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Partecipiamo alla prosperità della nazione di DioLa Torre di Guardia 1953 | 1° luglio
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pace [la prosperità, AS] del suo servitore!” (Sal. 35:27) La prosperità con la quale egli ci ha benedetti è abbondante abbastanza perché la gran folla di altre pecore vi partecipi, per quanto possa esser grande il loro numero. Noi possiamo permetterci di esser munifici, liberali. Condividendo altruisticamente il nostro benessere con altri vedremo la prosperità dell’organizzazione visibile di Dio crescere sempre più, malgrado la peggiorante situazione del mondo. Noi aumenteremo la nostra letizia in Geova con tutto il suo popolo, fino al nuovo mondo. A noi stessi, e ad altri, diremo quindi col salmista: “Lodate Geova”. — AS.
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Schiavi teocraticiLa Torre di Guardia 1953 | 1° luglio
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Schiavi teocratici
“Siate schiavi a Geova” — Rom. 12:11, NW.
1. Che cosa rende discutibile se essere uno schiavo sia un onore, ma da quali circostanze dipende?
SI HA qualche onore e dignità essendo uno schiavo? Secondo le condizioni di questo mondo, no di certo. Nel tempo in cui prevaleva la schiavitù quelli che erano in tale servitù, benché spesso svolgessero attività e doveri che oggi son considerati professionali, culturali e onorevoli, erano in genere guardati dall’alto in basso come inferiori. C’era molto abuso dell’istituzione dello schiavismo, e l’emancipazione degli schiavi era lenta e richiedeva notevole tempo. Siamo informati che alcuni paesi mussulmani si attengono ancora a questa istituzione. Essa fu introdotta nelle colonie britanniche d’America nel diciassettesimo secolo, e non fu abolita negli Stati Uniti d’America fino alla seconda metà del diciannovesimo secolo. Infatti, non fu prima di quello stesso diciannovesimo secolo che la schiavitù fu abolita dai governi della Cristianità in generale. In molte parti i discendenti di quei liberati schiavi sono ancora considerati con disprezzo e tenuti entro limiti e restrizioni. In che modo, dunque, essendo uno schiavo si potrebbe avere onore e dignità? Come, essendo chiamati schiavi o determinando d’esser chiamati schiavi, si potrebbe provare qualche cosa che non sia umiliazione? Ebbene, tutto questo dipende dalla persona alla quale siete schiavi e dalla specie di schiavi che voi siete. Essere uno schiavo teocratico è un onore e un privilegio. Essa è una servitù che conduce alla vita eterna.
2. Quando cominciò lo schiavismo, e per chi fu esso uno stato maledetto?
2 Lo schiavismo è un’antica istituzione. Se esisteva socialmente ed economicamente prima del diluvio non è narrato nella Bibbia. Ma che sarebbe sorto dopo il diluvio fu preveduto quando Noè, dopo essere stato insultato dal figlio Cam, maledisse uno dei ragazzi di Cam, dicendo: “Maledetto sia Canaan! Egli sarà l’infimo degli schiavi dei suoi fratelli. . . . Benedetto dal Signore mio Dio sia Sem; e Canaan sia suo schiavo! Il mio Dio estenda Jafet, ed abiti nelle tende di Sem; ma Canaan sia suo schiavo!” (Gen. 9:25-27, AT; Mo.) Questo non condannò uno dei tre principali rami della famiglia umana ad una inevitabile schiavitù. No, ma il fatto è che questa maledizione che Dio fece pronunciare per ispirazione da Noè fu adempiuta secoli dopo. In quel tempo Geova Dio condusse il suo popolo eletto, gl’Israeliti, nella terra di Canaan e al comando divino essi sterminarono i Cananei o ne resero schiavi molti, come gli abitanti di Gabaon e le città alleate. Essere un tale schiavo, a causa della discendenza dal maledetto Canaan, sarebbe davvero un’umiliazione.
3. Perché fu un onore essere uno schiavo d’Abrahamo?
3 Ma paragonando schiavi a schiavi, quale uomo o donna che tema Dio non considererebbe un onore l’essere stato uno schiavo d’Abrahamo, il discendente di Sem figlio di Noè? Perché? Perché Abrahamo fu un uomo con fede nel vero Dio Geova, e per la sua ubbidiente fede fu l’“amico di Dio”. Geova Dio non proibì ad Abrahamo di avere schiavi secondo la consuetudine di quegli antichi tempi. Noè aveva benedetto il bisnonno di Sem, Abrahamo, e conforme a questo Geova avrebbe approvato che Abrahamo avesse degli schiavi. Mentre risiedeva come un immigrante nella terra di Canaan Abrahamo ne ebbe centinaia. Essi combatterono con lui riportando una vittoria teocratica quando re aggressori delle vicinanze di Babilonia invasero il paese di Canaan e portarono via il suo parente Lot con la famiglia. Noi leggiamo: “Quando Abrahamo udì che il suo parente era stato preso prigioniero, chiamò i suoi servitori, i suoi schiavi di casa, fino al numero di trecentodiciotto, e andò all’inseguimento sino a Dan. Coi suoi schiavi li assalì di notte, e li sconfisse”. Quindi quegli schiavi erano strumenti di Dio e furono con Abrahamo al suo ritorno quando il re Melchisedec di Salem lo incontrò e attribuì la vittoria a Geova, dicendo: “Benedetto sia Abrahamo dall’Iddio Altissimo, il creatore dei cieli e della terra! E benedetto sia l’Iddio Altissimo, che ha dato i tuoi nemici in tuo potere!” — Gen. 14:1-20, AT.
4. (a) Come fu onorato il più vecchio schiavo di Abrahamo? (b) Perché Abrahamo non fu mai colpevole di degradare lo schiavismo abusandone?
4 Finché Abrahamo fu senza figli uno schiavo che presiedeva sulla sua casa dopo la partenza di Lot era logicamente il suo erede, cioè, Eliezer di Damasco. Quando Abrahamo ebbe il suo Figlio Isacco e venne il tempo di farlo sposare, fu ancora un servitore, “lo schiavo più anziano della sua casa, che aveva cura di tutto ciò che gli apparteneva,” probabilmente questo Eliezer, che Abrahamo mandò perché procurasse una moglie a Isacco. In questo dramma profetico questo vecchio schiavo è onorato di rappresentare lo spirito santo di Dio, la forza attiva che Geova adopera per trarre e preparare al suo unigenito Figlio Gesù una
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