Un Dio di amorevole benignità
“Oh rendete grazie a Geova, poiché egli è buono; poiché la sua amorevole benignità è a tempo indefinito”. — Sal. 107:1.
1, 2. Alcuni come considerano Dio, in paragone a ciò che Davide scrisse?
QUAL è il vostro concetto di Dio? Lo considerate come una benigna, benevola divinità, ma che forse è al di sopra delle cose e dei problemi del genere umano? O forse voi pensate a lui come a un partigiano che combatte nelle cose del mondo, che benedice le guerre e gli spargimenti di sangue delle nazioni se sono in una causa “giusta”, forse anche come un Dio che arbitrariamente toglie la vita di una persona cara per i suoi imperscrutabili propositi.
2 Questo non si addice all’Iddio di cui il salmista Davide disse: “Geova è buono e retto. Perciò istruisce i peccatori nella via. Farà camminare i mansueti nella sua decisione giudiziaria, e insegnerà ai mansueti la sua via. Tutti i sentieri di Geova sono amorevole benignità e verità per quelli che osservano il suo patto e i suoi rammemoratori”. — Sal. 25:8-10.
3, 4. Quale dovrebbe essere la nostra attitudine verso il Creatore, e perché?
3 Davide era stato fuggiasco, fuggendo dai suoi compaesani per salvarsi la vita, ma non aveva dato a Dio la colpa delle sue difficoltà. Invece pregò: “Fammi conoscere le tue proprie vie, o Geova; insegnami i tuoi propri sentieri. Fammi camminare nella tua verità e insegnami, poiché tu sei il mio Dio di salvezza. In te ho sperato per tutto il giorno. Ricorda le tue misericordie, o Geova, e le tue amorevoli benignità, poiché esse sono da tempo indefinito”. — Sal. 25:4-6.
4 Molte persone in condizioni meno gravi hanno trovato a ridire sul Creatore. Non possono capire perché non interviene personalmente nel loro caso, e sono inclini a dare a Dio la colpa di tutte le loro difficoltà, indipendentemente dalla fonte. Ma facciamo bene a considerare ciò che la Parola di Geova dice su questo. Egli è un Dio di benignità e amore, come dichiarò Davide, o un Dio senza amore, assetato di sangue, come hanno asserito perfino alcuni ecclesiastici?
5. Quale consiglio della Parola di Geova Davide seguì saggiamente?
5 Davide fu falsamente accusato e molestato dal re Saul, a cui Geova aveva affidato il comando del suo popolo. Ma Davide non si amareggiò contro Geova per il modo d’agire geloso di Saul, e Davide rifiutò di farsi giustizia da sé e colpire “l’unto di Geova”. Egli ricordò la legge d’Israele: “Non odiare nel cuore il tuo fratello; riprendi francamente il tuo congiunto, così non avrai la responsabilità di un peccato. Non vendicarti e non serbare rancore verso i figli del tuo popolo, ma ama il prossimo tuo come te stesso. Io sono Jahve”. — Lev. 19:17, 18, Ga.
6. (a) Che cosa prefigurarono le guerre d’Israele, ma che cosa non dovremmo concludere? (b) In che modo Geova trattò con Davide in maniera da compensarlo?
6 In seguito Davide assunse il comando nella lotta che Israele impegnò contro i Cananei per cacciarli dal paese che era stato promesso all’antenato di Israele, Abraamo. Questa azione fu un modello profetico di come Geova nel nostro tempo purificherà la terra da quelli che si ribellano alla sua sovranità e darà l’eredità a quelli che lo amano e lo servono, “quelli che osservano il suo patto e i suoi rammemoratori”. Comunque, non c’è indicazione scritturale che in questi giorni Geova combatta per una nazione o l’altra. Al contrario, Isaia predisse che il suo popolo avrebbe fatto delle loro spade vomeri e non avrebbero più imparato la guerra. A Davide fu negato l’onore di erigere il tempio per l’adorazione di Geova perché era stato un uomo di guerra. Tuttavia Davide aveva compiuto la volontà di Geova per il suo tempo e così Geova promise che il suo regno non sarebbe stato tolto dalla sua linea di discendenza. (Atti 13:36) Riguardo a ciò, Isaia dichiarò profeticamente: “Porgete il vostro orecchio e venite a me. Ascoltate, e la vostra anima continuerà a vivere, e io concluderò prontamente con voi un patto di durata indefinita rispetto alle amorevoli benignità verso Davide che sono fedeli”. Non è strano che Davide dichiarasse: “In quanto a me, ho confidato nella tua amorevole benignità; gioisca il mio cuore nella tua salvezza. Per certo canterò a Geova, poiché m’ha trattato in maniera da compensarmi”. — Isa. 55:3; Sal. 13:5, 6.
