L’anima sopravvive alla morte?
“PARTE spirituale e immortale dell’uomo”. (Zingarelli, XI ediz., 1987) “Parte incorruttibile dell’uomo, di origine divina . . . spirito umano sciolto dal corpo dopo la morte di questo (e destinato al premio o alla pena eterna)”. (Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET, 1961) La maggior parte delle religioni concorda più o meno con queste definizioni di “anima”. Un’enciclopedia cattolica (New Catholic Encyclopedia) afferma: “La dottrina secondo cui l’anima umana è immortale e continuerà a esistere dopo la morte dell’uomo . . . è uno dei cardini della filosofia e della teologia cristiane”.
Forse, quindi, vi sorprenderà sapere che questa dottrina così fondamentale affonda le sue radici nella filosofia pagana. Molto tempo prima della nascita di Gesù si credeva che l’anima fosse qualcosa di impalpabile che poteva esistere separatamente dal corpo e che quindi sopravviveva alla morte di questo, continuando a vivere in forma di spirito.
I greci formularono questa credenza in termini filosofici. Socrate, il famoso filosofo greco, avrebbe detto: “Se cioè l’anima si diparte pura dal corpo, nulla del proprio corpo traendo seco, . . . non se n’andrà ella a ciò che le è simile, cioè, dico, all’invisibile, al divino, all’immortale, all’intelligente, dove giunta potrà essere in realtà felice, libera ormai da vagamenti e da stoltezze e paure . . . e insomma da tutti i mali umani; e veramente . . . potrà trascorrere il rimanente tempo in compagnia degli dèi?” — Fedone, 80, e; 81, a; trad. di M. Valgimigli, Biblioteca Universale Laterza, 1987.
Non è un insegnamento biblico
In che modo, allora, questa credenza pagana nell’immortalità dell’anima cominciò ad essere insegnata nella cristianità e nel giudaismo?
La New Catholic Encyclopedia dice: “Il concetto dell’anima che sopravvive dopo la morte non è prontamente riconoscibile nella Bibbia”, ma questa è un’affermazione troppo blanda. Sarebbe più accurato dire che la dottrina dell’immortalità dell’anima non si trova affatto nella Bibbia! Quest’enciclopedia ammette: “Il concetto dell’anima umana che si ha nell’[Antico Testamento] non è lo stesso nella filosofia greca e moderna”.
Nel cosiddetto Antico Testamento il termine ebraico nèfesh, normalmente tradotto “anima”, ricorre 754 volte. Nel cosiddetto Nuovo Testamento il termine greco psychè, anch’esso tradotto normalmente “anima”, ricorre 102 volte. Se esaminiamo il modo in cui la Bibbia usa questi due termini, emerge un quadro sorprendente.
In Genesi 2:7 leggiamo che Dio soffiò nelle narici di Adamo l’alito della vita, e Adamo “divenne un’anima vivente [ebraico, nèfesh]”. Notate: ad Adamo non fu data un’anima vivente; egli divenne un’anima. In altre parole Adamo, l’uomo appena creato, era un’anima! Non è strano che la New Catholic Encyclopedia concluda dicendo: “L’anima nell’[Antico Testamento] non significa una parte dell’uomo, ma l’intero uomo . . . l’uomo come essere vivente”.
Lo confermano anche altri versetti. Levitico 7:20, ad esempio, parla dell’“anima che mangia la carne del sacrificio di comunione”. Levitico 23:30 dice: “In quanto a ogni anima che farà qualsiasi sorta di lavoro”. Proverbi 25:25 dice: “Come acqua fredda a un’anima stanca, così è una buona notizia da un paese lontano”. E Salmo 105:18 ci dice: “Afflissero con i ceppi i suoi piedi, la sua anima entrò nei ferri”. Ora, che cos’è che può mangiare carne, lavorare, essere ristorata dall’acqua ed essere messa nei ferri? Una parte dell’uomo separata e spirituale o l’uomo stesso? La risposta è ovvia.
Una cosa interessante è che non è solo l’uomo ad essere un’anima. Genesi 1:20 ci dice che in uno dei periodi creativi Dio disse: “Brulichino le acque di un brulichio di anime viventi”. Sì, anche i pesci sono anime! In un altro periodo creativo Dio indicò che ‘animali domestici e animali che si muovono e bestie selvagge’ sono anime! — Genesi 1:24; confronta Levitico 11:10, 46; 24:18; Numeri 31:28; Giobbe 41:21; Ezechiele 47:9.
Nella Bibbia, quindi, “anima” non si riferisce a qualche oscura entità spirituale che abbandona il corpo dopo la morte. Significa una persona o un animale, o la vita che una persona o un animale possiede.
Cosa accade dopo la morte?
È chiaro, quindi, che la Bibbia è in contrasto con il concetto pagano secondo cui l’uomo possiede un’anima immortale. Chi pensate abbia insegnato la verità a questo riguardo? I filosofi pagani greci o il popolo del patto di Dio stesso? Senz’altro il popolo di Dio, a cui Egli diede la sua Parola ispirata.
Tuttavia, non abbiamo ancora risposto alla domanda: Cosa accade all’anima dopo la morte? Visto che l’anima è la persona, è chiaro che quando muore la persona muore anche l’anima. In altre parole, una persona morta è un’anima morta. Questo è confermato da tantissime scritture. “L’anima che pecca, essa stessa morirà”, dice Ezechiele 18:4. In Giudici 16:30 leggiamo: “E Sansone diceva: ‘Muoia la mia anima con i filistei’”. Altri versetti mostrano che le anime possono essere stroncate (Genesi 17:14), uccise con la spada (Giosuè 10:37), soffocate (Giobbe 7:15), oppure possono annegare (Giona 2:5). Un’anima deceduta, o un’anima morta, è una persona morta. — Levitico 19:28; 21:1, 11.
