Il regale “Pastore” della profezia biblica
1. Come i “pastori” politici del mondo hanno tenuto i popoli, e come vi si porrà rimedio?
I “PASTORI” politici di questo sistema di cose tengono i popoli, le loro “pecore”, divisi. Ciascun popolo sta in un ovile nazionale separato. Non c’è un ovile che abbracci l’intera umanità. L’organizzazione per la pace e la sicurezza del mondo, le Nazioni Unite, non è riuscita a provvedere un ovile universale, sebbene ora conti 152 nazioni membri. Non soddisfa il bisogno dei popoli di appartenere a un unico ovile sotto un unico Pastore. Solo il Creatore, che “ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra”, può provvedere il necessario Pastore che governi tutti i popoli radunandoli in un unico ovile. — Atti 17:26.
2, 3. (a) Perché Geova ritenne opportuno spodestare i pastori che discendevano dal re Davide? (b) Perché Geremia 23:1, 2 annuncia guai contro tali pastori?
2 Per mezzo del suo stesso popolo eletto, Israele, il Creatore dimostrò a tutto il mondo che, nell’attuale sistema di cose, nessun uomo imperfetto può riunire il genere umano in un solo gregge e governarlo come unico pastore. Questo si mostrò vero anche per la dinastia di re che discesero dal re Davide, che conquistò Gerusalemme e ne fece la capitale nel 1070 a.E.V. Quali rappresentanti terreni dell’Iddio d’Israele, essi sedevano su quello che era chiamato il “trono di Geova”. (I Cron. 29:23; II Cron. 13:8) A causa del costante peggioramento dei pastori governativi (salvo poche eccezioni), Dio decise di spodestare questa dinastia dopo 463 anni di regno.
3 “‘Guai ai pastori che distruggono e spargono le pecore del mio pascolo!’ è l’espressione di Geova. Perciò questo è ciò che ha detto Geova l’Iddio d’Israele contro i pastori che pascolano il mio popolo: ‘Voi stessi avete sparso le mie pecore; e le disperdevate, e non avete vòlto loro la vostra attenzione’. ‘Ecco, io volgo la mia attenzione su di voi per la malizia delle vostre azioni’, è l’espressione di Geova”. — Ger. 23:1, 2.
4. In qualità di “pastori”, come agirono Sallum (Ioacaz) e Ioiachim?
4 Dopo la morte del buon re Giosia nel 628 a.E.V., i suoi tre figli e un nipote agirono malvagiamente. Il risultato fu la dispersione dei loro sudditi. Per esempio, vi fu Sallum o Ioacaz, che fu il primo a succedere a Giosia sul “trono di Geova”. Dopo aver regnato tre mesi, fu portato in esilio in Egitto, dove morì. (Ger. 22:10-12) In quanto a Ioiachim, suo fratello maggiore, i suoi undici anni di regno furono così oppressivi e sanguinosi che il suo cadavere non meritò altro che di essere gettato fuori delle porte di Gerusalemme, per essere sepolto “con la sepoltura di un asino”. — Ger. 22:13-19.
5. In qualità di “pastori”, come agirono Conia (Ioiachin) e Sedechia?
5 A Ioiachim successe il giovane figlio Ioiachin, chiamato anche Ieconia o Conia. (Matt. 1:11, 12) Dato che era un discendente del re Davide e sedeva sul “trono di Geova”, qualcuno avrebbe potuto considerarlo prezioso come un anello con sigillo sulla mano destra di Geova. Ma per la sua malizia meritò d’esserne strappato e gettato in esilio nel paese di Babilonia. Dopo aver regnato solo tre mesi e dieci giorni, si vide costretto ad arrendersi al re di Babilonia, che assediava Gerusalemme. Ioiachin e più di 10.000 altri israeliti vennero portati in esilio a Babilonia, dove morirono. Non lasciò dietro di sé un figlio che potesse sedere sul trono; lo zio, Sedechia, figlio di Giosia, fu fatto re vassallo dell’imperatore Nabucodonosor. (II Re 24:5-17; Ger. 22:24-30) Sedechia violò il giuramento che aveva fatto nel nome di Geova. Per cui, quando dovette affrontare le conseguenze della sua ribellione e interrogò il profeta Geremia, Sedechia ne ricevette solo un messaggio di condanna.
