Modello d’azione per piacere a Dio
1. (a) Come considerano molte persone la questione di piacere a Dio? (b) È possibile sapere con certezza qual è la giusta condotta da seguire?
CHE cosa significa per voi piacere a Dio? Siete voi una delle molte persone che dicono: “La religione dei miei genitori è abbastanza buona per me”, oppure: “Sono nato in questa religione e in essa morirò”? O avete deciso di non agire in merito alla religione finché non vi siate fatti una posizione sicura nel mondo, o non abbiate fatto certe cose che volete fare prima? Forse vi siete chiesti se valga la pena piacere a Dio, essere suoi amici. Qualunque sia la vostra posizione, la vita è troppo preziosa perché assumiate un simile atteggiamento, quando avete disponibili molte informazioni che vi permettono di assicurarvi quale sia l’azione da intraprendere, con la prospettiva del più felice e utile risultato.
2. (a) Di che cosa la considerazione del racconto inerente ad Abraamo convincerà l’onesto investigatore? (b) Che cosa apprendiamo che Dio richiede da parte nostra?
2 Abbiamo un modello realistico nella storia della vita di Abraamo, uno dei relativamente pochi uomini della storia che divennero amici di Dio. Una considerazione di tale racconto convincerà l’onesto investigatore che nulla di ciò per cui l’uomo può lavorare è paragonabile per il suo valore all’amicizia di Dio. Ma colui che desidera questa preziosa amicizia dev’essere disposto ad agire per ottenerla, poiché Dio è un Dio di attività ed egli richiede attiva ubbidienza da parte di quelli che vogliono piacergli. — Giac. 2:23.
3. Quale linea familiare traccia attentamente la Bibbia, e per quale importante ragione?
3 Abraamo era la decima generazione dopo Noè, e discendeva dal fedele figlio di Noè, Sem. Nimrod, nipote di Cam e primo re dell’antica Babilonia, non aveva dato prova d’essere, come avevano sperato i suoi seguaci, il seme promesso nel giardino d’Eden che doveva ferire al capo il grande Serpente. No, questo seme doveva venire dalla linea di discendenza di Sem, la sola linea di discendenza continuata di generazione in generazione nei libri della Bibbia, finché termina con la venuta del vero Seme della donna di Dio. Questo vero seme fu il Figlio di Geova Dio. — Gen. 10:1; 11:10-26; Luca 3:23-38.
4. In quale antica città si trova Abraamo quando comincia il racconto biblico a lui inerente, e che città era questa?
4 Il racconto biblico comincia da Abraamo (che allora si chiamava Abramo) che abita con suo padre ad Ur dei Caldei, città molto antica situata nella parte meridionale di Babilonia. Essa divenne la capitale di Sumer. Gli abitanti di Sumer avevano molti dèi. Ma ogni città aveva il suo dio speciale che considerava il proprio patrono. — Gen. 11:28, 29.
5. Chi era il principale dio di Ur, e che cosa rese importante questo dio?
5 Come Marduk (Merodac) era divenuto il dio della città di Babilonia, così Sin era il dio della città di Ur. Sin era un dio della luna, ed era adorato perché l’anno babilonese era un anno lunare, ciò che rendeva la luna molto importante nel loro calendario. Era considerato l’invisibile signore della città e del suo territorio in tempo di pace e il capo dell’esercito in tempo di guerra.
ABRAAMO ERA SEPARATO DALLA RELIGIONE BABILONESE
6. In che modo la situazione di Abraamo era paragonabile a quella delle persone che vivono nei nostri giorni?
6 Questa condizione rendeva forse la situazione di Abraamo paragonabile ai nostri giorni? Sì, perché come oggi, vi erano molti dèi e molta falsa religione. E la religione aveva molto a che fare con la politica, con lo Stato, proprio come oggi. C. Leonard Woolley, in un libro intitolato “I Sumeri”, edizione del 1929, pagine 128, 129, dice:
7. Come C. Leonard Woolley descrive la relazione tra religione e Stato nell’antico paese di Sumer?
7 Considerando il sacerdozio dobbiamo ricordare che lo Stato sumero era essenzialmente teocratico. Il dio della città era in realtà il suo re; il governante umano, patesi (governatore) o re, era semplicemente il suo rappresentante: il ‘fittavolo’ del dio. Le cariche civili ed ecclesiastiche non erano chiaramente distinte. Il re o governatore era egli stesso sacerdote, infatti nel caso del patesi l’aspetto religioso era il più antico e nei primi giorni il più importante; . . . La deificazione dei re sumeri portò solo alla sua logica conclusione la teoria che essi governavano in nome di Dio. Al contrario il sommo sacerdote di uno dei maggiori templi era una persona di grande importanza politica e spesso era scelto nella casa reale. Chiesa e Stato erano uniti così inestricabilmente che sebbene lo Stato debba essere considerato una teocrazia, la Chiesa dev’essere giudicata almeno in parte un’istituzione politica e la religione di Stato uno strumento politico.
