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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1954 | 15 dicembre
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Domande dai lettori
◆ Genesi 7:2 prescrisse a Noè: “D’ogni specie di animali puri prendine sette paia, maschio e femmina”. Siccome alcune versioni moderne, come la succitata Versione Riveduta, traducono “sette paia”, questo significherebbe quattordici animali puri di ciascuna specie. È corretto? — C. M., Stati Uniti.
L’espressione originale ebraica dice letteralmente “sette sette”. L’ebraico indica spesso la ripartizione o la distribuzione ripetendo semplicemente il numero. Il libro Introductory Hebrew Method and Manual di Harper, commentando Genesi 7:2, 9, dice a pagina 176: “Le parole sono spesso ripetute per esprimere la relazione distributiva”. Sotto Il titolo “Sintassi dei numerali” la Hebrew Grammar di Gesenius (seconda edizione americana), a pagina 409, afferma pure che ripetere il numero è un modo d’indicare distribuzione. I numeri ripetuti non devono essere sommati, ma indicano soltanto una distribuzione.
In 2 Samuele 21:20 leggiamo di un gigante che aveva sei dita per ciascuna mano e per ciascun piede. L’ebraico ripete il numero “sei”, non per indicare che ogni mano e ogni piede ha sei paia di dita, ossia dodici dita, il numero è ripetuto perché si tratta di una distribuzione, e la ripetizione indica questo. Anche Numeri 13:2 e Giosuè 3:12 parlano di prendere un uomo da ciascuna tribù, e l’ebraico dice letteralmente “un uomo un uomo”, ripetendo per mostrare relazione distributiva, e non per intendere un paio di uomini o due uomini per ogni tribù. Quando Numeri 34:18 prescrive di prendere un principe da ogni tribù l’ebraico dice letteralmente “un principe un principe”, indicando relazione distributiva, e non intendendo due principi.
Quindi in Genesi 7:2 la ripetizione di “sette” non significa sette paia, o quattordici animali puri, ma significa che sette animali di ciascuna specie dovevano essere presi. Nei versetti 9 e 15 di Genesi 7 di questo capitolo il numero “due” è ripetuto, ma le traduzioni che dicono “sette paia” nel versetto 2 non dicono “due paia” nei versetti 9 e 15 di Genesi 7, come farebbero se così si dovesse intendere. In questi versetti è ovvio il significato che gli animali impuri entrarono nell’arca “a due” o “una coppia” di ciascuna specie. Similmente, il versetto 2 di Genesi 7 mostra che gli animali puri furono presi “a sette”, come l’espressione è tradotta nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Ebraiche. Alcuni pensano che si dovrebbe intendere sette paia o coppie, dato che dice dopo “sette”, “maschio o femmina”, ciò che richiederebbe un numero pari se ciascun maschio avesse la propria femmina. Però, Genesi 8:20 (NW) mostra che “alcune di tutte le bestie pure e di tutte le creature volatili pure” furono offerte come olocausti quando Noè uscì dall’arca. Egli non dovette separare una coppia per far questo, dato che ne aveva portato nell’arca tre coppie ed una in più e quest’ultima era disponibile a scopo di olocausto. Così spiega il libro inglese “Nuovi cieli e nuova terra”, a pagina 102, paragrafo 3.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1954 | 15 dicembre
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Domande dai lettori
◆ A pagina 82 del libro “Questo significa vita eterna” si legge che Serse I ebbe per successore sul trono di Persia Artaserse III. Non fu invece Artaserse I? — J. C., Canada.
Nelle pubblicazioni della Torre di Guardia questo Artaserse fu chiamato Artaserse III per il seguente motivo: il mago impostore Smerdi, che occupò il trono della Persia per meno di otto mesi (522 a.C.), è chiamato in greco Arthasastha, nome tradotto usualmente Artaserse. Perciò, egli deve essere stato il primo Artaserse. (Esdra 4:7-24) La versione greca dei Settanta parla in seguito del regale marito di Ester chiamandolo “Artaserse”, e questo fu in realtà Serse il Grande, quindi Artaserse II. (Ester 1:1) Quello che venne in seguito, e che usualmente viene chiamato Artaserse I, è il terzo Artaserse, essendo quello che figura nel racconto di Nehemia. A suo riguardo la Cyclopœdia di McClintock e Strong, volume 1, pagina 440, 1ª colonna, dice: “Questo è lo stesso terzo Artaserse, il re persiano che, nel ventesimo anno del suo regno, permise benignamente a Nehemia di andare a Gerusalemme per promuovere scopi prettamente nazionali, gli diede l’incarico di governare il suo popolo e gli permise di rimanervi per dodici anni (Neh. 2:1; 5:14)”. È dunque per evitare qualsiasi confusione d’identità che il successore di Serse il Grande è chiamato Artaserse III.
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