Funzionari nominati nell’organizzazione teocratica
1. Quali domande suscita I Pietro 5:1-3 sulla questione se tutti i membri della congregazione fossero “anziani”?
VERSO gli anni dal 62 al 64 E.V. l’apostolo Pietro, mentre era a Babilonia in Mesopotamia, ebbe da scrivere qualche cosa intorno agli “anziani”. Egli dice: “Perciò, agli anziani [presbiteri] fra voi do questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. (1 Piet. 5:1-3) Se, ora, tutto il “gregge di Dio” dovessero considerarsi come “anziani”, qual era il significato della dichiarazione di Pietro circa gli “anziani fra voi”? E poi, come poteva dirsi che quel gregge di Dio era “affidato alla vostra cura”, cioè affidato alla cura degli “anziani”? Come avrebbero potuto ‘pascere il gregge’ se tutto il gregge fossero stati “anziani” e quindi tutti pastori?
2. Perché quelli ai quali Pietro qui si rivolgeva erano pure ufficialmente “anziani”, e con quanti “anziani” la congregazione di Gerusalemme ebbe inizio alla Pentecoste del 33 E.V.?
2 L’apostolo Pietro si classifica come “anziano” con gli “anziani” ai quali si rivolge. Se Pietro fu dunque un “anziano” in senso ufficiale, quelli ai quali si rivolgeva erano pure ufficialmente “anziani”. Per certo un apostolo di Gesù Cristo doveva essere un “anziano”. Di conseguenza, quando la congregazione cristiana ebbe inizio il giorno di Pentecoste del 33 E.V., ebbe dodici “anziani” ufficiali, cioè i dodici apostoli di Gesù Cristo. (Atti 1:13 a 2:37) Quegli apostoli furono tutti come Pietro essendo ciascuno “testimone delle sofferenze del Cristo”, perché erano stati associati insieme dal tempo del battesimo di Gesù fino alla sua ascensione al cielo. (Atti 1:21, 22; 1 Piet. 5:1) Come ufficiali “anziani” quegli apostoli “faticarono nel parlare e insegnare”, dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi. — 1 Tim. 5:17; Atti 2:37-42; 4:33; si paragonino II Giovanni 1 e III Giovanni 1.
COME FURONO RESI “ANZIANI”
3. (a) Come i dodici apostoli furono resi “anziani”? (b) Secondo Atti, capitolo 14, in relazione con che cosa apprendiamo che furono costituiti allora gli “anziani” in altre congregazioni?
3 Gli undici apostoli fedeli di Gesù Cristo erano stati suoi discepoli, alcuni per più di un anno prima che egli li nominasse apostoli. (Giov. 1:35 a 2:2; Matt. 4:12-22; 10:1-4; Luca 6:12-16) Conseguentemente furono resi “anziani” (presbiteri) essendo nominati da Gesù. Il successivo dodicesimo apostolo chiamato Mattia fu scelto a sorte dopo l’ascensione di Gesù al cielo, e quindi non per nomina d’uomo. (Atti 1:15-26) Come furono posti nell’incarico i successivi “anziani” della congregazione di Gerusalemme, nonché gli “anziani” delle altre congregazioni stabilite dopo la Pentecoste del 33 E.V.? Questo ci è indicato negli Atti degli Apostoli, al capitolo quattordici. L’apostolo Paolo faceva il suo primo giro missionario con Barnaba e giunse a Derbe, Iconio, Listra e Antiochia di Pisidia nell’Asia Minore, istituendovi congregazioni. Al loro ritorno visitarono queste giovani congregazioni.
4. Come “anziani” furono costituiti nelle congregazioni rivisitate da Paolo e Barnaba, e come questo metodo fu teocratico?
