Traete coraggio dalla Parola di Dio
“Possiamo aver coraggio e dire: ‘Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che cosa mi può fare l’uomo?’” — Ebr. 13:6.
1. Quali circostanze hanno riempito il cuore degli uomini di grande paura, e di fronte ad esse solo chi può essere coraggioso?
CHI può avere coraggio in un mondo come questo, un mondo pieno di paura? Mai prima nella storia dell’uomo tante forze hanno contribuito tutte insieme a suscitare timore nel cuore degli uomini. La paura della guerra ha dato origine alla più frenetica corsa agli armamenti nella storia della razza umana. Di anno in anno il ritmo dei delitti aumenta, accrescendo l’ansietà. Con allarmante frequenza, i terremoti fanno crollare sugli uomini le loro case, uccidendone 180.000 in Cina nel 1920 con una sola scossa, oltre 12.000 nell’Iran nel 1962, e altre migliaia ogni anno in altri luoghi. Siccità, invasioni di locuste e tempeste devastano i raccolti, provocando gravi carestie. Anche la malattia continua a richiedere un terribile pedaggio: non solo malattie come il cancro e la malaria, ma anche quelle provocate dall’avidità dell’uomo, che causano, per esempio, la nascita di migliaia di bambini deformi in seguito all’impiego di medicinali dannosi. In un mondo così afflitto da cause di paura come questo, chi ha buone ragioni di essere coraggioso? Solo quelli che possono dire: “Geova è il mio soccorritore”. — Ebr. 13:6.
2. Quali altre situazioni richiedono spesso coraggio, e dove bisogna rivolgersi per avere guida in questo tempo?
2 Si deve ricordare che le circostanze che richiedono coraggio non sono solo quelle che provocano grossi titoli sui giornali. A volte sono le tragedie personali di cui pochi altri sono a conoscenza. Queste cose a volte colpiscono la vita della persona più duramente della minaccia della guerra nucleare. Per affrontare questi problemi con coraggio e avere successo, bisogna rivolgersi a Dio e consultare la sua Parola per avere guida. — Sal. 46:1, 2; 119:105-112.
3. Perché i cristiani devono avere particolare coraggio?
3 Il coraggio è necessario in modo particolare a tutti quelli che cercano di vivere con santa devozione come seguaci di Gesù Cristo. Con ferma determinazione devono respingere le pressioni che attirano nel vortice del materialismo e della sensualità che contrassegna le vie del mondo. Come imitatori di Cristo, devono essere intrepidi testimoni di Geova Dio. Non devono aver timore di smascherare la falsità e di sostenere la verità della Parola di Dio, indipendentemente da quanto è impopolare. Per voler mantenere l’integrità a Dio possono essere gettati in prigione, licenziati dal lavoro o deportati dal paese in cui risiedono. Possono essere sicuri di questo: “Tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione riguardo a Cristo Gesù saranno anche perseguitati”. (2 Tim. 3:12) Da dove viene il coraggio di resistere a questa pressione? Questo è un bene posseduto da coloro che hanno la fede basata sulla Parola di Dio.
CORAGGIO DERIVANTE DAL CONOSCERE LA GRANDEZZA DI DIO
4. Com’è definito il coraggio cristiano, e su che cosa è basato?
4 Benché sia vero che il coraggio è forza interiore, il coraggio non consiste nell’aver fiducia nelle proprie forze. Non è il risultato del confidare in sé. Deriva invece dalla fiducia in Geova, e nella conoscenza di lui sta il segreto di questa forza. Quindi, per avere coraggio, dobbiamo rivolgerci alla Bibbia, poiché da questa fonte acquistiamo conoscenza di Geova Dio e delle sue incomparabili qualità, e la Parola di Dio imprime sulla nostra mente la sua grandezza. Parlandoci delle sue opere, essa rende chiaro che egli è “l’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso”. Narrando le sue gesta in relazione coi suoi servitori, mostra di essere l’“Altissimo sopra tutta la terra”, e “l’Iddio onnipotente”. “Jahve, invece, è il vero Dio, egli è Dio della vita”. Egli ode la supplicazione dei suoi servitori, e “non si è accorciata la mano di Jahve così da non poter salvare; non è divenuto ottuso il suo orecchio, così da non poter udire”. Gli adoratori di questo Dio hanno ogni ragione di essere coraggiosi. — Atti 17:24; Sal. 83:18; Eso. 6:3, VR; Ger. 10:10; Isa. 59:1, Ga.
