Si avvicina la Pace di mille anni
“Regneranno con lui per i mille anni”. — Riv. 20:6.
1. Che cosa preferiscono le persone, la pace planetaria sulla luna o la pace sulla terra? e perché?
QUANDO i tre astronauti in un veicolo spaziale di fabbricazione umana fecero dieci giri orbitali intorno alla luna al tempo del Natale del 1968, osservarono che le cose erano molto pacifiche sulla luna a soli cento chilometri di distanza. Tornando sani e salvi, sulla nostra terra, rientrarono in un mondo in cui infuriavano guerre e in cui si esprimevano grandi timori che scoppiasse una terza guerra mondiale, una guerra nucleare. Essi furono tuttavia felicissimi d’essere di nuovo sulla nostra terra in tumulto. E perché no? Chi vuole andare sulla luna per godere la pace planetaria? Ciò che le persone comuni desiderano è la pace mondiale proprio qui sulla terra, a cui apparteniamo. Questo desiderio del loro cuore non è mal riposto, poiché proprio qui sulla terra avranno una pace di mille anni che comincerà presto. Come vi sentireste se la vedeste cominciare? Vi considerereste davvero altamente favorito.
2, 3. (a) Perché le persone hanno perso la fiducia nella capacità dei governanti del mondo di stabilire pace durevole? (b) Che dire dell’esplosione della popolazione, e come influisce sulla pace?
2 Le condizioni del mondo vi spingeranno oggi senza dubbio a chiedere: “Chi porterà e manterrà questa pace di mille anni?” Dopo tutta l’ostentazione che gli uomini degli affari mondiali han fatta mostrandosi come pacificatori e custodi della pace, avrete propriamente perso fiducia nella capacità degli uomini di fare una cosa così grande. Gli ostacoli che impediscono di stabilire una durevole pace mondiale sembrano insormontabili agli uomini. Vi rendete conto dell’esplosivo aumento della popolazione umana sulla terra, e avrete letto nel giornale l’intera pagina di annuncio, con l’intestazione: “La bomba della popolazione minaccia la pace del mondo”, essendo annunci di questa sorta ripetutamente pubblicati dalla “Campagna per controllare l’esplosione della popolazione”. (Times di New York, 9 febbraio 1969) Inoltre, con la sorprendente intestazione “Un Inglese prevede un inferno sulla terra” avrete letto la dichiarazione fatta a Londra, in Inghilterra, il 23 novembre 1968, da Lord Ritchie-Calder, presidente della Società per la Preservazione, in cui disse, in parte:
3 “Mi sgomento sempre quando odo parlare in maniera compiacente dell’esplosione della popolazione come di una cosa futura, o della fame nel mondo come di una minaccia, quando centinaia di milioni di persone possono attestare che è già arrivata, sostenendolo col cuore palpitante. . . . La mia preoccupazione è quella di preservare lo spirito umano non dall’inferno nell’al di là ma dall’inferno sulla terra”. — Times di New York del 24 novembre 1968.
4. Che cosa indicò Huxley che era il più pressante problema del mondo, e quale domanda toglie la pace mentale?
4 Questo serve solo a confermare ciò che Julian Huxley, ex direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, disse nella stessa città quattordici anni prima (7 settembre 1954) alla conferenza dei Parlamentari per il Governo Mondiale, cioè che “il più pressante problema del mondo era la crescita della popolazione, che minaccia di superare le provviste alimentari”. (Times di New York, 8 settembre 1954) La persona riflessiva, perciò, chiede: Quale sarà la situazione della popolazione e dell’alimentazione fra quattordici anni? Ciò che siamo indotti ragionevolmente ad attenderci non ci dà nessuna pace mentale.
5. Perché la soluzione di guerre minori non cambia il quadro generale, e quali allarmanti avvenimenti si verificano nell’Estremo Oriente?
5 La soluzione di guerre minori, come quelle del Vietnam e del Medio Oriente, non possono cambiare il quadro generale. Ancora rimane l’ostilità dei due grandi gruppi politici. Parlando degli “Affari della nazione”, il Times di New York del 6 dicembre 1968 (pagina 96, paragrafi 4, 5), disse: “. . . la guerra fredda, pur essendo molto cambiata, è lungi dall’esser finita. I suoi pericoli non sono diminuiti. Piuttosto sono aumentati”. Esso esprimeva il timore che la continua disintegrazione del blocco sovietico di nazioni tentasse i Russi a prendere misure nuove e disperate. Questo ci rammenta che la vicina dell’Unione Sovietica, la Cina Comunista, è per lei un grosso problema, sì, e lo è per molta parte del resto del mondo. Al terrore della sua enorme popolazione bisogna aggiungere l’inquietante fatto che la Cina Comunista è ora una potenza nucleare in grado di lanciare missili a lunga gittata. Con il continuo successo nel campo missilistico e cominciando a formare la propria riserva di armi nell’anno 1972, e continuando quindi a far questo, i comunisti cinesi “dovrebbero essere in grado d’impiegare 15 o 20 Missili Balistici Intercontinentali per il 1975 circa”. — Times di New York, 3 febbraio 1969.
6, 7. Il 20 gennaio 1969 chi si offrì di risolvere i problemi della pace del mondo, e con quali parole?
6 Veramente i problemi che si devono risolvere per la pace del mondo con mezzi umani sono formidabili, eppure ci sono uomini che si offrono per affrontare tali problemi. Uno di questi pare sia il trentasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Nel discorso che fece il 20 gennaio 1969 dopo il suo insediamento, disse:
7 “Ho fatto oggi un giuramento alla presenza di Dio e dei miei connazionali, di sostenere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti. A tale giuramento, aggiungo ora questo sacro impegno: Consacrerò la mia carica, le mie energie e tutta la sapienza che potrò impiegare alla causa della pace. . . . Il più grande onore che la storia possa conferire è il titolo di pacificatore. Questo onore invita ora l’America, la probabilità di contribuire a condurre il mondo finalmente dalla valle dell’agitazione all’altipiano della pace che l’uomo ha sognato dall’aurora della civiltà. Se riusciamo, le generazioni avvenire diranno di noi ora viventi che ci siamo imposti al nostro momento, che abbiamo contribuito a rendere il mondo sicuro per il genere umano. . . . Il nostro destino non offre la coppa della disperazione, ma il calice dell’opportunità. Afferriamolo dunque non con timore, ma con letizia, e, ‘percorrendo insieme la terra’, avanziamo fermi nella nostra fede, saldi nel nostro proposito, cauti circa i pericoli, ma sostenuti dalla nostra fiducia nella volontà di Dio e nella promessa dell’uomo”. — Times di New York, 21 gennaio 1969.