6. In che modo i “guai” preannunciati a quei “pastori” furono guai per i loro sudditi, e in che senso Geova fu responsabile della dispersione?
6 Furono veramente “guai” quelli che si abbatterono su quei quattro “pastori” reali del regno di Giuda e sui loro principeschi sottopastori. Ciò significò anche la dispersione dei loro sudditi, paragonati a pecore, che vennero mandati in esilio in Egitto e in Babilonia. Così il paese di Giuda divenne una distesa desolata. Per la loro malvagità i “pastori” furono i responsabili di questa dispersione delle “pecore”. Si potrebbe dire che Geova, L’Iddio di Israele, fece questa dispersione solo nel senso che suscitò le sue forze d’esecuzione per punire il popolo disubbidiente. — Ger. 23:1, 2; II Cron. 36:9-21.
COLUI CHE DEV’ESSERE CHIAMATO “GEOVA È LA NOSTRA GIUSTIZIA”
7, 8. (a) Solo chi può provvedere un “pastore” superiore a quegli ultimi quattro re di Gerusalemme, e perché? (b) Promettendo tale “pastore” superiore, cosa disse Geova in Geremia 23:3-6?
7 Troviamo il pastore ideale nell’Iddio della Bibbia, Geova. Egli può provvedere un pastore governativo migliore di quegli ultimi quattro re di Gerusalemme, la cui cattiveria ebbe come risultato la dispersione dei sudditi simili a pecore. Visto quale delusione gli imperfetti governanti umani costituiscono per i loro sudditi, il celeste Pastore, Geova, ha promesso di provvedere un pastore governativo superiore. Perciò, dopo aver annunciato i “guai” sui deludenti “pastori” del regno di Giuda, egli ispirò il profeta Geremia a dire:
8 “‘E io stesso radunerò il rimanente delle mie pecore da tutti i paesi nei quali le avevo disperse, e per certo le ricondurrò al loro pascolo, e per certo saranno feconde e si moltiplicheranno. E per certo susciterò su di loro pastori che effettivamente le pasceranno; e non avranno più timore, né saranno colpite da terrore, e non ne mancherà nessuna’, è l’espressione di Geova. ‘Ecco, vengono i giorni’, è l’espressione di Geova, ‘e per certo susciterò a Davide un germoglio giusto [in contrasto con gli ingiusti rampolli regali di Davide]. E un re per certo regnerà e agirà con discrezione ed eseguirà diritto e giustizia nel paese. Ai suoi giorni Giuda sarà salvato, e Israele stesso risiederà in sicurtà. E questo è il nome col quale sarà chiamato: Geova è la nostra giustizia’”. — Ger. 23:3-6.
9. Perché il fatto che il nome del “pastore” promesso doveva essere “Geova è la nostra giustizia” non significa che egli fosse Geova stesso?
9 “Sarà chiamato: ‘Il Signore è il nostro Rivendicatore’”. Così la versione a cura della Jewish Publication Society d’America (ediz. 1978, JPS) traduce Geremia 23:6, mentre Moffatt traduce: “Il nostro difensore”. Nessun uomo portò letteralmente questo nome. La profezia si adempie in Gesù Cristo. Che ricevesse il diritto a tale nome non significa che Gesù sia Geova Dio stesso. L’israelita chiamato Iozadac, il cui nome significa “Geova ha dichiarato giusto” o “Geova è giusto”, non era Geova stesso. (I Cron. 6:14, 15) Geremia 33:16 ci dice che anche Gerusalemme sarebbe stata chiamata “Geova è la nostra giustizia”, ma vuol questo dire che Gerusalemme era Geova stesso? No! Il nome dell’ultimo re di Gerusalemme è Sedechia, che significa “La giustizia di Iah”. Il re che sarebbe stato chiamato “Geova è la nostra giustizia”, cioè Gesù Cristo, è del tutto diverso dal re Sedechia.
