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Perché certi bambini sono così difficiliSvegliatevi! 1994 | 22 novembre
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Perché certi bambini sono così difficili
“Fattori genetici, chimica del cervello e sviluppo neurologico determinano in buona misura chi siamo da bambini e cosa diventiamo da adulti”. — Dott. Stanley Turecki
OGNI bambino cresce in maniera diversa, individuale. I bambini manifestano moltissime caratteristiche e tendenze che sembrano innate, sulle quali i genitori possono avere poco o nessun controllo. È vero che ci sono sempre stati bambini turbolenti, irrequieti e confusionari. Anche i genitori migliori possono avere un bambino difficile.
Ma perché certi bambini sono particolarmente difficili da allevare? Sono sempre più i bambini che hanno gravi problemi di comportamento. Medici e ricercatori concordano nel dire che dal 5 al 10 per cento dei bambini sono estremamente irrequieti e che la loro incapacità di ascoltare con attenzione, di concentrarsi, di seguire norme e di controllare i propri impulsi crea molti problemi a loro e ai loro familiari, insegnanti e compagni.
Il dott. Bennett Shaywitz, che insegna pediatria e neurologia all’istituto di medicina della Yale University, addita una possibile causa parlando di “squilibri di natura ereditaria in certe sostanze chimiche che fanno da neurotrasmettitori” e regolano il funzionamento delle cellule cerebrali facilitando il controllo del comportamento da parte del cervello. Qualunque sia la causa che rende un bambino difficile, i genitori dovrebbero preoccuparsi prima di tutto di imparare a controllare la condotta del figlio, incoraggiandolo e sostenendolo anziché criticarlo e disapprovarlo.
Nei tempi biblici la responsabilità di istruire ed educare i figli ricadeva sui genitori. Questi sapevano che la disciplina e la conoscenza delle leggi di Dio avrebbero reso saggi i loro figli. (Deuteronomio 6:6, 7; 2 Timoteo 3:15) Pertanto, agli occhi di Dio i genitori hanno la responsabilità di fare ogni sforzo, nonostante i molti impegni, per soddisfare i bisogni dei figli, soprattutto reagendo in maniera positiva a un comportamento negativo. Dal momento che molti dei bambini attualmente in cura da pediatri per problemi di comportamento sono iperattivi, impulsivi o disattenti, potrebbe essere utile analizzare il ruolo che hanno i disturbi dell’attenzione e l’iperattività (o sindrome ipercinetica) nei casi di bambini difficili.
Negli anni ’50 questi disturbi venivano chiamati “disfunzione cerebrale minima”. Secondo Jan Mathisen, esperto di neurologia pediatrica, tale terminologia fu abbandonata quando si scoprì che i disturbi dell’attenzione “non sono affatto sinonimo di lesioni cerebrali”. Il dott. Mathisen afferma che tali disturbi sono causati da “un apparente malfunzionamento di certe aree cerebrali. Non sappiamo ancora con precisione quali siano i problemi neurochimici in gioco, ma riteniamo che vi abbia una parte una sostanza chimica presente nel cervello chiamata dopamina”. Secondo lui il problema ha a che fare con la regolazione della quantità di dopamina. “Probabilmente non si tratta di una sostanza sola”, aggiunge, “ma dell’interazione di diverse sostanze”.
Anche se rimangono ancora molti interrogativi senza risposta riguardo alla causa dei disturbi dell’attenzione, in genere i ricercatori concordano con il dott. Mathisen nell’attribuire una condizione cronica caratterizzata da scarso controllo dell’attenzione, dell’impulsività e dell’attività motoria a cause neurologiche. Uno studio recente condotto dal dott. Alan Zametkin e da ricercatori dell’Istituto Nazionale americano di Igiene Mentale ha stabilito per la prima volta l’esistenza di un legame tra i disturbi dell’attenzione e una specifica anomalia del metabolismo cerebrale, pur riconoscendo che “per arrivare a risposte più definitive si devono fare ancora molte ricerche”.
