Lunedì 8 luglio
Tu sei buono, o Geova, e pronto a perdonare (Sal. 86:5)
Dato che ci ha creato, Geova sa tutto di noi. Se ci pensiamo, conosce ogni minimo dettaglio di tutti quelli che vivono su questo pianeta (Sal. 139:15-17). Quindi sa bene quali sono le caratteristiche negative che ci sono state trasmesse dai nostri genitori. E non solo. Lui è a conoscenza di tutto quello che ci è successo nella vita e che ha fatto di noi la persona che siamo. Sapere tutte queste cose spinge Geova ad agire con misericordia nei nostri confronti (Sal. 78:39; 103:13, 14). Geova ha dimostrato di volerci perdonare. Sa che a causa di quello che fece il primo uomo, Adamo, tutti pecchiamo e moriamo (Rom. 5:12). Noi non saremmo mai riusciti a liberare dal peccato e dalla morte né noi stessi né nessun altro (Sal. 49:7-9). Il nostro Padre amorevole però ci ha mostrato compassione e ha fatto in modo che potessimo essere liberati. Come dice Giovanni 3:16, ha mandato il suo Figlio unigenito a morire per noi (Matt. 20:28; Rom. 5:19). w22.06 3 parr. 5-6
Martedì 9 luglio
L’uomo buono fa del bene a sé stesso (Prov. 11:17)
Da ciò che Geova disse al suo servitore Giobbe emerge che, se noi perdoniamo gli altri, Geova perdona noi. Quell’uomo fedele era stato profondamente ferito dalle osservazioni taglienti di Elifaz, Bildad e Zofar. Ma Geova gli disse di pregare per loro. E dopo che Giobbe l’ebbe fatto, Geova lo benedisse (Giob. 42:8-10). Portare rancore ci fa male. Geova sa che liberandoci del rancore ci togliamo un grosso peso di dosso, e lui vuole che proviamo questo sollievo (Efes. 4:31, 32). Infatti a ognuno di noi dà questa esortazione: “Allontana l’ira e abbandona il furore” (Sal. 37:8). Questo consiglio è davvero saggio: portare rancore può farci male sia dal punto di vista fisico che mentale (Prov. 14:30). E poi covare risentimento verso qualcuno è un po’ come bere del veleno: fa male a noi, e non all’altra persona. Ecco perché quando perdoniamo in realtà facciamo un regalo a noi stessi. Proviamo pace interiore e abbiamo la forza di continuare a servire Geova. w22.06 10 parr. 9-10
Mercoledì 10 luglio
Indossiamo la corazza della fede e dell’amore e per elmo la speranza della salvezza (1 Tess. 5:8)
Come un elmo simbolico, la speranza protegge i nostri pensieri e ci aiuta a evitare uno stile di vita incentrato su noi stessi, che rovinerebbe la nostra relazione con Geova (1 Cor. 15:33, 34). L’elmo della speranza può anche proteggerci dal pensare che non valga nemmeno la pena di provare a piacere a Geova. Ricordiamo che Elifaz, uno dei falsi amici di Giobbe, fece dei ragionamenti simili con lui. Elifaz disse: “Come può un uomo essere puro?” E aggiunse: “Dio non ha fiducia nemmeno nei suoi santi; neppure i cieli sono puri ai suoi occhi” (Giob. 15:14, 15). Queste sono vere e proprie menzogne. Ricordiamo che dietro a questo modo di pensare c’è Satana. Lui sa che se ci soffermiamo su questi pensieri la nostra speranza si indebolisce. Quindi, respingiamo queste menzogne. Non dubitiamo mai del fatto che Geova vuole farci vivere per sempre e che ci aiuterà a raggiungere questo obiettivo (1 Tim. 2:3, 4). w22.10 25-26 parr. 8-10