Presentazione della buona notizia: Con tatto
1 Quando parliamo alle persone nella loro casa o le incontriamo per strada, nei negozi o in altri luoghi, dobbiamo usare tatto. Perché? Perché viviamo negli “ultimi giorni”, in “tempi difficili”. Paolo scrisse che in questi ultimi giorni gli uomini sarebbero stati “millantatori, superbi, . . . non disposti a nessun accordo, . . . senza padronanza di sé, fieri, . . . testardi”. (II Tim. 3:14) È evidente quindi che questi tempi richiedono che i servitori di Geova usino tatto nell’annunciare la buona notizia.
2 Cosa si intende per tatto? Un dizionario dà questa definizione: “Accortezza, prudenza, riguardo nel trattare con gli altri”. Questo al fine di mantenere buoni rapporti con loro ed evitare di offenderli. Certo, come cristiani desideriamo mantenere buoni rapporti con le persone ed evitare di offenderle inutilmente. Perciò, ‘per quanto dipende da noi, saremo pacifici con tutti nel nostro modo di parlare e di agire’. — Rom. 12:18.
3 È bene mettersi nei panni della persona a cui parliamo. Forse l’abbiamo interrotta mentre stava facendo qualcosa di importante. Forse non si aspettava che qualcuno suonasse alla sua porta. Dobbiamo pertanto avere tatto, riguardo, viva considerazione per la persona, nonché il desiderio amorevole di aiutarla.
4 Paolo ci diede un ottimo esempio in quanto a dare testimonianza con tatto. Ricordate che nel parlare agli ateniesi non li rimproverò né li condannò per la loro idolatria o per il fatto che adoravano tanti falsi dèi, sebbene il suo spirito fosse irritato da ciò. (Atti 17:16) Paolo si servì con tatto del loro interesse per l’adorazione di molti dèi come ottima introduzione al suo discorso agli abitanti di Atene. — Atti 17:22-31.
5 Anche noi incontriamo persone che hanno la loro propria religione e che ce lo diranno. Cosa dovremmo fare? Dobbiamo usare tatto. Non dovremmo essere invadenti, bellicosi o critici. Piuttosto, dobbiamo cercare di trovare punti di accordo, se possibile, e costruire su di essi. Non c’è alcun bisogno di confutare o contestare ogni obiezione suscitata da qualcuno che non è d’accordo col nostro messaggio.
6 Per mostrare tatto occorre anche essere buoni ascoltatori. Ascoltando e valutando i pensieri del padrone di casa, sapremo cosa pensa. Spesso possiamo seguire con tatto il suo ragionamento per avviare una buona conversazione e dare testimonianza. Le domande sono utili, ma dobbiamo stare attenti a non mettere in imbarazzo il padrone di casa. Le domande si dovrebbero fare per aiutarlo a esprimersi e per capire il suo punto di vista. Possiamo quindi seguire l’esempio di Paolo, che disse: “Son divenuto ogni cosa a persone di ogni sorta, per salvare a tutti i costi alcuni”. — I Cor. 9:22.
7 Le nostre parole devono essere sempre scelte con cura affinché non siano offensive. (Prov. 25:11) I padroni di casa capiranno così che facciamo visite amichevoli, portando un messaggio incoraggiante. Se le nostre parole e la nostra espressione facciale riflettono interesse personale, benignità e cordialità verso tutti, la maggioranza delle persone se ne accorgeranno e spesso reagiranno in modo positivo. Ricordate il consiglio di Paolo: “La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale, in modo da sapere come dare risposta a ciascuno”. — Col. 4:6.
8 Anche quando le persone non mostrano assolutamente interesse, cercheremo di usare tatto per non offenderle. Potremo così lasciare un’impressione favorevole e facilitare il compito del prossimo Testimone che farà loro visita. Continuiamo a presentare la buona notizia con tatto in modo da impartire ciò che è buono e favorevole agli uditori. — Efes. 4:29.