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Operazione al cuore senza trasfusione di sangueSvegliatevi! 1971 | 8 febbraio
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Operazione al cuore senza trasfusione di sangue
IL 22 novembre 1963, il mondo attonito faceva cordoglio per la morte del presidente degli Stati Uniti. Ci rendevamo ben poco conto che prima che quella giornata finisse anche la nostra famiglia sarebbe rimasta paralizzata dallo sgomento.
Nel cuore della notte Pietro, il nostro figlio minore — che aveva sette anni — venne gridando nella nostra camera da letto. “Mamma, il pavimento gira. Mi viene incontro”.
Sembrava che respirasse a fatica. Lo presi e lo portai in cucina. Ero sicura che stava delirando per cui lo rinfrescai freneticamente con una spugna inzuppata d’acqua fredda e gli diedi un’aspirina per uso pediatrico, cercando di confortarlo.
Alle 7 telefonai al medico di famiglia. Quando arrivò visitò Pietro, e aveva sul viso un’espressione grave. Bruscamente chiese: “Da quanto tempo ha il cuore in queste condizioni”?
“In quali condizioni?” chiesi.
Spiegò che Pietro aveva un gravissimo soffio al cuore. Era certo che si trattava di una valvola difettosa. Dopo molte domande, il medico decise che Pietro era nato con quel difetto, che esso era congenito. Eravamo sbalorditi, poiché apparentemente Pietro era sempre stato un bambino sano.
Chiedemmo: “Si può operarlo?”
“Sì, penso di sì”, rispose il medico, ma aggiunse: “Non sarà possibile con il vostro credo”.
Annuimmo, incapaci di parlare. Siamo testimoni di Geova e non accettiamo trasfusioni di sangue perché crediamo che prendendo sangue si va contro la legge di Dio che dice specificamente: ‘Astenetevi dal sangue’. — Atti 15:20, 29.
“Accompagnatelo al mio studio venerdì che gli farò il cardiogramma. Voglio accertarmi”, disse il medico mentre usciva.
La visita non fece altro che confermare il sospetto del nostro medico che Pietro aveva un’ostruzione la quale limitava il flusso di sangue ai polmoni; si chiama stenosi polmonare. Comunque, prese appuntamento con uno specialista per sentire un’altra opinione e sottoporlo ai raggi X.
Lo specialista terminò il suo esame in soli pochi minuti. Dicendo a Pietro di vestirsi, mi chiamò nel primo ufficio.
“Questo bambino morirà se non lo operate”, disse.
Quando ne ebbi l’occasione, suggerii: “Forse questa operazione si può fare senza sangue. Ci sono sostituti”.
“No”, disse con enfasi. “È assolutamente impossibile. So quello che dico”.
“Dottore”, supplicai, “mi rendo conto che lei pensa sinceramente d’essere nel giusto. Ma la prego di sottoporre Pietro ai raggi X”.
“Lo farò, ma è una perdita di tempo”. Prendendo Pietro per mano, attraversò il corridoio per andare al reparto dei raggi X.
Dopo alcuni giorni il nostro medico di famiglia ci diede il risultato dei raggi X. Confermava la sua diagnosi. Ora dovevamo vedere il da farsi. Cercammo nella biblioteca informazioni sui disturbi cardiaci e sui moderni metodi d’intervento chirurgico ma non trovammo nulla.
Poi un giorno trovammo la risposta! Era nella rivista Torre di Guardia (inglese) del 1º settembre 1963 (edizione italiana del 15 aprile 1966) nel brevissimo articolo intitolato “Operato al cuore senza trasfusione di sangue”. Spiegava che un nuovo tipo di apparato cuore-polmone era alimentato con destrosio e acqua invece di sangue. Erano pure menzionate 200 operazioni a cuore aperto eseguite dai medici dell’Università del Minnesota senza trasfusioni di sangue.