7. In che modo Paolo collegò l’amorevole benignità di Dio a Davide col tempo di Gesù?
7 L’apostolo Paolo collegò il patto con Davide agli avvenimenti del giorno di Gesù, spiegando: “E noi vi dichiariamo dunque la buona notizia circa la promessa fatta agli antenati, che Dio l’ha interamente adempiuta per noi, loro figli, in quanto ha risuscitato Gesù; come è anche scritto nel secondo salmo: ‘Tu sei il mio figlio, quest’oggi io ti ho generato’. E questo fatto, che lo ha risuscitato dai morti, non più destinato a tornare nella corruzione, egli l’ha dichiarato in questo modo: ‘Vi darò le amorevoli benignità promesse a Davide che sono fedeli’”. La promessa fatta a Davide fu dunque adempiuta e Gesù quale erede di Davide e unigenito Figlio di Geova fu destato per divenire Re del nuovo ordine di cose di Geova nel tempo fissato. — Atti 13:32-34.
8. Quali sono alcune evidenze che Geova è un Dio di amorevole benignità?
8 Sin dall’inizio una serie crescente di avvenimenti mostrò la benignità e l’amorevole interesse di Geova per il genere umano. Il proposito di Geova che uomini giusti vivessero sulla terra in condizioni paradisiache non sarebbe stato frustrato. Quando Geova formò la terra come bella dimora per gli uomini, non provvide solo le pure necessità, ma coprì la terra di alberi da frutto e arbusti da fiore per il loro piacere e diletto. In mezzo al giardino piantò l’albero della vita, non vedendo l’ora che la prima coppia dimostrasse la sua fedeltà ed estendesse i confini del giardino paradisiaco sino alle estremità della terra. Anche dopo la loro ribellione e l’esecuzione della sentenza contro di loro, Geova mostrò con la profezia la sua immeritata benignità poiché predisse la futura redenzione di quelli che ripongono fede in lui.
9. Quale bisogno Davide riconobbe, e come fu provveduta questa prospettiva?
9 Come sarebbe avvenuta questa restaurazione delle condizioni paradisiache? Geova aveva promesso ad Abraamo: “Tutte le genti della terra saranno benedette nella tua progenie”. Questo seme di Abraamo sarebbe stato una benedizione provvedendo il mezzo della redenzione. Davide aveva espresso il bisogno di ciò pregando: “Non ti ricordare dei peccati della mia giovinezza e delle mie rivolte. Ricordati tu stesso di me secondo la tua amorevole benignità, per amore della tua bontà, o Geova. Per amore del tuo nome, o Geova, devi pure perdonare il mio errore, poiché è considerevole”. (Gen. 22:18, Na; Sal. 25:7, 11) Davide vide che ci voleva qualcosa di più che sacrifici animali per provvedere soddisfacente espiazione, e confidò che l’amorevole benignità di Geova l’avrebbe provveduto. Il patto fatto da Geova con Davide fu un altro passo verso l’adempimento del proposito di Geova. (2 Sam. 7:16) In che modo? Come disse Paolo, riguardo a Gesù: “Da tutte le cose di cui non potevate esser dichiarati senza colpa per mezzo della legge di Mosè, chiunque crede è dichiarato senza colpa per mezzo di Lui”. Quale prospettiva offrì questo, grazie all’immeritata benignità di Geova, per la benedizione di tutte le nazioni, persino il perdono dei peccati e degli errori come menzionò Davide! — Atti 13:38, 39.