La scuola è una vera sfida
Per i bambini che non riescono mai a stare attenti, che si distraggono facilmente e che sono impulsivi o iperattivi la scuola di solito è un grosso problema, in quanto richiede molta concentrazione e silenzio. Visto che per questi bambini è difficilissimo concentrarsi a lungo, cos’altro possono fare se non essere estremamente irrequieti? Per alcuni bambini concentrarsi è così difficile che non riescono ad avere un normale ritmo d’apprendimento, né a casa né a scuola. Dal momento che fanno fatica a controllarsi e a valutare le conseguenze delle loro azioni, non è raro che siano il terrore o i buffoni della classe, e che per questo vengano disciplinati.
Questi bambini finiscono per sviluppare un concetto di sé negativo, forse considerandosi “cattivi” e “stupidi” e comportandosi di conseguenza. Prendendo brutti voti nonostante tutto il loro impegno, rischiano di entrare in un circolo vizioso di fallimenti continui.
I genitori, sconcertati, sono molto preoccupati e confusi a motivo del comportamento scatenato dei figli. A volte nascono dissensi tra marito e moglie in quanto ciascuno incolpa l’altro della situazione. Molti genitori passano buona parte del tempo a rivangare con ira gli aspetti negativi e dimenticano quelli buoni. Reagendo in questo modo alle tendenze negative non fanno che peggiorare la situazione. Così i familiari, e fino ad un certo punto anche altri che hanno a che fare con il bambino, rimangono invischiati in una lotta di potere che deriva dalla loro incapacità di capire e di controllare il comportamento di un bambino difficile, affetto o meno da un disturbo dell’attenzione.
L’esperienza della madre di Ronnie
“Da quando è venuto al mondo, Ronnie non è mai stato felice: era sempre irritabile e piangeva. Soffriva di allergie che gli causavano eruzioni cutanee, otiti e una continua diarrea.
“Ad ogni modo le sue prime capacità motorie si svilupparono bene, e imparò molto presto a stare seduto, ad alzarsi e a camminare . . . o meglio, a correre. Dovevo darmi da fare per sbrigare tutti i lavori di casa durante i suoi sonnellini, perché quando il mio piccolo ‘tornado’ si svegliava avevo un bel daffare per cercare di evitare che si facesse male o che facesse danni mentre correva da una parte all’altra toccando qualsiasi cosa stuzzicasse la sua fantasia, cioè praticamente tutto!
“Ronnie non riusciva a concentrarsi su una cosa che per pochissimo tempo. Niente lo teneva occupato a lungo. Odiava rimanere seduto. Naturalmente questo creava problemi quando lo portavamo in posti dove doveva rimanere seduto, specie alle adunanze di congregazione. Era inutile sculacciarlo perché non stava seduto in silenzio. Non ci riusciva proprio. Molte persone benintenzionate si sono lamentate con noi o ci hanno dato consigli, ma nessun sistema funzionava.
“Ronnie era intelligente, per cui quando aveva circa tre anni cominciammo a tenere con lui un breve corso quotidiano di lettura. A cinque anni sapeva leggere bene. Poi andò a scuola. Dopo circa un mese fui convocata dall’insegnante. Questa mi disse che la prima volta che aveva visto Ronnie le era sembrato un angioletto, ma che dopo averlo avuto in classe per un mese era di tutt’altra opinione! Mi spiegò che Ronnie non faceva che saltare, fare lo sgambetto ai compagni o dare loro spintoni in continuazione. Non stava mai zitto né seduto al suo posto, e disturbava l’intera classe. Non riusciva a controllarsi. L’insegnante aveva anche notato che stava sviluppando un atteggiamento ribelle. Mi raccomandò di metterlo in una classe differenziale e di portarlo da un medico perché gli prescrivesse dei calmanti. Eravamo sconvolti!
“Non era il caso di usare farmaci con Ronnie, ma il pediatra ci diede dei suggerimenti pratici. Secondo lui Ronnie era intelligente e si annoiava; pertanto ci suggerì di tenerlo impegnato, di mostrargli moltissimo amore e di essere pazienti e positivi. Riteneva che, crescendo e cambiando alimentazione, Ronnie avrebbe dato meno problemi.
