Che effetto ha su di voi il fatto che non conoscete ‘il giorno e l’ora’?
1. Che relazione c’è fra la predominante qualità di Dio e il fatto che non ha rivelato ‘il giorno e l’ora’ dell’inizio della “grande tribolazione”?
GEOVA Dio ha avuto uno scopo nel non rivelare ‘il giorno e l’ora’ in cui la “grande tribolazione” comincerà la sua opera distruttiva sul presente sistema di cose. Tale scopo è in stretta relazione con la predominante qualità di Dio, l’amore. (1 Giov. 4:8) Essendo un Dio d’amore, vuole come suoi servitori solo quelli che davvero lo amano profondamente. (Sal. 119:97; 1 Giov. 5:3) Egli non desidera che le creature intelligenti si facciano piccole davanti a lui per il terrore, servendolo perché temono le punizioni che potrebbe infliggere loro. Ha sempre trattato le persone in modo da ispirare amore permettendo loro, nello stesso tempo, di mostrare ciò che hanno realmente nel cuore.
2. Come ha Geova dimostrato il suo amore per gli uomini imperfetti?
2 Esprimendo grande immeritata benignità, Geova ha permesso anche a creature umane ingrate e prive di apprezzamento di trarre profitto dai cicli naturali che mise all’opera per rendere possibile la vita sulla terra. (Atti 14:16, 17; 17:24, 25) E in un periodo di sedici secoli, ispirò una quarantina di uomini a produrre un racconto scritto che fa conoscere quale Dio egli è e che cosa richiede da coloro che approva. (2 Tim. 3:16, 17) Quel racconto, contenuto nella Bibbia, provvede valide norme che ci permettono di ottenere il meglio dalla vita anche ora nonostante problemi e circostanze difficili. (Sal. 19:7-11) Ci fa pure conoscere lo straordinario amore che Dio manifestò quando diede il suo unigenito Figlio affinché deponesse la vita a nostro favore. Ciò diede all’umanità l’opportunità di ottenere una relazione approvata presso il solo vero Dio e rese possibile la prospettiva della vita libera da infermità, dall’indebolimento della vecchiaia e dalla morte. — Giov. 3:16; Tito 3:4-7; Riv. 21:3, 4.
3. Perché il fatto che Geova reca la “grande tribolazione” non è incompatibile con l’essere un Dio d’amore?
3 Ma come può un tale Dio recare anche una tribolazione che sarà così distruttiva per il genere umano da incutere timore? In realtà, essendo egli un Dio d’amore è necessario che lo faccia. Oggi questo può sembrare strano a molti. Sembrò strano anche a molti Israeliti quando, circa ventisette secoli fa, il profeta ebreo Michea annunciò che Geova avrebbe recato la calamità sul regno delle dieci tribù d’Israele e sul regno delle due tribù di Giuda. Increduli, domandarono: “È divenuto scontento lo spirito di Geova, o sono queste le sue azioni?” Geova replicò, dicendo: “Non fanno bene le mie proprie parole nel caso di chi cammina rettamente?” (Mic. 2:7) Sì, per fare bene verso quelli che camminano rettamente deve agire contro tutti quelli che ostinatamente rifiutano di conformarsi alle vie della giustizia e che accrescono pertanto le ingiustizie, l’oppressione e l’illegalità che oggi rendono la vita sulla terra più pericolosa e spiacevole.
4. Che cosa desidera Geova riguardo a tutta l’umanità?
4 Ciò nondimeno, prima che vengano ‘il giorno e l’ora’ in cui agirà contro i malvagi, Geova invita calorosamente tutti ad abbandonare le loro cattive vie. (Si paragonino Isaia 55:6, 7; Geremia 18:7-10). Egli è come un amorevole padre umano che non prova nessun diletto a dover punire i figli disubbidienti ma prova piacere quando fanno ciò ch’è giusto. Dei sentimenti che Geova provò nei riguardi della spaventosa distruzione che permise venisse su Gerusalemme nel 607 a.E.V., la Bibbia dice: “Non di suo proprio cuore egli ha afflitto o addolora i figli degli uomini”. (Lam. 3:33) Preferisce che le persone intraprendano un modo di vivere che non solo gli rende superfluo agire contro di loro ma che reca loro anche felicità e soddisfazione personale, oltre a contribuire alla sicurezza e alla gioia dei loro simili. “Non desidera che alcuno sia distrutto”, scrisse l’apostolo Pietro, “ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. — 2 Piet. 3:9.
