‘Non abbiamo nulla eppure possediamo ogni cosa’
“Come poveri ma rendendo ricchi molti, come non avendo nulla eppure possedendo ogni cosa”. — 2 Cor. 6:10.
1. In che modo il denaro soddisfa un bisogno?
SENZA alcun dubbio il denaro è essenziale per la vita quotidiana. Senza di esso, come potreste vivere in questo presente sistema di cose? Come potreste procurarvi le cose necessarie della vita? In molte parti della terra esso vi permette di ottenere assistenza ospedaliera, trasporti, elettricità, riscaldamento e acqua in casa, cose utili all’uomo. Ma se non aveste denaro, come potreste sfamare e vestire voi stessi e la vostra famiglia? Come potreste ottenere un luogo in cui abitare e mantenerlo in buone condizioni? Ecclesiaste 10:19 esprime saggiamente questo fatto: “Il pane è per il riso dei lavoratori, e il vino stesso rende la vita allegra; ma il denaro è ciò che risponde a ogni cosa”.
2. Da che cosa deve continuamente guardarsi il cristiano? Perché?
2 Quindi, finché sussiste questo attuale sistema di cose, i cristiani possono utilizzare molto bene il denaro per soddisfare i loro quotidiani bisogni, specie per quanto riguarda il compimento del servizio del Regno. Tuttavia, data la sua utilità e la moltitudine di cose che con esso si possono ottenere, il cristiano deve padroneggiarsi di continuo, tenendo sempre il denaro (la ricchezza, i possedimenti materiali) al suo posto, considerandolo cioè uno strumento, un servitore. Non si dovrebbe mai permettere che divenga l’oggetto del proprio amore, il ‘desiderio del proprio cuore’. Com’è dunque necessario che oggi, a motivo dei tempi in cui viviamo, il cristiano ottenga e mantenga la giusta veduta delle ricchezze!
3. (a) Come ci aiuta Paolo a considerare la ricchezza materiale? (b) Dove pose egli il suo cuore?
3 Essendo della tribù di Beniamino, Ebreo e, rispetto al giudaismo, Fariseo (i Farisei avevano fama d’essere ‘amanti del denaro’), l’apostolo Paolo poté parlare per esperienza personale al fine di aiutarci ad avere il giusto equilibro spirituale. (Filip. 3:5; Luca 16:14) A motivo delle sue capacità e della sua istruzione, essendo stato ammaestrato dal dotto fariseo Gamaliele, poteva senz’altro essere riuscito ad accumulare molta ricchezza materiale. (Atti 5:34; 22:3) Tuttavia, Paolo dimostrò dov’era la ricchezza vera. Dopo avere dedicato più di venticinque anni all’opera di predicazione in servizio continuo, ed essere stato per essa gettato in prigione, scrisse in merito alla sua convinzione, alla sua decisione di rinunciare a una vita che forse gli avrebbe dato un grande guadagno materiale, dicendo: “In realtà pure considero ogni cosa esser perdita a motivo dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A motivo di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero come tanti rifiuti, affinché guadagni Cristo e sia trovato unito a lui . . . per vedere se in qualche modo possa conseguire la risurrezione dai morti che ha luogo più presto”. Paolo mostrò dove aveva posto il suo cuore e ciò che realmente contava nella sua vita. (Filip. 3:8-14; Ebr. 6:10-12) Considerando in modo ragionevole le ricchezze materiali, poté mantenere una veduta sana. Durante la sua vita osservò i deleteri effetti che la ricchezza aveva avuto su molti. — 2 Tim. 4:10.
IL LACCIO DEL DESIDERIO EGOISTICO
4. Contro quale pericolo fu messo in guardia Timoteo?
4 Nutrendo sincero interesse per il giovane Timoteo, Paolo gli scrisse quando questi era a Efeso, in Asia Minore, che, a quel tempo, era una città commerciale ricchissima. Mettendolo in guardia contro il pericolo di coltivare la bramosia della ricchezza materiale e contro i suoi disastrosi risultati, lo avvertì: “Quelli che hanno determinato d’arricchire cadono in tentazione e in un laccio e in molti desideri insensati e dannosi, che immergono gli uomini nella distruzione e nella rovina. Poiché l’amore del denaro è la radice d’ogni sorta di cose dannose, e correndo dietro a questo amore alcuni sono stati sviati dalla fede e si sono del tutto feriti con molte pene”. (1 Tim. 6:9, 10) Apprezzate questo ammonimento? Vi date ascolto? Avete visto nella vita di molti d’oggi quanto esso è verace?