“Ci rendemmo conto che dovevamo stare attenti a come trattavamo nostro figlio, che dovevamo aiutarlo a capire come impiegare la sua energia in modi positivi. Per far questo ci voleva molto tempo, per cui cambiammo il nostro programma quotidiano così da trascorrere molte ore insieme a lui mentre faceva i compiti, insegnandogli e spiegandogli le cose con pazienza. Smettemmo di usare parole negative o di incolparlo della sua sbadataggine e dei guai che combinava. Il nostro scopo era aiutarlo ad avere una maggiore stima di sé. Anziché impartirgli ordini o esigere ubbidienza ragionavamo con lui. Ogni volta che c’era da prendere una decisione che lo riguardava chiedevamo la sua opinione.
“Alcune cose che per altri bambini sono spontanee non lo erano per Ronnie. Ad esempio, dovette imparare ad essere paziente, a mantenere la calma, a stare fermo quando era seduto e a controllare la sua attività fisica esagerata. Ma non erano cose impossibili. Una volta che Ronnie capì di dover fare uno sforzo consapevole per rallentare e pensare a quello che faceva o stava per fare, le cose cominciarono ad andare molto meglio. A 13 anni il suo comportamento era normale. Da allora tutto è andato liscio, anche durante gli anni generalmente difficili dell’adolescenza.
“I risultati che abbiamo avuto ci hanno ripagato ampiamente di tutto l’amore, il tempo e la pazienza che abbiamo dedicato a Ronnie!”
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Quando un figlio è difficileSvegliatevi! 1994 | 22 novembre
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Quando un figlio è difficile
SUSAN è andata a prendere il figlio Jimmy all’uscita di scuola. Non appena Jimmy si arrampica in macchina gli chiede: “Com’è andata oggi, bene?” Lui aggrotta le sopracciglia e non le risponde. “Oh, devi aver avuto una brutta giornata”, dice Susan con tono comprensivo. “Ti va di parlarne?”
Per tutta risposta il bambino borbotta: “Lasciami in pace”.
“Sono solo preoccupata per te. Hai un’aria così triste . . . Ti voglio aiutare”.
“Non voglio che tu mi aiuti!”, urla il bambino. “Lasciami in pace! Ti odio. Vorrei essere morto!”
“Jimmy!”, esclama Susan, “non parlarmi in quel tono, se no . . . se no poi le prendi! Stavo solo cercando di essere gentile. Non capisco cosa ti prende. Non ti va mai bene niente di quello che dico o che faccio”.
Nervosa e stanca dopo una giornata di lavoro, Susan guida in mezzo al traffico chiedendosi cos’ha fatto per meritarsi un figlio del genere. Si sente confusa, impotente e arrabbiata, e in più prova risentimento nei confronti del figlio ed è tormentata da gravi sensi di colpa. Solo l’idea di portare Jimmy a casa la fa star male. Quasi non vuol sapere cosa è successo oggi a scuola. Senz’altro l’insegnante le telefonerà di nuovo. A volte Susan non ce la fa più.
In questo modo incidenti apparentemente piccoli sfociano in grossi conflitti emotivi che sono fonte di grande ansietà. I bambini affetti da un disturbo dell’attenzione, iperattivi o comunque “difficili” in genere reagiscono in maniera alquanto violenta quando si trovano di fronte a un problema. Fanno presto ad esplodere, e così i genitori si arrabbiano, rimangono sconcertati, e alla fine si ritrovano esausti.
Capire la situazione e intervenire
In genere questi bambini sono intelligenti, creativi e molto sensibili. È importante capire che sono bambini sani con speciali necessità, per cui vanno trattati con particolare comprensione. Ecco alcuni princìpi e alcune idee che genitori di bambini di questo tipo hanno trovato utili.
Per prima cosa bisogna imparare a riconoscere le situazioni e gli stimoli che agitano il bambino. (Confronta Proverbi 20:5). È essenziale che il genitore noti nel bambino i segni che precedono i conflitti emotivi e intervenga subito. Un indizio fondamentale è l’espressione facciale che riflette un grado di frustrazione sempre maggiore e l’incapacità di affrontare una determinata situazione. Può essere utile ricordare al bambino, in tono gentile, che deve controllarsi, o addirittura toglierlo da quella situazione. È bene, ad esempio, sospendere la discussione, non tanto come forma di punizione ma perché sia il bambino che il genitore possano ritrovare la calma per poi agire in maniera razionale.