4 Come queste congregazioni istituite di recente ebbero i loro “anziani”? Atti 14:22, 23 ce lo narra, dicendo che Paolo e Barnaba andavano “rafforzando l’animo dei discepoli, incoraggiandoli a rimanere nella fede e dicendo: ‘Dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni’. Inoltre, costituirono per loro [in ciascuna] congregazione degli anziani e, pregando con digiuni, li affidarono a Geova in cui eran divenuti credenti”. Manifestamente, quindi, le congregazioni non costituirono i loro propri “anziani” con un voto o elezione popolare fra i loro membri. Questo non potrebbe chiamarsi un metodo “democratico” d’insediare “anziani”. Paolo era stato scelto come apostolo da Gesù Cristo ed egli e Barnaba erano stati mandati in questo viaggio missionario da Antiochia con istruzioni dello spirito santo di Dio. La loro nomina di “anziani” nelle congregazioni fu dunque teocratica. — Atti 13:1-4.
5. Che cosa Paolo scrisse a Tito di fare circa le congregazioni in Creta, e quali requisiti Tito doveva osservare?
5 Anni dopo, verso gli anni dal 61 al 64 E.V., in seguito alla liberazione di Paolo dalla sua prima prigionia in Roma, egli scrisse al suo conservo Tito, che era allora nell’isola di Creta. Paolo disse: “Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu corregga le cose che sono difettose e faccia nomine di anziani di città in città, come ti ho ordinato”. (Tito 1:5) Quindi Paolo stabilì le esigenze per la nomina ad “anziano”, aggiungendo: “Se vi è alcuno libero da accusa, marito d’una sola moglie, che abbia figli credenti non accusati di dissolutezza né di insubordinazione. Poiché il sorvegliante dev’esser libero da accusa quale economo di Dio, non caparbio, non incline all’ira, non ebbro schiamazzatore, non percotitore, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante della bontà, sano di mente, giusto, leale, padrone di sé, che si attenga fermamente alla fedele parola in quanto alla sua arte d’insegnare, affinché sia in grado di esortare mediante l’insegnamento che è sano e di rimproverare quelli che contraddicono”. — Tito 1:6-9.
6. Come Paolo usava qui i termini “anziani” e “sorveglianti”, e com’è mostrato questo?
6 Cominciando a parlare dei requisiti per essere nominato “anziano” e proseguendo poi col dire che “il sorvegliante dev’esser libero da accusa”, e così via, Paolo mostra che l’“anziano” è anche “sorvegliante” (e·piʹsko·pos, greco). Quindi nello stesso tempo in cui Tito nominava “anziani” egli nominava anche sorveglianti nella congregazione. Così Paolo usa qui le parole “anziani” e “sorveglianti” come sinonimi, come per esprimere la stessa idea, come termini scambievoli. Il sorvegliante dev’essere dunque un “anziano” e l’“anziano” deve adempiere i doveri di un sorvegliante. Paolo mostrò questo a Mileto.
7. Da Mileto, chi mandò Paolo a chiamare a Efeso, e che cosa disse loro?
7 Leggiamo: “Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della congregazione. Quando furono giunti da lui disse loro: ‘. . . Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti [e·piʹsko·poi, greco], per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio’”. — Atti 20:17-28.
8. Come i visitatori di Paolo erano stati resi “anziani”, quale servizio erano obbligati a compiere, e verso chi erano primariamente responsabili?
8 Secondo queste parole, quegli “anziani” erano stati posti nell’incarico non mediante alcuna elezione o votazione democratica, ma mediante la nomina dello spirito santo di Dio che agiva per mezzo del visibile corpo direttivo su tutte le congregazioni. Essendo stati così nominati per essere “anziani” (presbiteri) essi erano simultaneamente nominati per essere “sorveglianti”, e il dovere del sorvegliante li obbligava ad agire quali pastori del gregge, la congregazione di Dio. Essi dovevano rendere conto primariamente non al corpo direttivo, ma al Grande Sorvegliante, Geova Dio. (1 Piet. 2:25; Isa. 53:6) Le parole che Paolo rivolse agli “anziani” di Efeso concordano con quelle dell’apostolo Pietro, che disse agli “anziani fra voi” di pascere il gregge di Dio. — 1 Piet. 5:1, 2.