5. (a) Come il desiderio della ricchezza materiale può divenire un “laccio”? (b) Perché non si possono servire due padroni?
5 Quando il vostro interesse per il denaro con cui provvedere alle necessità della vita si trasforma nell’ardente desiderio d’arricchire, o di ottenere cose di cui non avete bisogno, il denaro cessa d’essere il vostro strumento, il vostro servitore. Diventa invece il vostro padrone. Ora diventa un “laccio”. Gesù disse: “Nessuno può essere schiavo di due signori; poiché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si atterrà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza”. (Matt. 6:24) La Bibbia non condanna la ricchezza; condanna il fatto di esserne schiavi. Perché? Perché quando l’avido desiderio di guadagno materiale diventa così grande che ne divenite schiavi, Geova Dio non è più vostro Padrone. Allora non potete ‘amare Geova il vostro Dio con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima e con tutta la vostra mente’. (Matt. 22:37) Alcuni dicono che il “denaro parla”. Ma se ne divenite schiavi penserà anche in vece vostra!
6. (a) Quali deleteri effetti può avere l’amore del denaro sul cristiano? (b) Il denaro com’è considerato da alcuni?
6 Questa bramosia di denaro (ricchezza) può diventare così struggente da corrodere le qualità cristiane. Può degradare facendo diventare simili a bestie. Può far perdere di vista giustizia, verità, onestà, generosità e misericordia. (Deut. 16:19, 20; Eso. 23:8) Il forte desiderio dell’abbondanza materiale conduce con facilità a seguire le disoneste pratiche commerciali del mondo. “L’uomo di atti fedeli avrà molte benedizioni, ma chi si affretta a guadagnar ricchezze non rimarrà innocente”. (Prov. 28:20) Ma direte: “Questo non è il mio caso; io posso dominarlo. Come potrei mai nutrire affetto per esso? Dopo tutto, il denaro è solo carta!” È vero, ma quanto tempo dedicate e quanti sforzi fate per ottenerlo? Dimostra d’essere il vostro padrone? David T. Bazelon, nel suo libro The Paper Economy, fa un’onesta confessione: “Il denaro è un sogno. È un pezzo di carta su cui è impresso a inchiostro invisibile il sogno di tutte le cose che con esso si compreranno . . . La maggioranza di noi che nella grande lotta americana non è tra gli assoluti perdenti ama il denaro molto più delle cose che con esso si compreranno. Per noi non è un mezzo per conseguire un fine, è una passione”. Viviamo nel tempo che Paolo additò profeticamente in II Timoteo 3:1, 2 e di cui disse: “Negli ultimi giorni vi saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno . . . amanti del denaro”. Quanto è dunque importante che il cristiano mantenga il giusto equilibrio, guardandosi da questo insaziabile appetito di ricchezza materiale!
7. Qual è stato spesso il risultato per chi si è affaticato onde ottenere ricchezze?
7 L’amore della ricchezza e l’affaticarsi per essa non hanno fatto cessare angoscia, miseria, sofferenza, infelicità, frustrazione e spargimento di sangue. Ci sono pietosi esempi di alcuni che hanno perso l’equilibrio, che hanno coltivato un cuore avido. Come Paolo, riconosciamo che “le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione” e che sono state scritte “per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. — Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11.
“IL POTERE INGANNATORE DELLA RICCHEZZA”
8. (a) Quale disposizione di cuore si manifestò in Acan? (b) Quale lezione ne apprendiamo?
