Nota in calce
a “Il contrasto che ne deriva si chiarisce solo tenendo presente il diverso modo di capire Dio da parte di Gesù e dei farisei. Per costoro, Dio è anzitutto l’esigente; per Gesù è il misericordioso. Anche il fariseo non nega la bontà e l’amore di Dio, ma per lui essi consistono nel dono della torà e nella possibilità di mettere in pratica quello che in essa è richiesto. . . . Nell’osservanza della tradizione orale e delle regole da essa derivanti, il fariseo vede la strada per attuare la torà. . . . In quanto innalza il doppio comandamento dell’amore (Mt 22, 34-40) a norma interpretativa, rigettando la forza vincolante della tradizione orale . . . , [Gesù] entra in conflitto con la casuistica farisaica”. — Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, a cura di L. Coenen, E. Beyreuther, H. Bietenhard, 3a ed., EDB, Bologna, 1986, p. 618.