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Ebrei — Approfondimenti al capitolo 1Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Ora, alla fine di questi giorni A quanto pare Paolo si riferisce alla fine del sistema di cose giudaico (1Co 10:11 e approfondimento). Quel sistema venne all’esistenza nel 1513 a.E.V., quando nacque la nazione di Israele. All’epoca Dio parlava con il suo popolo tramite Mosè. Promise però che avrebbe suscitato un profeta come Mosè. Di lui lo stesso Mosè disse: “Lo dovrete ascoltare” (De 18:15, 18, 19). Quel profeta promesso era Gesù Cristo (Gv 5:46). Al riguardo, infatti, Paolo dice che Dio ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio. Essendo il Figlio di Dio, Gesù fu di gran lunga superiore a tutti i profeti che lo avevano preceduto e che erano esseri umani imperfetti. Paolo perciò inizia ora un ragionamento che porterà avanti per buona parte della sua lettera ispirata: in merito all’adorazione, quanto previsto per i cristiani è superiore a quanto previsto nel sistema di cose giudaico.
che ha costituito erede di tutte le cose Un erede è una persona che ha il diritto di ricevere, o ereditare appunto, il denaro, le proprietà o l’autorità (come ad esempio la posizione o il titolo) di qualcuno. Nelle Scritture Greche Cristiane però i termini “erede” o “ereditare” vengono usati perlopiù a proposito di persone che ricevono una ricompensa da Dio (Mt 5:5 e approfondimento; 19:29; 25:34 e approfondimento; 1Co 6:9). Nel caso a cui si riferisce il versetto, Dio nomina il suo Figlio primogenito quale erede “di tutte le cose”, il che significa che gli conferisce autorità su tutte le cose in cielo e sulla terra (Sl 2:8; Mt 28:18; Eb 1:6; 2:8; 1Pt 3:22; Ri 11:15). Gesù è sottoposto solo a suo Padre, Geova (1Co 15:27, 28; Flp 2:9-11).
mediante il quale ha fatto i sistemi di cose Per come è usata qui, l’espressione “sistemi di cose” può essere intesa in almeno due modi. In primo luogo, in base a un’accezione del termine greco originale, può riferirsi ad aspetti particolari o caratteristici di determinati periodi di tempo, o “epoche”. In questa lettera Paolo fa riferimento a fedeli servitori vissuti nel tempo antidiluviano, in quello dei patriarchi e in quello in cui fu in vigore il patto stretto da Dio con Israele. Durante ognuno di questi periodi di tempo, Dio permise agli esseri umani di adorarlo in modo a lui gradito, ma fece sempre riferimento a un tempo futuro in cui l’umanità sarebbe stata completamente riconciliata con lui tramite suo Figlio. Poi, sulla base del sacrificio di Gesù, durante l’epoca cristiana istituì il nuovo patto. Questo sistema di cose cristiano fu reso possibile tramite Gesù Cristo perché è lui, quale “mediatore di un nuovo patto”, ad avere il ruolo principale nell’adempimento del proposito di Dio (Eb 1:3; 2:9; 12:24; vedi anche Glossario, “sistema/i di cose”). In secondo luogo, qui l’espressione “sistemi di cose” potrebbe essere intesa nel senso di “mondo” o “universo”, ovvero tutta la creazione fisica di Dio: il sole, la luna, le stelle, la terra... In tutte queste opere creative Gesù ha avuto il ruolo di “artefice” (Pr 8:30; Gv 1:3; confronta Eb 11:3).
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