8. A quale beatitudine di Cristo poté pensare il presidente che aveva appena giurato, ma a quale profezia biblica pensava precisamente?
8 È possibile che il presidente pensasse alle famose parole dell’Uomo che asserisce di seguire, come narrò Matteo Levi, biografo di Gesù: “Benedetti saranno i pacificatori: poiché saranno chiamati figli di Dio”. (Matt. 5:9, VA) Ma almeno il presidente pensò a un’antica profezia dell’ottavo secolo avanti la nostra Èra Volgare. Come possiamo esserne sicuri? Perché, quando fece il giuramento con la mano destra alzata, poggiava la mano sinistra su due Bibbie di famiglia, tenute l’una sull’altra da sua moglie e aperte alla profezia di Isaia, capitolo due, versetto quattro, che dice: “Egli giudicherà fra le nazioni, e rimprovererà molti popoli: e trasformeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in roncole: nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”. (VA) (Times di New York, 20 gennaio 1969, prima pagina, ultima colonna) Che egli avesse la mano sinistra su quel versetto della Bibbia non fu casuale, ma prestabilito. In quel versetto biblico era espressa “la volontà di Dio” di oltre due millenni or sono, e il presidente vi aggiungeva ora “la promessa dell’uomo”.
DIPENDE DA GOVERNANTI POLITICI?
9. La realizzazione di quella profezia biblica dipende forse da una condizione, e che dire, dunque, di un mondo senza guerre?
9 Certo se le profetiche parole di Isaia, capitolo due, versetto quattro esprimono le volontà di Dio Onnipotente, diverranno senza fallo realtà e un giorno ci sarà la pace universale. Ma la finale realizzazione di quelle parole profetiche richiede forse una condizione? È forse la loro realizzazione condizionata dalla “promessa dell’uomo”? Dipende la loro realizzazione dalla “promessa” dei governanti politici delle nazioni e dal popolo? Se dipendesse da ciò, ebbene, allora, verrebbe mai sulla terra un mondo senza guerre?
10, 11. (a) Come pensano gli uomini del mondo di recare lo stato del mondo che Dio si è proposto? (b) Come paragona Dio il loro modo di fare al suo proprio modo di fare?
10 Gli uomini preminenti e autorevoli del mondo possono vedere il finale stato del mondo che Dio si è proposto. Spinti dall’emozione religiosa, possono in tutta sincerità promettere di servirsi della propria carica politica, delle proprie energie e di tutta la sapienza che possano impiegare per realizzare tale stato mondiale che Dio si è proposto. Ma che dire se tali uomini, quando fanno la loro promessa, pensano di attuarla a loro proprio modo secondo la sapienza di questo mondo, e non al modo di Dio secondo la sua sapienza esposta nella sua Parola scritta, la Sacra Bibbia? Abbiamo ragione di credere che Dio faccia riuscire i loro sforzi perché adempiano la loro “promessa” nel modo che si sono prefissi? Oppure, può esser vero che tali uomini della “promessa” operino in realtà contro la “volontà di Dio”? Il modo di fare dell’uomo è stato finora quello di recare la durevole pace universale nel modo di Dio? L’evidente mancanza della benedizione di Dio sul modo di fare dell’uomo finora risponde di No! Ma per mezzo dello stesso profeta Isaia, Dio stesso risponde a questa importante domanda, dicendo:
11 “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. — Oracolo di Jahve. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Infatti . . . così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà vuota a me, senza avere operato quanto è mio desiderio e senza avere realizzato ciò per cui l’ho mandata”. — Isa. 55:8-11, Ga.
12, 13. (a) Dopo la prima guerra mondiale in quale modo l’uomo cercò di prevenire un’altra guerra mondiale? (b) Come il Consiglio Federale delle Chiese di Cristo in America sostenne quel modo come se fosse volontà di Dio?
12 La proferita e scritta parola di Dio non verrà mai meno. Ma che ne sarà della parola della “promessa” fatta dagli uomini al potere politico? Alla fine della prima guerra mondiale nel 1918 tali uomini furono inclini a prevenire il ripetersi di un altro conflitto mondiale. Quale fu il modo in cui gli uomini politici che ebbero a che fare con quel trattato di pace decisero di prevenirlo? Incorporando nel trattato di pace il cosiddetto Patto della Lega delle Nazioni. Quando il trattato di pace entrò in vigore, si costituì la Lega delle Nazioni. Per mezzo di quella Lega delle Nazioni gli uomini che la sostenevano promisero molto. Apparentemente la Lega delle Nazioni era conforme alla volontà di Dio, perché il clero religioso della cristianità sosteneva la Lega. Il Consiglio Federale delle Chiese di Cristo in America disse come se fosse portavoce di Dio:
13 “Tale Lega non è un semplice espediente politico; essa è piuttosto l’espressione politica del Regno di Dio sulla terra. . . . La Chiesa può dare uno spirito di buona volontà, senza cui nessuna Lega delle Nazioni può durare. . . . La Lega delle Nazioni è radicata nel Vangelo. Come il Vangelo, il suo obiettivo è ‘pace sulla terra, buona volontà verso gli uomini’”. — Federal Council Bulletin, Vol. II, Nº 1, del gennaio 1919, pagg. 12-14.
14. (a) Che cosa mostrò che le chiese si sbagliavano riguardo alla Lega delle Nazioni? (b) Quale attitudine assumono ora i religionisti verso le Nazioni Unite, ed è questa una garanzia che esse permarranno?
