Domande dai lettori
◆ È giusto che i fidanzati abbiano rapporti sessuali? — M. A., Norvegia.
In Scandinavia e altrove questa condiscendenza in fatto di rapporti sessuali potrebbe essere un’usanza, specialmente durante lunghi fidanzamenti, talvolta di parecchi anni, e questo con pubblica approvazione. Ma che sia ammesso dall’approvazione pubblica non vuol dire che è giusta. L’intenzione dei rapporti sessuali non potrebbe essere quella del matrimonio legittimo, cioè, di generare figli, perché altrimenti dovremmo vedere la nascita di figli da queste coppie nel corso del loro fidanzamento, in ispecie nel caso di lunghi fidanzamenti, e prima che abbia luogo l’atto legale. Quindi è chiaro che in qualche modo viene fatto uno sforzo per evitare di aver bambini da tali rapporti sessuali, e per questa ragione non potrebbe nemmeno considerarsi come un concubinato. Il concubinato è compiuto da coppie che non hanno l’intenzione di legalizzare il matrimonio, ma di avere dei figli.
Quando si prende l’impegno di sposare, è sottinteso dalla coppia e dai loro genitori o tutori che un giorno i due consumeranno lo sposalizio. Non è il fidanzamento, ma è il matrimonio vero e proprio che conferisce ad entrambi il diritto di avere rapporti sessuali. Se i rapporti sessuali si hanno prematuramente nel periodo di fidanzamento e l’uomo dovesse morire oppure per diverse altre circostanze non dovesse sposare la donna, questa non sarebbe allora più una vergine e non potrebbe presentarsi ad un altro uomo come una vergine benché non sia mai stata maritata legalmente o unita in concubinato. Questo fatto in sé rende l’usanza ingiusta.
E che cosa c’è di teocratico in questo? Nella teocrazia tipica d’Israele la vergine fidanzata era obbligata a conservare la sua verginità finché il suo promesso sposo non la conducesse dalla casa dei suoi genitori a casa sua. Se un uomo violava una vergine che non era fidanzata, egli era costretto ad offrire al padre di lei un regalo in denaro e a prendersela immediatamente in moglie senza il consueto periodo di fidanzamento. In tal caso, non gli era neppure concesso di divorziare da lei per tutti i giorni della sua vita, poiché l’aveva violata e umiliata. — Eso. 22:16, 17; Deut. 22:28, 29.
Riguardo alla congregazione cristiana, che fu raffigurata da una vergine fidanzata in Israele, l’apostolo Paolo scrisse: “Io son geloso di voi con una gelosia divina, perché personalmente vi ho promessi in matrimonio ad un solo marito onde vi presenti come una casta vergine al Cristo”. (2 Cor. 11:2, NW) Secondo questa figura, la ragazza fidanzata dovrebbe essere vergine al momento in cui si sposa legalmente, o se essa è vedova non dovrebbe aver avuto rapporti sessuali col nuovo marito durante il periodo del suo fidanzamento con lui prima delle nozze vere e proprie.
Che una coppia abbia rapporti sessuali durante il periodo di fidanzamento significa commettere fornicazione o avere relazioni immorali. Un Cristiano avveduto che si sforza di acquistare la vita nel nuovo mondo non vi si abbandonerà, perché fare ciò vuol dire conformarsi a questo mondo e al suo modo di pensare e non alle regole giuste e pure del nuovo mondo di Geova. I genitori cristiani che hanno una figlia non permetteranno né lasceranno che un giovane, il quale si professi cristiano o appartenga a questo vecchio mondo, abbia con lei rapporti sessuali prima del formale matrimonio.
Le congregazioni cristiane non approveranno questa pratica nemmeno nei paesi dove è un’abitudine pubblicamente riconosciuta. Esse esigeranno che coloro i quali sono ammessi nella loro associazione si astengano da tale pratica o l’abbandonino, salvo che non si sposino immediatamente. Se il periodo di fidanzamento è troppo lungo perché la coppia riesca a non coabitare, essi dovrebbero portare il fidanzamento ad una fine il più presto possibile contraendo il matrimonio legale con i suoi onorevoli diritti. “È meglio sposare che essere infiammati dalla passione“. — 1 Cor. 7:9, NW.