-
Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1963 | 15 giugno
-
-
Domande dai lettori
● Come si deve intendere il significato della parola ‘costringere’ usato in Luca 14:23, dove leggiamo: “Esci nelle strade e nei luoghi chiusi da recinto, e costringili ad entrare, affinché la mia casa sia piena”? — P. F., U.S.A.
Si può capire più facilmente il significato della parola ‘costringere’ in Luca 14:23 conoscendo il contesto della parabola del “grande pasto serale” di cui fa parte questo versetto. Questa parabola si può paragonare alla parabola della festa nuziale narrata in Matteo 22:1-14. Ivi è spiegato che quel “certo uomo” che fece il grande pasto serale e invitò molte persone era un re che aveva preparato la festa di nozze per suo figlio. Egli aveva mandato gli inviti, ma quando gli inviti alla festa di nozze furono rifiutati dagli invitati con diverse scuse, il re ricorse ad altri mezzi per avere una buona partecipazione alla festa. Poiché egli era il re e tutti coloro che erano nel reame erano suoi sudditi, aveva il diritto di mandare i suoi servi ed ora, anziché limitarsi a chiedere a qualsiasi individuo per le strade e per i vicoli della città, compresi i poveri, gli storpi, gli zoppi e i ciechi, di andare alla festa, li costrinse ad andare. Egli li costrinse indubbiamente per il fatto che, essendo esse comuni persone della strada, sarebbero andate caute ad accettare un invito, ritenendosi indegne di assistere a un così grande avvenimento, al quale era stata invitata originariamente l’alta società del paese. Ciò significa che si dovette fare molta opera di persuasione.
È avvenuta la stessa cosa nell’adempimento della figura. Benché ognuno sia libero di scegliere, si deve fare opera di persuasione, con grande vigore e dispendio di energie e forze da parte di coloro che portano la buona notizia del regno e invitano quelli che hanno orecchi che odono ad andare alla grande festa spirituale che Geova ha preparato nel suo regno. Questa azione urgente compiuta nei riguardi di coloro che ascoltano è paragonabile all’azione degli angeli che visitarono Lot a Sodoma e che il giorno della distruzione della città dovettero prendere per mano Lot e la sua famiglia che indugiava e condurli fuori della città ed esortarli quindi a rifugiarsi sulle montagne per non essere spazzati via nella distruzione. — Gen. 19:15-17.
Oggi il grande Re, Gesù Cristo, mediante l’unto rimanente fa annunciare con urgenza un simile messaggio alla classe delle altre pecore, le quali a loro volta annunciano tale messaggio ad altri ancora. Rendendosi conto di ciò che vi è implicato, cioè la rivendicazione del nome di Geova e la vita eterna di quelli che ascoltano, coloro che recano questo messaggio lo annunciano col massimo vigore possibile, esortando, forzando, obbligando, costringendo, per così dire, gli ascoltatori ad agire e a schierarsi dalla parte di Geova e del suo regno. Ovviamente, mentre mettono così in risalto l’urgenza e l’importanza del loro messaggio, non influiscono tuttavia sulla libera scelta di quelli che avvicinano col messaggio della salvezza. A questo proposito si potrebbe fare un paragone con l’ospitalità di Lidia verso Paolo e i suoi compagni e di cui Luca scrisse: “Ci fece andare”. Ella non avrebbe potuto costringere Paolo e i suoi compagni se essi fossero stati proprio determinati a rifiutare la sua ospitalità. Perciò i cristiani, quando rendono testimonianza, non scoraggiandosi facilmente, ‘costringono’ o ‘fanno’ andare le persone alle acque della vita. — Atti 16:15; Apoc. 22:17.
-
-
Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1963 | 15 giugno
-
-
Domande dai lettori
● Come dobbiamo intendere la parte di Michea 4:3 (Ri) che dice: “Egli sarà arbitro tra molti popoli, e imporrà leggi a potenti e remote nazioni”? — L. S., Stati Uniti.
Questa parte della profezia di Michea dev’essere compresa in armonia col contesto. In Michea 4:2 (Ri) leggiamo che “molte genti” avrebbero detto: “Venite, saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe e ci insegnerà le sue vie, e cammineremo nei suoi sentieri”. Queste numerose nazioni e genti non sono le nazioni e i governi politici come tali. Queste molte nazioni e genti sono invece i singoli credenti che provengono da tutte le nazioni politiche e salgono al monte di Geova, com’è espressamente dichiarato in Apocalisse 7:9.
Conseguentemente, il versetto tre del quarto capitolo di Michea, che dice che Geova giudicherà certamente tra “molti popoli” e che metterà le cose a posto tra “remote nazioni”, non si riferisce all’intervento di Geova negli affari delle nazioni politiche. Deve riferirsi invece al fatto che giudicherà e metterà le cose a posto in senso spirituale tra i credenti che sono usciti dalle nazioni politiche e si sono schierati dalla parte del regno di Geova.
-