14 Evidentemente quelle chiese della cristianità si sbagliavano su ciò, poiché quella Lega delle Nazioni non durò. La medesima cosa che dalla sapienza umana essa era stata destinata a prevenire fu quella che la rese inoperante, cioè la seconda guerra mondiale. La Lega volse la sua efficacia alle Nazioni Unite, l’organizzazione per la pace mondiale che venne all’esistenza il 24 ottobre 1945. Di nuovo questa organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo sembrò conforme alla “volontà di Dio”, in quanto il clero della cristianità piamente la sostiene. Anche i papi della Città del Vaticano le hanno offerto il loro sostegno, e il papa Paolo VI in un’occasione le parlò personalmente nella sua sede di New York. Oggi centoventisei nazioni ne sono membri, compresa la nazione che di recente ha insediato il suo trentasettesimo presidente. Il nuovo presidente ha indicato come adempirà la “promessa dell’uomo”, operando con le Nazioni Unite, insieme ad altre minori alleanze internazionali. Ma la benedizione del clero della cristianità non fornisce nessuna maggiore garanzia che queste Nazioni Unite permangano più della Lega delle Nazioni.
15. Ci sono motivi per cui la storia conferisca alla Lega delle Nazioni e alle Nazioni Unite il titolo di Pacificatrice, e la profezia biblica incisa sulla parete della piazza fu adempiuta forse dalle N.U.?
15 La storia non può conferire alla Lega delle Nazioni l’onore di portare il titolo di Pacificatrice. Non c’è nessuna base perché la storia onori le Nazioni Unite col titolo di Pacificatrici. Mentre le Nazioni Unite proferiscono grandi parole di pace e svolgono negoziati per ristabilire o mantenere la pace in diverse parti della terra, le sue nazioni membri si preparano per la guerra. I più forti membri del suo Consiglio di Sicurezza sono le nazioni più potentemente armate di tutta la storia umana. La pace del mondo, così com’è, è oggi una pace di terrore, una pace mantenuta solo a causa del terrorizzante timore della guerra nucleare, batteriologica e radiologica che significa la distruzione della civiltà moderna. Dov’è dunque l’adempimento delle parole incise notevolmente su una parete della 42ª Strada di fronte alla piazza delle Nazioni Unite in mezzo alla città di New York? Quali parole? Queste: “Faranno delle loro spade vomeri, e delle loro lance roncole; nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”.
NON CONDIZIONATA DALLA “PROMESSA DELL’UOMO”
16. Quale preliminare esigenza predetta in Isaia 2:4 non adempiono le nazioni che presumono d’essere pacificatrici?
16 Indipendentemente da ciò che dice la storia umana scritta da uomini non ispirati per onorare con titoli uomini e nazioni, Dio stesso non si propone di conferire “il più grande onore” del titolo di Pacificatore a nessun politicante di questa seconda metà del ventesimo secolo. Questo onore per Sua mano non invita ora nessun membro delle Nazioni Unite o nessuna nazione fuori di esse. Nessuna singola nazione o popolo del mondo accetta dalla bocca di Dio ciò che la profezia di Isaia 2:4 dice avrebbe preceduto la trasformazione di spade in vomeri e di lance in roncole quando le nazioni non avrebbero più imparato la guerra. Quelle iniziali parole di tale versetto profetico dicono: “Ed egli giudicherà fra le nazioni, e rimprovererà molti popoli”.
17, 18. (a) Quale corrispondente profezia ripete questa esigenza? (b) Come agiscono le nazioni verso tale esigenza, e quale titolo la storia divina non conferirà loro?
17 Una profezia di quello stesso tempo antico che corrisponde a quella di Isaia 2:4, la profezia di Michea 4:3, dice: “Sarà arbitro tra molti popoli e pronuncerà sentenze a nazioni potenti, anche lontano. Allora martelleranno le spade in vomeri e le lance in falcetti; nessuna nazione leverà la spada contro un’altra né impareranno più la guerra”. — Ga.
18 Le nazioni non si sottopongono all’arbitrio del Signore Dio. Presentano i loro problemi all’Assemblea Generale o al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o alla sua Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia in Olanda. Non seguono i giudizi esposti nella scritta Parola di Dio, la Sacra Bibbia. Le nazioni, pure le “nazioni potenti” che sono “lontano” da dove vissero i profeti Isaia e Michea, non accettano nessun rimprovero dal Signore Dio come espone la sua Parola scritta o come tale Parola scritta è citata dai suoi portavoce. Se accettassero il suo giudizio e il suo rimprovero e li osservassero, martellerebbero le loro spade in vomeri e le loro lance in falcetti e non alzerebbero più la spada di guerra contro un altro o nemmeno imparerebbero più la guerra. Ma tutti sanno che non stanno facendo questo. Per cui, indipendentemente dalla “promessa dell’uomo”, nessuna durevole pace mondiale può sperarsi dalle nazioni, né in un’organizzazione unita né singolarmente. Nessun governante politico o nazione si farà avanti per essere colui che la storia divina onorerà grandemente col titolo di Pacificatore.
19. Dipende Isaia 2:4 dalla “promessa dell’uomo”, e da quale fatto possono trarre conforto le persone che anelano alla pace?
19 In quanto a un mondo disarmato che impari la pace, non c’è niente da attendere dalla “promessa dell’uomo” che persegue la via e la sapienza dell’uomo, non la via e la sapienza di Dio che dal cielo sovrastano l’uomo. Dio Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, non dipende dalla “promessa dell’uomo”. La sua predizione del futuro non ne è condizionata. La sua parola in Isaia 2:4 è una profezia incondizionata. Sebbene il popolo e potenti nazioni d’oggi predispongano e agiscano contro di essa, quella gloriosa profezia si avvererà. Dio farà in modo che questo avvenga, poiché quale uomo, quale popolo, quale nazione potente può riuscire contro di Lui? Da questo sicuro fatto traggano conforto tutti quelli che anelano all’eterna pace universale come fu predetta nella Parola di Dio.
20, 21. (a) Perché Dio non è mutato riguardo al suo dichiarato proposito? (b) Con quali parole di Isaia 9:6, 7 Geova predisse il suo Pacificatore?