5. (a) Il fatto che Geova non ha rivelato ‘il giorno e l’ora’ che cosa induce le persone a manifestare riguardo a sé? (b) In che modo il fatto che ‘il giorno e l’ora’ non sono stati resi noti da Dio aiuta chi è sincero a riconoscere i veri cristiani?
5 Il fatto che Geova Dio non ha fatto conoscere ‘il giorno e l’ora’ in cui manderà suo Figlio a eseguire il giudizio contro il sistema di cose malvagio su questa terra ha avuto senz’altro una parte nel far manifestare quello che c’è nel cuore delle persone. Se non amano realmente il Creatore e non apprezzano il valore di un’eccellente relazione con lui, ricercheranno le cose a cui il loro cuore è incline: abbondanza di beni materiali, popolarità nel mondo, una vita imperniata su di sé. Forse sono inclini a pensare che, non avendoci Dio detto ‘il giorno e l’ora’, probabilmente non verrà nel nostro giorno. Nello stesso tempo, che Dio non abbia fatto conoscere ‘il giorno e l’ora’ è stato utile a quelli che volevano fare la sua volontà. In che modo? Ebbene, ciò che Geova Dio ha fatto esclude che fra coloro che solo pretendono d’essere suoi servitori vi siano grandi manifestazioni di ipocrita devozione poco prima che vengano ‘il giorno e l’ora’. Le persone sincere, perciò, non sono confuse circa l’identità del devoto popolo di Dio. Possono vedere chiaramente la differenza fra quelli che ignorano ‘il giorno e l’ora’ fissati da Dio per il giudizio e quelli che non li ignorano.
È PERICOLOSO IGNORARE ‘QUEL GIORNO E QUELL’ORA’
6. Oggi quale atteggiamento menzionato in II Pietro 3:3-7 manifestano molti?
6 Quando si fanno loro notare le prove scritturali dell’imminenza della “grande tribolazione”, molti le sminuiscono e ne ridono. Le loro azioni corrispondono alla descrizione biblica: “Negli ultimi giorni verranno degli schernitori con i loro scherni, che procederanno secondo i propri desideri e diranno: ‘Dov’è questa sua promessa presenza? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione’”. Le passate esecuzioni del giudizio di Dio, come il diluvio del giorno di Noè, non significano nulla per loro. Non vogliono proprio credere che Dio distruggerà i malvagi, come li distrusse in passato. Non vogliono cambiare il loro modo di vivere ma vogliono continuare a cedere ai propri egoistici desideri. (2 Piet. 3:3-7) Se insistono in questo atteggiamento e sono sorpresi ‘dal giorno e dall’ora’ di Dio, non sfuggiranno affatto alla calamità.
7. In che modo perfino alcuni che si associano alla congregazione cristiana potrebbero non prendere sul serio la certezza dei futuri ‘giorno e ora’ dell’esecuzione del giudizio?
7 Anche quelli che si associano oggi alla vera congregazione cristiana possono essere indotti a non tener conto dei futuri ‘giorno e ora’ in cui Geova eseguirà il suo giudizio. Forse l’individuo conosce quello che dice la Bibbia della “grande tribolazione”. Forse ne sente parlare da anni, possibilmente anche da genitori cristiani dedicati. Ma, non vedendo accadere nulla di realmente drammatico, nella propria mente comincia a porre nel distante futuro ‘il giorno e l’ora’ di Dio. Forse gli piace la sana compagnia dei componenti della congregazione, ma personalmente non partecipa con tutta l’anima insieme a loro all’opera di predicare e fare discepoli che Cristo comandò ai suoi seguaci di compiere. Il mondo e quanto esso offre sotto forma di apparenti vantaggi materiali possono assumere un’attrattiva sempre maggiore. Ben presto si trova impegnato a perseguire interessi materialistici o forse smette di fare ulteriori sforzi per abbandonare vie e abitudini che gli impediscono d’avere una relazione approvata con Geova Dio. Può anche ragionare che ‘quando comincerà realmente ad accadere qualcosa’ cambierà la sua vita. Per il momento, non è pronto. Tale individuo non ha apprezzamento per la giustezza di ciò che Dio richiede ed è in una posizione di grave pericolo.
