Un dramma profetico che prefigurò la sopravvivenza
1. Perché, nel secondo millennio di esistenza umana, la terra era divenuta un luogo pericoloso in cui vivere?
ALLORA, tanto tempo fa, nel secondo millennio di esistenza umana, la terra era divenuta un luogo pericoloso in cui vivere. Sì, perché la terra, come oggi, era piena di violenza. Lo era, anche se allora gli uomini non avevano fucili e revolver e cannoni e armi nucleari. Dio aveva una generale veduta della situazione in quell’antico periodo, ed ecco come descrisse la situazione mondiale. Più di un secolo prima che si pervenisse al peggiore stadio delle attività umane, egli determinò di agire debitamente e ne stabilì il tempo esatto.
2. Quale limite di tempo pose Dio a quella generazione di lunga durata, perché subisse quale morte?
2 In una dichiarazione resa nota all’uomo, Dio disse: “Il mio spirito non dovrà agire verso l’uomo indefinitamente, in quanto egli è anche carne. Pertanto i suoi giorni dovranno ammontare a centoventi anni”. (Gen. 6:3) Egli non avrebbe agito pazientemente verso quella generazione di lunga durata per un indefinito periodo di tempo, ma ora stabilì un limite alla degradazione in cui sarebbe sprofondata sempre più quella generazione, tanto lontana dall’immagine e somiglianza di Dio in cui egli aveva creato il primo uomo di carne e sangue. Sarebbero stati concessi altri dodici decenni prima che ci fosse un mondiale “atto di Dio”. Quella generazione non sarebbe morta di morte naturale!
3. Quale dichiarazione fece Dio riguardo alla malvagità del genere umano di quel tempo, e quale domanda facciamo riguardo alla nostra generazione in paragone?
3 Per fare un paragone, guardiamo l’attuale generazione umana in quanto alla sua moralità, mentre ora leggiamo come Dio considerò la condizione del genere umano, della cui creazione era responsabile: “Di conseguenza Geova vide che la malvagità dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo male in ogni tempo. E Geova si rammaricò d’aver fatto gli uomini sulla terra, e se ne addolorò nel suo cuore. Dunque Geova disse: ‘Io cancellerò gli uomini che ho creati dalla superficie della terra, dall’uomo all’animale domestico, all’animale che si muove e alla creatura volatile dei cieli, perché in effetti mi rammarico d’averli fatti. . . . La fine di ogni carne è giunta dinanzi a me, perché la terra è piena di violenza per opera loro; ed ecco, io li ridurrò in rovina insieme alla terra’”. (Gen. 6:5-7, 13) Possiamo dire che la generazione umana del tempo attuale sia in alcun modo migliore di quell’antica così descritta, o c’è ragione di credere che sia anche peggiore?
4. Quale domanda dovremmo farci individualmente, e in quale caso ci sarebbe del tutto impossibile scampare al mondiale atto di Dio?
4 Non che vogliamo ipocritamente condannare gli altri e chiudere un occhio su noi stessi. Abbiamo verso noi stessi il dovere di chiederci: Sono sul corrotto livello di quell’antica generazione? Dobbiamo farci individualmente tale domanda, perché siamo in questo mondo e viviamo con questa attuale generazione. Che dire se siamo parte integrale di questa società mondiale e ci piace farne parte nonostante le opere che ha compiute finora? Ebbene, se il fatto che Dio si attiene continuamente agli stessi princìpi e alla stessa condotta lo obbliga ora ad agire perché questa generazione somiglia a quella antica, non possiamo dunque attenderci di scamparla quando il Creatore compirà di nuovo un mondiale “atto di Dio”. Ci sarebbe impossibile sopravvivere ad esso. Saremmo classificati insieme agli altri.
5. Quale famiglia fu un’eccezione rispetto a quella società mondiale, e che cosa dice il racconto biblico di quella famiglia?