10, 11. (a) Su quale popolo si adempì la promessa di Geremia 23:5, 6? (b) A chi spetta giustamente il nome “Geova è la nostra giustizia”, e perché?
10 La profezia di Geremia 23:5, 6 non si adempì ai giorni di Gesù sulle letterali Giuda, Israele e Gerusalemme. Quei giudei rigettarono Gesù come Messia. Subirono rovina e dispersione per mano dei romani nel 70 E.V. In effetti la profezia si adempie sull’Israele spirituale, gli unti discepoli di Cristo.
11 Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) il rimanente degli israeliti spirituali fu disperso dal clero e dalle nazioni della cristianità, allora impegnate nella guerra mondiale. Ma dal 1919 in poi Geova si è servito del glorificato Gesù Cristo per radunare il rimanente disperso in un vincolo di unità spirituale in tutto il mondo. I membri di questo rimanente pentito e ristabilito di israeliti spirituali furono purificati e resi in tal modo idonei per proclamare “questa buona notizia del regno” su scala mondiale, in “tutta la terra abitata”. (Matt. 24:9-14) In questo modo, per immeritata benignità di Geova tramite Cristo, furono dichiarati giusti o rivendicati. Geova mostrò d’essere il loro Sostenitore, il loro “difensore”, ed essi divennero i suoi testimoni cristiani. (Isa. 43:10) Poiché questo favore doveva venire attraverso Gesù Cristo, il regale Pastore allora intronizzato, questi meritava di ricevere il nome “Geova è la nostra giustizia”.
12. La liberazione del rimanente da Babilonia e il reinsediamento nel paese di Giuda aprirono la via a quale nascita importante?
12 Per prefigurare queste cose, Geova fece uscire fuori del “paese del nord” un rimanente di israeliti pentiti e li ristabilì nella loro madrepatria nel 537 a.E.V. (Ger. 23:7, 8) L’averli tirati fuori da Babilonia e ristabiliti nel paese di Giuda, per lungo tempo desolato, aprì la via che rese possibile la più importante nascita avvenuta sulla terra, a Betleem di Giuda. Fu la nascita di Gesù Cristo come discendente del re Davide. — Luca 2:1-38; 3:23-31.
13. (a) Geova suscitò a Davide un “germoglio giusto” nonostante che cosa circa la dinastia davidica? (b) In che modo Geova ha trattato il rimanente in armonia col nome del germoglio, “Geova è la nostra giustizia”?
13 Così Geova suscitò a Davide un “germoglio giusto”, nonostante la Sua terribile profezia contro il re Conia (o Ieconia; o Ioiachin).a (Ger. 22:24–23:2; Matt. 1:11-16; II Re 25:27-30) Questo “germoglio giusto”, Gesù Cristo, depose in sacrificio la sua perfetta vita umana a favore dei suoi futuri sudditi umani. Così facendo, pose la base affinché 144.000 dei suoi dedicati seguaci venissero ‘dichiarati giusti’ per divenire suoi coeredi nel regno celeste. (Rom. 8:14-17; I Cor. 1:30, 31) Dal 1919 E.V., nonostante le accuse del clero della cristianità contro il rimanente dei 144.000 eredi del Regno, Geova ha ristabilito questo rimanente nel suo favore e nel suo servizio. Così Geova è stato il loro difensore, li ha rivendicati o ‘dichiarati giusti’, tramite Cristo. — Rom. 8:31-33; Ger. 23:6, Moffatt; JPS; Nuovo Mondo.
14. Nell’ambito dell’unto rimanente, quali servitori Geova ha suscitati dalla nascita del Regno nel 1914?
14 In mezzo a questo rimanente ristabilito di israeliti spirituali Geova ha suscitato anziani o sorveglianti fedeli. Dato che alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 nacque in cielo il regno messianico, questi sorveglianti servono come principeschi pastori sulla terra finché tutto il rimanente non avrà terminato la propria vita terrena e non si sarà riunito al regale “Pastore” nel suo regno celeste. — Ger. 23:3, 4; Isa. 32:1, 2.