8. Che effetto può avere l’intemperanza nel mangiare e nel bere sul proprio atteggiamento verso la “grande tribolazione”?
8 Molti si abbandonano ad eccessi, intorpidendo i loro sensi rispetto alla certezza della venuta della “grande tribolazione”. Gesù Cristo mise in guardia i discepoli contro questo pericolo, dicendo: “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio”. (Luca 21:34, 35) Ovviamente, l’intemperanza nel mangiare e nel bere intorpidisce i sensi e ‘aggrava’ il cuore con sentimenti di colpa. Nello stesso tempo tale intemperanza soffoca i buoni motivi. — Prov. 20:1; si paragoni Isaia 28:7.
9. In che modo l’eccessiva preoccupazione per guadagnarsi da vivere può rappresentare un pericolo?
9 Similmente, l’eccessiva preoccupazione per guadagnarsi da vivere può sovraccaricare il cuore. Se si perde di vista la confortante assicurazione che Geova avrà cura del suo popolo, il cuore spingerà presto a fare tutto il possibile per avere in futuro la sicurezza economica. (Ebr. 13:5, 6) Col tempo si perderà di vista la necessità di perseguire gli interessi spirituali, così da essere spiritualmente falliti e in uno stato disapprovato dinanzi a Geova Dio. — 1 Tim. 6:9, 10.
VIVIAMO IN ARMONIA CON LA FEDE
10. Come dovremmo sforzarci di vivere ogni giorno, e perché?
10 È molto meglio vivere ogni giorno con la consapevolezza che il tempo fissato da Geova per eseguire il giudizio verrà di certo. Non solo questo impedirà d’essere presi nel laccio di uno stato disapprovato da Dio quando verranno ‘il giorno e l’ora’ di Dio, ma anche ora la vita sarà molto più piacevole. (1 Tim. 4:8) Ciò avviene perché i comandi di Dio si basano sull’amore e servono a promuovere il bene. (Rom. 13:8-10) L’ubbidienza ad essi impedisce di seguire una condotta mentalmente, fisicamente o emotivamente nociva. — Prov. 4:1-15; Eccl. 11:9, 10.
11. Che cosa permise a uomini e donne del passato di imperniare tutta la loro vita sul compimento della volontà di Dio anche se sapevano che la fine del sistema malvagio non sarebbe venuta durante lo loro vita?
11 Molto tempo prima del ventesimo secolo ci furono alcuni che vissero in modo da mostrare fede nel proposito di Dio di porre fine a tutta la malvagità e di amministrare con giustizia gli affari della terra. Sapevano che questo non sarebbe accaduto durante la loro vita. Ciò nondimeno, la speranza di avere una parte in ciò che Dio aveva in mente per loro quando fossero stati risuscitati dai morti era così forte che tutta la loro vita fu imperniata sul compimento della sua volontà. — Si paragoni Ebrei 11:35-40.