20 Dio non muta riguardo al suo dichiarato proposito. Per quasi due millenni ha fatto prestare servizio a colui che ha unto o consacrato come Pacificatore di tutto il genere umano. Mediante il profeta Isaia, Dio predisse il disarmo degli abitanti della terra che non avrebbero più imparato la guerra. Mediante lo stesso profeta Dio predisse questo Pacificatore. Abbiamo considerato già Isaia, capitolo due, versetto quattro. Prendiamo ora il capitolo nove, versetti cinque e sei (capitolo nove, versetti sei e sette, nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture), e leggiamo circa la nascita e l’opera di questo Pacificatore:
21 “Perché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato e il dominio sarà sulle sue spalle e il suo nome sarà: ‘Consigliere meraviglioso, Dio forte, Padre eterno, Principe di pace. Egli è destinato ad ampliare il dominio e ad instaurare pace senza fine sopra il trono di David e sul suo regno, a fondarlo e a stabilirlo sulla giustizia e sulle opere di equità, da ora fino in eterno. Lo zelo del Signore delle schiere ha fatto ciò”. — Na.
22. Come indica questa profezia colui a cui dobbiamo rivolgerci per il pacifico regno di mille anni?
22 Udite di nuovo quelle parole profetiche: “Egli è destinato ad ampliare il dominio e ad instaurare pace senza fine”. In tali parole è contenuta l’incrollabile promessa di Dio di un sempiterno governo di pace senza fine. È il governo di un figlio nato nella linea di discendenza della famiglia del re Davide, figlio che si sarebbe dovuto chiamare col nome di “Principe di pace”. La sua vita dovrà durare quanto durerà il suo governo pacifico, senza fine, immortale. Il fatto che si sarebbe dovuto chiamare anche “Padre eterno” lo conferma. Questo gli avrebbe permesso d’essere l’Erede permanente del re Davide, in quanto la profezia divina dice che questo pacifico governo senza fine sarebbe stato “sopra il trono di David e sul suo regno, a fondarlo e a stabilirlo sulla giustizia e sulle opere di equità, da ora fino in eterno”. Al regno di questo permanente Erede del re Davide quale Principe della pace dobbiamo volgerci per la prossima pace di mille anni. Egli è colui che il Signore Dio onora col titolo di Pacificatore, e non qualche politicante o qualche nazione di questo ventesimo secolo.
23. Perché non dovremmo perdere la fede nell’avverarsi della profezia d’Isaia anche se fu data molto tempo fa?
23 È vero che son passati più di due millenni e mezzo da che quella profezia fu proferita e scritta da Isaia profeta di Dio, e ora siamo nel tempo in cui le nazioni cercano di scongiurare la guerra nucleare che sarebbe la più grande e la peggiore di tutta la storia umana. Ma non dobbiamo perdere fede nell’avverarsi della profezia di Isaia inerente al Pacificatore e alla pace eterna sulla terra. Lo zelo del Signore degli eserciti farà adempiere questa profezia, che Egli stesso ispirò con il suo spirito santo. La profezia termina dicendo: “Lo zelo del SIGNORE degli eserciti farà questo”. Il suo zelo non si è raffreddato ora riguardo alla profezia, poiché in relazione con essa sono in gioco il suo proprio nome e la sua reputazione. Egli non ha mai mentito in nessun’altra cosa; non mostrerà d’esser bugiardo nemmeno riguardo a questa profezia. Egli è il “Dio, che non può mentire”. — Tito 1:2; Ebr. 6:18, VA.
QUALCUNO PIÙ GRANDE DEL RE SALOMONE
24. Che cosa indica la storia se alcuno dei re di Gerusalemme dal tempo di Isaia in poi mostrò d’essere il promesso Principe di pace?
24 Il portavoce di Dio, il profeta Isaia, continuò a profetizzare sotto il regno del re Ezechia di Gerusalemme, ma Ezechia non mostrò d’essere il “bambino” o “figlio” che doveva essere onorato col titolo di Pacificatore, Principe della pace. Né i sette re che successero a Ezechia sul “trono di Davide” in Gerusalemme, fino all’ultimo re Sedechia, mostrarono d’essere il promesso Principe di pace. Infatti, nell’undicesimo anno del regno di re Sedechia la città santa di Gerusalemme e il suo tempio costruito dal precedente re Salomone furono distrutti dagli eserciti della pagana Babilonia, e il popolo vinto fu portato in esilio nella lontana Babilonia. Solo settant’anni dopo la città di Gerusalemme e un tempio per l’adorazione di Dio erano costruiti dagli esiliati liberati.
25. Quando e dove la profezia di Isaia cominciò ad adempiersi con la nascita del “bambino”, il “figlio”, l’Erede permanente di Davide?
25 Or dunque, fu lo “zelo di Geova degli eserciti” frustrato e si raffreddò? Niente affatto! Malgrado questo apparente fallimento della profezia di Isaia, lo zelo di Dio fu più ardente che mai per adempiere la profezia. Il “trono di Davide” non fu mai più eretto in Gerusalemme, ma questo non aveva importanza. La linea di discendenza della famiglia reale del re Davide non fu cancellata ma continuò. Quindi cinquecentotrentacinque anni dopo che era cominciata la ricostruzione di Gerusalemme, cominciò ad adempiersi la profezia di Isaia con la nascita del promesso “bambino”, del “figlio” che doveva essere l’Erede permanente del re Davide. Questo accadde nel secondo anno avanti l’inizio della nostra Èra Volgare; in altre parole, nell’anno 2 a.E.V. Accadde nel luogo di nascita del re Davide, cioè in Betleem-Giuda, in adempimento della profezia di Michea (5:2).
26, 27. Secondo Luca, chi Dio rese testimoni la notte della nascita del bambino?
26 Per provare che la sua antica profezia si era avverata, lo zelo del Signore degli eserciti avrebbe per certo avuto testimoni della nascita del promesso Principe di pace. Prima di tutto egli rese testimoni della nascita del bambino gli angeli. Quindi rese testimoni dell’evento i pastori di Betleem. Di notte all’inizio dell’autunno dell’anno 2 a.E.V. l’angelo del Signore Dio apparve a quei pastori che badavano alle loro pecore nel campo vicino a Betleem. Uno che indagò sui fatti della nascita, il dottore in medicina chiamato Luca, benché non assistesse egli stesso alla nascita del bambino, riferisce: “Un angelo del Signore apparve sopra di loro e la gloria del Signore li circondò di luce, e furon presi da gran timore. Ma l’angelo disse loro: ‘Non temete, perché, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato a voi un salvatore, che è il Messia, il Signore. E questo vi sia di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia’. E d’un tratto si unì all’angelo uno stuolo numeroso dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: ‘Gloria a Dio nei cieli altissimi, e pace in terra agli uomini del suo beneplacito’”. — Luca 2:8-14, Ga.