10. In che modo l’umanità in genere ha reagito ai provvedimenti di Geova, e che cosa indica questo?
10 Tuttavia, fino a questo giorno il genere umano non ha accettato e applicato la lezione di benignità insegnata da Geova e suo Figlio. Invece, in tutto il mondo c’è odio dovuto a nazionalità, pregiudizio dovuto a diversità religiose, abusi e scortesie dovuti a razza. Quelli che perseguono tale condotta mostrano di camminare nelle tenebre, per quanto riguarda il punto di vista del loro Creatore, e le tenebre hanno accecato i loro occhi. (1 Giov. 2:9-11) Seguire la condotta della benignità vuol dire camminare unitamente con Geova, camminando nella luce. Questa luce dalla sua Parola rivela ulteriormente il contrasto fra quelli che sono figli di Dio e quelli che seguono la satanica condotta di ostilità, divisione e odio. “I figli di Dio e i figli del Diavolo son mostrati da questo fatto: Chiunque non pratica la giustizia non ha origine da Dio, né ha origine da Dio colui che non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito dal principio, che dobbiamo avere amore gli uni per gli altri; non come Caino, che ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello”. — 1 Giov. 3:10-12.
11. (a) Quale illustrazione fece Gesù circa la benignità? (b) Come mostrò egli la stessa imparzialità del Padre suo?
11 Né si deve intendere che questo amore per il proprio fratello significhi solo quelli della propria famiglia o anche della propria razza. Come disse Gesù: “Mia madre e i miei fratelli son questi che odono la parola di Dio e la mettono in pratica”. (Luca 8:21) Egli non fece dunque distinzioni a causa di vincoli di sangue o a razza. Sapeva che il Padre suo aveva mostrato immeritata benignità a tutte le razze degli uomini e che è imparziale verso tutti. Egli fece tutti gli uomini di un solo sangue, e ha dato a tutti la medesima speranza di vita tramite suo Figlio sotto il dominio del suo Regno. Uno studioso della Legge, che conosceva il comando di Geova di amare il prossimo come noi stessi, chiese: “Chi è realmente il mio prossimo?” Gesù rispose narrando di un uomo sulla strada da Gerusalemme a Gerico che fu derubato e percosso e lasciato mezzo morto. Ignorato da un sacerdote e da un Levita che passarono lì vicino, ricevette infine benigne cure da un Samaritano. Gesù chiese: “Chi di questi tre ti sembra che si sia reso prossimo all’uomo che cadde fra i ladroni?” Certo l’uomo che agì con misericordia mostrò d’essere realmente il prossimo. Gesù lodò quest’azione, dicendo al suo interrogatore: “Va e fa anche tu lo stesso”. — Luca 10:29-37.
12. (a) Di che cosa non si deve incolpare Dio? (b) Come lo mostrano le Scritture?
12 Malgrado il fatto che molti non solo trascurano e ignorano i loro vicini quando hanno bisogno di aiuto, ma agiscono anche in modo ribelle verso il loro Creatore, Geova ha continuato a trattare col genere umano con longanimità, pazienza e benignità. (Sal. 107:11-13) Non lo si deve incolpare perché morte improvvisa si abbatte su migliaia di giovani e vecchi a causa di incidenti, guerra o malattia quando meno lo si aspetta. Al contrario, egli è colui che apre la via che conduce alla vita per quelli che la desiderano. Sia lui che suo Figlio raccomandano e praticano l’immeritata benignità. — Eccl. 9:11; Ebr. 2:14.
13. (a) In quale condizione era caduto Israele secondo Osea? (b) Che specie di Dio avrebbe Geova mostrato d’essere se il popolo si pentiva?
13 Comunque, le amorevoli espressioni di benignità di Geova verso gli uomini durante i secoli non significano che egli tolleri o perdoni sentimentalmente ogni male. A Israele egli si descrisse con queste parole: “Geova, Geova, Iddio misericordioso e clemente, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità e verità, che serba l’amorevole benignità a migliaia, perdonando l’errore e la trasgressione e il peccato, ma non esenterà affatto dalla punizione, recando la punizione per l’errore dei padri sui figli e sui nipoti, sulla terza generazione e sulla quarta generazione”. (Eso. 34:6, 7) Col tempo Israele fu meritevole di castigo. Osea descrisse l’amorevole benignità del popolo “come le nuvole del mattino e come la rugiada che presto scompare”. Giuda aveva perfidamente violato il patto con Geova. Invece di praticare l’amorevole benignità del loro Dio, Galaad divenne “una città di malfattori, macchiata di sangue. Come banditi in agguato la ciurma dei sacerdoti assale sulla strada di Sichem, commette scelleratezze”. Israele era contaminato. Certo esistendo condizioni simili nel paese era vero che la poca amorevole benignità che c’era era scomparsa come rugiada la mattina presto. Con buona ragione Osea implorò: “Venite, e torniamo a Geova, poiché egli stesso ha fatto a brani ma ci sanerà. Colpiva, ma ci fascerà”. Geova voleva il loro leale amore anziché sacrificio, e che riconoscessero l’importanza della conoscenza di Dio anziché degli olocausti. (Osea 6:1-10, NM; Na) Se il popolo si pentiva, Geova avrebbe mostrato d’essere un Dio ‘lento all’ira e abbondante in amorevole benignità, ma che non esentava affatto dalla punizione’.