5. Come il salmista, quale pratica che accresce il coraggio seguiamo?
5 Poiché l’accurata conoscenza della Parola di Dio è un elemento fondamentale per avere coraggio, ci conviene imprimerla sul nostro cuore e sulla nostra mente. Fate quello che fece il salmista che disse: “Ripenso le opere di Jahve; sì, voglio ripensare dall’antico le tue meraviglie. E medito tutte le tue opere e sulle tue imprese voglio ragionare”. (Sal. 77:12, 13, Ga) Dedicate un po’ di tempo ogni giorno alla lettura della Bibbia, meditando su di essa e parlandone con altri. Soffermatevi a pensare alle attività di Geova anziché fare delle liti dei governanti di questo mondo il vostro principale interesse. Prestando attenzione in tal modo alla Parola di Dio, accrescendo l’amore verso Dio, scaccerete la paura dei superbi oppressori dell’umanità, siano essi uomini al potere che cercano con arroganza di spazzar via la vera adorazione o nazioni che accumulano armi per la guerra nucleare. — 1 Giov. 4:18.
6, 7. Perché i testimoni di Geova non si perdono d’animo nemmeno quando potenti nazioni minacciano di sterminarli?
6 Coloro che sono dedicati adoratori di Geova Dio non si perdono d’animo nemmeno quando le nazioni che sono armate sino ai denti minacciano di sterminarli. Benché i cristiani ‘non facciano guerra secondo ciò che sono nella carne’ e ‘le armi della loro guerra non siano carnali’, questo non significa che le nazioni abbiano piena libertà di togliere la vita a quelli del popolo di Dio e porre fine alla giusta adorazione. (2 Cor. 10:3, 4) Geova è col suo popolo, ed esso ha fiducia in Lui. Mediante la sua Parola scritta essi sanno che ai giorni del re di Giuda, Giosafat, Egli liberò il suo popolo dalle forze alleate di Moab, Ammon e del paese di Edom. In quell’occasione egli disse al popolo di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: “‘Non temete e non lasciatevi impaurire dinanzi a questa grande moltitudine; infatti non combatterete voi ma Dio’. . . . Non toccherà però a voi di combattere; solo disponetevi là, rimanete fermi e contemplerete la vittoria che Jahve procurerà a voi”. — 2 Cron. 20:15-17, Ga; Sal. 34:7.
7 Inoltre, ai giorni di Ezechia il re di Assiria, governante del più potente governo che vi fosse tra gli uomini a quel tempo, dopo una riuscita campagna in diverse parti della Palestina, volse la sua macchina di guerra contro Gerusalemme. Fiducioso di far altre conquiste, il comandante dell’esercito, Rabshake, beffò Ezechia: “Che sorta di sicurezza è quella in cui confidi?” (Isa. 36:4, Ga) Ezechia mostrò in che cosa confidava salendo alla casa di Geova per pregare e mandando a informare il profeta di Geova, Isaia. La sfida del monarca assiro non era solo contro il re Ezechia e il suo popolo, ma anche contro Geova Dio. Per amore del suo nome Dio agì, e gli eserciti invasori non poterono nemmeno erigere i loro bastioni d’assedio contro la città né scagliare una sola freccia. In una notte l’angelo giustiziere di Geova uccise 185.000 soldati delle orde assire e rimandò a Ninive il re vacillante e sconfitto, dove incontrò la morte mentre adorava l’idolo del suo dio. Similmente nel ventesimo secolo, quando il potente governo dittatoriale della Germania Nazista minacciava di far sparire i testimoni di Geova, i suoi sforzi fallirono. Geova, che in tutti questi casi liberò i suoi servitori, è Colui del quale il governante mondiale Nabucodonosor disse umilmente: “Secondo il suo volere tratta con l’esercito del cielo e con coloro che abitano la terra e non c’è chi possa porre freno alla sua mano e possa dirgli: ‘Che fai?’” (Dan. 4:32, Ga) Tra breve, nella guerra universale di Armaghedon, egli spazzerà via completamente quelli che gli si oppongono e opprimono il suo popolo, ma nemmeno ora permette loro di sventare il suo proposito. Quelli che lo adorano hanno una buona ragione per essere coraggiosi. Vivendo sotto la sua amorevole cura, possono dire insieme al salmista: “Jahve è per me, non temerò; che cosa potrà farmi un uomo?” — Sal. 118:6, Ga.