8 Rammentiamo il tempo in cui Geova Dio conduceva gli Israeliti attraverso il deserto ed essi erano in procinto di prendere possesso della Terra Promessa. Come primizia della conquista, fu detto loro che la città di Gerico “deve divenire una cosa votata alla distruzione . . . essa appartiene a Geova”. Le istruzioni di Dio proibivano di saccheggiarla, come si usava di solito quando veniva presa una città, ma si doveva bruciare col fuoco. L’argento e l’oro dovevano andare “nel tesoro di Geova”. (Gios. 6:17-19) Tuttavia, Acan, della tribù di Giuda, lasciò divenire avido il suo cuore. In seguito confessò: “Quando vidi fra le spoglie una bella veste ufficiale di Sinar, e duecento sicli d’argento e una verga d’oro, del peso di cinquanta sicli, li desiderai e li presi”. (Gios. 7:21) L’amore della ricchezza spinse Acan alla slealtà, alla disonestà, a derubare Geova. Quando Israele tentò di catturare la successiva città, Ai, Geova ritirò il suo spirito da Israele finché il malfattore Acan non fu smascherato. Una volta individuati, Acan e la sua famiglia e tutto il loro bestiame furono lapidati a morte e bruciati col fuoco. Che prezzo dovettero pagare per un tesoro corruttibile! — Gios. 7:1-26.
9. (a) Come mostrò Gheazi il suo “amore del denaro”? (b) Nello stesso modo, che cosa fece perdere la vita ad Anania e Saffira?
9 Prendete anche Gheazi, servitore di Eliseo. Dopo che Eliseo ebbe guarito dalla lebbra il generale siro Naaman, questi volle esprimere apprezzamento e fare un dono a Eliseo, ma egli lo rifiutò. Gheazi, tuttavia, amava la ricchezza. Cercò di trarre un guadagno personale da questo avvenimento miracoloso, così che inventò una menzogna sia con Naaman che con Eliseo. Con quale risultato? Eliseo disse: “La lebbra di Naaman s’attaccherà dunque a te e alla tua progenie a tempo indefinito”. (2 Re 5:20-27) Ci furono anche Anania e sua moglie Saffira che ‘fecero i falsi a Dio’ e segretamente trattennero parte del prezzo del campo, perdendo di conseguenza la vita. — Atti 5:1-10.
10. A quali estremi può spingere un cuore avido?
10 Poi abbiamo l’esempio di uno che aveva il meraviglioso privilegio d’essere un apostolo di Gesù, cioè Giuda Iscariota. Senz’altro fedele e fidato in principio, egli si occupava del denaro che Gesù e i dodici avevano in comune; ma in seguito divenne avido e rubava. (Giov. 12:6) Per soli trenta pezzi d’argento il suo cuore avido lo spinse a tradire il suo Signore. Con quale risultato? Dopo aver visto che Gesù era stato condannato, andò fuori e “s’impiccò”. (Matt. 27:3-5) Questo è il pericolo di chi diventa schiavo della ricchezza!
11. In che modo la ricchezza materiale è ingannevole? Spiegate.
11 La Bibbia parla del “potere ingannatore della ricchezza”. (Matt. 13:22) Esso è ingannatore per il fatto che chi cerca di ottenerla di solito non si rende conto delle limitazioni che essa ha. Ne è ingannato perché, in queste ricchezze che cerca con tanta assiduità, in effetti non trova mai la soddisfazione che tanto brama. Continua a pensare che quanto non ottiene con un po’ di ricchezza, l’otterrà con maggiore ricchezza. Pertanto desidera sempre di più, non essendo mai soddisfatto. È interessante il fatto che più si cerca di soddisfare questa bramosia, più essa aumenta. Una volta lo statista americano Benjamin Franklin lo riconobbe assai veracemente: “Il denaro non ha mai fatto felice un uomo, né lo farà. Non c’è niente nella sua natura che produca felicità. Più un uomo ha, più vuole. Invece di riempire un vuoto lo crea. Se soddisfa un bisogno, raddoppia e triplica quel bisogno in un altro modo. Verace è il proverbio del saggio, confidate in esso. ‘Meglio poco con il timore del Signore che un grande tesoro accompagnato da difficoltà’”. — Prov. 15:16, Authorized Version.
12. In che modo, comprendendo le limitazioni delle ricchezze materiali, saremo aiutati a mantenere la giusta veduta verso di esse?