Qual è, allora, la condizione delle anime morte? Detto semplicemente, la morte è l’opposto della vita. Tutti i nostri sensi sono legati al corpo fisico. La nostra capacità di vedere, udire e pensare dipende dal corretto funzionamento di occhi, orecchi e cervello. Senza occhi non possiamo vedere. Senza orecchi non possiamo udire. Senza cervello non possiamo fare nulla. Quando si muore, tutti questi organi cessano di funzionare. Noi cessiamo di esistere.
In armonia con questo, Ecclesiaste 9:5, 10 dice: “In quanto ai morti, non sono consci di nulla . . . Non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [la tomba], il luogo al quale vai”. In maniera analoga, Salmo 146:3, 4 afferma: “Non confidate nei nobili, né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene alcuna salvezza. Il suo spirito [la forza vitale] se ne esce, egli torna al suo suolo; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”. Così quando le persone (le anime) muoiono, semplicemente cessano di esistere.
Da insegnamento pagano a dottrina della chiesa
‘Ma il Nuovo Testamento non insegna forse l’immortalità dell’anima?’, potrebbero chiedere alcuni. Niente affatto. La New Catholic Encyclopedia ammette: “Il [Nuovo Testamento] rimane fedele a questa concezione [veterotestamentaria] della morte”. In altre parole, il “Nuovo Testamento” insegna che l’anima muore. Gesù Cristo mostrò di non credere che l’anima fosse immortale. Egli chiese: “È lecito fare di sabato un’opera buona o un’opera cattiva, salvare o uccidere un’anima?” (Marco 3:4) Similmente, l’apostolo cristiano Paolo confermò il punto di vista dell’“Antico Testamento” riguardo all’anima citando Genesi 2:7: “Così è anche scritto: ‘Il primo uomo Adamo divenne anima vivente’”. — 1 Corinti 15:45.
Come fu, dunque, che il pensiero platonico divenne una dottrina della chiesa? L’Encyclopædia of Religion and Ethics, a cura di James Hastings, spiega: “Quando il vangelo cristiano uscì dalla sinagoga ebraica per entrare nell’arena dell’impero romano, una concezione fondamentalmente ebraica dell’anima fu trasferita in un ambiente dal pensiero greco, con conseguenze non trascurabili nel processo di adattamento”. Gli esponenti della chiesa si sforzarono di rendere il loro messaggio “comprensibile a un mondo permeato dal pensiero greco” usando “la terminologia e i concetti stabiliti della psicologia greca”. Analogamente, i teologi ebrei cominciarono a dimostrare “forti influenze platoniche” nei loro scritti. — Encyclopædia Judaica.
L’insegnamento biblico dell’anima fu così accantonato e sostituito con una dottrina palesemente pagana. Questo non si può giustificare in alcun modo sostenendo che così il cristianesimo è stato reso più attraente per le masse. Quando predicò ad Atene, nel cuore stesso della cultura greca, l’apostolo Paolo non insegnò la dottrina platonica dell’anima. Al contrario, predicò la dottrina cristiana della risurrezione anche se molti dei suoi ascoltatori greci trovarono difficile accettare le sue parole. — Atti 17:22-32.
Anzi, l’apostolo Paolo avvertì di non mischiare mai verità basate sulla Bibbia e paganesimo quando disse: “Quale partecipazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia c’è fra Cristo e Belial?” (2 Corinti 6:14, 15) Non c’è alcun dubbio che, facendo di un insegnamento pagano uno dei cardini della propria filosofia e teologia, la cristianità ha recato disonore su Dio stesso!
Speranza per i morti
Ognuno è libero di credere ciò che preferisce. Tuttavia, non si può negare che la dottrina dell’immortalità dell’anima è antiscritturale. Significa questo che gli uomini non abbiano alcuna speranza di vita dopo la morte?
Dopo aver formulato la domanda: “Può [l’uomo] tornare a vivere?”, Giobbe diede anche la risposta ispirata. Disse: “Tu [Geova] chiamerai, e io stesso ti risponderò. Bramerai l’opera delle tue mani”. (Giobbe 14:14, 15) Sì, la Bibbia offre la speranza di una risurrezione per tutti quelli che sono nella memoria di Dio. Egli brama portare in vita i suoi servitori fedeli come Giobbe! Cristo Gesù confermò che questa speranza è reale, e disse: “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone a una risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili a una risurrezione di giudizio”. — Giovanni 5:28, 29.
Quando arriverà il tempo perché questa profezia si adempia, Isaia 25:8 promette che Dio “effettivamente inghiottirà la morte per sempre”. Questo significa che nel mondo, per dirla con le parole di Rivelazione 21:4, “la morte non ci sarà più”. Vi piacerebbe vivere in un mondo senza funerali e agenzie di pompe funebri, senza lapidi e cimiteri, senza più lacrime di dolore, ma solo con lacrime di gioia?
È vero, forse fin da piccoli siete stati abituati a credere nella dottrina dell’immortalità dell’anima. Ma studiando la Bibbia potete acquistare fede nelle promesse bibliche, che rendono liberi.a Potete anche imparare cosa dovete fare per ereditare ciò che la Bibbia promette: non la sopravvivenza come anima immortale, bensì la “vita eterna” in un Paradiso terrestre! — Giovanni 17:3; Luca 23:43.
[Nota in calce]
a Se è questo che desiderate fare, sentitevi liberi di scrivere agli editori di questa rivista o di mettervi in contatto con la locale Sala del Regno dei testimoni di Geova.