LIBERAZIONE PREDETTA
8. Quando gli Israeliti erano prigionieri a Babilonia, come potevano trarre coraggio dalla scritta Parola di Dio?
8 Non molto tempo dopo aver liberato Gerusalemme dall’esercito di Sennacherib, Geova fece mettere per iscritto nella sua Parola l’incoraggiamento di cui il suo popolo avrebbe avuto bisogno in un tempo successivo. “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e proclamatele che è finita la sua sofferenza; che è stata scontata la sua iniquità. Essa ha ricevuto dalla mano di Jahve doppio castigo per tutti i suoi peccati”. (Isa. 40:1, 2, Ga) Sì, poiché erano divenuti apostati e avevano seguìto le orme dell’infedele Samaria che Geova aveva dato nelle mani dell’Assiria, gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme furono portati in esilio nel 607 a.C. per servire sotto padroni babilonesi. Ma come fu confortante per gli Israeliti prigionieri comprendere nel settantesimo anno della desolazione di Gerusalemme, per mezzo della Parola di Dio scritta tramite i suoi profeti Isaia e Geremia, che il tempo della liberazione era vicino! Potevano farsi coraggio! — Dan. 9:1, 2.
9. Perché il lungo viaggio per tornare a Gerusalemme non era una ragione per perdersi d’animo?
9 È vero che per tornare a Gerusalemme dovevano fare un lungo viaggio, ma avrebbe questo ostacolato l’adempimento della promessa del loro Dio? “Una voce grida: ‘Nel deserto preparate la via di Jahve, livellate nella steppa la strada per il nostro Dio. Si rivelerà la gloria di Jahve e ogni uomo vedrà la sua magnificenza, poiché la bocca di Jahve ha parlato’”. (Isa. 40:3, 5, Ga) Dio stesso avrebbe fatto in modo di togliere dalla via gli ostacoli. Egli avrebbe guidato invisibilmente il loro ritorno, come li aveva anche tratti fuori d’Egitto, poiché mediante la restaurazione del popolo del suo nome la gloria di Geova sarebbe stata resa manifesta a tutte le nazioni.
10. Quale promessa non sarebbe stata una buona ragione di farsi coraggio, ma che cosa rese la speranza dei Giudei prigionieri una speranza migliore?
10 Questa non fu la vana promessa di qualche capo nazionalistico dei Giudei che sperava di infrangere il giogo babilonese. Non potevano trovare vera ragione di coraggio in un progetto del genere. Ben sapevano che uno degli ispirati scrittori dei Salmi li aveva ammoniti di non rivolgersi agli uomini terreni per essere liberati, perché gli uomini periscono; seccano come l’erba. “Ma la parola del nostro Dio sussiste in eterno”. (Isa. 40:8, Ga) “Felice quegli cui il Dio di Giacobbe è di aiuto, la cui speranza è in Jahve suo Dio”. (Sal. 146:3-10, Ga) In adempimento alla sua parola, come l’amorevole pastore raduna le sue pecore, così Geova radunò il suo popolo a Gerusalemme perché ricostruisse il suo tempio di adorazione nel 537 a.C. La fiducia che avevano avuta nelle promesse della scritta Parola di Dio non era stata malriposta.
“ALZATE IN ALTO GLI OCCHI”
11. Mediante il profeta Isaia, a quali fatti inerenti alle sue opere creative rivolse Geova l’attenzione del suo popolo, e perché?
11 Quando predisse mediante Isaia la liberazione che avrebbe operato per il suo popolo, Geova continuò rivolgendo la loro attenzione alle sue opere creative. Li esortò a osservare in esse la prova della sua onnipotente possanza e a vedervi la ragione di confidare che egli avrebbe sostenuto quelli che speravano in lui. Rese chiaro che poteva misurare i mari nel cavo della mano; che poteva misurare i cieli come la distanza delle sue dita aperte, e che tutte le nazioni sono come un filo di polvere sul piatto della bilancia. Ma può l’uomo controllare gli immensi mari? È mai riuscito a vedere i limiti della creazione, per non parlare di misurare con certezza le distanze che lo separano dai remoti corpi celesti? Quale buona ragione vi sarebbe dunque per quelli che sperano in Geova di aver paura di ciò che possono fare gli uomini? Nessuna! — Isa. 40:12-17.