27 Il dottor Luca ci narra che i pastori andarono e trovarono il bambino neonato, e divennero così testimoni oculari della nascita del “Messia, il Signore”, insieme ai celesti angeli. Il dottor Luca termina, dicendo: “E i pastori se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto ciò che, secondo ciò che era stato lor detto avevano udito e veduto”. — Luca 2:15-20, Ga.
28. Quaranta giorni dopo, chi divenne testimone della nascita del bambino?
28 Quaranta giorni dopo Simeone uomo timorato di Dio e poi la profetessa Anna videro e identificarono il bambino quando fu portato al tempio in Gerusalemme. In questo modo essi pure divennero testimoni dell’adempimento della profezia d’Isaia relativa al Principe di pace. — Luca 2:22-38.
29. Con quale nome e quali titoli si doveva egli chiamare, e che cosa significa il suo nome?
29 L’angelo parlò del bambino come del “Messia, il Signore”. Gli Ebrei di lingua greca di quel giorno dicevano “il Signore Cristo”, poiché “messia” e “Cristo” significano la stessa cosa, “unto”. Ciò vuol dire, l’unto di Dio. Secondo l’istruzione che Dio aveva data alla sua vergine madre gli fu messo il nome personale Jeshua; ma gli Ebrei di lingua greca come il dottor Luca lo chiamarono Gesù. Con il suo titolo egli fu dunque chiamato Jeshua Messia o Gesù Cristo. (Luca 1:26-33; Matt. 1:1, 20-25) Siccome era discendente del re Davide fu anche chiamato “Figlio di Davide”. Perché gli fu messo il nome personale Gesù? Il Dictionary of the Bible, del dott. William Smith (pag. 1346), edizione del 1894, dice che il nome Jeshua o Gesù significa “Aiuto di Geova”, o “Salvatore”. Questo corrisponde a ciò che l’angelo di Dio disse al suo padre putativo, il falegname Giuseppe di Nazaret: “Dovrai mettergli nome Gesù, poiché egli salverà il suo popolo dai loro peccati”. — Matt. 1:18-25.
30. (a) Perché il re Salomone non era colui che avrebbe introdotto il regno di un millennio di pace? (b) Da fedele, di chi fu egli un tipo?
30 Fra i reali antenati ci fu il più sapiente uomo dei tempi antichi, il re Salomone figlio di Davide. Il suo nome significa “Pacifico”, o “Pace”. Molto appropriatamente, egli regnò a Gerusalemme, il cui nome significa “Possesso di doppia pace”. Nonostante questa combinazione di nomi il regno di Salomone non introdusse un millennio di pace. Tutt’al più recò una pace di quarant’anni. Malgrado il suo saggio inizio come re di Gerusalemme, finì male nella sua vecchiaia. Divenne oppressivo per il popolo d’Israele. Cedette alla pressione delle sue molte mogli straniere e si unì a loro nell’adorazione di altri dèi anziché di Geova Dio. Perse così la sua pace con il vivente e vero Dio, che espresse la propria indignazione togliendo via dieci delle dodici tribù d’Israele al regno dei successori di Salomone. (1 Re 11:7–12:24; Nee. 13:26, 27) Ma durante più della metà del suo regno di quarant’anni in cui Salomone fu fedele a Geova quale Dio e scrisse tre libri della Sacra Bibbia, Salomone fu impiegato come figura profetica del vero Messia o Cristo.
31. (a) Perché Gesù poté parlare di sé come di qualcuno “più di Salomone”? (b) Perché non ottenne il trono di Davide sulla terra?
31 A differenza di Salomone, Gesù Cristo come uomo perfetto sulla terra non si mostrò mai infedele a Dio. Portò degnamente il nome di Jeshua o Gesù, che significa “Aiuto di Geova” o “Salvezza di Geova”. Salomone suo antenato era stato unto con santo olio perché fosse re su tutto Israele, ma Gesù fu unto con spirito santo dal cielo al tempo del suo battesimo in acqua nel fiume Giordano, essendo da Giovanni Battista udita la voce di Dio dire: “Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto”. (Matt. 3:13-17, Ga) Gesù divenne pertanto l’Unto di Dio o Cristo in un senso superiore a Salomone. Senza egotismo o esagerazione Gesù poté parlare di sé come qualcuno “più di Salomone”. (Matt. 12:42) Con la sua fedeltà mantenne il proprio diritto al “trono di Davide” o al governo reale su tutto Israele che tale trono simboleggiava. Ma Dio non diede mai all’unto Gesù quel “trono di Davide” sulla terra. (Luca 1:32, 33) Prima, Dio mise alla prova fino al limite la fedeltà di Gesù, lasciandolo morire come perfetto sacrificio umano su un palo di esecuzione, così che Gesù potesse ‘salvare il suo popolo dai loro peccati’. — Matt. 1:21.
32. (a) Che cosa indica se Gesù mantenne la pace con Dio fino alla notte che fu tradito? (b) Perché Gesù non accettò il regno dal Diavolo né dall’uomo?
32 L’unto Gesù mantenne la sua pace con Geova Dio sino alla fine della sua vita terrena. Poco prima d’esser tradito e consegnato agli esecutori egli disse agli undici fedeli dei suoi dodici apostoli: “Vi lascio pace, vi do la mia pace. Non ve la do come la dà il mondo”. (Giov. 14:27) Ore dopo, quando stava davanti al giudice esaminatore, il governatore Ponzio Pilato, il pacifico Gesù gli disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. . . . il mio regno non è di qui”. Non fu per richiesta di Gesù che Ponzio Pilato fece mettere al di sopra della testa di Gesù sul palo di esecuzione la scritta che diceva: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei”. (Giov. 18:36; 19:16-22) Gesù non volle accettare il regno dalla mano del Diavolo o dell’uomo. Morì sul palo di esecuzione, in attesa che il suo Dio Geova gli desse il “trono di Davide suo padre” di cui era l’Erede permanente. (Matt. 4:8-11; Luca 1:32, 33; Giov. 6:14, 15) Morì fedele e leale a ciò che aveva predicato, cioè: “Il regno di Dio si è avvicinato”. — Mar. 1:14, 15; Matt. 4:12-17.
