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EberAusiliario per capire la Bibbia
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stesso versetto). L’espressione ebraica ‘Ever hannàhdr di I Re 4:24 si riferisce al paese “da questa parte del Fiume” (NM), vale a dire al “paese posto a occidente dell’Eufrate” (PIB, nota in calce), e la stessa espressione veniva usata da assiri e persiani per indicare genericamente la Siria e la Palestina. — Confronta Esdra 4:10, 11, 16, 17, 20; 5:3, 6; 6:6, 13.
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EbraicoAusiliario per capire la Bibbia
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Ebraico
Lingua in cui fu scritta la maggior parte delle Scritture ispirate: trentanove libri in tutto (secondo la divisione del materiale in molte traduzioni), che costituiscono circa i tre quarti dell’intera Bibbia. Qualche piccola parte di questi libri fu però scritta in aramaico.
Nelle Scritture Ebraiche non compare il termine “ebraico” riferito alla lingua, ma troviamo l’aggettivo o il sostantivo “ebreo” riferito a singoli individui o all’intero popolo d’Israele. Sono menzionate la “lingua dei Giudei” (II Re 18:26, 28), il “giudaico” (Nee. 13:24) e la “lingua di Canaan” (Isa. 19:18), che, in quell’epoca (VIII secolo a.E.V.) era fondamentalmente l’ebraico.
Nelle Scritture Greche Cristiane il termine “ebraico” è usato per indicare espressamente la lingua parlata dai giudei (Giov. 5:2; 19:13, 17, 20; Atti 21:40; 22:2; Riv. 9:11; 16:16), la lingua in cui il risuscitato e glorificato Gesù si rivolse a Saulo di Tarso. (Atti 26:14, 15) In Atti 6:1 si fa una distinzione fra giudei di lingua ebraica e giudei di lingua greca. — Vedi GRECI, GRECIA.
La storia secolare non rivela l’origine della lingua ebraica, e neanche di qualsiasi altra delle più antiche lingue conosciute, come sumero, accadico (assiro–babilonese), aramaico ed egiziano. Questo perché tali lingue compaiono già pienamente sviluppate nei più antichi scritti che siano stati scoperti. — Vedi LINGUA, II.
La Bibbia è l’unica fonte storica che offre una fidata spiegazione dell’origine della lingua che conosciamo come l’ebraico, lingua che era parlata dagli israeliti discendenti di — “Abramo l’Ebreo” (Gen. 14:13), il quale a sua volta era discendente di Sem figlio di Noè. (Gen. 11:10-26) A motivo della benedizione profetica impartita da Dio a Sem (Gen. 9:26), è ragionevole ritenere che la lingua di Sem sia rimasta inalterata quando Dio confuse la lingua dei disapprovati abitanti di Babele. (Gen. 11:5-9) La lingua di Sem rimase la stessa di sempre, la “sola lingua” che esisteva all’epoca di Adamo. (Gen. 11:1) Ne consegue che la lingua che fu poi chiamata “ebraico” era la lingua originale del genere umano.
Una ragione determinante per ritenere che l’ebraico biblico rappresenti precisamente la “sola lingua” di epoca prebabelica è la notevole stabilità della lingua ebraica durante tutto il millennio nel quale furono messe per iscritto le Scritture Ebraiche. The International Standard Bible Encyclopædia osserva: “Uno dei fatti più notevoli relativi all’ebraico del VT è che anche se tali scritti abbracciano un periodo di oltre 1.000 anni, non c’è quasi nessuna differenza fra la lingua delle parti più antiche e quella delle più recenti”. La stessa opera di consultazione più avanti nota: “È inutile aggiungere che i vari scrittori differiscono uno dall’altro in quanto a stile, ma tali varianti sono minime in paragone con quelle di autori greci e latini”. — Vol. III, p. 1833.
Sembra che il declino dell’ebraico sia iniziato come risultato della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio e della dispersione dei superstiti nel 70 E.V. Comunque continuò a essere usato nelle sinagoghe dovunque ci fossero ebrei. Particolarmente dal VI secolo E.V. in poi, dotti ebrei chiamati masoreti fecero diligenti sforzi per conservare la purezza del testo ebraico delle Scritture. E specie dal XVI secolo in poi crebbe l’interesse per l’ebraico antico e il secolo successivo vide iniziare un intenso studio di altre lingue semitiche. Questo ha contribuito a rendere più chiaro l’intendimento della lingua antica e come risultato si sono avute migliori traduzioni delle Scritture Ebraiche.
SCRITTURA E ALFABETO EBRAICO
L’alfabeto ebraico era composto di ventidue consonanti, alcune delle quali potevano evidentemente rappresentare due suoni, per un totale di ventotto suoni. Le vocali venivano aggiunte dal lettore, secondo il contesto, proprio come un lettore di lingua italiana può completare abbreviazioni come “cfr”. (confronta), “v.le” (viale) e “p.za” (piazza). Si presume che la pronuncia tradizionale delle Scritture Ebraiche sia stata tenuta viva e tramandata da coloro che si dedicavano alla lettura della Legge, dei Profeti e dei Salmi per l’istruzione della popolazione. Poi, nella seconda metà del I millennio E.V., i masoreti escogitarono un sistema di punti e lineette detti segni vocalici, che furono inseriti nel testo consonantico. Inoltre furono aggiunti certi accenti per indicare la sillaba tonica e le pause, per collegare parole e frasi, e anche come notazione musicale.
Le più antiche iscrizioni ebraiche conosciute sono in una scrittura antica notevolmente diversa dalle lettere ebraiche “quadrate” di documenti più tardi, ad esempio quelli dei primi secoli dell’era volgare. La scrittura quadrata a volte è detta “aramaica” o “assira”. Quando sia avvenuto il passaggio da una scrittura all’altra non si sa. Alcuni ritengono che la trasformazione fosse già iniziata nel IV secolo a.E.V. Comunque, il professor Ernst Würthwein dice: “Quello che è certo è che per molto tempo la scrittura ebraica antica rimase in uso accanto alla scrittura quadrata. È ancora usata per esempio nelle iscrizioni di monete dell’epoca della rivolta di Bar Kochba (132–135 A.D.) e in frammenti di Lev. xix–xxiii scoperti nel 1949 durante ulteriori scavi nella I grotta di Qumran presso il Mar Morto”. — The Text of the Old Testament, p. 4.
Origene, scrittore cristiano del II e III secolo E.V., afferma che nelle copie più corrette di traduzioni greche delle Scritture Ebraiche, il Tetragramma o sacro nome di Geova era scritto in antichi caratteri ebraici. Questo è confermato dalla scoperta di un frammentario rotolo di pergamena che contiene i profeti minori in greco, scritto pare nel periodo compreso fra il 50 a.E.V. e il 50 E.V. In questo rotolo c’è il Tetragramma in caratteri antichi. Anche la versione greca di Aquila (nel Palinsesto Ambrosiano del V secolo E.V.) contiene il nome divino scritto in lettere ebraiche antiche.
Il dottor Horowitz dice: “I greci adottarono l’alfabeto ebraico antico che passò poi al latino, ed è all’alfabeto ebraico antico che quello greco assomiglia di più”. — How the Hebrew Language Grew, p. 18.
QUALITÀ E CARATTERISTICHE
L’ebraico è una lingua molto espressiva che si presta a una vivace descrizione degli avvenimenti. Le sue frasi brevi e le congiunzioni semplici conferiscono movimento e rendono scorrevole il pensiero. La poesia ebraica, che a queste qualità aggiunge
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