8. Che cosa ci fa pensare che Terah possa aver preso parte all’idolatria religiosa di Ur?
8 È dunque probabile che Terah, il padre di Abraamo, prendesse parte all’idolatria della città, in quanto Giosuè 24:2 (VR) dice agli Israeliti: “I vostri padri, come Terah padre d’Abrahamo e padre di Nahor, abitarono anticamente di là dal fiume [Eufrate], e servirono ad altri dèi”. — Vedere anche il versetto 14 di Giosuè 24.
9. A quale fede si attenne Abraamo, quale comando gli diede Geova e quale promessa gli fece?
9 Indipendentemente dalla fede religiosa di suo padre, Abraamo (nato nel 2018 a.C.) ebbe fede nel Dio di Sem, che era ancora vivo. Il martire cristiano Stefano ci dice che Abraamo era ad Ur quando Geova gli comandò: “Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò; e io farò di te una grande nazione . . . e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”. — Gen. 12:1-3, VR; Atti 7:2-4.
10. Alla morte di suo padre Terah, dove si trovava Abraamo, e che cosa fece egli?
10 Si doveva fare un lungo viaggio a nord di Ur per giungere ad Aran sul fiume Belikh, a circa cento chilometri dal punto in cui esso si unisce all’Eufrate. Ivi Terah morì e Abraamo, che aveva ora settantacinque anni, attraversò l’Eufrate e giunse nel paese dove abitavano i discendenti di Canaan, zio di Nimrod. Egli lo attraversò il 14 nisan del 1943 a.C. — Gen. 12:4, 5; Eso. 12:40, 41.
ATTIVO NEL SERVIZIO DI DIO
11. (a) Come Abraamo diede prova d’essere un attivo adoratore di Geova nel paese di Canaan? (b) Quando infine Abraamo e suo nipote Lot si separarono, in quale territorio scelse Lot di dimorare?
11 Abraamo non fu inattivo ma cominciò immediatamente a invocare Geova e a dichiarare il suo nome agli abitanti di quel paese. Egli e Lot, il suo nipote orfano, che Abraamo senza figli aveva portato con sé nel paese, erano allevatori di bestiame. Infine si separarono, e Abraamo, che non era materialista, permise generosamente a Lot di scegliere la regione ben irrigata della valle del Giordano, un luogo prospero “come il giardino di Geova”. In questa regione vi erano le città della Valle, cioè Sodoma, Gomorra, Adma, Tseboim e Bela o Tsoar. — Gen. 12:8; 13:5-13; 10:19; 14:2, 8.
12. A motivo di quali avvenimenti Lot fu catturato e ricondotto verso Babilonia?
12 Nei primi tempi del soggiorno di Abraamo nel paese, egli diede prova d’essere un deciso, attivo combattente per la vera adorazione. Poiché i cinque re cananei dell’area dove si era stabilito Lot si ribellarono al re Kedorlaomer di Elam, paese ad oriente di Babilonia, che li teneva soggetti da dodici anni. Nel quattordicesimo anno, Kedorlaomer e tre altri re, tra cui Amrafel di Scinear, vennero per combattere nella Valle di Siddim, vicino a Sodoma. I cinque re cananei furono sconfitti e il nipote di Abraamo, Lot, suo conservo di adorazione, fu catturato e ricondotto verso Scinear o Babilonia. — Gen. 14:1-12.
13. (a) Non appena Abraamo udì della cattura di Lot, che cosa fece? (b) Dove raggiunse Abraamo gli eserciti invasori, e come fu egli in grado di sconfiggere le loro forze più numerose?
13 Abraamo abitava in un luogo chiamato Mambre, vicino ad Hebron. Essendo stato informato della cattura di Lot, Abraamo, che aveva lasciato per sempre Scinear, non intendeva certamente lasciare che Lot fosse riportato indietro se poteva impedirlo. Così radunò i suoi 318 schiavi addestrati e si diede all’inseguimento, accompagnato da tre alleati. Non fu un breve inseguimento di pochi chilometri, ma una lunga marcia forzata fino a Dan, oltre centosessanta chilometri a nord di Gerusalemme e meno di sessantacinque chilometri da Damasco. Essi erano di numero superiore, ma egli con sapienza celeste divise il suo esercito, li sconfisse e li inseguì fin oltre Damasco, ricuperando tutti i beni e specialmente il suo parente Lot. — Gen. 14:13-16.