33. Perché, a differenza di Salomone, Gesù Cristo ora vive, e come può egli portare la pace di mille anni?
33 Oggi, dopo quasi tre millenni, l’infedele Salomone ancora dorme nella morte con i suoi antenati. (1 Re 11:41-43) Oggi, dopo più di millenovecento anni dalla sua morte di sacrificio sul palo di esecuzione fuori delle mura di Gerusalemme, Gesù Cristo vive! Il terzo giorno dalla sua morte Dio Onnipotente Geova lo destò dai morti alla vita quale suo Figlio spirituale in cielo, rivestendolo d’immortalità e incorruzione. Allorché Gesù Cristo si manifestò ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione dai morti, durante quaranta giorni prima della sua ascensione in cielo, ci furono più di cinquecento testimoni oculari del risuscitato Gesù Cristo. (Atti 1:1-5; 2:22-36; 1 Cor. 15:3-9) Essendo ora vivo per sempre, egli può in realtà divenire “Padre eterno” del morente mondo del genere umano. Inoltre, del suo pacifico governo sul genere umano non ci dev’essere nessuna fine e non ce ne sarà. (Isa. 9:6, 7) Egli è il celeste Re che può portare al genere umano angustiato dalla guerra una pace di mille anni. Le nazioni Unite non la possono portare!
LA PACE MILLENNIALE SI AVVICINA
34. (a) Perché questa sembra l’epoca più appropriata perché egli dia inizio al suo pacifico governo? (b) Chi specialmente si deve prima eliminare, e perché?
34 Quando il Principe della pace inizierà però il suo governo di pace senza fine? Le persone che oggi hanno disposizione giusta bramano tale governo. La medesima situazione del mondo non contrassegna forse quest’epoca come quella in cui è massimamente appropriato che Geova Dio rechi tale governo secondo la sua incrollabile promessa di Isaia 9:6, 7? Pare di sì. Ma prima quelli che ostacolano la pace devono essere spazzati via. Colui che oppone l’ostacolo più grande è uno che né le Nazioni Unite né alcun’altra singola nazione o popolo può controllare, poiché è sovrumano. Egli è colui che offrì a Gesù Cristo tutti i regni di questo mondo affinché si allontanasse dall’adorazione di Geova quale Dio, adorando invece il grande Tentatore. Questo massimo avversario della pace si chiama Satana il Diavolo. Egli è il principe delle legioni di diavoli o demoni. (Matt. 4:8-11; 12:24-28) Gesù Cristo lo chiamò anche “il governante di questo mondo”, mentre il cristiano apostolo Paolo lo chiamò “l’iddio di questo sistema di cose”. L’apostolo Giovanni dice: “Tutto il mondo giace nella potenza del malvagio”. — Giov. 12:31; 14:30; 2 Cor. 4:4; 1 Giov. 5:19.
35. (a) Secondo quale profetico titolo Cristo può togliere il potere a Satana? (b) Chi sulla terra mostra di ostacolare la pace, e quando e come deve Cristo toglierli di mezzo?
35 Ci vuole più di tutti gli uomini insieme per togliere il potere sul genere umano a quel massimo avversario della pace. Il celeste Gesù Cristo farà questo, poiché, secondo i diversi nomi con i quali fu chiamato, egli è “Dio potente”. Farà ciò dopo aver eliminato gli avversari visibili della pace qui sulla terra. (Riv. 19:11–20:3) Questo richiede che egli sia prima un Re guerriero, e regni in mezzo ai suoi nemici terreni, e poi che li sottoponga completamente, proprio come fu predetto dal re Davide in Salmo 110:1-6. Egli ha dovuto far questo perché, dalla fine dei “tempi dei Gentili” nell’anno 1914, le nazioni e gli imperi di questo mondo si son rifiutati di cedere pacificamente a lui i loro regni terreni, e perfino la cristianità si è rifiutata di far ciò. (Luca 21:24; Sal. 2:1-6) Fino a quest’anno, dopo più di mezzo secolo, le nazioni si sono rifiutate di far ciò. Che cosa significherà questo fra breve per tutto il genere umano? Significherà lo scoppio della “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” nella situazione mondiale chiamata Har-Maghedon o Armaghedon. (Riv. 16:14, 16) Quella guerra rimuoverà tutti gli avversari umani della pace.
36. Dopo aver eliminato questi avversari della pace, quale periodo di tempo comincia, e come ce lo rammentò il presidente americano nel suo discorso d’insediamento?
36 Dopo avere in tal modo eliminato tutti gli avversari umani e demonici della pace mondiale verrà su tutta la terra il regno del Principe di pace. Il tempo fissato da Dio per questo si avvicina, e con esso la pace di mille anni. Mille anni sono pari a un millennio. Questo ci rammenta qualche cosa detto nel summenzionato discorso d’insediamento del presidente americano il 20 gennaio 1969. Egli osservò che s’avvicinano cose interessanti per gli Americani e per tutta la cristianità. Nell’ottavo paragrafo del suo discorso il nuovo presidente giurato disse: “Fra otto anni l’America celebrerà il suo 200º anniversario come nazione. Ed entro la durata della vita della maggior parte delle persone ora viventi, il genere umano celebrerà quel grande nuovo anno che viene solo una volta in mille anni, il principio del terzo millennio”. Il presidente si riferiva al 2001 E.V.a
37. Di quale millennio s’interessano maggiormente gli studenti della Bibbia che provano timore di Dio, e da quando si calcola questo millennio?
37 Le successive osservazioni del presidente mostrarono come egli si attendeva che nel primo anno di quel terzo millennio ci sia un’America. Ma per gli studenti della Sacra Bibbia contenente sia le antiche Scritture Ebraiche che le Scritture Greche Cristiane i quali provano timore di Dio c’è un più importante millennio che s’impone alla loro attenzione. Questo è il settimo millennio! No, non il settimo millennio a cominciare dal 1º E.V., ma il settimo millennio dell’esistenza dell’uomo qui sulla terra, il settimo millennio a cominciare dalla creazione divina dei perfetti uomo e donna nel giardino di Eden. Questo si calcola di solito secondo la regola dell’Anno Mundi o del calendario “dell’Anno del Mondo”, intendendosi qui il mondo del genere umano.