12, 13. Che effetto ci fa il confronto tra le opere creative di Dio e le imprese degli uomini?
12 Guardate in alto i corpi celesti e considerate che cosa significa la loro esistenza: “Alzate in alto gli occhi e considerate chi ha creato tali cose! Colui che fa uscire e conta il loro esercito, che le chiama tutte per nome; davanti all’Onnipotente e al Fortissimo nessuno può mancare”. (Isa. 40:26, Ga) È bene tenere a mente queste cose in un’epoca in cui gli uomini si vantano delle loro imprese scientifiche. Si gloriano perché hanno messo navi spaziali in orbita intorno alla terra. Sono fieri di aver mandato sonde spaziali verso il sole, la luna e i pianeti Venere e Marte. Ma significano queste gesta che dobbiamo rivolgerci all’uomo per essere preservati? Certamente no!
13 La luna è in orbita da molto tempo prima che gli uomini cominciassero i loro programmi spaziali, e non è un satellite che si distrugga dopo alcuni mesi. Ed è solo uno di questi corpi celesti, nessuno dei quali fu messo al suo posto dagli uomini. Ebbene, anche la terra è una nave spaziale con un carico vivente. Anziché un unico passeggero umano, ve ne sono tre miliardi, oltre a innumerevoli animali, e non hanno la tuta spaziale per sopravvivere. Per quanto le opere degli uomini possano apparire grandi agli occhi degli uomini, sono proprio patetiche accanto all’opera di Dio. Gli uomini possono avere nei loro arsenali bombe all’idrogeno e missili, ma Geova Dio può mandare terremoti equivalenti a migliaia di bombe all’idrogeno, e liberare tempeste di grandine contro cui gli uomini non possono contrattaccare. Anche con una lieve nevicata può immobilizzare le loro operazioni. (Gios. 10:11; Giob. 38:22, 23) Le imprese scientifiche delle nazioni non potranno evitar loro di essere chiamate a rendere conto del sangue che hanno sparso su questa terra. A motivo di ciò tutti gli amanti della giustizia possono farsi coraggio. — Amos 9:1-3; Ezech. 38:22.
14. Benché Geova sia onnipotente, perché non è facile essere tra i suoi adoratori in questo tempo?
14 Tuttavia, il fatto che Geova sia onnipotente non significa che quelli che lo adorano come veri cristiani abbiano la vita facile. Infatti Gesù disse ai suoi seguaci: “Vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, e sarete trascinati davanti a re e governatori per amore del mio nome. . . . Inoltre, sarete consegnati anche da genitori e fratelli e parenti e amici, e metteranno a morte alcuni di voi, e sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. (Luca 21:12-17) Ciò nonostante, questa prospettiva non fa perdere d’animo coloro che hanno riposto la loro fiducia in Dio. Perché no?
15. Malgrado la persecuzione ufficiale, in che modo le Scritture aiutano i cristiani a conservare il coraggio?
15 Essi traggono coraggio dalle Scritture, che li aiutano a vedere la cosa nella giusta prospettiva, dando loro l’assicurazione: “Egli siede sulla volta del mondo, i cui abitanti sono come cavallette. Egli stende il cielo come un velo, lo dispiega come una tenda per abitarvi; egli riduce in nulla i potenti e annienta i dominatori della terra”. (Isa. 40:22, 23, Ga) Quindi può darsi che alcuni governanti mettano al bando la vera adorazione. Possono dichiarare che è contro la legge predicare a persone di un’altra religione. Possono impadronirsi dei figli di genitori cristiani e somministrare loro una trasfusione di sangue perché i genitori si rifiutano di approvare una violazione della legge di Dio, e possono respingere gli appelli di questi genitori che chiedono giustizia. Ma Geova Dio vede le cose in modo diverso. Non manca di osservare ciò che succede, e annullerà gli ingiusti decreti di questi uomini che abusano della loro autorità. Allora quelli che il mondo ha giudicato incompetenti, saranno scelti da Dio per vivere per sempre nel suo nuovo mondo, poiché hanno sperato in lui.