SORVEGLIANTI E SERVITORI DI MINISTERO
9. (a) In quanto a occupare il posto lasciato vacante dall’infedele Giuda, com’è indicato che gli apostoli erano “sorveglianti”? (b) Con quanti “sorveglianti” cominciò la congregazione di Gerusalemme alla Pentecoste del 33 E.V.?
9 L’apostolo Pietro e gli altri undici apostoli non furono solo “anziani”, ma anche “sorveglianti”. Questo fu evidente al tempo in cui Pietro raccomandò alla congregazione di Gerusalemme di occupare il posto che era stato lasciato vacante dall’infedele apostolo Giuda. Come invitando a far questo, fu da Pietro citato Salmo 109:8, allorché disse: “È scritto nel libro dei Salmi: . . . ‘Prenda qualche altro il suo incarico di sorveglianza’”. (Atti 1:20) La parola ebraica per “incarico di sorveglianza” nella versione greca dei Settanta fu resa con la parola e·pi·sko·peʹ, che si riferisce all’incarico del sorvegliante (e·piʹsko·pos, greco). Logicamente, quindi, l’incarico di un apostolo era l’incarico di un sorvegliante, e gli apostoli erano sorveglianti nominati da Gesù Cristo. Per questa ragione, il giorno di Pentecoste del 33 E.V., la congregazione di Gerusalemme di circa centoventi membri ebbe inizio con dodici sorveglianti. (Atti 1:15 a 2:43) In seguito mentre erano nominati “anziani” perché aiutassero ad aver cura della crescente congregazione, in essa prestavano servizio più di dodici sorveglianti.
10. (a) Quando Paolo da Mileto mandò a chiamare a Efeso, come si aveva cura della sorveglianza della congregazione efesina? (b) Secondo Filippesi 1:1, com’era servita la congregazione di Filippi?
10 Circa ventitré anni dopo quella Pentecoste, quando Paolo era in viaggio verso Gerusalemme e si fermò a Mileto, la congregazione della vicina Efeso aveva un dato numero di sorveglianti, poiché tutti gli “anziani” che egli convocò erano sorveglianti. (Atti 20:17-28) Quattro o cinque anni dopo la congregazione di Filippi in Macedonia aveva un dato numero di sorveglianti e anche un dato numero di servitori di ministero che agivano da assistenti dei sorveglianti. Per questo Paolo, scrivendo da Roma, cominciò la sua lettera alla congregazione di quella città, dicendo: “Paolo e Timoteo, schiavi di Cristo Gesù, a tutti i santi uniti a Cristo Gesù che sono in Filippi, insieme ai sorveglianti [e·piʹsko·poi] e ai servitori di ministero [di·aʹko·noi, greco]”. — Filip. 1:1.
11. Giudicando dalla congregazione di Filippi, in che modo tutte le altre congregazioni avevano uomini sufficienti, in contrasto col successivo sistema dei “vescovi”?
11 Da ciò si comprende senza sbagliare che la congregazione filippese aveva più di un sorvegliante e più di un servitore di ministero [di·aʹko·nos]. Questo avveniva senza dubbio in tutte le altre congregazioni cristiane del primo secolo che avevano un numero di uomini competenti tale da provvedere sorveglianti e servitori di ministero per le loro necessità. Fu uno sviluppo ulteriore dopo la morte dei dodici apostoli quello di avere un sorvegliante su una congregazione o su parecchie congregazioni in una certa zona.a
“CORPO DI ANZIANI” (“PRE·SBY·TEʹRI·ON”)
12. Secondo I Timoteo 4:14, che cosa avrebbe composto il gruppo degli “anziani” della congregazione, e come potevano paragonarsi l’uno con l’altro in quanto a condizione?
12 Il gruppo dei sorveglianti della congregazione avrebbe composto un “corpo di anziani” o “presbiteri” (Authorized Version; American Standard Version), o “anziani come un corpo” (New English Bible), come menziona l’apostolo Paolo in I Timoteo 4:14. (Si paragonino Luca 22:66; Atti 22:5 in quanto all’“assemblea degli anziani”). I membri di un tale “corpo [o, assemblea] di anziani” erano tutti uguali, avendo lo stesso incarico ufficiale, e nessuno d’essi era più importante, più preminente, un membro più potente nella congregazione. Ciascun membro adempiva la sua parte di responsabilità di sorvegliare e pascere l’intera congregazione.