5 Naturalmente, non tutti a quel tempo facevano parte di quella corrotta società umana; altrimenti, oggi la razza umana non ci sarebbe. Ci fu una famiglia che rappresentò l’eccezione, e Dio lo riconobbe. La famiglia eccezionale fu quella di Noè, figlio di Lamec, figlio di Metusela. (Gen. 5:25-32) Notiamo la differenza fra Noè e la società del mondo del suo giorno, secondo questo racconto biblico: “Noè fu uomo giusto. Egli si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei. Noè camminò col vero Dio. A suo tempo Noè generò tre figli, Sem, Cam e Iafet. E la terra si rovinò alla vista del vero Dio e la terra fu piena di violenza. Dio vide dunque la terra, ed ecco, era rovinata, perché ogni carne aveva rovinato la sua via sulla terra”. “Dopo ciò Geova disse a Noè: ‘Entra, tu e tutta la tua casa, nell’arca, perché tu sei quello che ho visto giusto dinanzi a me fra questa generazione’”. — Gen. 6:9-12; 7:1.
6. Con quale classe predetta da Enoc non volle essere classificato Noè, e in che modo camminò con il vero Dio?
6 Noè ricordò ciò che aveva profetizzato il suo bisnonno Enoc sotto ispirazione divina: “Ecco, Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le loro empie opere che hanno empiamente fatte e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori han dette contro di lui”. (Giuda 14, 15; Gen. 5:18-24) Noè non voleva essere classificato con tale empio gruppo di peccatori né voleva che il giudizio divino fosse eseguito contro di lui. Noè camminò con il vero Dio, Geova, rimanendo in armonia con lui. Fu lieto di mettere la sua condotta in armonia con il proposito di Dio dimostrando d’essere colui mediante il quale la razza umana discesa da Adamo ed Eva doveva essere preservata quando sarebbe stato compiuto il mondiale “atto di Dio”. Poiché Noè mise la sua vita in armonia con il proposito di Dio, oggi, più di quattromilatrecento anni dopo, noi siamo qui. Oggi ci è posta dinanzi un’opportunità simile a quella di Noè.
7. A che cosa sopravvissero Noè e la sua casa, e in che modo pose la sua vita in armonia con il proposito di Dio?
7 Comprendiamo a che cosa sopravvissero allora Noè e la sua famiglia, complessivamente otto anime umane? Fu la fine di un mondo! Il diluvio universale di acque che spazzò via dalla superficie della terra tutta la corrotta, empia generazione dell’umanità non distrusse naturalmente il nostro globo terrestre. Esso è ancora qui sotto i nostri piedi. Per sopravvivere a quel diluvio Noè dovette porre la sua vita in armonia con l’immutato proposito di Dio, costruendo l’enorme arca secondo le istruzioni di Dio, per la preservazione della sua casa e dei fondamentali esemplari di animali terrestri e di volatili. (Gen. da 6:14 a 8:22) Il fatto che Noè e la sua famiglia sopravvissero alla distruzione di un mondo è esplicitamente dichiarato sotto ispirazione divina nei seguenti versetti descrittivi:
8. Come attesta Pietro che Noè e la sua famiglia sopravvissero alla distruzione di un mondo?
8 “Certamente se Dio non si trattenne . . . dal punire un mondo antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi; . . . Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova, ma riservare gli ingiusti al giorno del giudizio perché siano stroncati, . . . Poiché, secondo il loro desiderio, sfugge alla loro attenzione questo fatto, che nei tempi antichi vi erano i cieli, e la terra era solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio; e mediante tali mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. — 2 Piet. 2:4-9; 3:5, 6.
COME SOPRAVVIVERE ALLA DISTRUZIONE DEL MONDO
9. In che modo la sopravvivenza di Noè e della sua famiglia furono più che un’illustrazione di come sopravvivere alla distruzione di un mondo, e più che la sopravvivenza a cui pensa oggi la maggioranza?
9 È possibile! È possibile sopravvivere sulla terra alla distruzione del mondo! La sopravvivenza di Noè e della sua famiglia al diluvio universale del 2370-2369 a.E.V. ne è un’illustrazione. Ma c’è dell’altro! È una profezia o dramma profetico che raffigura come alcuni qui sulla terra sopravvivranno all’imminente distruzione del mondo, alla fine dell’odierno mondo di empi. Significa che sopravvivranno alla completa fine di questo malvagio, inquinato sistema di cose. Oggi la maggioranza degli abitanti della terra è contenta di sopravvivere agli attuali tempi difficili e di continuare a vivere attraverso una crisi mondiale dopo l’altra e infine morire dopo avere sperato in tempi migliori, che non si realizzano mai. Questa è la sola sopravvivenza che conoscano o che riescano a immaginare, mentre si sforzano di stare aggrappati alla vita umana più a lungo che possono. Questo non è neppure da paragonare alla sopravvivenza prefigurata dal fatto che Noè attraversò sano e salvo il diluvio.