12 Comprendendo le limitazioni delle ricchezze materiali saremo aiutati a mantenere l’equilibrio. La ricchezza materiale viene meno quando l’uomo ne ha il massimo bisogno. Come disse Gesù, la vita di una persona non dipende dai suoi possedimenti materiali. (Luca 12:15-21) Quando una persona cara muore, può il denaro alleviare la pena o il dolore? Potete con qualsiasi somma ricomprare quella persona cara dallo Sceol, dalla tomba? Quando la giovinezza se ne va e comincia la vecchiaia, possono azioni e obbligazioni eliminare le rughe e ridare giovinezza e forza? Quando la salute viene meno, che felicità c’è ad avere un’intera banca piena di denaro? Se foste nati ciechi, potrebbe tutto il denaro del mondo farvi vedere le espressioni d’amore sul viso dei vostri genitori, un bel tramonto o i giochi di piccoli animali? Se foste nati sordi, potrebbero montagne d’oro sostituire l’ascolto di una bella sinfonia, del rumore dell’oceano o anche della vostra voce? Come sono limitati i poteri dei tesori materiali!
13. Quale veduta ci dà Proverbi 30:8, 9?
13 Che otteniamo l’approvazione e la benedizione di Geova non dipende da ciò che abbiamo o che non abbiamo, ma da come usiamo e da come consideriamo quello che abbiamo. “Non mi dare né povertà né ricchezze. Fammi divorare il cibo prescrittomi, affinché io non mi sazi e in effetti non ti rinneghi e dica: ‘Chi è Geova?’ e affinché io non sia ridotto in povertà e in effetti non rubi e non inveisca contro il nome del mio Dio”. (Prov. 30:8, 9) Che abbiamo pochi beni di questo mondo o molti, possiamo essere in pericolo se non manteniamo l’equilibrio e la giusta veduta.
14. (a) Quale veduta assumono alcuni che hanno pochi beni di questo mondo? (b) È corretto questo ragionamento?
14 Chi non ha beni materiali può manifestare un fortissimo amore per la ricchezza. Non avendo nulla, può sentirsi giustificato a rubare o essere disonesto in altri modi per procurarsi quello che brama. Invidiando ciò che hanno gli altri, può sentirsi interamente giustificato a dedicare tutto il proprio tempo e tutti i propri sforzi a ottenere la cosa desiderata. O forse, come molti altri, ritiene che il mondo gli debba i mezzi di sussistenza. Tuttavia, si tratta di punti di vista. Questo stesso che si sente povero, agli occhi di qualcuno che abita in un paese diverso, può apparire ricco in paragone. Dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo e usarlo bene. “Non si vanti l’uomo sapiente a causa della sua sapienza, e non si vanti l’uomo potente a causa della sua potenza. Non si vanti l’uomo ricco a causa delle sue ricchezze”. (Ger. 9:23) Lì è espresso il giusto sentimento, sia che uno sia saggio, potente o ricco. Non che si debba avere alcuna di queste cose, ma bisogna essere equilibrati. Ci si vanti di conoscere Geova. — 1 Cor. 1:31.
15. (a) Come mostra Paolo che non è errato avere abbondanza? (b) Quali pericoli, però, si presentano a chi ha abbondanza?
15 La Parola di Dio non condanna chi ha abbondanza dei beni di questo mondo. Riconoscendo il fatto che nel suo giorno alcuni erano ricchi, Paolo non comandò a Timoteo di consigliare a questi fratelli ricchi di spogliarsi della loro ricchezza, di divenire poveri e di condurre una vita di povertà. No! Piuttosto, li esortò a mantenere la giusta veduta delle ricchezze. “A quelli che sono ricchi nel presente sistema di cose dà ordine di non essere di mente altera, e di riporre la loro speranza non nelle ricchezze incerte, ma in Dio, che ci fornisce riccamente ogni cosa per il nostro godimento; di fare il bene, d’esser ricchi di opere eccellenti, d’essere disposti a dare, pronti a condividere, tesoreggiando sicuramente per se stessi un eccellente fondamento per il futuro, onde afferrino fermamente la vera vita”. (1 Tim. 6:17-19) Paolo avverte del pericolo di possedere troppo. Forse qualcuno ha la tendenza a riporre la propria speranza nelle ricchezze. Esse possono distrarre dalle cose spirituali. Si potrebbe diventare schiavi per averne cura, per proteggerle. Che uno sia ricco o povero, c’è un limite a quanto può mangiare e indossare. Qualsiasi cosa abbiamo, dovremmo esserne contenti, usandola per promuovere gli interessi del Regno, afferrando “fermamente la vera vita”.