ASCOLTIAMO DIO
16. Quali persone trovano motivo di coraggio quando studiano la Parola di Dio?
16 Certamente, conviene a tutti gli uomini ascoltare ciò che Dio ha da dire. Non possiamo aspettarci che approvi la nostra condotta se ci rifiutiamo di ascoltare i suoi consigli, né egli si compiace in coloro che professano con le labbra di amare Dio mentre il loro cuore è lontano da lui. Le Scritture non danno ragione di farsi coraggio a tali persone. Coloro che trovano motivo di farsi coraggio quando studiano la Parola di Dio hanno un’attitudine simile a quella del salmista che scrisse: “Insegnami, o Jahve, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. Dammi intelligenza e custodirò la tua legge e la osserverò con tutto il mio cuore. Indirizzami sul cammino dei tuoi precetti perché in esso mi compiaccio”. (Sal. 119:33-35, Ga) Coloro che sono mossi dall’amore verso Dio e verso le sue giuste vie hanno buone ragioni per essere coraggiosi. Essi non sono coraggiosi solo davanti all’opposizione, ma hanno il coraggio di riordinare la loro vita per metterla in armonia con le elevate norme morali stabilite da Dio.
17. In che modo ci vuole coraggio per rimanere moralmente puri, e come si può accrescere questo coraggio?
17 Ci vuole coraggio per far questo, poiché anche quando si sta attenti per evitare le cattive compagnie, si viene tuttavia a contatto con persone immorali. Forse sono le persone con le quali lavorate, forse sono i vicini o i compagni di scuola. Non è facile rifiutarsi di seguire la folla. Ma Gesù disse che i suoi seguaci non sono parte del mondo. (Giov. 17:11-14) Devono stare in guardia. Non osano smettere di vigilare nutrendo la loro mente con la letteratura immorale e i divertimenti dissoluti di questo mondo che ha la mania del sesso. Devono mostrare coraggiosamente il loro odio per ciò che è male e il loro amore per ciò che è bene. Prendendo piacere nei comandamenti di Geova, meditando su di essi, ci fortifichiamo contro l’immorale condotta del mondo; e tenendo sempre in mente che “tutte le cose sono nude e apertamente esposte agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto” siamo ulteriormente rafforzati nella determinazione di fare ciò che è giusto. — Ebr. 4:13.
18. Qual è la condotta del cristiano, malgrado le disoneste pratiche commerciali?
18 Naturalmente, alcuni uomini non sono così vivamente consapevoli di dover rendere conto a Dio, tuttavia essi hanno un certo senso di decoro. Conducono ciò che ritengono una vita morale, ma quando l’osservanza delle elevate norme morali sembra recare loro svantaggio, mancano spesso del coraggio di fare ciò che ritengono giusto. Per esempio, quando la loro sicurezza economica è minacciata dalle disoneste pratiche di concorrenti commerciali del mondo, pensano che l’unico modo di risolvere la situazione sia quello di adottare i loro metodi, anche se a loro non piacciono. O concluderanno che, se il loro principale richiede che siano disonesti nel trattare coi clienti, non possono fare altro. Ma il vero cristiano non la pensa così. Non si lascia sopraffare dalle malvage pratiche del mondo. Non è invidioso di quelli che commettono ingiustizie. Crede come credeva Davide, che temeva Dio: “Meglio il poco del giusto che la molta abbondanza degli empi. Perché le braccia dell’empio si spezzano; mentre Jahve sostiene i giusti. Jahve conosce i giorni dei perfetti e la loro eredità sarà in eterno”. (Sal. 37:16-18, Ga; Sal. 119:36) Poiché hanno salda fede in Dio, sono coraggiosi. Non si perdono d’animo per l’ansietà di ciò che mangeranno o berranno o di ciò che indosseranno. Sanno che se continueranno a cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia, Geova Dio farà in modo che le altre cose siano aggiunte. Traggono coraggio dalla Parola di Dio. — Sal. 37:1-4, 27, 34; Matt. 6:31-33.
19, 20. In che modo la conoscenza della Parola di Dio permette di evitare il compromesso della fede cristiana anche quando si è minacciati di morte?