IN CHE MODO IL CLERO DELLA CRISTIANITÀ È VENUTO MENO
15. In contrasto con la condizione dell’unto rimanente, in quale situazione si trova ora la cristianità?
15 Sotto il Re celeste, colui che è chiamato “Geova è la nostra giustizia”, il ristabilito rimanente degli israeliti spirituali risiede in un paradiso spirituale. (Ger. 23:3-6) Nella cristianità oggi non esiste alcun paradiso di pace e sicurezza spirituali come questo. La cristianità si trova in una condizione contaminata dall’adulterio e piagata dalla carestia spirituale. La sua situazione straziante è foriera di un esito ancor più angoscioso. Farà vacillare le persone come ubriachi. — Ger. 23:9, 10; Matt. 24:21, 22.
16, 17. In armonia con Geremia 23:11-14, chi è responsabile dell’attuale condizione della cristianità?
16 Responsabile di tutto ciò è il clero della cristianità. Esso è venuto meno al proprio dovere verso i membri delle proprie chiese. È come disse Geova dei falsi profeti e dei sacerdoti del tempio ai giorni di Geremia:
17 “‘Poiché sia il profeta che il sacerdote stessi si sono contaminati. Anche nella mia propria casa [il tempio] ho trovato la loro malizia’, è l’espressione di Geova. ‘Perciò la loro via diverrà per loro come luoghi sdrucciolevoli nella caligine, nella quale saranno spinti e per certo cadranno. . . . E nei profeti di Gerusalemme ho visto cose orribili, commettere adulterio e camminare nella falsità; ed essi han rafforzato le mani dei malfattori onde non tornino, ciascuno dalla sua propria malizia. Mi son divenuti tutti come Sodoma, e gli abitanti d’essa [Gerusalemme] come Gomorra’”. — Ger. 23:11-14.
18. Da quando e in che modo il clero della cristianità si è reso colpevole di adulterio spirituale?
18 Dalla fondazione della cristianità ai giorni di Costantino il Grande, pontefice massimo dell’impero romano, il clero cattolico e in seguito quello protestante sono stati colpevoli di adulterio spirituale. In che senso? Nel senso che sono divenuti amici del mondo e hanno preso parte alla sua politica e alle sue avventure militari. — Giac. 4:4.
19. In che modo il clero e i membri delle sue chiese sono contaminati da immoralità letterale?
19 Il clero tollera che adulteri e omosessuali effettivi stiano nelle proprie file e officino nelle proprie chiese. Non sorprende dunque che il clero consenta a questi tipi di persone immorali di rimanere fra i componenti delle proprie chiese. Oggi le condizioni immorali della cristianità sono rinomate, “orribili”, di proporzioni maggiori di quelle di Sodoma e Gomorra. Meritatamente la cristianità subirà la sorte di quelle antiche città immorali.
20. Perché il clero berrà la pozione letale?
20 Essendo i più riprensibili fra quelli della cristianità, il clero e i capi religiosi berranno la pozione letale: “Poiché dai profeti di Gerusalemme [che prefigurò la cristianità] l’apostasia è uscita in tutto il paese”. — Ger. 23:15.
21. Nel 1925 E.V. come la classe di Geremia attirò l’attenzione del mondo sull’apostasia del clero?
21 La moderna classe di Geremia fu pronta e intrepida nel richiamare l’attenzione del mondo sull’apostasia del clero. L’anno 1925 fu notevole sotto questo aspetto. Al congresso generale dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici tenuto a Indianapolis (Indiana, U.S.A.) dal 24 al 31 agosto, l’avvenimento principale fu una risoluzione intitolata “Messaggio di speranza”. Il presidente dell’Associazione introdusse la risoluzione dopo aver pronunciato il discorso dal tema “Invito all’azione”, dopo di che la lesse. Fra l’altro diceva:
. . . i fanatici religiosi, sia cattolici che protestanti, brillano per arroganza, presunzione, irriverenza ed empietà. È pertanto evidente che i rimedi proposti da tutti i suddetti elementi sono vani, inefficaci, impotenti a soddisfare i desideri degli uomini.