38. (a) Secondo il calcolo del calendario ebraico ortodosso qual è il tempo dell’insediamento del presidente americano? (b) Secondo la cronologia di Ussher, quando finiscono sei millenni dell’esistenza dell’uomo?
38 Ha questo fatto alcuna relazione con l’avvicinarsi della pace di mille anni o di un millennio? Molto evidentemente Sì! Secondo il calendario degli Ebrei ortodossi, il nuovo presidente americano pronunciò il suo discorso d’insediamento al principio del quinto mese lunare dell’anno 5729 A.M., essendo questa data basata sulle sole antiche Scritture Ebraiche. Ma secondo i cronologi o calcolatori del tempo che prendono in considerazione pure le ispirate Scritture Greche Cristiane, il calendario ebraico è indietro nel tempo di oltre duecento anni. In certe edizioni della Sacra Bibbia, cattoliche e protestanti, sono comparse date conformi alla cronologia del noto prelato irlandese anglicano, arcivescovo James Ussher (1581-1656 E.V.). La data della creazione dell’uomo è secondo Ussher il 4004 a.E.V. In base a questo calcolo seimila anni o sei millenni dell’esistenza dell’uomo finirebbero nell’autunno del futuro anno 1996 E.V. dopo di che inizierebbe il settimo millennio dell’esistenza dell’uomo.
39. Secondo più recenti ricerche nella cronologia biblica, quando finirebbero i sei millenni?
39 Più recentemente premurosi ricercatori della Sacra Bibbia hanno fatto un’altra verifica della sua cronologia. Secondo il loro calcolo il sesto millennio della vita del genere umano sulla terra finirebbe alla metà degli anni settanta. Così il settimo millennio dalla creazione dell’uomo per opera di Geova Dio comincerebbe entro meno di dieci anni.b
40. Per commemorare il suo riposo nel settimo giorno creativo, quale legge concernente il sabato Dio diede al suo popolo eletto?
40 Senza tener conto del cambiamento mondiale che le attuali condizioni del mondo indicano si va avvicinando rapidamente, l’arrivo del settimo millennio di esistenza dell’uomo sulla terra fa pensare a un lieto cambiamento per il genere umano afflitto dalle guerre. Secondo i primi due capitoli della Sacra Bibbia l’uomo e la donna furono creati verso la fine del sesto giorno creativo. Noi viviamo oggi nel settimo giorno creativo, e in questo settimo giorno Geova Dio si è riposato dalla creazione terrestre. Perché trascorresse parallelamente a questo riposo di Dio nel suo settimo giorno creativo, egli diede i Dieci Comandamenti al suo profeta Mosè, nel quarto dei quali comandò che il suo popolo eletto si riposasse nel settimo giorno della settimana. (Eso. 20:8-11) Quel giorno fu perciò il settimanale giorno di sabato, il giorno dell’astensione dalla fatica umana.
41. (a) In un certo giorno di sabato, quale più grande Sabato avvenire additò Gesù? (b) Secondo il modo di Dio di calcolare il tempo, a che cosa corrispondono i mille anni di dominio di Cristo?
41 Il Signore Gesù Cristo, futuro Principe di pace, additò un più grande Giorno di Sabato avvenire. Additando ciò, disse in un certo settimanale giorno di sabato in cui fu oggetto di critica: “Il Figlio dell’uomo è Signore del sabato”. (Matt. 12:1-8) Egli si riferiva al suo pacifico regno di mille anni. Geova Dio calcola le attività umane secondo una misura di mille anni. Egli ispirò il profeta Mosè a scrivere in Salmo 90:4: “Mille anni sono ai tuoi occhi come ieri quando è passato”. Ispirò anche il cristiano apostolo Pietro a scrivere: “Un giorno solo presso il Signore è come mille anni e mille anni sono come un solo giorno”. (2 Piet. 3:8, Ga) In una visione profetica l’apostolo Giovanni vide Satana il Diavolo e i suoi demoni legati e inabissati per mille anni, durante i quali mille anni Gesù Cristo regna con i suoi vittoriosi discepoli su tutto il genere umano. (Riv. 5:9, 10; 20:1-7) Secondo la veduta del tempo che ha Dio, quei mille anni del suo Figlio Gesù Cristo corrisponderebbero dunque a “un solo giorno”.
42. (a) Affinché Gesù sia “Signore del sabato”, in quale periodo di tempo dovrà essere il suo regno millenniale? (b) Perché la fine di sei millenni di schiavitù dell’uomo sotto Satana sarebbe il tempo adatto per un riposo sabatico?
42 Perché il Signore Gesù Cristo sia anche “Signore del sabato”, il suo regno di mille anni dovrà essere il settimo in una serie di periodi di mille anni o millenni. (Matt. 12:8, Ga) Sarebbe così un regno sabatico. Sin dall’inizio dell’esistenza del genere umano Satana il Diavolo è stato sciolto, facendo faticare la famiglia umana in una dura schiavitù, facendo riempire la terra di violenza prima del diluvio universale del giorno di Noè e inducendo la stessa vecchia terra a riempirsi oggi di violenza ancora maggiore. Fra breve sei millenni del suo malvagio impiego del genere umano sotto la sua schiavitù finiranno, entro la durata della vita della generazione che ha visto gli avvenimenti mondiali dal termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 a ora, secondo le profetiche parole di Gesù in Matteo 24:34. Non sarebbe quindi la fine dei sei millenni di faticosa schiavitù del genere umano sotto Satana il Diavolo il tempo adatto perché Dio introduca un millennio sabatico per tutte le sue creature umane? Sì, per certo! E il suo Re Gesù Cristo sarà il Signore di quel Sabato.
43. (a) Che specie di giorno era l’antico giorno di sabato settimanale riguardo all’attività? (b) Durante il suo regno sabatico, Cristo o i suoi sudditi sulla terra staranno in ozio?
