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Quando muore una persona amataLa Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2016
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IN COPERTINA
Quando muore una persona amata
“Dio sa qual è la cosa migliore, tesoro. Non piangere”.
Queste parole furono sussurrate all’orecchio di una donna di nome Bebe al funerale del padre, che era morto in seguito a un incidente automobilistico.
Bebe era molto legata a suo padre. Quelle parole le erano state dette in buona fede da un’amica di famiglia, ma Bebe non ne fu confortata; piuttosto si sentì ferita. Continuava a ripetere a sé stessa: “La sua morte non era la ‘cosa migliore’”. Anni dopo, quando Bebe raccontò quell’episodio in un libro, era chiaro che soffriva ancora.
Può volerci molto tempo per superare un lutto, specialmente se eravamo molto legati alla persona che è venuta a mancare. Bebe lo provò sulla sua pelle. Nella Bibbia la morte è descritta appropriatamente come l’“ultimo nemico” (1 Corinti 15:26). Irrompe nelle nostre vite con un impeto travolgente, cogliendoci spesso completamente impreparati, e porta via le persone a noi care. Nessuno può sottrarsi ai suoi effetti. Non sorprende, dunque, che sentiamo un vuoto quando ci troviamo ad affrontare la morte e tutto ciò che essa comporta.
Forse ci siamo chiesti: “Quanto tempo ci vuole per superare il dolore? Come lo possiamo affrontare? Cosa possiamo fare per confortare chi ha subìto un lutto? C’è qualche speranza per le persone che sono morte?”
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È sbagliato essere addolorati?La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2016
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IN COPERTINA | QUANDO MUORE UNA PERSONA AMATA
È sbagliato essere addolorati?
Vi è mai capitato di avere un attacco di malattia di breve durata? Probabilmente il recupero è stato così rapido che avete praticamente dimenticato quanto era accaduto. Con il dolore emotivo, però, non è così. In un suo libro, il dottor Alan Wolfelt scrive: “Non ci si ‘riprende’ dal dolore emotivo”. Ma aggiunge: “Con il tempo e con l’aiuto di chi vi sta intorno il dolore si attenuerà” (Healing a Spouse’s Grieving Heart).
Consideriamo, ad esempio, come reagì il patriarca Abraamo alla morte di sua moglie. La Bibbia dice che “entrò a fare lamento per Sara e a piangerla” o, come dice la versione Parola del Signore, “si mise in lutto”. Quindi gli ci volle del tempo per elaborare il dolore di quella perdita.a Un altro esempio è Giacobbe, a cui venne fatto credere che suo figlio Giuseppe era stato ucciso da una bestia selvaggia. Giacobbe “fece lutto su suo figlio per molti giorni” e i suoi familiari non riuscirono a confortarlo. Anche dopo molti anni, la morte del figlio pesava su di lui come un macigno (Genesi 23:2; 37:34, 35; 42:36; 45:28).
Abraamo pianse la perdita della sua amata Sara
Lo stesso accade oggi a tante persone che piangono la morte di qualcuno a loro molto caro. Consideriamo i seguenti due esempi.
“Mio marito Robert morì il 9 luglio 2008. Il giorno del fatale incidente era iniziato come tutti gli altri: dopo colazione, quando lui stava per andare al lavoro, ci siamo dati un bacio, ci siamo abbracciati affettuosamente e ci siamo detti: ‘Ti amo’. Sono passati sei anni, ma il dolore che ho nel cuore è sempre lì. Non credo che supererò mai la morte di Rob” (Gail, 60 anni).
“Sono passati 18 anni da quando la mia adorata moglie non c’è più, ma ne sento ancora la mancanza e piango pensando a lei. Ogni volta che vedo qualcosa di bello nella natura, il mio pensiero va a lei e a quanto le sarebbe piaciuto vedere quello che sto vedendo io” (Etienne, 84 anni).
Provare simili sentimenti ed essere addolorati, anche per molto tempo, è solo naturale. Ognuno soffre a modo suo, e sarebbe sciocco giudicare il modo in cui un’altra persona reagisce a una tragedia. Non dobbiamo neanche essere troppo severi con noi stessi se sembra che la nostra reazione alla morte sia esagerata. Come possiamo affrontare il dolore?
a Anche Isacco, figlio di Abraamo, fu addolorato per molto tempo. L’articolo della serie “Imitiamo la loro fede” riportato in questo numero mette in risalto che, a distanza di tre anni dalla morte di sua madre Sara, Isacco stava ancora soffrendo (Genesi 24:67).