10. Che cosa significa la sopravvivenza che ora Dio offre alle creature umane, e mediante quale condotta sarà possibile, come nel caso di Noè?
10 Dio offre ora alle creature umane sulla terra la possibilità di sopravvivere alla fine di questo malvagio sistema di cose e ai superstiti l’opportunità di vivere per sempre sulla terra sotto il Suo nuovo sistema di cose. Non è questo qualcosa per cui vale la pena di sopravvivere? Ma questa meravigliosa sopravvivenza non avrà luogo ricorrendo a metodi umani di salvezza, di soccorso, né mediante l’evoluzionistica “sopravvivenza del più adatto”. Di nuovo, sarà mettendo la propria linea di condotta in armonia con il proposito di Dio. Nel proprio caso, Noè dovette esercitare grande fede nell’avvertimento di Dio circa la distruzione del “mondo antico” e fare ciò che Dio gli disse di fare per preservare se stesso e la sua famiglia. Ricevette l’avvertimento molto in anticipo. Era il sesto secolo della sua vita ed era padre di tre figli sposati quando gli fu detto di costruire una capace arca di legno resistente alle intemperie in cui uscire illesi dalle acque del diluvio universale. Egli ubbidì.
11, 12. Perché un’arca di legno impermeabilizzata non sarebbe adatta per sopravvivere alla veniente “grande tribolazione”, come indicano quali parole di Pietro?
11 Un’arca di legno impermeabilizzata andò benissimo per sopravvivere alla fine del “mondo di quel tempo”. Tale arca non servirebbe per la “grande tribolazione” con cui finirà l’attuale “mondo” o società umana. Si tratta più che di una sola famiglia. Quelli che sperano di sopravvivere e vi si preparano si trovano in tutto il nostro globo terrestre. Inoltre, la distruzione totale di questo sistema di cose non avrà luogo per mezzo dell’acqua. Dio lo disse dopo il Diluvio. (Gen. 9:8-16; Isa. 54:9) Ventiquattro secoli dopo che Dio aveva dato tale assicurazione, l’ispirato apostolo Pietro scrisse la sua ultima lettera e disse:
12 “Il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua. Ma mediante la stessa parola [di Dio] i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi. . . . Il giorno di Geova verrà come un ladro, in cui i cieli passeranno con rumore sibilante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno scoperte”. — 2 Piet. 3:6, 7, 10.
13. Che cosa fece il diluvio universale riguardo alla terra, e che cosa le farà il “fuoco” del futuro giorno di giudizio?
13 Sarebbe in armonia con l’originale proposito di Dio per l’uomo e la sua dimora terrestre ch’Egli bruciasse questa terra con fuoco letterale e la riducesse a un luogo disabitato e carbonizzato? Significherebbe ammettere da parte di Dio che il suo principale Avversario, Satana il Diavolo, ha fatto fallire il Suo proposito. Questo non avverrà mai, poiché l’Onnipotente Dio può portare il suo proposito a un glorioso successo. Il diluvio di acque del giorno di Noè non distrusse la terra, ma solo spazzò via il “mondo di empi” dalla superficie della terra e la purificò, le fece un buon bagno. Similmente, il fuoco del giorno di Geova, il veniente giorno di giudizio, non distruggerà la terra né la vita di tutte le creature su di essa, ma distruggerà dalla superficie della terra la società di empi e anche le loro opere che non sono in armonia con il proposito di Dio. Il nostro pianeta terra e anche il nostro sole e i miliardi di altri soli della nostra Via Lattea, che sono già palle di fuoco, sopravvivranno a quel giorno di giudizio.