13. Secondo I Timoteo 3:1, l’uomo desideroso che cosa aspirava d’essere o di fare?
13 Conformemente, che cosa volle dire l’apostolo Paolo con ciò che scrisse in I Timoteo 3:1? Qui egli disse a Timoteo: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante [e·pi·sko·peʹ, greco], desidera un’opera eccellente”. Non volle dire che tale desideroso uomo cristiano cerchi di divenire la persona più importante, più responsabile, più preminente e più potente nella congregazione come suo unico sorvegliante, qualche cosa di simile a un “vescovo” della cristianità, che regna su una zona (diocesi) con parecchie congregazioni. (1 Tim. 3:1, VR; DI) No, ma quest’uomo desideroso vuole solo partecipare con gli altri sorveglianti ai doveri della congregazione di badare alla condizione spirituale della congregazione, pascendola spiritualmente, guidandola nell’adorazione di Geova. Egli si sforza di adempiere le esigenze della sorveglianza stabilite dall’apostolo Paolo nei successivi versetti, in I Timoteo 3:2-7, e che corrispondono alle esigenze esposte in Tito 1:6-9. Tali esigenze provano che egli “desidera un’opera eccellente”.
14. (a) Che cosa doveva esserci per mantenere l’ordine delle adunanze del “corpo degli anziani”, e come si provvedeva a questa necessità? (b) Per quanto tempo dura l’appartenenza a questo “corpo di anziani”, e perché?
14 Certo, in tale presbiterio della congregazione o “corpo [assemblea] di anziani” doveva esserci un presidente, per dirigere l’ordine delle adunanze del “corpo di anziani”. Esattamente come fosse nominato un membro quale presidente non è mostrato nelle Scritture. Non era una presidenza permanente, ma probabilmente era temporanea, per un periodo di tempo, ed era affidata a turno fra tutti i coeguali membri del “corpo di anziani”. Quando un anziano giungeva alla fine della sua presidenza e la rimetteva al successivo nell’ordine, egli non cessava d’essere “anziano” o “sorvegliante”. Ancora rimaneva membro del “corpo di anziani”. Non essendo stati i membri posti nell’incarico mediante regolari elezioni d’una specie democratica da parte della congregazione, la sua nomina teocratica da parte del corpo direttivo continuava indefinitamente finché si mostrava fedele nell’incarico.
15. (a) Perché nelle congregazioni non c’erano assistenti sorveglianti o assistenti anziani? (b) Che cosa significa basilarmente la parola greca di·aʹko·nos, e quale ampia applicazione essa ha?
15 Non c’era nessun assistente sorvegliante o assistente anziano. O un uomo nominato era sorvegliante o non lo era. Quelli che assistevano il sorvegliante avendo cura delle faccende della congregazione le quali non erano specificamente di natura spirituale erano nominati come “servitori di ministero” (di·aʹko·noi, greco). Per questi “servitori di ministero” le esigenze sono esposte dall’apostolo Paolo in I Timoteo 3:8-10, 12, 13. Il nome “diacono” è semplicemente la forma italianizzata o traslitterata del nome greco di·aʹko·nos, che comunemente significa “ministro” nel senso di servitore. Così la parola “ministro” (di·aʹko·nos) può avere un significato molto ampio, generale. Per cui quando l’apostolo Paolo parla, dicendo che siamo “ministri di un nuovo patto” o ‘ministri di Dio’ o “ministri di Cristo”, non vuol dire che egli e i suoi collaboratori fossero “servitori di ministero” di una congregazione, che assistessero gli “anziani” o “sorveglianti”. (2 Cor. 3:6; 6:4; 11:23) Comunque, tali funzionari assistenti potevano esser “ministri” di quella più ampia responsabilità servendo Dio e Cristo e la Parola di Dio. — Atti 6:4.