19 Questa Parola scritta può eliminare le paure causate da superstizioni e ignoranza che hanno fatto cadere gli uomini in una triste schiavitù. Attraverso le sue pagine si può conoscere l’origine della vita e il significato della morte. Ma molti, poiché non hanno ascoltato la Parola di Dio e non sanno ciò che essa dice riguardo alla morte e alla vita futura, mostrano d’essere il genere di persone che il Diavolo descrisse quando disse a Dio: “Pelle per pelle! Tutto ciò che l’uomo ha dà per salvare la vita! . . . stendi la mano e toccagli le ossa e la carne e poi vedrai se benedice la tua faccia”! (Giob. 2:4, 5, Ga) Giobbe non era una persona di questo genere, ma molti lo sono. Daranno qualsiasi cosa in cambio della vita. Perderanno la virtù, l’onestà e una coscienza pulita per evitare la morte. Sono disposti a vivere secondo la menzogna, a professare di sostenere ideologie che odiano e a commettere azioni ignobili contro la loro volontà, pur di essere in pace con quelli al potere. Per paura della morte sono schiavi per tutta la loro vita. — Ebr. 2:15.
20 Ma coloro che hanno accurata conoscenza della Parola di Dio non vivono con questo timore. Essi servono la Fonte della vita, e lo hanno ascoltato. Essi sanno che ha preso provvedimento per liberare dalla tomba. Hanno fiducia nella sua promessa di risuscitare i morti, per cui non si rifiutano di mantenersi fedeli a Dio, anche fino alla morte se è necessario. (2 Cor. 4:13, 14; Riv. 2:10) La conoscenza della Parola di Dio li rende coraggiosi. Essa rafforzò Gesù perché mantenesse l’integrità davanti a una morte ignominiosa. Diede a Stefano il coraggio di dire la verità senza fare compromesso davanti alla corte che lo processava per decidere della sua vita. Similmente, essa ha dato a migliaia di cristiani testimoni di Geova di questo ventesimo secolo il coraggio di difendere la vera adorazione. — Ebr. 12:2; Atti, cap. 7.
21. Che cosa permette al cristiano di essere coraggioso malgrado i tempi difficili in qui si trovano ora tutti gli uomini?
21 Questa medesima Parola di Dio ci rafforza per agire con coraggio davanti alle minacce della guerra, della carestia, di spaventosi terremoti e selvaggi delitti, cose tanto prevalenti nel mondo odierno. Queste circostanze influiscono sulla vita dei cristiani quanto sul resto del mondo. Anch’essi possono essere scacciati dalle loro case dagli aggressori in tempo di guerra, perdere i loro averi a causa del terremoto, andare incontro al razionamento del cibo, e dovere esercitare maggior cautela per il prevalere del delitto. Ma la loro prospettiva è diversa dal mondo che li circonda. Fortificati dalla conoscenza delle Scritture, possono fare come disse Gesù: “Quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. (Luca 21:28) Riconoscono in queste cose la prova della prossima fine di questo vecchio empio mondo e dell’imminenza del giusto nuovo mondo di Dio. Questa conoscenza dà loro coraggio, non solo per affrontare le avversità che tutti hanno, ma per parlare in qualità di intrepidi sostenitori del regno di Dio.
22. Quale fiducia può avere il popolo di Geova circa la sua relazione con Dio, e come esso mantiene salda questa fiducia?
22 Avendo dato ascolto a Dio, sanno che egli ha cura di loro. Sanno di poterlo invocare in preghiera e che egli li ascolterà. (Sal. 145:18) Egli li sorveglia amorosamente, come il pastore ha cura del suo gregge. Indipendentemente dalle circostanze in cui si trovano, hanno fiducia che, finché continueranno ad ascoltare Dio e ad accettare i suoi amorevoli consigli, nulla ‘potrà separarli dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù’. (Rom. 8:31-39) Saggiamente, quindi, continuano a nutrire la mente e il cuore mediante la Parola di Dio studiandone i precetti e meditando su di essi ogni giorno della loro vita. Poiché fanno questo con fede possono “aver coraggio e dire: ‘Geova è il mio soccorritore; non avrò timore’”. — Ebr. 13:6.
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“Che sorta di sicurezza è quella in cui confidi?”