CERCHIAMO LA VERA RICCHEZZA
16. Quale veduta del futuro dobbiamo assumere rispetto ai beni materiali?
16 Fino a che punto dovremmo dunque interessarci delle cose materiali? Paolo consigliò: “Non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. (1 Tim. 6:7, 8) Istruendo i suoi discepoli sul modo di pregare, Gesù disse: “Dacci il nostro pane per il giorno secondo l’esigenza del giorno”. (Luca 11:3) Non si parla di accumulare. Preoccupatevi solo delle cose di cui avete bisogno ogni giorno, non angustiandovi per quello che avrete in futuro. Perché accumulare ricchezza per un tempo che può non venir mai per voi? Perché accumulare tesori in un mondo che passa? — 1 Giov. 2:15-17.
17, 18. (a) Come facciamo a guardarci dall’ansietà? (b) Qual è il punto delle illustrazioni di Gesù?
17 Potete essere sicuri che Geova farà in modo che abbiate le necessarie cose materiali se mettete al primo posto nella vostra vita gli interessi del suo regno. Gesù presenta la giusta veduta: “Per questo vi dico: Smettete d’essere ansiosi per la vostra anima, di ciò che mangerete o di ciò che berrete, o per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non vale l’anima più del cibo e il corpo più del vestito?” (Matt. 6:25) Gesù dava risalto alle cose importanti, a quelle spirituali, all’“anima”, alla vita, non alle cose materiali che possono causare tale ansietà! Egli ci dice di ‘osservare attentamente gli uccelli’, come Geova “li nutre”, e di imparare “una lezione dai gigli del campo, . . . nemmeno Salomone in tutta la sua gloria si adornò come uno di questi”. Additando la causa stessa dell’ansietà, egli dice: “Quindi non siate ansiosi, dicendo: ‘Che mangeremo?’ o: ‘Che berremo?’ o: ‘Che indosseremo?’ Poiché tutte queste son le cose che le nazioni cercano ansiosamente. Infatti, il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. ‘Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte’”. (Matt. 6:26-33) Avete tale fede?
18 Questo non significa che dobbiamo starcene seduti senza far nulla, aspettando che Dio ci provveda da mangiare e da vestirci. L’illustrazione di Gesù mostra che gli uccelli cercano quello di cui hanno bisogno. Geova gliene dà la capacità e la forza. Farà altrettanto per noi. (Filip. 4:13) Viene ribadito di non preoccuparci troppo delle cose materiali, ma di fare del servizio di Dio il nostro tesoro. Così otterremo innumerevoli benedizioni. Questo vuol dire andare oltre le limitazioni della ricchezza materiale e ricevere la ricompensa delle cose che non si comprano col denaro, ricchezze senza paragone! — Rom. 11:33.
19. Perché le ricchezze spirituali non sono da paragonare a quelle materiali?
19 In Proverbi 3:13-18 ci è data una buona definizione dell’incomparabile valore di queste ricchezze. “Felice è l’uomo che ha trovato la sapienza, e l’uomo che ottiene discernimento, poiché averla come guadagno è meglio che avere come guadagno l’argento e averla come prodotto che l’oro stesso. Essa è più preziosa dei coralli, e tutti gli altri tuoi diletti non si possono uguagliare ad essa. Lunghezza di giorni è nella sua destra; nella sua sinistra sono ricchezze e gloria. Le sue vie sono le vie della piacevolezza, e i suoi cammini sono pace. È un albero di vita per quelli che l’afferrano, e quelli che la ritengono saldamente dovranno chiamarsi felici”. Da queste ricchezze derivano vera pace e felicità, anzi, la nostra vita futura!
20. (a) Quale esempio diede Gesù riguardo ai beni materiali? (b) Che cosa rese accessibile?
