Sabato 14 giugno
Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a 7 volte, ma fino a 77 volte” (Matt. 18:22)
Nella sua prima lettera l’apostolo Pietro usò l’espressione “intenso amore”. Questo amore “copre una gran quantità di peccati”, non solo alcuni (1 Piet. 4:8). Pietro forse pensava a quello che Gesù gli aveva insegnato anni prima riguardo al perdono. Quando disse che avrebbe perdonato suo fratello “fino a 7 volte”, Pietro probabilmente pensava di essere generoso. Gesù però gli insegnò, e insegnò anche a noi, a perdonare “fino a 77 volte”, cioè senza porsi alcun limite (Matt. 18:21). Se ci è capitato di far fatica a mettere in pratica questo consiglio, non scoraggiamoci. Tutti gli imperfetti servitori di Geova a volte trovano difficile perdonare. La cosa importante è che ora facciamo tutto quello che possiamo per perdonare chi ci ha ferito e per fare pace con lui. w23.09 29 par. 12
Domenica 15 giugno
Chiamai Geova, ed egli mi rispose (Giona 2:2)
Mentre era nella pancia del pesce, Giona era sicuro che Geova avrebbe ascoltato la sua umile preghiera in cui esprimeva tutto il suo pentimento e lo avrebbe aiutato. Una volta tornato sulla terraferma, Giona era pronto per accettare e portare a termine quello che Geova gli aveva detto di fare (Giona 2:10–3:4). Mentre affronti una prova ti capita mai di sentirti così in ansia da non riuscire a esprimerti chiaramente in preghiera? Oppure di sentirti troppo debole per studiare? Ricorda che Geova capisce perfettamente la tua situazione. Quindi, anche se fai una preghiera semplice, puoi essere sicuro che lui ti darà esattamente quello di cui hai bisogno (Efes. 3:20). Se il dolore a livello fisico o emotivo ti rende difficile leggere e studiare, potresti provare ad ascoltare le registrazioni audio della Bibbia o delle nostre pubblicazioni. Potrebbe anche esserti utile ascoltare un cantico o una canzone, oppure guardare un video su jw.org. Pregando Geova e cercando la risposta alle tue preghiere nel cibo spirituale che lui provvede, gli dai l’opportunità di rafforzarti. w23.10 13 par. 6; 14 par. 9
Lunedì 16 giugno
Lo spirito santo indica chiaramente che la via per il luogo santo non era ancora stata rivelata quando era in piedi la prima tenda (Ebr. 9:8)
Il tabernacolo e i templi che in seguito furono costruiti a Gerusalemme avevano una struttura interna molto simile. C’erano due compartimenti, il “Santo” e il “Santissimo”, separati da una cortina ricamata (Ebr. 9:2-5; Eso. 26:31-33). Nel Santo c’erano un candelabro d’oro, un altare per bruciare incenso e la tavola del pane di presentazione. Solo “i sacerdoti unti” potevano entrare nel Santo per adempiere i loro obblighi sacri (Num. 3:3, 7, 10). Nel Santissimo c’era l’Arca del Patto, che rappresentava la presenza di Geova (Eso. 25:21, 22). Solo il sommo sacerdote poteva oltrepassare la cortina ed entrare nel Santissimo, e poteva farlo solo nel Giorno dell’Espiazione (Lev. 16:2, 17). Entrava nel Santissimo con il sangue di animali per fare espiazione per i suoi peccati e per quelli dell’intera nazione. In seguito Geova rese chiaro il vero significato di quelle parti del tabernacolo (Ebr. 9:6, 7). w23.10 27 par. 12