Nell’esempio fatto Jimmy ha reagito in maniera inappropriata alle domande che gli venivano fatte. Jimmy si comporta spesso così, ogni giorno. Anche se è facile per un genitore considerare tale ira e tale risentimento come rivolti contro di lui, è essenziale capire che questi bambini, quando raggiungono il limite della sopportazione, spesso non ragionano più. È perciò importante agire con perspicacia. (Proverbi 19:11) Nel caso di Jimmy, Susan avrebbe potuto sdrammatizzare la situazione evitando di insistere e dando al figlio il tempo di controllarsi, e forse in seguito avrebbero potuto parlare degli avvenimenti della giornata.
Bambini stressati
Mai come ora l’umanità ha dovuto affrontare problemi, pressioni e ansietà così enormi. I tempi sono cambiati, si hanno più esigenze e dai bambini si richiede di più. A questo proposito il libro Good Kids, Bad Behavior (Bambini buoni che si comportano male) afferma: “Molti dei problemi che i bambini sembrano avere possono essere causati o influenzati dai cambiamenti in ciò che si aspetta la società”. Per i bambini affetti da un disturbo dell’attenzione o iperattivi la scuola può essere un incubo. Mentre lottano per superare le proprie manchevolezze devono adattarsi a un’esplosione di novità tecnologiche in rapida evoluzione in un’atmosfera che può sembrare sia ostile che pericolosa, e che fa aumentare la loro ansietà. I bambini non hanno la maturità emotiva necessaria per affrontare tutte queste difficoltà. Hanno bisogno dell’aiuto dei genitori.
Riducete gli attriti
Per avere figli più sani e più felici è importante farli vivere in un ambiente ordinato e stabile. Un sistema efficace per ridurre gli attriti in casa potrebbe iniziare con un modo di vivere più semplice. Visto che questi bambini sono impulsivi, si distraggono facilmente e sono iperattivi, è necessario ridurre le conseguenze nocive dell’eccesso di stimoli. Diminuite il numero di giocattoli con cui hanno il permesso di giocare contemporaneamente. Dedicatevi a un solo lavoro alla volta finché non lo portate a termine. Dato che spesso questi bambini sono disorganizzati, l’organizzazione riduce al minimo la frustrazione. Meno sono le cose con cui hanno a che fare, e più sono accessibili, più facile diventa per loro portare a termine le cose importanti.
Un altro modo efficace per ridurre lo stress in famiglia è avere una routine regolare, non rigida, che dia ai figli un senso di stabilità. Ciò che conta non è tanto l’orario in cui si fanno le cose, quanto l’ordine in cui vengono fatte. A questo scopo, ecco alcuni suggerimenti pratici: Provvedete un’alimentazione sana con pasti e spuntini semplici ed equilibrati a orari regolari. Rendete calorosi, amorevoli e rilassanti i preparativi da fare prima di andare a letto. Accompagnarvi quando fate la spesa può stimolare eccessivamente i bambini iperattivi, perciò programmatevi in anticipo e cercate di non andare in troppi negozi. Quando uscite, inoltre, spiegate quale tipo di condotta vi aspettate. Le abitudini precise aiutano il bambino che ha speciali necessità a dominare la propria impulsività. In più, contribuiscono a rendere prevedibili le reazioni dei genitori.
Oltre a dare un senso di organizzazione, è utile formulare un sistema di norme e stabilire le conseguenze per chi infrange quelle norme su cui non si può transigere. Con un sistema di norme chiare e coerenti, accettate da entrambi i genitori, i figli capiscono quali sono i limiti del comportamento accettabile, e in più imparano a rispondere delle proprie azioni. Se necessario, affiggete un elenco di norme in un luogo bene in vista (a beneficio sia dei genitori che dei figli). La coerenza è la chiave della sicurezza emotiva.
Conoscendo le preferenze e i gusti del bambino, e tenendone conto, si può far molto per evitare tensioni non necessarie in famiglia. Poiché questi bambini sono spesso imprevedibili e impulsivi, possono avere molti problemi nei rapporti con gli altri bambini. Potrebbero nascere problemi quando si tratta di dividere le cose con gli altri, specie i giocattoli, perciò i genitori di questi bambini possono permettere loro di scegliere gli oggetti preferiti da dividere con altri. Inoltre, possono anche tener conto della loro scarsa capacità di controllarsi evitando stimoli eccessivi, facendoli giocare con un numero limitato di compagni e creando attività che non li eccitino eccessivamente.
