempre più terrorizzati di fronte alla sicura prospettiva della loro propria distruzione. Noi sotto il rifugio del regno di Dio non dovremmo temere. Potremmo naturalmente essere spaventati, come lo fu Mosè al Monte Sinai, ma non parteciperemo alla paura del mondo. (Ebr. 12:21) Sappiamo che Dio domina le forze di distruzione e sappiamo verso chi egli le rivolge, non verso di noi ma verso i suoi nemici, i nostri nemici. Noi abbiam fatto di lui il nostro rifugio e il nostro riparo, ed egli sicuramente ci coprirà passando oltre come l’angelo distruttore passò oltre tutte le case d’Egitto segnate col sangue dell’agnello pasquale.
17 Il suo atto di distruzione del vecchio mondo è l’“atto strano”, l’atto di Dio, che noi abbiamo atteso, sì, per il quale abbiamo pregato. La nostra speranza e fiducia non sono mal riposte su alcuna delle cose create dall’ingenuità dell’uomo, perché sappiamo che sono condannate e scompariranno con questo vecchio mondo. Noi abbiamo a lungo testimoniato e sofferto in mezzo a questo vecchio mondo e ora esso passerà via da noi perché non ne facciamo parte. Ma noi non scompariremo con esso, perché siamo del nuovo mondo di giustizia. Noi apparteniamo all’organizzazione teocratica di Dio sotto il suo regno. La sua organizzazione visibile non scomparirà, ma è tanto stabile e permanente quanto il suo regno. Perciò qualsiasi memorabile, violento mutamento venga nell’aspetto fisico della terra alla fine del mondo di Satana, noi non avremo paura.
[Domande per lo studio]
1. Per quale tempo fu scritto Salmo 46:1? Chi deve conformarvisi?
2. Possiamo noi procedere secondo le nazioni mondane? A motivo di quali fattori non visti?
3. Per dimostrare che cosa non possiamo avere nessuna parte con i falsi dèi delle nazioni?
4. Che specie di Dio ha Geova dimostrato d’essere verso di noi?
5, 6. A causa del peggioramento delle distrette in quali preghiere indulge la Gerarchia Cattolica Romana? Perché Dio non esaudirà tali preghiere?
7. Che cosa significa, dunque, far di Dio il nostro rifugio e la nostra forza nelle distrette?
8, 9. Come diede prova Iddio d’essere per Israele un “aiuto sempre pronto”?
10. Perciò, affrontando ora gli anni più difficili, che cosa non dobbiamo dimenticare?
11. In che cosa dobbiamo ora aver fede, per far nostre le parole di Salmo 46:2, 3?
12, 13. Che cosa potrebbe aver inteso dire il salmista qui, se avesse parlato figurativamente?
14. In mezzo al mutamento mondiale, perché gli eredi del Regno non devono temere o essere inquieti?
15. Ma a che cosa si riferisce realmente Salmo 46:2, 3 per mostrare il grado d’intrepidezza del salmista?
16. Perché non dovremmo aver paura di questo futuro cataclisma?
17. Perché non scompariremo allora con questo mondo?