12. Come Abraamo e Sara dimostrarono la loro fede nell’adempimento della promessa di Dio?
12 Considerate l’esempio di Abraamo e Sara. Abitavano nella progredita città di Ur. Tuttavia, Abraamo, dietro invito di Dio, abbandonò volontariamente la città dove risiedeva per un paese di cui non sapeva nulla. (Gen. 12:1-4) In questo sua moglie Sara cooperò pienamente con lui. Quando si trovarono infine nel paese in cui Dio li aveva guidati, Abraamo e Sara non si affezionarono a qualche città e non si stabilirono in una casa confortevole. Essi e i loro fedeli discendenti continuarono a dimorare in tende. Giacché nulla, in realtà, impediva loro di tornare a una vita più confortevole a Ur, perché non vi tornarono? La Bibbia risponde: “Benché non ottenessero l’adempimento delle promesse, . . . le videro da lontano e le salutarono e dichiararono pubblicamente d’essere estranei e residenti temporanei nel paese. Poiché quelli che dicono tali cose mostrano di cercare premurosamente un luogo loro proprio. Eppure, se avessero in realtà continuato a ricordare quel luogo dal quale erano usciti, avrebbero avuto l’opportunità di tornarvi. Ma ora aspirano a un luogo migliore, cioè uno che appartiene al cielo”. — Ebr. 11:13-16.
13, 14. Che cosa mostra che Abraamo e Sara furono saggi a non lasciare che l’eccessiva preoccupazione per i beni materiali determinasse il corso della loro vita?
13 Pensate che Abraamo e Sara fecero una scelta saggia? La loro vita fu davvero soddisfacente. (Gen. 25:8) Abraamo e Sara ricevettero ricche ricompense per il loro modo d’agire. Geova benedisse gli sforzi d’Abraamo di provvedere alla sua casa, così che non gli mancò mai nulla ma ebbe sempre in abbondanza. (Gen. 13:2; 14:14) Abraamo ebbe una relazione molto intima con Dio, avendo anche il privilegio di parlare con angeli e di intrattenerli. (Gen. 18:1–19:1) Le facoltà riproduttive sia sue che di sua moglie furono riattivate in modo miracoloso, così che poté generare Isacco per mezzo della diletta moglie Sara. E dalla sua discendenza nacque come uomo il Figlio stesso di Dio. (Gen. 17:17; Ebr. 11:11, 12; Luca 3:23-34) In riferimento alla protezione e alla cura di Dio verso Abraamo e i suoi fedeli discendenti, Salmo 105:14, 15 dice: “Egli non permise ad alcun uomo di defraudarli, ma a motivo d’essi riprese dei re, dicendo: ‘Non toccate i miei unti, e non fate nulla di male ai miei profeti’”. — Gen. 12:17; 20:3, 7.
14 Se Abraamo non avesse risposto all’invito di Dio di partire da Ur, avrebbe perso grandi opportunità. Non sarebbe stato diverso da qualsiasi altro prospero abitante dell’antica Ur il cui nome è stato da lungo tempo dimenticato. Ma poiché in effetti rispose, Geova adempì la sua promessa di fare grande il nome di Abraamo. (Gen. 12:1, 2) Pochi nomi dei tempi antichi sono divenuti così grandi come quello di Abraamo, specialmente come esempi di straordinaria fede. E Abraamo fu chiamato ‘amico di Geova’. (Isa. 41:8) Al tempo fissato da Dio, Abraamo sarà destato dai morti, avendo la prospettiva della vita eterna. Riguardo ad Abraamo e alla sua devota progenie, Ebrei 11:16 dice: “Dio non si vergogna di loro, d’esser chiamato loro Dio, poiché ha preparato per loro una città [il regno messianico]”.
15. Si attesero i cristiani del primo secolo che il giusto nuovo ordine di Dio venisse entro la loro vita?
15 L’eccellente spirito manifestato da Abraamo e Sara fu evidente anche tra i veri seguaci di Gesù Cristo nel primo secolo E.V. Anch’essi sapevano che lo stabilimento di un giusto nuovo ordine di nuovi cieli e nuova terra non sarebbe avvenuto durante la loro vita. L’apostolo Paolo, scrivendo sotto ispirazione divina, indicò ai conservi credenti che “il giorno di Geova” non sarebbe venuto finché non avesse prima messo fermamente radice l’apostasia dalla vera fede. — 2 Tess. 2:1-8; 2 Piet. 3:13.