È importante che i genitori permettano a ciascun figlio di crescere a modo proprio senza costringerlo a conformarsi agli altri in cose non necessarie. Se un bambino detesta un certo cibo o un certo capo d’abbigliamento, eliminatelo. Non vale la pena di insistere su queste piccolezze che causano irritazione. In sostanza, non cercate di controllare tutto. Siate equilibrati, ma una volta deciso cosa si può e cosa non si può accettare in una famiglia cristiana, attenetevi a tali decisioni.
Controllare la condotta
I figli imprevedibili in genere richiedono un maggior grado di controllo. Succede così che molti genitori, dovendo disciplinare i figli spesso, sono tormentati da sensi di colpa. È importante, comunque, saper distinguere tra disciplina e violenza. Secondo un libro dedicato a questo argomento, il 21 per cento di tutti i casi di violenza ai bambini si verifica quando questi si comportano in modo aggressivo. Pertanto i ricercatori concludono che i bambini affetti da un disturbo dell’attenzione o iperattivi sono “più soggetti a violenza e abbandono”. (A Fine Line—When Discipline Becomes Child Abuse) Non si può negare che allevare figli che hanno speciali bisogni può essere stressante, ma costoro vanno controllati in maniera sana ed equilibrata. Visto che in genere sono molto intelligenti e creativi, questi bambini rappresentano una sfida per i genitori nelle situazioni in cui è richiesto il ragionamento. Tali bambini riescono spesso a trovare da ridire sui ragionamenti dei genitori, per quanto logici possano essere. Non permettete che lo facciano! Mantenete la vostra autorità di genitori.
In maniera benevola ma ferma date spiegazioni brevi; in altre parole, non perdetevi in spiegazioni e non scendete a compromessi quando si tratta di norme su cui non si può transigere. Il vostro “sì” significhi sì e il vostro “no” no. (Confronta Matteo 5:37). I bambini non sono dei diplomatici; di conseguenza, negoziare con loro porta a discussioni, rabbia e frustrazione, e può anche sfociare in grida e violenza. (Efesini 4:31) Similmente, evitate di minacciarli in continuazione. Se c’è bisogno di disciplina, impartitela prontamente. Il libro Raising Positive Kids in a Negative World (Allevare figli positivi in un mondo negativo) dà questa esortazione: “Calma, sicura e ferma: è così che dev’essere l’autorità”. E notate questi ottimi consigli contenuti nel German Tribune: “Parlate sempre al bambino in modo da attirare la sua attenzione: chiamatelo spesso per nome, guardatelo negli occhi e usate parole semplici”.
La violenza nasce quando i genitori perdono il controllo. Se un genitore urla, vuol dire che ha già perso il controllo. Il capitolo 15 di Proverbi tratta l’argomento dell’educazione dei figli e della disciplina. Ad esempio, il versetto 4 afferma: “La calma della lingua è un albero di vita, ma la distorsione in essa significa abbattimento di spirito”; il versetto 18 dice: “L’uomo infuriato suscita contesa, ma chi è lento all’ira acquieta la lite”; infine, il versetto 28 aggiunge: “Il cuore del giusto medita per rispondere”. È importante, quindi, badare non solo a cosa diciamo, ma anche a come lo diciamo.
Lodate, non condannate
Visto che i bambini difficili fanno cose creative, strane, persino maniacali, è facile che i genitori cedano alla tentazione di criticarli, metterli in ridicolo, sgridarli o aggredirli in un accesso d’ira. Tuttavia, secondo la traduzione biblica Parola del Signore, in Efesini 6:4 la Bibbia dice ai genitori di allevare i figli dando loro “un’educazione e una disciplina degna del Signore”. In che modo Gesù disciplinava quelli che sbagliavano? Gesù usò misure disciplinari istruttive che addestravano e ammaestravano, e trattò gli altri con imparzialità e fermezza. La disciplina è un processo, un metodo di istruzione, che, quando si ha a che fare con i bambini, di solito dev’essere ripetuto più volte. — Vedi l’articolo “Il punto di vista biblico: ‘La verga della disciplina’ è antiquata?” in Svegliatevi! dell’8 settembre 1992.