Il cattolicesimo pretende e si appropria ciò che spetta esclusivamente a Dio. I modernisti negano Dio, la Sua Parola, il Suo piano di redenzione, e propongono una forza ciecab quale rimedio per le disastrose condizioni umane. I fondamentalisti, se da una parte dicono di credere nella Bibbia, dall’altra la rinnegano con la loro condotta. Insegnano dottrine false e che disonorano Dio, e insieme con cattolici e modernisti si alleano col potere politico e commerciale del mondo, pretendendo in modo blasfemo di poter stabilire il regno di Dio sulla terra. Si sono messi tutti d’accordo, sotto la guida del loro signore Satana, per mettere da parte Dio e disonorarne il nome. . . . . . . Sapendo questo, e che gli è rimasto poco tempo, il Diavolo cerca di sopraffare i popoli con una marea di dottrine false e ingannevoli per allontanarne del tutto la mente da Geova. È tempo che Dio si faccia un nome sulla terra e che i popoli conoscano la verità riguardo al piano divino, che è l’unico mezzo di salvezza per il mondo. — Paragrafi 5, 6, 9. Vedi La Torre di Guardia (inglese) del 15 ottobre 1925, pagine 310, 311. Vedi anche Rivelazione 8:12; 16:8, 9.
22. (a) Chi presta servizio in armonia col proposito di Dio di farsi un nome? (b) In che senso il clero non ha mostrato rispetto per il nome di Dio nel modo in cui ha profetizzato?
22 Il discorso “Invito all’azione”, col quale fu introdotta la suddetta risoluzione, diceva al paragrafo 28: “È tempo che Geova si faccia un nome sulla terra. La chiesa ha un compito in questo, nel senso di essere testimoni del Signore”. (Pagina 326 della Torre di Guardia inglese del 1º novembre 1925) Quindi, dall’inizio dell’anno (1926) successivo alla risoluzione e alla sua distribuzione in tutto il mondo sotto forma di opuscolo, la classe di Geremia fece un notevole sforzo per far conoscere il nome di Geova a tutta l’umanità. Ma il clero della cristianità si mostrò irriverente verso il nome di Dio. Ignorando il fatto che il nome di Dio è collegato al suo dichiarato proposito di recare una tempestosa calamità sulla cristianità, il clero continuò a dire ‘a quelli che mancano di rispetto a Dio’: “‘Geova ha parlato: “Voi avrete pace”’. E a chiunque cammina nella caparbietà del suo cuore han detto: ‘Su di voi non verrà nessuna calamità’”. — Ger. 23:17-20.c
23. (a) È stato Geova a inviare quegli ecclesiastici, o chi? (b) Secondo Geremia 23:21, 22, cosa sarebbe accaduto se il clero fosse stato nell’intimo gruppo di Geova?
23 Ma chi ha mandato quegli ecclesiastici con le loro promesse di pace? Essi non sono stati “nell’intimo gruppo di Geova” per impararne accuratamente il messaggio. Geova non li ha mandati a nome suo. Egli non ha parlato loro onde profetizzino ciò che è “dalla bocca di Geova”. Sono state le sette religiose della cristianità a mandarli dai propri seminari teologici. Che sarebbe accaduto se il clero fosse stato “nell’intimo gruppo” di Geova, nel suo consiglio e si fosse attenuto ai suoi decreti? Geova dice: “Ma se fossero stati nel mio intimo gruppo, avrebbero fatto udire al mio popolo le mie proprie parole, e li avrebbero fatti volgere dalla loro cattiva via e dalla malizia delle loro azioni”. — Ger. 23:21, 22.
24. Se il clero fosse stato nel consiglio di Geova, cosa non esisterebbe fra i membri delle chiese della cristianità, e cosa non sarebbe accaduto?
24 In tal caso non vi sarebbe lo spaventoso analfabetismo oggi esistente fra i membri delle chiese per quel che riguarda la Bibbia. Se il clero stesso avesse dato l’esempio attenendosi alla rivelata Parola di Dio e avesse insegnato ai milioni di membri delle sue chiese a fare la stessa cosa, non sarebbero scoppiate due guerre mondiali, guerre iniziate entro la cristianità! Il clero responsabile non può nascondersi alla vista di Geova. Egli non è stato soltanto un “Dio da vicino” così da non poterli vedere da lontano. — Ger. 23:23, 24.
