Mutato atteggiamento verso le chiese
Alcuni anni fa le chiese erano generalmente tenute in considerazione. Avete notato un mutato atteggiamento a questo riguardo? Notate un tono sempre più critico in ciò che leggete o udite in questi giorni circa le chiese?
Oggi è sorprendente con quale frequenza le fonti di notizie sono pronte se non a esprimere direttamente le critiche, a descrivere le difficoltà delle chiese. Considerate alcune recenti notizie.
LE RIVISTE DANNO RISALTO AL DECLINO DELLE CHIESE
“Newsweek” del 4 ottobre 1971 chiedeva a grandi lettere bianche su una copertina rossa: LA CHIESA HA PERSO L’ANIMA? Rivolgendo l’attenzione alla massima religione della cristianità, l’articolo all’interno diceva: “‘La Chiesa Cattolica è in una maledetta confusione’, deplora un monsignore liberale che dà gran parte della colpa ai vescovi per i quali lavora. E in maniera contenuta, alcuni membri della gerarchia sono d’accordo. ‘La chiesa è disorganizzata’”, ammise il vescovo Joseph Bernardin.
Il numero del 19 ottobre scorso di “Look” annunciava sulla copertina: IL POTERE DEL VATICANO È IN DECLINO. All’interno, il titolo in neretto dichiarava: IL POTERE E LA GLORIA STANNO SCOMPARENDO. L’ultimo paragrafo dell’articolo diceva: “La Chiesa Cattolica Romana ha tre classi di membri, la gerarchia, il clero e i laici, fra cui la devastazione è enorme”.
E “U.S. News & World Report” del 1º novembre 1971, sotto l’intestazione dell’articolo IL NUOVO CONTRO IL VECCHIO — LA LOTTA FRA I CATTOLICI, diceva in neretto: “Da ogni parte, aumentano le difficoltà per la massima chiesa del cristianesimo”. Uno studio fatto da un gesuita, diceva l’articolo, mostra che negli Stati Uniti “l’ordinazione dei sacerdoti diocesani era diminuita da 1.694 nel 1965 a 1.226 nel 1970, e che in quel periodo il numero di coloro che se ne erano andati era salito da 166 a 1.578”.
I CAPI DELLE CHIESE ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE
Nello scorso ottobre, quasi ogni giorno i giornali contenevano inquietanti notizie provenienti dal convegno dei capi cattolici a Roma. Sotto l’intestazione DETTO AL SINODO CHE I SEMINARI SONO IN PERICOLO, l’“Herald Traveler” di Boston del 2 ottobre riferiva: “Il cardinale Gabriel Marie Garrone di Francia ha avvertito ieri il terzo sinodo internazionale dei vescovi cattolici romani che il sistema dei seminari rischia di crollare a causa dei dubbi che serpeggiano nel sacerdozio. . . .
“‘I seminari corrono il pericolo di sparire’, disse il cardinale francese. ‘Sono in lento e progressivo declino’”.
Sotto l’intestazione, TEMPI DIFFICILI PER LA CHIAMATA AL SACERDOZIO, il “Times” di New York del 10 ottobre diceva: “I padri del sinodo. . . . sono impegnati da una sola settimana nelle loro discussioni, ma un fatto è già innegabile: La chiesa va incontro a una grave crisi internazionale nel sacerdozio, e i vescovi lo sanno. . . .
“Gli studi compiuti praticamente in ogni paese qui rappresentato additano una diminuzione nei seminaristi e sostanziali defezioni fra quelli già ordinati”.
Il giorno dopo, l’11 ottobre, l’“Herald-Examiner” di Los Angeles riferì: “‘Ordiniamo ora uomini sposati’, disse l’arcivescovo della Repubblica Centrafricana. ‘Altrimenti, entro 10 anni dovrò tornare a piantare cipolle’.
“Ndayen esprimeva il timore che il sacerdozio si esaurisse e la Chiesa Cattolica stessa sparisse.
“Molti degli altri 209 delegati al Terzo Sinodo Internazionale dei Vescovi furono d’accordo con lui”.
Le notizie indicano che anche altre chiese sono in declino: “The Alabama Baptist” disse: “I capi denominazionali sono allarmati per il rapido esodo di alcuni dei loro ecclesiastici meglio addestrati, e secondo alcuni calcoli fino a 10.000 pastori ed ecclesiastici lasciano ogni anno le chiese delle denominazioni americane, disse il capo dei cappellani del Baptist Hospital della Georgia, ad Atlanta”.