La giusta disciplina genera un clima di fiducia, calore e stabilità; pertanto, quando è necessario impartire disciplina, bisogna farlo fornendo spiegazioni. Non esistono soluzioni istantanee quando si educano i bambini, perché i bambini imparano gradatamente, con il tempo. Allevare bene un figlio richiede sempre molta cura e molto amore, molto tempo e molto lavoro, tanto più se si tratta di un bambino difficile. Può essere utile ricordare questa piccola massima: “Parla chiaro, sii coerente e mantieni la parola data”.
Quando si ha a che fare con bambini difficili uno degli aspetti più frustranti è il loro smodato desiderio di attenzione. Troppo spesso l’attenzione che ricevono è negativa anziché positiva. Siate desti, invece, a notare, lodare o ricompensare un buon comportamento o un lavoro ben fatto. Questo è molto incoraggiante per un bambino. All’inizio i vostri sforzi potrebbero sembrarvi esagerati, ma alla luce dei risultati che si possono ottenere, vale la pena di farli. I bambini hanno bisogno di ricompense piccole ma immediate.
L’esperienza del padre di Greg
“A nostro figlio Greg fu diagnosticata la sindrome ipercinetica all’età di cinque anni, quando andava all’asilo. Andammo da un pediatra specializzato in psicologia dell’età evolutiva, il quale confermò la diagnosi. Ci disse: ‘Non è né colpa sua né colpa vostra. Lui non può farci niente, ma voi sì’.
“Ripensiamo spesso a quelle parole, perché ci fanno capire che in qualità di genitori abbiamo la grande responsabilità di aiutare nostro figlio a vincere il suo problema. Quel giorno il dottore ci diede delle pubblicazioni da leggere a casa, e crediamo che quello che abbiamo imparato negli ultimi tre anni sia stato molto importante per assolvere le nostre responsabilità nei confronti di Greg.
“Quando si alleva un figlio iperattivo è essenziale usare rinforzi positivi per incoraggiare i comportamenti appropriati e avvertire il bambino di non comportarsi male, punendolo se necessario. Più si riesce ad essere sistematici e coerenti, migliori saranno i risultati. Queste semplici affermazioni racchiudono probabilmente la chiave per allevare un bambino iperattivo. Tuttavia, dato che bisogna far questo tante volte al giorno, è più facile a dirsi che a farsi.
“Un sistema che abbiamo trovato molto efficace è quello di interrompere ciò che si sta facendo e fare una pausa. Ogni volta che usiamo questo sistema per modificare un comportamento sbagliato, istituiamo anche un programma di rinforzo per incoraggiare un comportamento migliore. Il rinforzo può consistere in una parola di approvazione, un abbraccio, o persino un pegno o un privilegio. Siamo andati in un negozio e abbiamo comprato una tabella per affiggervi degli adesivi. In cima vi abbiamo scritto qual è il comportamento giusto. Ogni volta che vediamo Greg comportarsi in quel modo gli diamo un adesivo da mettere sulla tabella. Quando la tabella è piena, e ci sono diciamo 20 adesivi, Greg riceve una ricompensa. Di solito si tratta di qualcosa che gli piace molto, come andare al parco. È un buon sistema perché lo spinge a comportarsi bene. Greg applica gli adesivi e può capire come sta andando e quanto è vicino alla ricompensa.
“Un altro sistema che abbiamo trovato efficace è presentare a Greg delle alternative. Anziché dargli un comando diretto, gli diamo la possibilità di scegliere. Può scegliere se comportarsi nel modo corretto oppure affrontare le logiche conseguenze della sua condotta. In questo modo impara il concetto della responsabilità e a prendere decisioni giuste. Se si tratta di un problema ricorrente, ad esempio se si comporta male in un negozio o al ristorante, possiamo ricorrere alla tabella degli adesivi legata ad una ricompensa. In questo modo Greg vede i vantaggi che ci sono a comportarsi bene, e noi dimostriamo di riconoscere i suoi progressi.