25. A beneficio di chi ascolta, cosa dovrebbe fare ora, secondo Geremia 23:25-28, chiunque abbia qualcosa da dire?
25 È tempo che le persone decidano se continuare ad ascoltare i “sogni” del clero della cristianità o ascoltare la Parola di Geova proclamata dalla classe di Geremia. È anche tempo che quelli che pretendono d’essere ministri di Dio agiscano secondo quanto indica Geremia 23:25-28: “Il profeta presso cui è un sogno narri il sogno; ma colui presso il quale è la mia propria parola, pronunci la mia parola veracemente”.
26. Poiché dev’esserci netta distinzione fra i sogni e la Parola di Dio, cos’hanno deciso di fare la classe di Geremia e la “grande folla”?
26 Che ha a che fare la Parola di Geova con “sogni” infondati, visioni di semplici cuori umani? Nulla! Fra le due cose deve esserci una netta distinzione, come la separazione del grano dalla paglia. La classe di Geremia, avendo dentro di sé la Parola di Dio, ha deciso di proclamarla fedelmente in ogni tempo. Per rispetto verso Geova una “grande folla” di ascoltatori ha deciso di fare la stessa cosa.
27. Quando e come la Parola di Dio sarà simile a un fuoco e a un maglio?
27 Sono ormai oltre 60 anni che la classe di Geremia proclama fedelmente la Parola di Geova. Di per sé quella Parola non ha bruciato le combustibili organizzazioni della cristianità; né ha fatto a pezzi il sistema di cose simile a una montagna. Tuttavia la Parola divina proclamata dalla classe di Geremia non fallirà. Quando, nel tempo stabilito da Geova, durante la “grande tribolazione”, la Parola annunciata sarà da lui eseguita, allora la sua stessa domanda riceverà una risposta affermativa: “‘Non è la mia parola in maniera corrispondente come un fuoco’, è l’espressione di Geova, ‘e come un maglio che frantuma la rupe?’” (Ger. 23:29) Continuiamo pertanto a riporre fede in quella Parola.
28. In che modo il clero ‘ruba le parole di Dio, ciascuno dal suo compagno’, e quindi chi è contro di loro?
28 A differenza della classe del clero, quelli della classe di Geremia sono stati mandati da Geova a parlare nel suo nome. Comunque, anche i profeti del clero affermano di parlare nel suo nome e quindi di dire la verità della Bibbia. Sotto questo aspetto i capi religiosi della cristianità in effetti “rubano” la forza e l’effetto del calamitoso messaggio proclamato dalla classe di Geremia. È vero che la classe di Geremia sostiene il proprio messaggio citando le parole “Questo è ciò che ha detto Geova”. Ma il clero cerca di dar peso e di rendere credibile quel che predica aggiungendo le parole: “Un’espressione!” Apparentemente parlano per conto di Dio. Per cui può capitare che usino un versetto biblico come pretesto per parlare di politica o fare addirittura propaganda bellica. Ma Geova è contro questi profeti del clero, che non ha inviato dal suo intimo gruppo e che “rubano” parole dalla sua Bibbia per farne un’errata applicazione. — Ger. 23:30, 31.
29. Come mostrerà Geova che i profeti del clero sono impostori?
29 In che modo Geova mostrerà che questi profeti del clero sono impostori? Non adempiendo ciò che essi annunciano come “un’espressione!” o quel che affermano di dire a nome suo. Egli non ne sostiene le falsità. “ ‘Ecco, io sono contro i profeti di sogni falsi’, è l’espressione di Geova, ‘che li narrano e fanno errare [sviare] il mio popolo a causa delle loro falsità e a causa del loro vanto’. ‘Ma io stesso non li mandai né comandai loro. Non recheranno dunque nessun beneficio a questo popolo’, è l’espressione di Geova”. (Ger. 23:32) Ci dispiace per il popolo.