14. Che tipo di fuoco sarà quello che potrà togliere di mezzo i “cieli” nonché la “terra”, e con quale risultato?
14 Il fuoco letterale come quello comune alla nostra terra e al nostro sistema solare non potrebbe mai danneggiare l’invisibile Satana e i suoi demoni spirituali né porre loro fine come invisibili cieli spirituali che han dominato sul genere umano dall’espulsione di Adamo ed Eva dall’Eden sinora. Numerosissimi versetti biblici indicano che il “fuoco” del futuro giorno di giudizio del mondo è simbolico, ma distruttivo come il fuoco; e in che modo Geova Dio possa impiegare quel giorno fuoco letterale di cose come i fulmini, ora non lo sappiamo. Il potere esecutivo di Geova eliminerà Satana e i suoi demoni dalla loro celeste posizione di dominio sopra il genere umano e distruggerà la società terrena (o “mondo”) di empi. Pertanto, la terra letterale sarà di nuovo purificata proprio come l’oro e l’argento sono purificati col fuoco. La terra sarà allora un’eccellente dimora per i superstiti.
15. Come ci assicura l’apostolo Pietro che vi sarà qualche cosa per cui varrà la pena di sopravvivere?
15 Che vi sia allora qualcosa di eccellente per cui sopravvivere, ce lo assicura l’apostolo Pietro dicendo ulteriormente: “Aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova, per cui i cieli essendo infuocati saranno dissolti e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno! Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. — 2 Piet. 3:12, 13.
16. Nel dramma profetico che si adempie proprio qui, chi raffigurarono Noè, sua moglie, i loro tre figli e le loro mogli?
16 Il problema è ora come sopravvivere per entrare in quella “nuova terra” sotto i “nuovi cieli” del regno di Cristo. Per sopravvivere alla distruzione di quel “mondo antico”, Noè costruì l’arca come Geova Dio gli aveva detto. Mettendo la sua linea di condotta in armonia con il proposito di Dio per preservare la razza umana, Noè e la sua famiglia rappresentarono un dramma profetico che si adempie nella nostra generazione. Perciò, Noè raffigurò Gesù Cristo, e sua moglie raffigurò la “Sposa” di Cristo, o, più particolarmente, il rimanente di quella “Sposa” collettiva che si trova ancora sulla terra. I tre figli di Noè e le loro mogli raffigurano i battezzati adoratori di Geova Dio che ora si associano al rimanente della classe della “Sposa” e che sperano di divenire i figli terreni del Padre eterno, Gesù Cristo, sotto il suo regno millenario. (Isa. 9:6, 7) In questo dramma profetico che si adempie proprio qui nel nostro giorno, che cosa raffigura l’arca di Noè?
17. In quale periodo di tempo fu costruita l’arca di Noè, e che cosa raffigura quindi per questo giorno?
17 Ebbene, Noè costruì l’arca con l’aiuto dei suoi figli sposati, quindi molto meno di un secolo prima che venisse il diluvio. La costruzione dell’arca, pertanto, ebbe luogo durante il “tempo della fine” di quel “mondo antico”. Dobbiamo dunque cercare qualche cosa di speciale in questo “tempo della fine”, qualcosa da cui questa attuale generazione del genere umano può trarre profitto o vantaggio durante questi tempi urgenti. Con la Scrittura e con l’adempimento della profezia biblica è stato ben provato che il “tempo della fine” di questo attuale “mondo” cominciò nell’autunno dell’anno 1914, mentre infuriava la prima guerra mondiale. L’arca di Noè raffigurerebbe perciò il provvedimento per la sopravvivenza che Dio prende per mezzo di Cristo a favore dei suoi fedeli adoratori mentre si avvicina la fine infuocata di questo sistema di cose. Quel provvedimento divino è il paradiso spirituale in cui Dio ha portato i suoi fedeli adoratori dall’anno 1919 E.V., in cui vivono come popolo restaurato nel suo favore e sotto la sua protezione.