14. Qual era la condizione di Israele ai giorni degli apostoli, e quale provvedimento prese Geova per i Gentili?
14 Secoli dopo l’apostolo Paolo commentò che Geova era un Dio equilibrato che mostrava benignità, ma che mostrava pure severità quando era meritata. Egli citò le parole che Geova disse a Isaia: “Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo che è disubbidiente e contraddice”. Elia aveva persino implorato Dio contro Israele, dicendo: “Geova, essi hanno ucciso i tuoi profeti, hanno abbattuto i tuoi altari, e io solo son rimasto”. Ma Geova non rigettò il suo popolo. Sapeva che rimanevano settemila uomini di fede oltre Elia. Così sebbene la nazione inciampasse spesso, non persero completamente il favore di Geova, e, come i settemila che rifiutarono di adorare Baal nel tempo di Elia, un rimanente d’Israele fu fedele durante il ministero di Gesù. Paolo scrisse: “In questo modo, perciò, vi è anche al tempo presente un rimanente secondo l’elezione dovuta all’immeritata benignità”. Comunque, la maggioranza d’Israele agì come se fossero profondamente addormentati, con gli occhi chiusi e gli orecchi sordi alla meravigliosa opportunità che Geova nella sua immeritata benignità offriva loro. Il loro fallimento aprì ai Gentili, le persone delle nazioni, la strada per venire nel nuovo patto inaugurato da Gesù. I Giudei non erano più separati come popolo eletto da tutte le altre nazioni, ma il muro di separazione era stato abbattuto ed ora era aperta ad altri la strada per venire nel favore di Geova come suo popolo del patto. — Rom. 10:21 fino a 11:11; 1 Piet. 2:10.
15. Paolo come illustrò l’azione di Geova, e quale avvertimento fu dato?
15 Paolo descrisse ciò paragonando il popolo del patto di Geova ai rami di un ulivo. Poiché Israele come nazione non portò frutto, i rami spiritualmente morti furono tagliati e vi furono innestati nuovi rami da un ulivo selvatico, che rappresentavano uomini di fede di nazioni gentili, affinché ricevessero la ricchezza di Geova e le benedizioni che avrebbe elargito. Paolo avverte che ciò non avvenne a motivo di alcuna speciale opera da parte di quelli che furono innestati, ma a motivo della mancanza di fede di quelli ai quali fu data per prima l’opportunità. Egli rammenta loro: “Se Dio non risparmiò i rami naturali, nemmeno risparmierà te. Vedi perciò l’immeritata benignità e severità di Dio. Severità verso quelli che caddero, ma benignità di Dio verso di te, purché tu rimanga nella sua benignità; altrimenti, sarai potato anche tu”. (Rom. 11:21, 22) Sono richieste fede e ubbidienza per rimanere nella benignità di Geova. Non è questione di nazionalità o razza. Come disse Paolo, “non vi è distinzione fra Giudeo e Greco, poiché sopra tutti è lo stesso Signore, che è ricco verso tutti quelli che lo invocano. Poiché ‘chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato’”. — Rom. 10:12, 13; 2:7-11.