Com’eravamo eccitati! Senza perdere tempo andai allo studio del medico. Gli spiegai rapidamente che avevo trovato un articolo e glielo diedi da leggere. Dopo averlo letto, disse: “Sì, sono informazioni sicure. Io stesso conosco bene l’Università del Minnesota. Se lo fanno lì, certo si può fare. Ora bisogna trovare un medico che lo faccia qui nel Canada”. Mi disse che avrebbe fatto del suo meglio per trovare qualcuno.
Alcuni giorni dopo apprendemmo che un amico aveva avuto una paralisi e come risultato le valvole del suo cuore erano rimaste danneggiate. Un famoso chirurgo di Toronto, nel Canada, l’aveva operato senza trasfusione di sangue. Telefonammo al nostro medico e gliene parlammo. Ne fu lieto e disse che avrebbe preso immediatamente un appuntamento.
Giunse il giorno in cui era stato preso l’appuntamento per Pietro a Toronto e noi eravamo nello studio del medico ad attendere il verdetto. Egli confermò la diagnosi del nostro medico, che Pietro era affetto da gravissima stenosi polmonare, per cui il cuore era molto ingrossato.
Il medico si scusò quindi per andare a telefonare a un ben noto chirurgo di bambini presso l’Ospedale dei Bambini Malati. Quando la porta si riaprì, il suo viso era raggiante. Disse: “Il dott. T— si occuperà di voi. Gli ho spiegato la vostra situazione. Dovete andare direttamente all’ospedale e aspettare nell’ingresso. Vi incontrerà lì”.
Facemmo così. Quando il medico arrivo fu molto gentile. Disse che comprendeva il nostro problema e che era vero che questi nuovi metodi di intervento chirurgico erano molto efficaci. Ci assicurò che avrebbe usato un “sostituto del sangue” qualora fosse stato necessario. Ci accordammo con lui perché prendesse le disposizioni relative all’intervento chirurgico. Com’eravamo grati!
Dopo alcuni giorni ricevemmo l’avviso che Pietro sarebbe stato ammesso all’Ospedale dei Bambini Malati il 15 aprile. La prima settimana che vi trascorse fu sottoposto a esami e visite accurate. Prima dell’operazione, stabilita per il 22 aprile, il dott. T— spiegò pensosamente a Pietro che cosa avrebbe fatto per ristabilirlo in salute. Gli disse di non preoccuparsi quando si fosse svegliato e avesse visto tutti quei tubi, poiché non gli veniva dato sangue.
La mattina dell’operazione a Pietro non fu permesso né di mangiare né di bere nulla. Poi, verso le due, suonò il telefono. Era l’infermiera del piano che mi diceva di portarlo giù. Mentre si allontanava sulla barella ci scambiammo grandi sorrisi: egli aveva fiducia che tutto sarebbe andato bene.
Alle 19,30 fui chiamata nello studio del dott. T—. “Il suo bambino sta bene”. Le altre parole furono solo un sussurro, ma più tardi mi fu spiegato com’erano andate le cose: La valvola era così mal ridotta che era stato necessario tagliarne via una parte e farne una nuova da quello che era rimasto. Solo il tempo avrebbe detto se l’operazione era riuscita.
Pietro guarì in modo sorprendente. Due settimane dopo era pronto per andare a casa. Dopo altre due settimane tornò a scuola. Sei mesi dopo, il suo primo esame rivelò che il cuore stava tornando ad essere normale e la valvola funzionava efficientemente. Un anno dopo ricevemmo una notizia meravigliosa! Il cuore era di grandezza normale. Ora Pietro conduce una vita normale e attiva.
Siamo molto grati al nostro medico di famiglia e agli altri coscienziosi medici che hanno rispettato la nostra credenza nella santità del sangue e cooperato con noi rendendo possibile l’operazione. — Da una collaboratrice.
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L’eclissi di sole è una coincidenza?Svegliatevi! 1971 | 8 febbraio
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L’eclissi di sole è una coincidenza?