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Affrontare il doloreLa Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2016
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Affrontare il dolore
I consigli sull’argomento non mancano di certo. Non tutti, però, sono validi. Alcuni, per esempio, potrebbero suggerire di non piangere e di non esternare i propri sentimenti. Altri potrebbero indurre ad andare all’altro estremo e a dare libero sfogo alle proprie emozioni. La Bibbia presenta una visione più equilibrata, sostenuta anche dalla ricerca moderna.
In alcune culture è considerato poco virile che un uomo pianga. Ma ci si dovrebbe vergognare di cedere alle lacrime, anche se si è in pubblico? Esperti di igiene mentale riconoscono che piangere è una normale manifestazione del dolore e che, con il tempo, questo può aiutare a colmare l’enorme vuoto lasciato dalla persona amata. Reprimere il dolore, d’altro canto, può fare più male che bene. La Bibbia non sostiene in alcun modo che sia sbagliato o poco virile piangere di dolore. Per esempio, pensate a Gesù: pianse apertamente la morte del suo caro amico Lazzaro nonostante avesse il potere di riportarlo in vita (Giovanni 11:33-35).
Anche gli scatti d’ira sono una manifestazione di dolore, specialmente in caso di morte improvvisa. Quando affrontiamo un lutto potremmo provare rabbia per molte ragioni, ad esempio se una persona stimata dice qualcosa di sconsiderato o infondato. “Avevo solo 14 anni quando mio padre morì”, racconta un sudafricano di nome Mike. “Al funerale, il ministro anglicano disse che Dio ha bisogno delle persone buone e che per questo le prende precocemente con sé.a Questo mi fece arrabbiare, perché avevamo un disperato bisogno di nostro padre. A distanza di 63 anni, pensare a quelle parole mi fa ancora male”.
E che dire dei sensi di colpa? Specialmente quando la morte sopraggiunge inaspettata, chi resta potrebbe tormentarsi con pensieri del tipo: “Se solo avessi fatto questo o quello, probabilmente non sarebbe successo”. O forse l’ultima volta che avevate incontrato quella persona, c’era stato un litigio fra voi. Questo potrebbe farvi sentire più in colpa.
Se anche voi siete tormentati da rabbia e sensi di colpa, è importante che non reprimiate tali emozioni. Parlatene con un amico, che vi ascolterà e vi rassicurerà del fatto che non c’è motivo di provare tali sentimenti e che molti che hanno subìto un lutto si sentono così. La Bibbia ci ricorda che “il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando c’è angustia” (Proverbi 17:17).
Il miglior Amico che possa avere chi sta soffrendo per un lutto è il Creatore, Geova Dio. Potete aprirgli il cuore in preghiera, perché “egli ha cura di voi” (1 Pietro 5:7). Promette che i pensieri e i sentimenti di tutti quelli che lo pregano saranno alleviati dalla “pace di Dio che sorpassa ogni pensiero” (Filippesi 4:6, 7). Permettete a Dio di starvi vicino anche per mezzo della sua consolante Parola, la Bibbia. Fate un elenco di versetti che danno conforto. (Vedi il riquadro.) Potreste impararne qualcuno a memoria. Riflettere su pensieri di questo tipo sarà di aiuto specialmente di notte, quando si è soli e si fa fatica ad addormentarsi (Isaia 57:15).
Recentemente un uomo di 40 anni, che chiameremo Jack, ha perso la sua adorata moglie, affetta da un tumore. Jack dice che a volte si sente molto solo. Ha trovato sollievo nella preghiera. “Quando prego Geova”, spiega, “non mi sento mai solo. Spesso mi sveglio nel cuore della notte e non riesco a riaddormentarmi. Leggere nelle Scritture pensieri consolanti, meditare su di essi e poi esprimere i miei sentimenti in preghiera mi fa provare tranquillità e profonda pace. Questo dà serenità alla mia mente e al mio cuore, e mi permette di dormire”.
