Venerdì 16 agosto
Benedetto è l’uomo che confida in Geova (Ger. 17:7)
Nel mondo di Satana le persone non sanno di chi possono fidarsi. Vengono costantemente deluse dal comportamento di imprenditori, politici e leader religiosi. A volte questo accade anche con gli amici, con i vicini e perfino con i familiari. Ma non dovremmo sorprenderci. La Bibbia aveva predetto: “Negli ultimi giorni [...] gli uomini saranno [...] sleali, [...] calunniatori, [...] traditori”. In altre parole, le persone avrebbero rispecchiato la personalità del dio di questo sistema di cose, che non è di certo degno di fiducia (2 Tim. 3:1-4; 2 Cor. 4:4). Noi cristiani, tuttavia, sappiamo che possiamo avere piena fiducia in Geova. Siamo convinti che lui ci ama e che non abbandonerà mai i suoi amici (Sal. 9:10). Possiamo anche fidarci di Cristo Gesù, perché lui ha dato la sua vita per noi (1 Piet. 3:18). E nel tempo abbiamo constatato che la Bibbia è una guida affidabile (2 Tim. 3:16, 17). w22.09 2 parr. 1-2
Sabato 17 agosto
Felice è chiunque teme Geova e cammina nelle sue vie (Sal. 128:1)
La vera felicità non è semplicemente una sensazione passeggera, ma qualcosa che può durare tutta la vita. Com’è possibile? Gesù lo spiegò nel Discorso della Montagna quando disse: “Felici quelli che sono consapevoli del loro bisogno spirituale” (Matt. 5:3). Gesù sapeva che gli esseri umani sono stati creati con il forte desiderio di conoscere e adorare il loro Creatore, Geova Dio. È questo il nostro “bisogno spirituale”. E dato che Geova è il “felice Dio”, anche chi lo serve può essere felice (1 Tim. 1:11). Per essere felici bisogna trovarsi nelle circostanze ideali? No. Nel suo discorso Gesù disse che perfino “quelli che sono afflitti” possono essere felici. Disse la stessa cosa riguardo a “quelli che vengono perseguitati a motivo della giustizia” (Matt. 5:4, 10, 11). Gesù stava insegnando che la felicità non dipende dal trovarsi nelle circostanze ideali. È qualcosa che si ottiene se si soddisfa il proprio bisogno spirituale e ci si avvicina a Dio (Giac. 4:8). w22.10 6 parr. 1-3
Domenica 18 agosto
L’uomo che ha vero discernimento rimane in silenzio (Prov. 11:12)
Il discernimento aiuta un cristiano a distinguere il “tempo per tacere [dal] tempo per parlare” (Eccl. 3:7). In alcune culture esiste il detto: “La parola è d’argento, ma il silenzio è d’oro”. In altri termini, a volte è meglio rimanere in silenzio che parlare. Pensiamo a un esempio che lo dimostra. Un anziano che ha molta esperienza viene spesso incaricato di aiutare altre congregazioni ad affrontare dei problemi. Riferendosi a lui, un altro anziano ha detto: “Sta sempre attento a non parlare di informazioni riservate che riguardano altre congregazioni”. Grazie al suo discernimento, questo anziano si è guadagnato il rispetto dei fratelli con cui serve nel corpo degli anziani. Sono sicuri che non rivelerà le loro questioni confidenziali ad altri. L’onestà è un altro elemento su cui si basa la fiducia. Ci fidiamo di una persona onesta perché sappiamo che dirà sempre la verità (Efes. 4:25; Ebr. 13:18). w22.09 12 parr. 14-15