30. A cosa dovremmo attribuire giusto peso: alle assicurazioni del clero o alla Parola di Geova?
30 In questo tempo in cui la cristianità non è in pace con Dio, non ci culliamo nel torpore spirituale fidandoci delle false assicurazioni di pace date dal clero. Prendiamo seriamente “il peso” o ponderoso messaggio della Parola di Dio. — Ger. 23:33.
“IL PESO DI GEOVA”
31. Quando quelli della cristianità ci chiedono di dire francamente loro qual è il ponderoso messaggio per il nostro giorno, cosa siamo obbligati a rispondere?
31 Oggi il messaggio di Geova per questo sistema di cose politico, religioso e commerciale è carico di condanna e preannuncia una disastrosa catastrofe. Conformemente è gravosa la nostra responsabilità di dichiarare il messaggio di Geova per questo “tempo della fine”. Perciò, quando rispondiamo alle domande che la gente fa sulla sorte di questo sistema di cose, accertiamoci di dire veramente quello che è “il peso di Geova”. Quando i laici o i profeti o i sacerdoti della cristianità ci chiedono di dire francamente loro che cosa indica la Parola di Geova, siamo obbligati a rispondere che il popolo stesso della cristianità è per lui un “peso”, “oh che peso!” Per cui egli si libererà di questo “peso” abbandonando la cristianità alla catastrofe.
32. In che modo quelli della cristianità contraddicono ciò che la classe di Geremia dichiara come “il peso di Geova”, e quindi che cosa cambiano?
32 Quelli che mancano di rispetto a Geova non sono disposti ad accettare quello che la classe di Geremia sostiene essere “il peso di Geova”. Quindi non desiderano rammentarlo come qualcosa di veramente serio. Preferiscono seguire i loro profeti e sacerdoti nel presentare ciò che pretendono sia il vero “peso” della Parola di Dio. Ma la loro asserzione non si basa sulle Sacre Scritture. Si tratta di un’interpretazione privata, e quindi “diviene a ciascuno la sua propria parola”. A tali ostinati fanatici, la classe di Geremia dice: “Avete cambiato le parole del Dio vivente, Geova degli eserciti, il nostro Dio”. (Ger. 23:33-36) Ma possono cambiare la calamità di cui il “peso di Geova” ci preavverte? No!
33, 34. Sulla presenza di chi la classe di Geremia deve richiamare l’attenzione dei fanatici religiosi che chiamano il loro messaggio “il medesimo peso di Geova”?
33 Contrariamente a quanto la classe di Geremia ha proclamato a partire dall’anno postbellico del 1919, i portavoce della cristianità presentano il loro messaggio falso e ingannevole. Per dargli peso agli orecchi degli altri, si riferiscono a quanto hanno da dire come al “peso di Geova”. Geova ha regolarmente inviato la classe di Geremia a dire a questi fanatici religiosi di non spacciare le loro prediche e profezie per il “peso di Geova”. Quale risposta la classe di Geremia deve dunque dar loro? Questa:
34 “Perciò Geova ha detto questo: ‘Per la ragione che dite: “Questa parola è il medesimo peso di Geova”, quando io continuai a mandarvi [a dire tramite la classe di Geremia]: “Non dovete dire: ‘Il peso di Geova!’” perciò, eccomi!’” — Ger. 23:38, 39.
35, 36. Secondo Geremia 23:39, 40, quale verdetto di Geova la classe di Geremia deve dichiarare a quelli che annunciano o ascoltano un “peso” fittizio?
35 Sì, Geova è presente quale Giudice dei profeti della cristianità. Qual è il suo verdetto riguardo ai “profeti” che chiamano il loro messaggio “il medesimo peso di Geova”, e riguardo al popolo che presta ascolto al “peso” fittizio? Il Giudice ci dice:
36 “Per certo vi darò alla trascuratezza, in maniera finale, e diserterò voi e la città che diedi a voi e ai vostri antenati, d’innanzi a me. E per certo porrò su di voi un biasimo a tempo indefinito e un’umiliazione a tempo indefinito, che non sarà dimenticata”. — Ger. 23:39, 40.
37. (a) In che modo Geova eseguì la sua decisione giudiziaria ai giorni di Geremia, e con quale effetto? (b) Cosa accadde a Geremia, e in che modo questo vale anche per la classe di Geremia?