16. Come fu resa possibile la speranza della vita eterna?
16 Geova ha aperto la porta che conduce alla vita per mezzo della sua immeritata benignità, equilibrando la bilancia della giustizia col provvedere suo Figlio come riscatto affinché possiamo sfuggire alla condanna e alla morte ereditate da Adamo. Paolo mise questo in risalto in Tito 3:4-7, dicendo: “Quando fu manifestata la benignità e l’amore del nostro Salvatore, Dio, verso gli uomini, non per alcuna opera di giustizia che noi avessimo compiuta, ma secondo la sua misericordia egli ci salvò per mezzo del bagno che ci portò alla vita e per mezzo del nostro rinnovamento mediante lo spirito santo. Egli versò riccamente questo spirito su di noi per mezzo di Gesù Cristo nostro Salvatore, affinché, dopo essere stati dichiarati giusti in virtù della sua immeritata benignità, divenissimo eredi secondo la speranza della vita eterna”. Geova è veramente un Dio di amorevole benignità. Non a motivo delle nostre proprie opere giuste diveniamo idonei per la vita, ma perché Geova mostrò immeritata benignità provvedendo un riscatto, che Gesù rese disponibile dando in sacrificio la sua vita umana. “E la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e noi abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre; ed egli era pieno d’immeritata benignità e di verità. Poiché tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza, perfino immeritata benignità sopra immeritata benignità”. In questo Gesù rispecchiò le benigne qualità del Padre suo. — Giov. 1:14, 16.
17. In che modo regnò l’immeritata benignità?
17 Si può così vedere chiaramente che non è per qualche azione da parte dell’individuo che egli ha la speranza della vita eterna, perché tutti hanno peccato; tuttavia Dio concede questa prospettiva d’essere dichiarati giusti mediante la fede nel sacrificio di riscatto di Cristo Gesù come gratuito dono per sua immeritata benignità. (Rom. 3:23, 24) Fino al tempo di Cristo la legge che Dio diede rammentò a Israele la loro imperfezione e peccaminosità, ma il riscatto di Gesù aprì la via per ricevere i benefici dell’immeritata benignità di Dio. Veramente fino a quel tempo il peccato regnò con la morte, ma quindi Geova aprì la via affinché “l’immeritata benignità regnasse per mezzo della giustizia in vista della vita eterna”. (Rom. 5:21) Gesù era venuto come condottiero e comandante per benedire tutti i gruppi nazionali, in adempimento al patto di Dio “rispetto alle amorevoli benignità verso Davide”. — Isa. 55:3, 4.
18. Come alcuni respingono l’immeritata benignità di Dio?
18 Oggi i cristiani non sono nel patto della legge mosaica con Dio, ma, essendo associati al nuovo patto, sono guidati dallo spirito di Dio. (Rom. 6:14) Anche così, le nostre prospettive d’avere la giusta condizione agli occhi di Dio non dipendono dalle nostre opere. L’apostolo Paolo parlò con vigore riguardo a ciò, mostrando che nessuno potrebbe ottenere la vita mediante i suoi propri sforzi: “Io non respingo l’immeritata benignità di Dio; poiché se la giustizia è per mezzo della legge, Cristo effettivamente morì per nulla”. (Gal. 2:21) Infatti, Paolo proseguì, dicendo: “Voi siete separati da Cristo, chiunque voi siate che cercate d’esser dichiarati giusti per mezzo della legge; vi siete allontanati dalla sua immeritata benignità”. — Gal. 5:4; Rom. 11:5, 6.
19. Quale privilegio Geova ha dato oggi ai cristiani?
19 Comunque, sebbene non sia mediante i nostri propri sforzi ma piuttosto per il merito del sacrificio di Cristo che abbiamo la meravigliosa speranza della vita eterna, sia in cielo o sulla terra, questo fatto non significa che Geova non ci abbia dato un’assegnazione di servizio. Paolo rammentò dunque ai Galati: “Dio, che . . . mi aveva chiamato mediante la sua immeritata benignità, ritenne bene di rivelare riguardo a me il suo Figlio, affinché dichiarassi la buona notizia intorno a lui alle nazioni”. (Gal. 1:15, 16) Anche oggi i cristiani, accettando questa chiamata a dichiarare la buona notizia, possono partecipare al ministero e mostrare che apprezzano l’immeritata benignità di Geova. Come figli di Dio, dovremmo riflettere ad altri la sua qualità della benignità, e quale miglior modo c’è di far questo che recar loro la verità che conduce alla vita! Gesù fece questo, condividendo sia l’immeritata benignità che la verità per mezzo del suo ministero. — Giov. 1:17, 18.