16. Quale opera pubblica dovevano fare i cristiani del primo secolo, e fino a che punto la compirono insieme ai loro anziani, sorveglianti, e servitori di ministero?
16 Le circostanze non consentono ora di fare un’ulteriore considerazione dell’organizzazione teocratica della congregazione cristiana dei tempi apostolici nel primo secolo E.V. Fra l’altro, la congregazione cristiana in quel tempo aveva da fare una grande opera pubblica. Quale? Quella di adempiere le parole di Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”; e anche: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matt. 24:14; 28:19, 20) Questo essi fecero con l’aiuto, la guida e la direttiva dei loro “anziani” (presbiteri), sorveglianti e servitori di ministero. Anche prima della distruzione di Gerusalemme nell’anno 70 E.V. la “buona notizia del regno” era stata predicata dentro e fuori dell’Impero Romano, e l’apostolo Paolo poté scrivere dal suo luogo di prigionia in Roma: “Quella buona notizia che avete udita, e che è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo”. (Col. 1:2, 23) L’organizzazione teocratica in quel tempo favorì questa impresa. Ci è oggi di esempio.
L’ORGANIZZAZIONE TEOCRATICA NEL VENTESIMO SECOLO
17. Secondo la Torre di Guardia del 1884, che cosa era chiamato il celeste regno dei santi di Dio, ma in base a che cosa era condotta la visibile organizzazione terrestre di questi santi?
17 I comandi del Signore Gesù Cristo come sono citati nel precedente paragrafo hanno vigore ancora oggi, specialmente da che Geova Dio stabilì il regno del suo Messia, Gesù, alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Ci interessa vedere perciò come l’organizzazione di quei dedicati e battezzati cristiani che adempiono quei comandi è in armonia con il modello apostolico del primo secolo. Nel numero della Torre di Guardia di Sion dell’agosto 1884, a pagina 7, essa disse: “Il regno dei santi è al contrario una Teocrazia che dominerà il mondo (durante il periodo della sua imperfezione e restaurazione) senza riguardo per il loro consenso o per la loro approvazione”. Comunque, circa l’organizzazione dei santi sulla terra, questa visibile organizzazione terrestre fu in gran parte condotta sulla base della congregazione per questi dedicati e battezzati seguaci di Gesù Cristo. Le loro singole congregazioni avevano i loro anziani e diaconi, essendo questi eletti almeno annualmente da una votazione popolare o democratica dei dedicati e battezzati. Questa procedura era conforme alla comprensione che si aveva allora di Atti 14:23.b
18. L’elezione di quali funzionari delle congregazioni l’articolo del 1895 “Decentemente e in ordine” trattava, e a chi questo articolo equiparava tali funzionari?
18 Per esempio, nel numero della Torre di Guardia di Sion del 15 novembre 1895, fu pubblicato l’articolo principale intitolato “Decentemente e in ordine”, che si riferiva a I Corinti 14:40. Questo trattava l’argomento dei funzionari delle congregazioni dei dedicati e battezzati cristiani ai sottotitoli, come “Ordine nella Chiesa primitiva”, “Ordine necessario oggi”, “Raccomandati i consigli apostolici”, “L’occasione di scegliere gli anziani”, “Le qualità degli anziani”, e i primi paragrafi citavano lì sotto I Timoteo 3:1-7 secondo The Emphatic Diaglott New Testament, dicendo: “Se un uomo desidera l’incarico [il servizio] di sorvegliante, desidera un’opera buona. [Qualsiasi servizio possiamo rendere al corpo di Cristo è un servizio benedetto]. Il sorvegliante dev’essere quindi irriprovevole”, ecc. È evidente dunque che l’articolo equiparava gli “anziani” ai “sorveglianti”. — Si veda anche la Torre di Guardia di Sion del 15 gennaio 1896, pagina 24, (edizione inglese), che contiene la “RISPOSTA: L’articolo ‘Decentemente e in ordine’”.