“La maggioranza delle persone non si rendono conto che la sindrome ipercinetica influisce sulla capacità del bambino di controllare il suo comportamento e le sue reazioni. Molti credono che questi bambini potrebbero concentrarsi più a lungo e comportarsi meglio se si sforzassero di più, e quando non ci riescono viene data la colpa ai genitori.
“Per un bambino iperattivo è fisicamente impossibile starsene seduto buono buono per due ore nella Sala del Regno durante un’adunanza cristiana. Non dimenticheremo mai come Greg, a soli cinque anni, piangeva prima di ogni adunanza e ci chiedeva: ‘È un’adunanza lunga o un’adunanza corta?’ Quando si trattava di un’adunanza di due ore piangeva a dirotto, perché sapeva che non poteva rimanere seduto e composto per tanto tempo. Bisogna tener conto del problema dell’iperattività e delle limitazioni che comporta. Sappiamo che Geova comprende il problema meglio di chiunque altro, e questo ci conforta. Attualmente Greg non sta assumendo farmaci e frequenta la classe corrispondente alla sua età.
“Riporre le nostre speranze in Geova e pensare sempre al nuovo mondo ci dà la forza di andare avanti. La nostra speranza vuol dire già molto per Greg. Si entusiasma fino ad avere le lacrime agli occhi quando pensa a come Geova eliminerà la sindrome ipercinetica nella terra paradisiaca”.
[Riquadro a pagina 9]
Possibili ricompense per la buona condotta:
1. LODI — complimenti per un lavoro ben fatto; parole di apprezzamento per la buona condotta, accompagnate da amore, abbracci ed espressioni facciali calorose.
2. TABELLA — in un luogo bene in vista, con begli adesivi o stelline per incoraggiare la buona condotta.
3. ELENCO DI COSE BUONE — di cose fatte bene e degne di lode. Ogni volta che il bambino fa bene qualcosa, in principio anche se si tratta di una cosa molto piccola, scrivetelo da qualche parte e leggetelo a un familiare.
4. BAROMETRO DEL COMPORTAMENTO — a seconda dell’età del bambino mettete in un barattolo dei fagioli o delle caramelle ogni volta che fa bene qualcosa (rinforzo positivo concreto). L’obiettivo è stabilire un sistema a punti per concedere una ricompensa che potrebbe includere qualcosa che la famiglia avrebbe fatto comunque, come andare al cinema, a pattinare o al ristorante. Anziché ripetere al bambino: “Se ti comporti male non ci andremo”, cercate di dire: “Se ti comporti bene ci andremo”. Il punto è trasformare i modi di pensare negativi in modi di pensare positivi, dando al bambino un tempo ragionevole per cambiare.
[Immagine a pagina 7]
Le conversazioni a volte possono degenerare in scoppi d’ira
[Immagine a pagina 8]
Quando prendete delle decisioni, spiegatele e attenetevi ad esse
[Immagine a pagina 10]
Con orgoglio aggiunge un’altra stellina alla tabella
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Quando c’è bisogno di qualcosa di piùSvegliatevi! 1994 | 22 novembre
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Quando c’è bisogno di qualcosa di più
ANCHE se molti dei consigli dati negli articoli precedenti possono essere parecchio utili, a volte ci sono circostanze specifiche in cui c’è bisogno di ulteriore aiuto. Le casistiche, ad esempio, menzionano bambini non solo impulsivi ma anche molto pericolosi. Questi, pur ricevendo le cure di una famiglia amorevole, si comportano in modo distruttivo spaccando gli oggetti, urlando alla gente, appiccando il fuoco, sparando e accoltellando (se hanno a portata di mano un’arma da fuoco o un coltello), e facendo del male agli animali, alle persone e a se stessi se salta loro in mente di farlo. In sostanza, sono il caos in persona.
La decisione di ricorrere o meno a cure mediche per provvedere ai figli la migliore assistenza possibile è strettamente personale. Ogni famiglia deve decidere come soddisfare gli specifici bisogni dei figli, tenendo a mente la confortante assicurazione data ai genitori in Proverbi 22:6.