20 Apprezzate questi tesori? Gesù li apprezzò! Il suo tesoro fu di fare la volontà del Padre suo. Infatti, disse: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. (Giov. 4:34; 6:38) Tutto il resto era al secondo posto nella sua vita. Attribuì il giusto valore alle vere ricchezze. Benché Gesù fosse il Figlio di Dio, non leggiamo che mentre fu sulla terra avesse abbondanza di ricchezza materiale. Al contrario! “Le volpi hanno tane e gli uccelli del cielo han dove posarsi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove adagiare la testa”. (Luca 9:58) Ma benché povero, fu ricco. Considerate la sua vita e riscontrerete che fu felice, pacifico e contento. Ebbe pochi beni del mondo, eppure fu in grado di redimere l’intera razza umana, rendendo accessibile la più grande ricchezza, cioè la prospettiva che i suoi seguaci divenissero “figli di Dio”. Per di più, divennero loro accessibili altre ricchezze spirituali. — 2 Cor. 8:9; Rom. 8:14, 19; Giac. 2:5; Col. 1:27; 2:2, 3.
21. (a) Come gli apostoli di Gesù mostrarono apprezzamento per il tesoro celeste? (b) Quali domande potremmo considerare?
21 Accadde la stessa cosa agli apostoli. Anch’essi mantennero la corretta veduta mettendo prima i tesori celesti. Pietro e suo fratello Andrea erano pescatori, ma accettarono l’invito di Gesù e, “abbandonate subito le reti, lo seguirono”. (Matt. 4:20) Giovanni e Giacomo si comportarono in modo analogo. “Lasciata subito la barca e il loro padre, lo seguirono”. (Matt. 4:22) Come apprezzarono l’opportunità di servire Geova Dio insieme al Figlio da lui mandato! Se foste stati lì a quel tempo, che cosa avreste fatto? Avreste abbandonato lì per lì le reti? O avreste indugiato a decidere, ragionando che, siccome l’attività della pesca era così proficua, avreste continuato ancora un po’ fino a essere in una migliore posizione finanziaria? Che bisogno abbiamo oggi di riconoscere dov’è il vero tesoro! Con il vostro attuale modo d’agire dimostrate che questi tesori spirituali sono la cosa più importante della vostra vita? (Matt. 13:44-46) Accrescete il vostro apprezzamento per i tesori spirituali, cercando il favore e le benedizioni di Geova? Riconoscete tutti i benefici spirituali che riceviamo mediante l’organizzazione di Dio e ve ne valete pienamente?
TENIAMO L’“OCCHIO” A FUOCO
22. (a) In che modo l’occhio è la “lampada del corpo”? Spiegate. (b) Che cosa vuol dire avere a fuoco gli ‘occhi del cuore’?
22 Gesù disse: “La lampada del corpo è l’occhio. Se, dunque, il tuo occhio è semplice [sincero; rivolto in una sola direzione, a fuoco, generoso], tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malvagio [egoista, Moffatt], tutto il tuo corpo sarà tenebre. Se in realtà la luce che è in te è tenebre, come sono grandi tali tenebre!” (Matt. 6:22, 23) Com’è appropriato questo ammonimento! Non apprezziamo tutti la luce in un luogo oscuro che ci impedisce di incespicare o di inciampare in qualcosa, facendoci male? Per avere la giusta visione, il nostro occhio dev’essere semplice, cioè per compiere la sua funzione deve guardare in una sola direzione. Dev’essere a fuoco, percependo fedelmente tutti i raggi di luce che può da un oggetto e registrandoli in modo tale che gli oggetti siano visti come sono in realtà. È la stessa cosa con gli ‘occhi del nostro cuore’. (Efes. 1:18) Anch’essi devono essere a fuoco, guardare in una sola direzione. Dobbiamo considerare le cose nella giusta prospettiva per prendere giuste decisioni. Avendo un occhio sincero (generoso) saremo aiutati a non preoccuparci troppo di noi stessi. Desidereremo condividere con altri. (Filip. 2:4) Se abbiamo un ‘occhio cattivo’ o non a fuoco seguiremo una condotta intemperante, facendo scelte sbagliate. Avremo tutto il corpo nelle complete “tenebre”.
23. (a) Essendo poveri, come possiamo rendere ricchi molti? (b) Come possiamo considerare il servizio continuo?