19. (a) In che modo il 5 ottobre 1932 si pose termine a questo metodo di eleggere gli anziani e i diaconi? (b) Fino a quel tempo, quale opera era stata compiuta dalla congregazione, abbracciando anche quale nome?
19 Gli anziani (sorveglianti) e i diaconi continuarono a esser posti nell’incarico mediante il metodo elettivo delle congregazioni fino al 5 ottobre 1932, quando la congregazione della città di New York con una risoluzione chiese che il corpo direttivo nominasse per essa un “direttore di servizio”, perché questo funzionario avesse un comitato di assistenti scelto mediante un voto di maggioranza della congregazione. Questo esempio fu seguito dalle congregazioni in tutta la terra. (Si veda La Torre di Guardia inglese del 15 ottobre 1932, pagina 319, sotto “Risoluzione”). Comunque, fino a quel tempo la congregazione aveva svolto un’impressionante campagna per annunciare il nome di Geova e proclamare il Suo regno stabilito nei cieli. Inoltre, si compiva la raccolta della maggior parte della “messe”, il rimanente degli eredi del Regno simili al grano. E il 26 luglio 1931, le congregazioni di questi eredi del regno di Dio cominciarono ad abbracciare il nome “testimoni di Geova”. (Isa. 43:10-12) — Si veda Matteo 13:24-30, 37-43.
20. (a) Come nel 1938 si pose termine a quell’alterata disposizione? (b) Qual è la relazione del reparto di servizio e del corpo direttivo?
20 Questa alterata disposizione per le congregazioni dei testimoni di Geova continuò dall’ottobre del 1932 fino al 1938. In quest’ultimo anno i numeri de La Torre di Guardia (inglese) del 1º e del 15 giugno pubblicarono l’articolo “Organizzazione” in due parti in cui era esposta quella che era considerata l’organizzazione teocratica delle congregazioni. Dopo ciò tutti i funzionari della congregazione furono nominati dal corpo direttivo della sede principale. Il corpo direttivo non è il Reparto di Servizio della Società Torre di Guardia, poiché il corpo direttivo ha interessi più ampi della sola proclamazione del Regno per opera dei proclamatori nel campo. Ma il corpo direttivo impiega il Reparto di Servizio e altre agenzie per dirigere l’opera nel campo.
21. (a) Oggi chi agisce da presidente della congregazione, e quali sono i suoi compiti? (b) Quando la presidenza passa a un altro membro del presbiterio, che cosa accade a colui che la occupava in precedenza?
21 Oggi nelle congregazioni dei testimoni di Geova c’è in genere un servitore di congregazione. Egli agisce da presidente della congregazione e specificamente dirige la predicazione e l’insegnamento nel campo mediante i membri della congregazione. Secondo l’esposizione scritturale egli è sia un “anziano” che, come tale, un sorvegliante. Quando, nel corso del tempo, la presidenza che ha occupata va a turno a un altro membro del presbiterio o “corpo di anziani”, egli ancora rimane membro di quel presbiterio e gli sono assegnati compiti appropriati.
22. Quali sono i compiti e la condizione dell’assistente servitore di congregazione e del servitore degli studi biblici, e da chi è composto il comitato giudiziario della congregazione?
22 C’è anche un assistente servitore di congregazione, che è in grado di prestare servizio quale presidente in qualsiasi tempo non possa farlo il servitore di congregazione. Secondo le esigenze scritturali, egli non è un sorvegliante assistente, ma è un sorvegliante e un “anziano”. Poiché c’è un’enorme opera di insegnamento che compie tenendo studi biblici al domicilio delle persone interessate, le congregazioni hanno anche un nominato servitore degli studi biblici. Dato che la Bibbia richiede che i sorveglianti siano ‘qualificati per insegnare’ e che ‘si attengano fermamente alla fedele parola in quanto alla loro arte d’insegnare’, questo servitore degli studi biblici deve pure essere un sorvegliante e un “anziano”. (1 Tim. 3:1, 2; Tito 1:5-9) Questi tre servitori sono stati impiegati come comitato giudiziario per considerare cose di seria importanza spirituale.
