Tetragramma
Termine che letteralmente significa “quattro lettere” (dal greco tètra, “quattro”, e gràmma, “lettera”) e che si riferisce alle quattro consonanti ebraiche יהוה (scritte da destra a sinistra) che costituiscono il nome di Dio.
Il Tetragramma compare quasi 7.000 volte nelle Scritture Ebraiche. Si può traslitterare con le lettere YHWH (o JHVH). Come tutte le parole scritte in ebraico antico, il Tetragramma non aveva vocali. Nell’antichità un ebreo che leggeva un testo pronunciava automaticamente anche i suoni vocalici; ma oggi di fronte allo stesso testo non siamo in grado di sapere quali fossero. Alcuni ritengono che il Tetragramma si pronunciasse “Yahweh”, mentre altri propendono per una pronuncia con tre sillabe. Nella lingua italiana è da lungo tempo nota e attestata la forma “Geova”.
Secondo vari studiosi il nome divino deriva da un verbo ebraico che significa “divenire” e rifletterebbe la forma causativa di questo verbo. Anche se non possiamo essere dogmatici sul significato del nome di Dio, la definizione “Egli fa divenire” è appropriata. Si accorda bene con il ruolo di Geova quale Creatore di tutte le cose e Realizzatore del suo proposito. Egli non solo ha portato all’esistenza l’universo fisico e gli esseri senzienti ma, con l’evolversi degli eventi, continua a fare in modo che la sua volontà e il suo proposito si realizzino. (Per altri dettagli sul significato del nome divino, vedi App. A4, “Il nome divino nelle Scritture Ebraiche”.)