37 Questo verdetto di Geova fu eseguito ai giorni di Geremia quando i babilonesi distrussero Gerusalemme e ne profanarono il tempio nel 607 a.E.V. Quell’esperienza biasimevole, umiliante per quegli israeliti testardi e infedeli mostrò che Geova, cui avevano mancato di rispetto, aveva infine deciso di dimenticarli. Li aveva abbandonati alle conseguenze della loro malizia. Questo mise a tacere la bocca dei presuntuosi falsi profeti. Ma la bocca di Geremia continuò a profetizzare. Geova non lo aveva abbandonato. Conformemente, Geova non abbandonerà la classe di Geremia quando fra breve eseguirà il suo ponderoso verdetto contro il clero e le congregazioni della cristianità. — Ger. 39:11–40:4; Lam. 1:1-22.
“INGANNATO” A FIN DI BENE
38. In che senso Geova aveva ingannato Geremia, e con quale risultato?
38 Così Geremia terminò quarant’anni di proclamazione di tutto ciò che Geova gli aveva comandato. Riscontrò che Geova lo aveva sopraffatto. Geova si era mostrato più forte di lui. La Sua Parola aveva esercitato su Geremia una forza persuasiva. (Rotherham) Grazie a ciò, Geremia perseverò sino alla fine nel servizio di Dio. In questo senso Geova Dio lo aveva “ingannato”. Si era mostrato più forte della debolezza di Geremia. Perciò Geremia non fu danneggiato dall’essere stato ingannato.
39, 40. Questo ci fa rammentare quali parole dette da Geremia dopo che Pasur lo ebbe liberato dai ceppi?
39 Qui ricordiamo le parole di Geremia dopo che Pasur, il commissario conduttore del tempio, lo ebbe liberato dai ceppi:
40 “Tu mi hai ingannato, o Geova, così che io sono stato ingannato. Usavi la tua forza contro di me [contro la mia inclinazione], così che prevalesti. Divenni oggetto di derisione per tutto il giorno; si fanno tutti beffe di me. Poiché ogni volta che parlo, io grido. Grido violenza e spoliazione. Poiché la parola di Geova mi divenne causa di biasimo e di burla per tutto il giorno. E dissi: ‘Non lo menzionerò, e non parlerò più nel suo nome’. E nel mio cuore ci fu come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa; e mi stancai di contenerlo, e non lo potevo sopportare. Poiché udii la cattiva notizia di molti. C’era spavento tutto intorno. . . . Ma Geova era con me come un terribile potente. Perciò i medesimi che mi perseguitano inciamperanno e non prevarranno. Per certo proveranno molta vergogna, perché non avranno prosperato. La loro umiliazione di durata indefinita non sarà dimenticata”. — Ger. 20:7-11.
41. Cosa ci consentirà dunque di continuare a parlare del regale Pastore chiamato “Geova è la nostra giustizia”?
41 Come “un terribile potente”, Geova ci rafforzerà nella nostra debolezza. Con la sua forza continueremo a parlare del suo regale Pastore, colui che è chiamato “Geova è la nostra giustizia”.
[Note in calce]
a Vedi Il millenario regno di Dio si è avvicinato, pubblicato nel 1975, pagina 60, paragrafo 40, e nota in calce. Anche Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!, pubblicato nel 1974, pagina 119, paragrafo 31.
b “Forza cieca”, cioè l’evoluzione secondo la teoria di Darwin.
c Secondo un dispaccio della United Press dalla Città del Vaticano, in data 26 settembre 1977, “il pontefice ha detto che, mentre si avvicina agli 80, i suoi sentimenti riguardano, tra l’altro, la stabilità della Chiesa Cattolica Romana. ‘La chiesa rimarrà’, ha detto, ‘rimarrà nel mezzo della tempesta della storia. La chiesa rimane ferma e forte in mezzo agli eventi mondiali per dare a tutti il vangelo e la salvezza eterna’”.
Vedi pagina 3-A del Galveston Daily News del 26 settembre 1977, al titolo “Papa Paolo guarda avanti alla morte che si avvicina”.