20. Chi è la vera fonte della benignità, e quale invito estende?
20 Geova stesso è l’originale fonte della benignità. Come scrisse l’anziano apostolo Giovanni: “Chi realmente non ti temerà, Geova, e non glorificherà il tuo nome, perché tu solo sei amorevole e benigno?” (Riv. 15:4, edizione inglese del 1950) Anche a quelli che sono andati contro la direttiva di Dio, se cambiano il loro modo d’agire, può essere ancora offerta l’opportunità di riconciliarsi e ottenere il dono della vita, come il profeta Gioele invitò gli ostinati Israeliti: “Tornate a Geova vostro Dio, poiché egli è clemente e misericordioso, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità”. — Gioe. 2:13.
21. Quale sforzo fa Satana, ma che cosa può condurre alla salvezza?
21 D’altra parte, Satana fa tutto quello che può per combattere la benignità di Geova, sapendo che gli rimane solo breve tempo per accecare la mente delle persone alla buona notizia. (2 Cor. 4:4) Ogni suo sforzo mira a diffamare il Creatore, presentandolo come un Dio che non si cura e non si interessa dei problemi e delle prove del genere umano, un Dio che parteggia nelle guerre umane ed è perciò responsabile della sofferenza e del dolore delle persone. (Giov. 8:44) Ma Gesù preconobbe che prima che Geova finalmente ponesse fine all’inganno e alle agitazioni di Satana, sarebbe stato dato un avvertimento e sarebbe stata resa chiara la vera posizione di Geova come Dio di amorevole benignità, Colui che recherà benedizioni al suo popolo per mezzo del suo Regno sotto il dominio di Cristo Gesù. A questo fine ha radunato insieme uomini di fede come suoi testimoni in un’organizzazione mondiale per predicare “questa buona notizia del regno”. Partecipare ora a quest’opera affidata da Dio conduce alla salvezza. — Rom. 10:9-11.
22. Quale sorte attende quelli che cadono nel laccio di Satana?
22 Durante questo periodo di intervallo prima che venga contro l’organizzazione di Satana la finale schiacciante tribolazione molti hanno modo di udire il messaggio del Regno e in effetti ripetono la preghiera di Davide: “Fammi conoscere le tue proprie vie, o Geova; insegnami i tuoi propri sentieri”. (Sal. 25:4) Imparano a conoscere Geova come Dio che estende immeritata benignità a quelli che “osservano il suo patto e i suoi rammemoratori”. Non cadono più nel laccio della mancanza di fede messo da Satana, rimuginando sui barbari atti di guerra di anni recenti e attribuendo tali cose a Dio. (Giac. 4:1, 2) Comunque, la cristianità in genere, come Israele dell’antichità, manifesta amorevole benignità che svanisce nel tempo della difficoltà come rugiada del mattino al calore del sole, sparendo rapidamente perché non ha vera fede in Geova, nella sua Parola e nel suo Regno. Se questi non tornano a Geova e non si volgono alla conoscenza di Dio, saranno abbattuti come nella mietitura quando Geova purificherà la terra di ogni malvagità nella battaglia di Armaghedon. Come profetizzò Isaia, allora gli uomini di fede “effettivamente usciranno e guarderanno i cadaveri degli uomini che trasgredivano contro di me”. — Isa. 66:24.
23. (a) Come le Scritture mostrano la giustizia di Geova? (b) In che modo anche la severità di Geova mostra d’essere una benignità?
23 Così Geova coi suoi giusti giudizi mostra sia benignità che severità, la meritata severità verso quelli che si oppongono agli ambasciatori del suo Regno e al loro messaggio e che volgono le spalle al suo giusto proposito, ma benignità agli uomini di fede con la prospettiva della vita eterna. (Luca 20:9-18) Anche in questo “tempo della fine” Geova continua a mostrare la sua pazienza, non desiderando che alcuno perisca. (2 Piet. 3:9) Ciascuno, mediante la sua condotta, determinerà se riceverà la benignità o la severità di Dio. Geova mostrerà effettivamente benignità a tutti coloro che ripongono fede in lui quando purificherà completamente la terra da tutta la malvagità. (Ebr. 10:26-29) Allora come mai prima ‘l’immeritata benignità regnerà per mezzo della giustizia in vista della vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore’. — Rom. 5:21; Sal. 107:15.
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Il benigno Samaritano