GLI uomini riverenti si sono spesso meravigliati dell’intelligente disposizione del sistema solare. Il Creatore pose la terra alla giusta distanza dal sole perché ricevesse debita luce e calore così da rendere possibile la vita. Inoltre, la distanza della luna è ben equilibrata perché faccia i suoi servizi verso la terra: non troppo lontana per dare appropriata luce di notte, né così vicina che le maree raggiungano altezze disastrose.
Ma sapevate che la giusta distanza che consente ideali condizioni di vita sulla terra è anche decisiva per rendere possibile la meravigliosa eclissi totale di sole?
Il diametro del sole è in effetti 400 volte più grande di quello della luna, ma dista anche dalla terra 400 volte più della luna. Se la luna fosse sensibilmente più vicina oscurerebbe la cronosfera del sole e gran parte della corona. Se fosse solo un po’ più lontana, sarebbe troppo piccola per coprire il sole e non potremmo mai vedere un’eclissi totale.
È una semplice coincidenza che il Creatore, il quale diede alla terra un’atmosfera magnificamente trasparente così che i suoi intelligenti abitanti potessero vedere e studiare l’universo; che provvide anche un’infinita varietà di formazioni di nubi che giocano con la luce del sole, producendo tramonti di stupenda bellezza; che dipinge così deliziosamente il cielo con il meraviglioso arcobaleno, mettesse anche la luna in un’orbita, tale da dare all’uomo un raro sguardo alla stupenda eclissi di sole?
Considerate ulteriormente che questo spettacolo è un dono incomparabile per la terra. Non avviene su altri pianeti, i quali non sono abitabili. Le due lune di Marte sono così piccole che non coprirebbero il sole visto da Marte. Giove ha lune più grandi, ma sono così vicine che apparirebbero molto più grandi del sole a chi fosse sulla superficie di quel pianeta. Ma anche sulla terra lo spettacolo dell’eclissi totale è tutt’altro che comune.
Quando lo scorso marzo ci fu l’eclissi totale di sole, anche molti spettatori poterono non capire pienamente quale rara esperienza essa sia realmente.
Consultando un almanacco, apprendiamo che la maggioranza degli anni c’è effettivamente un’eclissi totale in qualche luogo della terra. Ce ne sono state quarantanove in questo secolo. Ma questo “qualche luogo” è molto probabilmente sopra gli oceani, che coprono il 71 per cento della superficie terrestre. Inoltre, metà della terra stessa è disabitato deserto, giungla, tundra o banchisa. Poche eclissi sono visibili in zone popolate. Se state dove siete, potete aspettarvi di vedere un’eclissi totale solo una volta ogni 360 anni, e allora, può anche darsi che sia nuvolo. Nove persone su dieci vivrebbero e morirebbero senza avere avuto questa esperienza. D’altra parte, se potete fare un viaggio di alcune centinaia di chilometri nel momento giusto, avrete probabilmente l’occasione di vedere almeno una volta nella vostra vita un’eclissi totale.
Perché tale magnifico spettacolo dev’essere ogni volta visibile solo a così pochi? Perché l’ombra della luna è molto piccola dove cade sulla terra. Sarebbe più grande se la luna fosse più grande o più vicina, ma questo, come abbiamo visto, sciuperebbe lo spettacolo. Quindi l’ombra della luna dev’essere larga solo 160 chilometri circa, e, poiché viaggia a 1.600 chilometri all’ora, può coprire un punto per soli pochi minuti. Comprendendo ciò, ci meravigliamo della sapienza del Creatore manifesta nel progetto di questa sua ammirevole opera.
In realtà, dovremmo forse essere insoddisfatti non della rarità dell’eclissi, ma della brevità della vita. È vero, Colui che progettò l’eclissi totale la fece perché fosse visibile solo tre volte in un millennio. Ma quindi, come mostra la Bibbia, Egli si propose che lo spettatore vivesse per sempre.
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