Sotto l’intestazione LE SINAGOGHE VANNO INCONTRO A UNA CRISI, DICE IL RABBINO ALLA CONGREGAZIONE, il “Times” di Los Angeles riferiva: “‘Quest’anno c’è stato un fiume di articoli e dichiarazioni di intellettuali, laici, giovani e rabbini ebrei sulla vacuità della vita nella sinagoga’, disse il rabbino Lewis M. Barth”.
OSTILITÀ VERSO LE CHIESE
In alcune notizie vengono mosse forti critiche alle chiese, fino al punto che alcuni possono essere incitati a mostrare loro ostilità. Un esempio è l’articolo del “Reader’s Digest” dell’ottobre 1971, DEVONO LE NOSTRE CHIESE FINANZIARE LA RIVOLUZIONE? Esso asserisce: “Il Consiglio Ecumenico delle Chiese impiega il potere delle chiese e i fondi delle chiese per appoggiare l’insurrezione negli Stati Uniti e in Africa”.
Anche la Chiesa Cattolica Romana ha approvato la rivoluzione se ha lo scopo di rovesciare la “tirannide”. Pertanto ora un buon numero di ecclesiastici sono rivoluzionari. Le loro attività espongono sempre più le chiese alle critiche.
Riferendo in merito al nuovo governo militare del colonnello Banzer, il giornale inglese “The Guardian” portava questo autunno il titolo: LA BOLIVIA AGISCE CONTRO LA CHIESA. Esso riferiva: “Pare che la prevedibile mossa del nuovo regime Banzer contro la cosiddetta chiesa progressista della Bolivia sia cominciata. Le prime indicazioni sono state la morte di padre Maurice Lefevre . . . Altri sacerdoti si tengono ancora nascosti e asseriscono che siano stati dati ordini di sparare su loro a vista”.
Misure simili vengono prese in altri paesi. L’“Herald” di Miami del 15 ottobre 1971 riferiva: “Parecchi sacerdoti cattolici romani sono oggetto di investigazione per presunte attività antigovernative nel Panama”.
Una notizia dal Brasile contenuta nell’“Express/News” di San Antonio parla della “condanna di quattro ecclesiastici domenicani avvenuta la scorsa settimana dietro accuse di sovversione”.
Sotto il titolo IL SUD-AFRICA FA IRRUZIONE NELLE CASE DI ECCLESIASTICI E INSEGNANTI, il “Times” di New York dello scorso 26 ottobre spiegava: “La polizia di sicurezza del Sud-Africa ha fatto irruzione nelle case di ecclesiastici in una campagna nazionale contro la sovversione”.
Il “Sun” di Baltimora, U.S.A., del 4 ottobre comunicava l’“avvenuto arresto e detenzione di tre giorni di 47 sacerdoti la scorsa settimana” in Argentina. Il giornale notava che questa è la più recente espressione della “volontà del governo di reprimere con la forza ciò che considera attività rivoluzionaria da parte di radicali con la tonaca”.
Benché questo non sia avvenuto generalmente in altri paesi, i governi comunisti hanno da lungo tempo preso misure repressive contro le chiese. Come notò un portavoce: “I regimi comunisti hanno seguìto una norma antireligiosa nei diversi paesi dove sono stati al potere”.
Riguardo all’atteggiamento dell’Unione Sovietica verso le chiese, il “Reader’s Digest” di novembre del 1971 osserva: “Abbonda l’evidenza di chiusura di chiese in massa, di migliaia di cristiani molestati o mandati in campi di lavoro solo perché avevano Bibbie”. La Cina, il più grande paese comunista, è forse anche più ostile alle chiese. “World Book Encyclopedia” del 1970 spiega: “Il governo proibisce l’opera missionaria e il formale insegnamento religioso nelle chiese nelle case o nelle scuole”.
Il comunismo domina già su un terzo della popolazione del mondo e la sua influenza sta aumentando. Questo si vide di nuovo lo scorso 25 ottobre quando, con uno schiacciante voto di maggioranza, la Cina comunista fu ammessa all’organizzazione internazionale delle Nazioni Unite. Così la Cina è insieme all’Unione Sovietica membro permanente del potente Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Pure significativo è il fatto che in Francia, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, le altre nazioni che sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, le chiese sono in continuo declino.
Che cosa significa ciò? A che cosa conduce questa tendenza di ostilità verso le chiese in ogni parte del mondo? Evidentemente è prossimo un grande cambiamento nell’ordine sociale. Potrebbe darsi che la religione che non si è attenuta alla Bibbia debba sparire dalla scena? Varrebbe la pena che esaminaste la cosa.