18. Quando il pentito rimanente della classe della “Sposa” fu portato in questo paradiso spirituale, e come?
18 Questo paradiso spirituale di pace e sicurezza è stato per certo edificato sulla terra dall’anno postbellico del 1919. Durante la prima guerra mondiale e i suoi tempi difficili e le persecuzioni dei cristiani testimoni di Geova, essi incorsero fino a un certo punto nel penoso disfavore divino perché avevano fatto compromesso e perché erano venuti meno in altri modi come cristiani. Geova Dio li lasciò divenire schiavi della religiosa Babilonia la Grande e dei suoi amanti politici, militari e giudiziari. Ma nell’anno postbellico del 1919 il rimanente pentito determinò di mettere la sua unita linea di condotta in armonia con il rivelato proposito di Dio secondo la conoscenza biblica che egli cominciò a dar loro. Dio impiegò benignamente suo Figlio Gesù Cristo come un moderno Ciro per liberare il suo popolo pentito dall’esilio in Babilonia la Grande. (Isa. da 44:28 a 45:6) Dopo che furono riportati nel 1919 in una pacifica relazione con Geova Dio, per così dire nel paese spirituale dato loro da Dio, fu edificato il paradiso spirituale, essendo stabilite in tutta la terra molte congregazioni di cristiani testimoni di Geova. — Isa. 35:1-10; Ezec. 36:35.
19. Quale bellezza abbonda in questo paradiso spirituale, e come quale città dell’antico Israele è esso per gli abitanti?
19 È qui in questo paradiso spirituale, in mezzo a questo “mondo” condannato e inquinato, che prevale vera bellezza spirituale, che il frutto dello spirito di Dio giunge a maturità. Vi prevalgono pace e vera fratellanza cristiana, e ciascuno cerca di edificare spiritualmente gli altri e di prepararli al veniente giorno di Geova. (2 Piet. 3:14-18) Lì c’è per così dire la loro “città di rifugio”, dove sono al sicuro dal grande “Vendicatore del sangue”, che eseguirà la vendetta di Geova contro tutto il “mondo” colpevole di spargimento di sangue nel veniente “giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. — 2 Piet. 3:7; Num. 35:12, 19-27.
20. Chi è raffigurato dai tre figli di Noè e dalle loro mogli, e come fu predetta in Rivelazione la loro sopravvivenza?
20 Il rimanente della “Sposa” di Cristo, raffigurato dalla moglie di Noè, non è l’unico a occupare ora questo paradiso spirituale, questa posizione di ristabilita pacifica relazione con Dio. Dall’anno 1935 sono venuti in questo paradiso spirituale coloro che furono raffigurati dai figli di Noè e dalle mogli di questi figli. Sono i futuri figli terreni del Padre eterno, Gesù Cristo, il più grande Noè. È posta dinanzi a loro l’opportunità di sopravvivere alla “grande tribolazione” del mondo ora così vicina, e a loro si applica il quadro profetico di Rivelazione 7:9-17. Saranno impiegati per formare la “grande folla”, di cui è detto: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”. (Riv. 7:14) Ora si uniscono al rimanente della “Sposa” di Cristo per adorare nello spirituale tempio di Dio.
21. (a) Per sopravvivere alla “grande tribolazione”, che cosa devono fare quelli che sono nel paradiso spirituale? (b) Quali forme di vita inferiore sopravvivranno con loro?
21 Per sopravvivere alla “grande tribolazione” tutti quelli che sono ora nel paradiso spirituale devono rimanerci, come Noè e la sua famiglia rimasero nell’arca, la cui porta Dio chiuse dietro di loro prima che si abbattesse sul mondo il diluvio. (Gen. 7:1) Solo rimanendo entro il luogo di approvazione, favore e protezione provveduto da Dio possono sperare di sopravvivere all’infuocata distruzione del mondano sistema di cose. Con loro vi sopravvivranno sotto la protezione di Dio anche esemplari di uccelli, creature volatili, animali terrestri e pesci e altre creature marine, poiché i superstiti terrestri della “grande tribolazione” adempiranno il mandato divino di tenere sottoposte queste forme di vita inferiore per la preservazione e il bene di queste viventi creazioni di Dio.
22. (a) Nel diluvio del giorno di Noè, che cosa accadde al Giardino d’Eden? (b) Nella veniente “grande tribolazione”, che cosa accadrà al paradiso spirituale, e perché?