Una delle terapie attualmente più discusse è quella farmacologica. Il farmaco prescritto più spesso, il Ritalin (a base di metilfenidato), ha sortito risultati contrastanti. Molte famiglie sono soddisfatte del progresso fatto dal figlio prendendo il Ritalin o altri farmaci che modificano il comportamento. Tuttavia si continua ancora a discutere non solo sull’utilità di questi farmaci ma anche sul loro dosaggio ritenuto eccessivo. Anzi, alcuni medici ne mettono completamente in dubbio il valore, affermando, ad esempio, che se usato a lungo il Ritalin può avere molti effetti collaterali dannosi. Ancora una volta, però, bisogna ricordare che molte famiglie e molti medici affermano di aver riscontrato, in relazione all’uso di questo farmaco, miglioramenti nel comportamento e nel rendimento scolastico con pochi effetti collaterali. Fatto interessante, anche molti adulti che soffrono di disturbi dell’attenzione e attualmente seguono una terapia farmacologica sono soddisfatti dei risultati. L’uso di farmaci è pertanto una decisione personale basata su attente ricerche e valutazioni.
Chi ha provato terapie farmacologiche con scarsi risultati può ricorrere a terapie alternative. Molte famiglie hanno letto di terapie a base di vitamine, di erbe o di entrambe le cose, e le hanno sperimentate con buoni risultati. Come abbiamo notato in precedenza, in alcuni casi i disturbi dell’apprendimento e l’iperattività possono essere causati da squilibri biochimici a livello cerebrale, problemi che queste terapie contribuirebbero a correggere.
In più ci sono altri fattori che secondo alcuni scatenerebbero molti dei problemi legati ai disturbi dell’apprendimento e all’iperattività. La dottoressa Doris Rapp afferma in un suo libro che “alcuni bambini hanno malattie fisiche e/o problemi emotivi, comportamentali o di apprendimento dovuti in parte o soprattutto ad allergie o agenti ambientali”. (Is This Your Child?) Inoltre coloranti, zuccheri e additivi alimentari possono dar luogo a reazioni che simulano questi problemi, provocando ad esempio violenti scoppi d’ira, repentini cambiamenti d’umore e insonnia.
Molte famiglie hanno imparato a modificare il comportamento dei figli, tuttavia il rendimento scolastico può creare ulteriori problemi. Per alcuni potrebbero essere utili misure straordinarie come insegnanti privati, consulenti, gruppi di sostegno e insegnanti di sostegno. Visto che questi bambini tendono a fare meglio quando hanno un rapporto diretto con un’altra persona alcune famiglie, dietro suggerimento del medico, hanno avuto buoni risultati impartendo loro istruzione scolastica in casa.
Non vanno poi dimenticati molti nuovi programmi educativi, come quello del dott. Mel Levine, chiamato Schools Attuned, che sottolinea le peculiarità personali e la diversità dei bambini. Il programma del dott. Levine richiede che l’istruzione venga personalizzata così da soddisfare i bisogni di ciascun bambino. In tutti i luoghi degli Stati Uniti in cui è stato adottato questo approccio diversificato all’apprendimento sembra che ci siano stati risultati positivi.
Il futuro
Allevare figli si può paragonare al comprare una casa nuova. Entrambe le cose richiedono un investimento a lungo termine; tuttavia, a motivo delle circostanze, i potenziali acquirenti possono essere costretti ad accontentarsi di meno dell’ideale. Analogamente, anche i genitori imperfetti che allevano figli imperfetti nel mondo di Satana sono costretti ad accontentarsi di meno dell’ideale. La casa appena acquistata potrebbe avere caratteristiche insolite o indesiderabili, ma con il lavoro e con un po’ di immaginazione molti difetti si possono far scomparire quasi del tutto. Anche una caratteristica architettonica bizzarra ben presto può trasformarsi in un pregio.
Similmente, se i genitori si adattano ai bisogni individuali del figlio insolito, questo può diventare una parte meravigliosa della loro vita. Ogni figlio va apprezzato per le sue qualità. Pertanto, concentratevi sulle cose positive. Anziché reprimere i bambini, incoraggiate la creatività di ciascuno di essi, e rendetevi conto che ognuno di loro è una persona che merita rispetto e amore, un prezioso dono di Geova Dio. — Salmo 127:3-5.
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