16. Quale atteggiamento ebbero quei primi cristiani verso i beni materiali, e come questo fu utile?
16 I cristiani del primo secolo vissero dunque in modo da ignorare la venuta ‘del giorno e dell’ora’ di Geova? Non quelli che apprezzavano la loro relazione con Dio come discepoli di Gesù Cristo. Essi rinunciarono volontariamente ai beni materiali affinché altri partecipassero alle loro gioie spirituali. (Luca 14:33; Filip. 3:7-9) Dopo il giorno di Pentecoste del 33 E.V., per esempio, molti credenti vendettero i loro beni e ne misero a disposizione il ricavato, perché fosse usato per aiutare quelli che ne avevano bisogno per rimanere a Gerusalemme e continuare a trarre profitto dall’insegnamento degli apostoli. — Atti 2:41-47; 4:34, 35.
17. Perché i cristiani del primo secolo considerarono la predicazione della “buona notizia” una cosa urgente?
17 I fedeli seguaci di Gesù Cristo presero sul serio l’incarico di fare discepoli. (Matt. 28:19, 20) In meno di trent’anni, riuscirono a dichiarare la “buona notizia” in luoghi estesamente sparsi dell’Impero Romano e anche al di fuori d’esso. (Col. 1:23) Riconobbero l’urgenza di quest’opera. Sapevano che le persone potevano morire ancor prima di conoscere la prospettiva di ottenere la vita immortale come governanti associati a Gesù Cristo. Faticarono altruisticamente perché il maggior numero possibile avesse l’opportunità di partecipare a quella gloriosa prospettiva. Inoltre, la fine del sistema di cose giudaico doveva venire entro quella generazione. Ovunque abitassero, i Giudei dovevano dunque essere informati della profezia di Gesù Cristo a questo riguardo, così che agissero conformemente per sfuggire alla calamità.
18. Come corpo, i cristiani testimoni di Geova del nostro giorno come considerano l’importanza di seguire nella propria vita i consigli biblici oltre a predicare ad altri la “buona notizia”?
18 Come corpo, i cristiani testimoni di Geova si sforzano oggi di fare la stessa cosa. Sono convinti che il miglior modo di vivere sia quello di dare ascolto ai consigli della Parola di Dio. Questi permettono di godere anche ora la vita e danno una sicura speranza per il futuro. (1 Tim. 6:17-19) Riconoscono pure l’importanza di avvertire le persone d’ogni luogo che devono stringere una relazione approvata con il Creatore prima che si scateni la “grande tribolazione”. (Si paragonino Ezechiele 33:2-9; 1 Corinti 9:16). Per tale ragione sono stati disposti a fare premurosi sforzi per aiutare i loro simili ad acquistare accurata conoscenza della volontà di Dio.
19, 20. (a) Fino a che punto sono stati disposti ad andare molti Testimoni per aiutare altri ad acquistare conoscenza del proposito di Dio? (b) C’è alcuna ragione per cui si rammarichino di non essersi dedicati ad altri interessi?
19 Per aiutare il prossimo a conoscere Geova e il suo meraviglioso proposito per l’umanità, un considerevole numero d’essi ha rinunciato a una carriera promettente, si è liberato di redditizi interessi commerciali, ha venduto beni materiali che riteneva superflui o ha modificato in altri modi le proprie circostanze. Per la stessa ragione, molti si sono trasferiti in altre parti del proprio paese o anche in altre nazioni. Alcuni poi scelsero il celibato o, essendo sposati, rinunciarono alla gioia d’avere figli per essere liberi di compiere un servizio che altrimenti sarebbe stato difficile svolgere.
20 Alcuni di questi uomini e donne sono invecchiati e son divenuti infermi. Sono essi delusi di non avere ancora ricevuto la liberazione dal presente empio sistema? Si rammaricano di non essersi dedicati a certi interessi che in se stessi non erano sbagliati? Ritengono che i loro sacrifici non fossero necessari? Quelli che presero la loro decisione mossi dal profondo amore verso Dio e dall’ardente desiderio di aiutare altri non hanno rimpianti. Non invidiano altri, pensando che sarebbero stati molto meglio se avessero vissuto una vita diversa. Né disprezzano quelli che scelsero di stabilirsi in una certa zona e vi allevarono i figli secondo i princìpi biblici. Hanno la soddisfazione d’aver fatto quello che sapevano esser giusto nel loro caso e si rallegrano di avere mantenuto un’intima relazione con Geova Dio.