43 Nei tempi antichi, quando l’eletto popolo di Dio era sotto i Dieci Comandamenti dati per mezzo del suo profeta Mosè, il sabato settimanale era un giorno pacifico. Perché si conformasse all’astensione di Dio dall’opera terrestre nel suo settimo giorno creativo, il suo popolo aveva il comando divino di astenersi dal lavoro faticoso dei precedenti sei giorni e di farne astenere i suoi animali domestici. (Eso. 20:1-11) In maniera simile il regno sabatico di Cristo sarà per mille anni un tempo pacifico per questa terra e per i suoi abitanti. Sarà un tempo di riposo da ogni guerra e violenza dei precedenti sei millenni. Le spade, simboliche di guerre omicide, dovranno essere trasformate in vomeri, e le lance in roncole per potare le viti. L’esistenza non sarà monotona in quel riposante sabato millenniale. Non sarà un tempo di ozio. Il Signore del Sabato, Gesù Cristo il Re, non sarà ozioso, né lascerà nell’ozio i suoi sudditi terreni.
44. (a) Perché sulla terra Gesù compì tante sue opere miracolose nel sabato settimanale? (b) Com’è questo d’accordo con la dichiarazione di Paolo in Ebrei 10:1?
44 Perché quando Gesù Cristo fu sulla terra come Giudeo sotto i Dieci Comandamenti fece tante sue opere miracolose nel settimanale giorno di sabato, sanando malati e storpi? Non solo per mostrare che aveva il diritto di fare il bene di sabato. Le fece anche per prefigurare come, durante il suo regno sabatico, libererà il genere umano dalla schiavitù a Satana il Diavolo e ai suoi demoni e lo affrancherà dai mortali effetti del peccato e dell’imperfezione ereditati dai nostri primogenitori umani, Adamo ed Eva. La guerra e la violenza nei passati sei millenni han portato milioni di uomini prematuramente alla morte e alla tomba; ma il Signore del Sabato, Gesù Cristo, desterà le migliaia di milioni di morti del genere umano dalle tombe, esattamente come profetizzò di fare. (Giov. 5:28, 29) Non fu una semplice frase oziosa quella del suo verace apostolo Paolo quando scrisse che la legge di Dio sul sabato aveva “un’ombra delle buone cose avvenire”. — Ebr. 10:1; Col. 2:16, 17.
VOMERI E RONCOLE PER IL PARADISO
45. (a) In che modo i testimoni di Geova si sono già conformati a Isaia 2:4? (b) In che modo questo aspetto della profezia continuerà ad applicarsi dopo Armaghedon e l’inabissamento di Satana?
45 Perfino in questo tempo di pericoli bellici, i cristiani testimoni di Geova hanno osservato la profezia di Isaia 2:4, trasformando spade in vomeri e lance in roncole. Dopo l’universale guerra di Har-Maghedon, essendo stati legati e inabissati Satana e i suoi demoni, questa profezia continuerà a essere osservata. Perché? Perché i superstiti umani della “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” usino i loro vomeri e le loro roncole per fare di questa terra deturpata dalla guerra il glorioso Paradiso che Geova Dio disse originalmente all’uomo di fare. (Gen. 1:26-28; 2:8-14) La parola di Dio non tornerà a lui a vuoto, inadempiuta. No, ma sotto il regno di mille anni del suo Figlio Gesù Cristo questa intera terra sarà coltivata in un eterno Paradiso pieno di liberate e perfezionate creature umane. Entro quel settimo millennio sabatico il Re e Signore del giorno di sabato cancellerà tutta l’opera del massimo pervertitore della pace, Satana il Diavolo. — Luca 23:43.
46. Il trattamento dei violatori dell’antica legge del sabato che cosa prefigurava rispetto a coloro che tentassero di pervertire la pace durante il millennio sabatico e alla fine d’esso?
46 Come durante l’osservanza dei Dieci Comandamenti fra l’antico popolo eletto di Dio tutti i violatori del giorno di sabato erano uccisi, così quelli che non ubbidiranno al Signore del prossimo millennio sabatico e pervertiranno la pace saranno distrutti. (Num. 15:32-36; Eso. 31:13-17) Dopo che saranno stati sciolti dall’abisso Satana il Diavolo e i suoi demoni che avranno di nuovo cercato di turbare la pace della nostra terra, essi saranno distrutti, e con loro saranno distrutti tutti quelli che avran cercato di fare nuovamente di questa terra un campo di battaglia, un’arena di guerra. (Riv. 20:7-10, 15) Quelli che avranno mantenuto la pace con Dio rimarranno sulla terra paradisiaca come eterni custodi d’essa.
47. Secondo Salmo 72:7 in riferimento al più grande Salomone, quanto durerà la pace sulla terra?
47 Non sarà quindi necessario lanciare un razzo sulla luna per trovare un pianeta pacifico, poiché allora la preghiera a favore del più grande Salomone, Gesù Cristo il Re, sarà adempiuta, com’è riferita in Salmo 72:7: “Germoglierà ai suoi giorni il giusto, e l’abbondanza di pace finché non ci sia più luna”. Quella pace non avrà mai fine, come non finirà la luna. La pace, così stabilita e mantenuta sulla terra nel sabato di mille anni del Messia, continuerà per sempre.
48. Chi si prepara ora a quel pacifico millennio, e chi è invitato a unirsi a loro nel far questo?
48 I cristiani testimoni di Geova d’oggi si preparano con gioia all’appressarsi di quella pace di mille anni. Tutti quelli che desiderano godere quella predetta “pace in terra agli uomini del [divino] beneplacito” sono invitati di cuore a prepararsi con loro a quel benedetto millennio di pace.
[Note in calce]
a La cristianità calcola il tempo secondo il calendario dell’Anno Domini, l’Anno dell’èra del Signore, che comincia con l’anno designato 1º A.D.
b Si veda il libro Aid to Bible Understanding, pagina 333, sotto “Cronologia”. Anche il libro Vita Eterna, nella libertà dei figli di Dio, pagine 26-35, sotto il sottotitolo “Terminano seimila anni di esistenza umana”, pubblicato nel 1967.
[Testo in evidenza a pagina 199]
L’opportuno e rincorante messaggio contenuto in questo articolo fu presentato come discorso per gli invitati a uditori con un numero complessivo di 840.572 presenti nelle principali città del Nordamerica e dell’Europa nel luglio e nell’agosto dell’anno scorso.
[Immagine a tutta pagina a pagina 197]