23. Quali altri nella congregazione sono classificati “anziani” e “sorveglianti”, e perché?
23 Ci sono poi il servitore dello Studio Torre di Guardia e il servitore della Scuola di Ministero Teocratico. A causa della natura dei doveri loro assegnati in relazione con l’insegnamento e con la predicazione, anche questi dovrebbero essere “anziani” e sorveglianti ‘qualificati per insegnare’.
24. Quali altri reparti ci sono nelle attuali congregazioni, e come sono scritturalmente classificati quelli che prestano servizio in tali reparti?
24 Oggi a causa dell’enorme produzione di pubblicazioni per lo studio biblico e dell’estesa richiesta di queste pubblicazioni stampate, ci sono i reparti delle riviste e del territorio e della letteratura. Inoltre, nelle congregazioni si deve tenere la contabilità delle contribuzioni ricevute e delle spese. Ma poiché queste cose non si riferiscono a considerazioni puramente spirituali della congregazione, il lavoro del servitore delle riviste e del territorio, del servitore della letteratura e del servitore contabile corrisponderebbe a quel lavoro che nei tempi apostolici fu assegnato ai costituiti “servitori di ministero” (di·aʹko·noi).
25. Chi sono quelli che agiscono come “sorveglianti viaggianti”, e come sono scritturalmente classificati?
25 Oggi ci sono pure quelli chiamati “sorveglianti viaggianti”, che si trasferiscono da una congregazione all’altra nelle circoscrizioni e nei distretti. Questi sono nominati come “servitori di circoscrizione” e “servitori di distretto”. Anche questi devono essere considerati “anziani” a causa dei requisiti per i loro compiti assegnati.
26. (a) Con quelle specifiche designazioni, quali servizi sono compiuti, ma vi è in tal modo una titolata classe clericale? (b) Così quale opera viene compiuta, e Geova benedice gli sforzi dei suoi testimoni in quale senso?
26 Così oggi, con queste specifiche designazioni, si compiono i servizi degli “anziani”, dei sorveglianti e dei servitori di ministero. Questi funzionari non sono una titolata classe clericale. Ma col beneficio che la loro attività di sorvegliare, pascere, dirigere e aiutare ora generalmente reca ai membri della congregazione nell’adorazione di Geova Dio in pace e unità, viene compiuta l’opera di far discepoli e di predicare la buona notizia del regno salvifico di Dio in ogni parte del mondo prima che la fine venga sulle democrazie e sul comunismo politico e su tutto il resto di questo sistema di cose. Geova benedice e fa prosperare grandemente gli sforzi dei suoi cristiani testimoni perché siano teocratici nell’organizzazione e nell’adorazione e nell’attività. A Lui, al potente Teocrata, siano per sempre la gloria e la lode mediante Gesù Cristo nostro Signore. — 1 Piet. 5:10, 11.
[Note in calce]
a Leggete, per esempio, il breve commento che fa su ciò The New Bible Dictionary, di J. D. Douglas, M.A., a pagina 158, sotto l’intestazione “Vescovo” che è il modo in cui molte traduzioni rendono e·piʹsko·pos: “Fra i Padri apostolici, Ignazio è colui che insisté sull’episcopato monarchico, e nemmeno lui dichiara mai che questo sia un’istituzione divina, argomento che sarebbe stato decisivo se l’avesse avuto a disposizione. Gerolamo, commentando Tito 1:5, osserva che la supremazia di un singolo vescovo sorse ‘per usanza anziché per effettiva nomina del Signore’, come un mezzo per prevenire gli scismi nella Chiesa. (cfr. Ep. 146). Sembra massimamente probabile che l’episcopato monarchico comparisse nelle congregazioni locali quando alcuni individui dotati acquistarono una presidenza permanente del consiglio dei presbiteri–vescovi. . . .”
b Si veda La nuova creazione, Studio VI (inglese) intitolato “Ordine e disciplina nella nuova creazione”, pagine 276-278. Edito nel 1904.