Vanessa, una giovane che ha perso la madre a causa di una malattia, ha provato in prima persona il potere della preghiera. “Nei momenti più difficili”, dice, “riuscivo appena a invocare il nome di Dio e scoppiavo a piangere. Geova mi ascoltava e mi dava sempre la forza di cui avevo bisogno”.
Alcuni consulenti esortano chi sta affrontando il dolore di un lutto a spendersi per aiutare gli altri o a impegnarsi in servizi di volontariato per la comunità. Questo può far provare gioia e alleviare il dolore (Atti 20:35). Molti cristiani che hanno perso una persona amata hanno riscontrato che darsi da fare per gli altri è stato di grande conforto (2 Corinti 1:3, 4).
a Questo non è un insegnamento biblico. La Bibbia evidenzia tre motivi per cui si muore (Ecclesiaste 9:11; Giovanni 8:44; Romani 5:12).
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Confortare chi ha subìto un luttoLa Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2016
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Confortare chi ha subìto un lutto
Vi siete mai sentiti impotenti quando qualcuno a voi vicino stava soffrendo per la morte di una persona amata? Forse a volte, non sapendo cosa dire o cosa fare, si finisce per non dire e non fare nulla. Eppure ci sono alcune cose pratiche e utili che potete fare.
Spesso tutto quello che serve è la vostra presenza e un semplice “mi dispiace tanto”. In molte culture si può mostrare interesse con un abbraccio amichevole o un altro gesto affettuoso. Se la persona vuole parlare, ascoltate con empatia. Soprattutto, se loro lo desiderano, fate qualcosa per i familiari del defunto, qualcosa che forse non sono in condizione di fare da soli, come preparare un pasto, badare ai bambini o dare una mano a organizzare il funerale. Simili gesti possono essere più eloquenti di tante parole.
Col tempo potreste sentirvi spinti a parlare del defunto, magari di alcune sue belle qualità o di qualche momento felice passato insieme. Conversazioni di questo tipo potrebbero perfino far nascere un sorriso sul volto di chi ha perso una persona amata. Pam, per esempio, che sei anni fa ha perso suo marito Ian, dice: “A volte mi raccontano cose belle di Ian che non conoscevo, e questo mi fa stare bene”.
Alcuni studi evidenziano che coloro che hanno subìto un lutto spesso ricevono molto aiuto i primi giorni, ma che i loro bisogni vengono presto trascurati non appena gli amici riprendono le loro attività quotidiane. Pertanto proponetevi di contattare regolarmente gli amici che stanno affrontando questa situazione, anche quando è passato del tempo.a Apprezzeranno tanto l’opportunità di vedere alleviato il loro dolore.
Consideriamo l’esempio di Kaori, una giovane giapponese. Soffriva terribilmente per la perdita di sua madre, seguita dopo appena 15 mesi dalla morte della sorella maggiore. Kaori continuò a ricevere sostegno da amici leali. Ritsuko, una donna molto più grande di lei, cercò di starle vicino. “A dire il vero”, racconta Kaori, “non mi fece piacere: non volevo che qualcuno prendesse il posto di mia madre, e pensavo che nessuno avrebbe potuto farlo. Ma il modo in cui mamma Ritsuko mi trattò mi fece affezionare tanto a lei. Ogni settimana uscivamo in predicazione e andavamo insieme alle adunanze. Mi invitava a prendere un tè, mi portava da mangiare e spesso mi scriveva lettere e bigliettini. Il suo atteggiamento positivo ha avuto un buon effetto su di me”.
Sono passati 12 anni dalla morte della madre di Kaori, che oggi si dedica a tempo pieno con suo marito a un’opera di evangelizzazione. “Mamma Ritsuko”, dice Kaori, “continua a essere piena di premure. Quando torno nella mia città, vado sempre a trovarla e passiamo insieme bei momenti edificanti”.
Poli, una testimone di Geova di Cipro, è un’altra persona che ha tratto beneficio dal continuo sostegno degli altri. Aveva un bravo marito, Sozos, che dava il buon esempio come pastore cristiano, invitando spesso orfani e vedove a casa sua per stare insieme e consumare un pasto (Giacomo 1:27). Purtroppo Sozos morì a 53 anni per un tumore cerebrale. Poli dice: “Avevo perso il mio leale marito, la persona con cui ero stata sposata per 33 anni”.
