Domande dai lettori
●Perché la Versione del Re Giacomo (inglese) parla in 1 Timoteo 3:1, 2 di “vescovi” e in 1 Timoteo 3:8, 10, 12, 13 di “diaconi” mentre la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane chiama i primi “sorveglianti” e gli ultimi “servitori di ministero”? — R. H., Stati Uniti.
Le parole o titoli religiosi “vescovo” e “diacono” sono semplicemente parole traslitterate in modo più o meno esatto nella nostra lingua; cioè sono riprodotte in modo molto simile a quello in cui appaiono nel greco anziché essere tradotte. Queste due parole sono epískopos e diákonos. Facciamo un esempio: “Logos” e “Cristo” sono parole traslitterate, perché sono titoli. Se non fossero usate come titoli, sarebbero “parola” e “unto”.
Ai giorni degli apostoli i servitori nella congregazione cristiana non avevano titoli, perciò nelle lettere di Paolo queste parole avrebbero dovuto essere tradotte. Tuttavia, ben presto la chiesa apostata trasse titoli da queste designazioni e li applicò a uomini che avevano posizioni corrispondenti alla forma di servizio o incarico descritto da queste parole greche. Questo allontanamento fu predetto dall’apostolo Paolo in Atti 20:29, 30.
La Versione del Re Giacomo fu tradotta per espresso comando del re Giacomo d’Inghilterra da uomini appartenenti alla Chiesa d’Inghilterra, nella quale alcuni avevano l’ufficio di “vescovi” e “diaconi”. Così, invece di tradurre le parole greche epískopos e diákonos secondo il loro significato letterale, i traduttori della Versione del Re Giacomo li resero come fossero titoli.
Tuttavia, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane e anche altre, come la versione di Oscar Cocorda, non traducono epískopos e diákonos come titoli ma secondo il significato delle parole, come “sorveglianti” e “servitori di ministero” o “servitori dell’Assemblea”. La Versione Standard Americana (inglese) indica nella nota in calce anche la traduzione di “sorvegliante” in ogni caso in cui nel testo è usato “vescovo”. L’evitare questi titoli umani è in armonia con i sentimenti espressi dal fedele Elihu: “Lasciate ch’io parli senza riguardi personali, senza adulare alcuno; poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Fattore tosto mi torrebbe di mezzo”. — Giob. 32:21, 22, VR.