APPREZZIAMO LA VIA DI GEOVA
21. Come dovremmo sentirci se la “grande tribolazione” non venisse così presto come noi personalmente ci attendiamo?
21 È solo naturale voler essere liberati il più presto possibile dai crescenti problemi del mondo, dalla quotidiana lotta di cercar di guadagnarsi da vivere, come pure da infermità, vecchiaia e morte. Ma che dire se quella liberazione non venisse così presto come tu personalmente ti attendi? Che effetto avrebbe sul tuo cuore? Potresti esser tentato di dimenticare l’importanza di una giusta relazione con Geova Dio e di vedere quali piaceri puoi ancora trovare nel mondo? Se veramente ami Geova, il servizio che rendi a Dio non è limitato da alcuna data. Sai che quanto possiedono i veri cristiani vale qualsiasi cosa possa offrire questo mondo. Sei convinto che Geova Dio non mancherà di adempiere tutte le cose promesse ai suoi servitori. Come dice la lettera ispirata agli Ebrei: “Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete mostrato per il suo nome”. — Ebr. 6:10.
22. Se veramente condividiamo la veduta di Geova verso l’umanità, come considereremo il periodo di tempo rimasto prima della “grande tribolazione”?
22 Non dovremmo mai pensare che quanto è detto qui significhi che la “grande tribolazione” sia lontana e lasciarci andare a una mentalità simile a quella del mondo allontanatosi da Dio. Finché c’è qualcuno che ancora risponde al caloroso invito di Dio, questo dovrebbe incoraggiarci. È in armonia con il desiderio di Geova che nessuno sia distrutto ma che tutti pervengano al pentimento. (2 Piet. 3:9) Condividendo la veduta di Dio verso l’umanità ci rallegreremo che altri abbiano ancora la strada aperta per schierarsi dalla parte di Geova, con la prospettiva della vita eterna. E il fatto di continuare a vedere l’ovvio adempimento del proposito di Geova che il maggior numero possibile di persone ottenga una condizione approvata dinanzi a lui dovrebbe senz’altro rafforzare la nostra convinzione che ‘il giorno e l’ora’ in cui eseguirà il suo giudizio verranno, poiché anche questo fa parte del suo immutabile proposito.
23. (a) Che cosa ci rende assolutamente certi che il proposito di Dio circa l’eliminazione del presente sistema malvagio e lo stabilimento del suo nuovo ordine si adempirà, e che avverrà al tempo fissato da Dio? (b) In considerazione di ciò, quale dovrebbe essere la determinazione di ognuno di noi?
23 La reputazione stessa di Geova, la sua veracità, ci danno la ferma assicurazione che la sua promessa di por fine all’ingiustizia, all’oppressione e al dolore ‘ansima’ o procede ardentemente verso il suo adempimento. (Sal. 117:2) Da un punto di vista umano, ad alcuni può sembrare che abbia tardato. Ciò nondimeno, è proprio come fu rivelato al profeta ebreo Abacuc: “La visione è ancora per il tempo fissato, ed essa continua ad ansimare sino alla fine, e non mentirà. Pure se dovesse attardarsi, attendila; poiché si avvererà senza fallo. Non tarderà”. (Abac. 2:3) Stando così le cose, ti sforzi ora di mantenere una relazione approvata con Geova Dio? Hai preso la determinazione di continuare a servirlo qualsiasi cosa riservi il futuro? Se hai il giusto motivo dell’amore verso Dio e verso il prossimo, sarà veramente così. E puoi fiduciosamente attendere la ricompensa che Dio elargirà a te e a tutti gli altri dell’umanità che lo amano intensamente di cuore.