22 La veniente “grande tribolazione” culminerà nell’infuocata “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Matt. 24:21, 22; Riv. 16:14-16) Affinché gli adoratori di Geova, i suoi testimoni cristiani, superino sani e salvi quella tribolazione, la loro simbolica arca, il paradiso spirituale, deve rimanere, ed essi devono starvi dentro. Nel diluvio del giorno di Noè il Giardino d’Eden o Paradiso di Delizia, da cui Adamo ed Eva erano stati espulsi, fu distrutto. Ma che dire del paradiso spirituale del rimanente e della “grande folla”? Come l’arca di Noè, sopravvivrà all’infuocato “giorno del giudizio”. L’incombente “grande tribolazione” da parte di Geova Dio non distruggerà il paradiso spirituale dei Suoi adoratori, che si sono sforzati di preservare la loro spiritualità e la loro integrità cristiana. Essa distruggerà il mondano sistema di cose che è tutt’altro che un paradiso. Quando il paradiso spirituale sarà sopravvissuto alla “grande tribolazione”, i superstiti adoratori dell’Iddio di Noè, Geova, dedicheranno i loro sforzi per ristabilire il paradiso letterale sulla terra purificata sotto i “nuovi cieli” del messianico regno di Dio.
23. Che cosa mostra che Adamo ed Eva non dovevano condurre una vita di ozio, e che cosa dire dunque di quelli che sono ora nel paradiso spirituale?
23 La vita nel paradiso spirituale in questo “tempo della fine” non è una vita d’ozio per quelli che vi godono del favore e della protezione di Dio. Secondo la volontà di Dio ci vivono per uno scopo. Al principio dell’esistenza umana, Dio mise Adamo nell’originale paradiso terrestre o “giardino d’Eden”, non a bighellonare o sciupare il suo tempo nell’ozio, ma per ‘coltivarlo e averne cura’. Dio diede uno scopo alla vita di Adamo ed Eva affidando loro il mandato di allevare una famiglia che entro settemila anni di tempo riempisse l’intera terra e trasformasse l’intera terra in un giardino paradisiaco e tenesse nell’utile sottomissione ogni forma di vita inferiore. (Gen. 2:15; 1:26-28) Così dal 1919 E.V. anche nel Paradiso spirituale c’è un’opera mondiale da fare, prima della “grande tribolazione”. Quelli che vi dimorano devono mettere la loro condotta in armonia con il proposito di Dio.
24. (a) Che cosa cercano ora di fare quelli che sono nel paradiso spirituale? (b) In armonia con tale proposito, a quali attività devono ora partecipare?
24 Quelli che ora Dio ammette in questo paradiso spirituale sulla terra cercano non solo un luogo di sicurezza e sopravvivenza durante la “grande tribolazione” avvenire. Cercano di mostrarsi degni e di prepararsi alla vita eterna nella giusta èra di Dio di “nuovi cieli e nuova terra”. (2 Piet. 3:13) Sanno bene che il proposito di Dio è quello di introdurre questa pacifica, giusta èra per mezzo del suo regno messianico retto dal suo intronizzato Figlio, Gesù Cristo. In armonia con tale proposito di Dio, devono partecipare all’adempimento della profezia di Gesù riguardo al “termine del sistema di cose”, cioè: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. Devono anche ubbidire al diretto comando che Cristo diede loro, di fare “discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole”. (Matt. 24:14; 28:19, 20) In tal modo altri che cercano Dio sono portati nel suo sicuro e protetto paradiso spirituale per sopravvivere nella Sua giusta nuova èra.
25. Se vogliamo sopravvivere e continuare a vivere nel nuovo ordine di Dio, che cosa dobbiamo fare ora?
25 Vogliamo sopravvivere alla “grande tribolazione” e vivere per sempre sotto la protezione dei “nuovi cieli e nuova terra” promessi da Dio? Per far questo, dobbiamo agire ora in armonia con il proposito di Dio.
[Immagine a pagina 219]
L’arca raffigura il paradiso spirituale in cui Dio ha portato oggi i suoi adoratori
Noè raffigura Gesù Cristo
La moglie di Noè raffigura la “Sposa” di Cristo
I figli di Noè e le loro mogli raffigurano gli odierni adoratori di Geova che sperano di ottenere la vita eterna sulla terra