23 Possedendo questo ‘occhio generoso’, siamo in grado di comprendere la dichiarazione di Paolo secondo cui era ‘come povero ma rendendo ricchi molti, come non avendo nulla eppure possedendo ogni cosa’. (2 Cor. 6:10) Paolo non aveva obblighi finanziari per cui dovesse lavorare regolarmente e fare tende, ma talora le fabbricava per non imporre un onere finanziario sulle congregazioni. Nessuna somma di denaro è paragonabile al tesoro di servire Geova con completa attenzione. A somiglianza di Paolo, oggi ci sono molti che, mantenendo “semplice” il loro occhio, sono in grado di dedicare tutto il tempo all’opera di predicare e insegnare facendo i pionieri, i pionieri speciali e lavorando nelle case Betel. Avendo la giusta prospettiva verso il denaro, considerano queste benedizioni spirituali di valore molto maggiore dei beni materiali che potrebbero avere se dedicassero la maggior parte del loro tempo alle occupazioni secolari.
24. In che modo il dare può essere un tesoro?
24 Avendo l’occhio ‘a fuoco’, possiamo comprendere l’incomparabile gioia di aiutare altri a conoscere le meravigliose verità di Dio e vedere il cambiamento che fanno nella loro vita. Ecco la base della vera felicità! Come disse Gesù: “Vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) La gioia e la benedizione di aiutare altri, specie in modo spirituale, rende più ricchi di qualsiasi quantità di ricchezza materiale. Lo “vedete” e lo comprendete?
25. In che modo il “frutto dello spirito” è un tesoro? Perché, specie oggi?
25 Considerate pure il tesoro dello spirito santo di Dio. Non si può comprare. (Atti 8:18-20) Né con alcuna somma di denaro si può comprare il frutto dello spirito di Dio. Descrivendo questo tesoro, la Bibbia dice: “Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. (Gal. 5:22, 23) In questo giorno di lotta mondiale, pensate quanto valore hanno queste qualità! Com’è prezioso avere “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. Essa guarderà “i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù”. (Filip. 4:7) Evitando lo spirito di questo mondo che ama il denaro, conformandovi alla volontà di Dio, pregando di continuo, chiedendo il suo spirito e l’intendimento e lasciando che sia la forza predominante nella vostra vita, potete ottenere anche le benedizioni di questo tesoro.
26. Qual è la ricompensa per le “altre pecore” che mantengono “semplice” il proprio occhio?
26 Avendo una chiara visione spirituale, riuscite a vedere questo altro tesoro, la prospettiva della vita eterna? Sì! Immaginate, vivere per sempre in una terra paradisiaca! Questa è la ricompensa per le “altre pecore” che ora mantengono “semplice” il proprio occhio, rivolto in una sola direzione. (Giov. 10:16; Tito 1:2; 1 Giov. 2:17; 1 Tim. 6:12) Questo non si potrebbe mai ottenere con alcuna quantità di ricchezze materiali. (Luca 12:15-21) Poiché “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16) Questo è ciò che Dio ha promesso a quelli che lo amano e fanno la sua volontà, incluse le “altre pecore”.
27. (a) Dato il tempo in cui viviamo, quale veduta si dovrebbe avere verso le ricchezze materiali? (b) Quale gioia e privilegio abbiamo?
27 Pertanto, manteniamo chiara la nostra visione spirituale avendo la giusta veduta delle ricchezze, ricordando che tutto il denaro di questo sistema di cose è destinato a diventare una cosa del passato, senza valore. (Ezec. 7:19; Luca 16:9) Presto, quando la “grande tribolazione” avrà posto fine a tutte le nazioni della terra, la ricchezza di questo mondo non avrà più valore, né per i morti né per i superstiti della “tribolazione”. Diamo ascolto al consiglio di Gesù e usiamo ciò che abbiamo per rendere gloria a Dio. (Giov. 15:8) Mostriamo non solo con le parole, ma con le azioni che mettiamo al primo posto le ricchezze spirituali valendoci pienamente dei molti provvedimenti presi da Geova. Facciamo conoscere ad altri la buona notizia del Regno, aiutandoli a ottenere le ricchezze spirituali, e tenendo di continuo i beni materiali al loro posto e facendoci una reputazione presso il Padre nostro che è nei cieli. Ci sia concesso di avere la gioia e il privilegio d’essere “come poveri ma rendendo ricchi molti, come non avendo nulla eppure possedendo ogni cosa”. — 2 Cor. 6:10.
“Chi riprende un uomo troverà poi più favore di chi fa l’adulatore con la sua lingua. Chi confida nel suo proprio cuore è stupido, ma chi cammina nella sapienza scamperà”. — Prov. 28:23, 26.