Cercate modi pratici per aiutare chi ha subìto un lutto
Dopo il funerale, Poli si trasferì in Canada con Daniel, il suo figlio più piccolo, che aveva 15 anni. Lì i due iniziarono ad associarsi con i Testimoni di Geova del posto. “I fratelli della nuova congregazione”, ricorda Poli, “non sapevano nulla del nostro passato e della nostra difficile situazione. Ma questo non impedì loro di avvicinarsi a noi, confortarci con parole gentili e aiutarci in modo pratico. Quanto fu prezioso quell’aiuto, specialmente in quel periodo in cui mio figlio aveva più bisogno del padre! I fratelli che avevano incarichi di responsabilità nella congregazione mostrarono grande interessamento per Daniel. Uno in particolare si assicurò che venisse incluso quando i fratelli passavano del tempo insieme o andavano a giocare a pallone”. Oggi, sia Poli che suo figlio stanno bene.
Ci sono davvero tanti modi per dare aiuto pratico e conforto a chi ha subìto un lutto. Anche la Bibbia ci conforta, dandoci una meravigliosa speranza per il futuro.
a Alcuni hanno anche segnato la data della morte sul calendario per ricordarsi di dare conforto ai familiari del defunto quando forse ne hanno più bisogno, il giorno dell’anniversario o in prossimità di tale data.
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I morti torneranno a vivere!La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2016
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I morti torneranno a vivere!
Forse ricorderete che Gail, già menzionata in questa serie di articoli, non crede che riuscirà mai a superare la morte di suo marito Rob. Comunque, questa donna aspetta con ansia di rivederlo nel nuovo mondo promesso da Dio. “Il mio passo biblico preferito”, dice, “è Rivelazione 21:3, 4”. In questi versetti si legge: “Dio stesso sarà con loro. Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”.
“Questa promessa parla da sé”, continua Gail. “Mi sento davvero vicina a chi ha perso una persona amata ma non è a conoscenza della speranza di rivederla”. Gail è coerente con quanto afferma e si impegna a tempo pieno come volontaria in un’opera di evangelizzazione, parlando alle persone della promessa di Dio riguardo al futuro, un futuro in cui “la morte non ci sarà più”.
Giobbe era convinto che sarebbe tornato in vita
Forse pensate: “È impossibile!” Ma considerate l’esempio di un uomo di nome Giobbe. Era gravemente malato (Giobbe 2:7). È vero che desiderava morire, ma aveva comunque fede che Dio avrebbe potuto riportarlo in vita sulla terra. Disse con fiducia: “Oh mi nascondessi tu nello Sceol! [...] Tu chiamerai, e io stesso ti risponderò. Bramerai l’opera delle tue mani” (Giobbe 14:13, 15). Giobbe era convinto che Dio avrebbe sentito la sua mancanza e che avrebbe desiderato ardentemente riportarlo in vita.
Presto Dio farà proprio questo: quando la terra sarà trasformata in un paradiso, riporterà in vita Giobbe e moltissimi altri (Luca 23:42, 43). “Ci sarà una risurrezione”, conferma la Bibbia in Atti 24:15. Gesù disse: “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori” (Giovanni 5:28, 29). Giobbe vedrà l’adempimento di questa promessa. Avrà la possibilità di ritrovare il “suo vigore giovanile”, e la sua carne rimarrà per sempre “più fresca che nella giovinezza” (Giobbe 33:24, 25). Lo stesso accadrà a tutti coloro che mostreranno gratitudine per ciò che Dio ha misericordiosamente disposto, risuscitare le persone sulla terra.
Se avete perso una persona a voi cara, forse le informazioni trattate non elimineranno del tutto il vostro dolore. Tuttavia, meditare sulle promesse di Dio riportate nella Bibbia può darvi una vera speranza e farvi trovare la forza di andare avanti (1 Tessalonicesi 4:13).
Vorreste saperne di più su come affrontare il dolore? Forse avete domande collegate a questo argomento, ad esempio vi chiedete: “Perché Dio permette il male e le sofferenze?” Visitate il nostro sito jw.org e vi renderete conto che la Bibbia dà conforto e fornisce valide risposte.
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