ADORATORI DELL’ALTISSIMO DIO
14. Mentre Abraamo si avvicinava a Gerusalemme durante il suo ritorno, chi uscì ad incontrarlo, e a chi attribuì egli la vittoria?
14 A chi si doveva attribuire questa vittoria? Genesi 14:18-20 (VR) ci dice che, mentre Abraamo tornava vittorioso a Gerusalemme, “Melchisedec, re di Salem, fece portar del pane e del vino. Egli era sacerdote dell’Iddio altissimo. Ed egli benedisse Abramo, dicendo: ‘Benedetto sia Abramo dall’Iddio altissimo, padrone de’ cieli e della terra! E benedetto sia l’Iddio altissimo, che t’ha dato in mano i tuoi nemici!’ E Abramo gli diede la decima d’ogni cosa”.
15. (a) Chi fu, dunque, il primo sacerdote di Dio menzionato nella Bibbia? (b) Quale altra carica aveva questo sacerdote, e chi lo aveva nominato?
15 Quindi la vera adorazione non era stata introdotta nel paese da Abraamo, poiché troviamo che vi era già un importantissimo adoratore di Geova, anzi, il primo sacerdote o cohén menzionato nella Bibbia, e questi era sacerdote del solo vivente e vero Dio, e nello stesso tempo re, nominato dall’Altissimo Dio stesso. Egli era re di Salem. Secondo l’antico intendimento giudaico e cristiano, Salem era la parte originaria di ciò che divenne Gerusalemme. Così Abraamo incontrò il cohén o sacerdote di Geova in questa antica città, qualche tempo prima del 1933 a.C. — Vedere il Salmo 76:1, 2; 147:12.
16. Che cosa dice la Bibbia in merito agli antenati e ai discendenti di Melchisedec, e perché?
16 Melchisedec discendeva dal superstite del Diluvio Noè, ed era un adoratore umano dell’Altissimo Dio, non un angelo materializzato. Ma la Bibbia non dice chiaramente ch’egli era Sem, il figlio di Noè, ancora vivente. Essa tralascia deliberatamente ogni informazione in merito ai suoi antenati, ai suoi discendenti e alla sua morte perché servisse quale figura profetica o tipo del promesso Seme della donna di Dio, che diviene l’Eterno Sommo Sacerdote dell’Altissimo Dio, per offrire il sacrificio che reca la salvezza eterna all’umanità.
17. Come l’apostolo Paolo paragona il sacerdozio di Melchisedec a quello di Levi?
17 La grandezza di quest’uomo è descritta dall’apostolo Paolo in Ebrei 6:20 fino a 7:7, dove dice: “Essendo senza padre, senza madre, senza genealogia, non avendo né principio di giorni né fine di vita [nel racconto scritto], ma essendo stato reso simile al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote in perpetuo. Vedete, quindi, come fu grande quest’uomo . . . l’uomo [Melchisedec] che non è annoverato nella loro genealogia [dei sacerdoti leviti] prese le decime da Abraamo [da cui discendevano i Leviti] e benedisse colui che aveva le promesse [di Geova Dio]. Ora senza alcuna disputa, ciò ch’è minore è benedetto da ciò che è maggiore”.
18. Come mostrò Davide sotto ispirazione che colui che doveva venire, il quale sarebbe stato simile a Melchisedec, sarebbe stato un Sommo Sacerdote celeste?
18 Il re Davide di Gerusalemme scrisse sotto ispirazione indicando che colui che doveva venire, il quale doveva essere il Sommo Sacerdote più grande a somiglianza di Melchisedec, sarebbe stato un Sommo Sacerdote celeste, quando disse: “L’Eterno ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io abbia fatto de’ tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi. L’Eterno estenderà da Sion lo scettro della sua potenza . . . L’Eterno l’ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec”. — Sal. 110:1, 2, 4, VR.
19. (a) Come mostrò Melchisedec il suo atteggiamento verso l’antica Babilonia? (b) In che modo mostrò Abraamo di attribuire a Dio la vittoria contro gli invasori babilonesi?
19 Melchisedec, re della città che divenne in seguito Gerusalemme, diede prova d’essere contro Babilonia, poiché benedisse Abraamo che aveva messo in fuga e spogliato il re di Scinear e i suoi alleati. Ciò indica che sin dall’inizio i servitori di Dio furono nemici di Babilonia, poiché non solo Abraamo uscì da Babilonia quando Dio lo chiamò, ma combatté anche contro il re di Babilonia (Scinear) quando ne sorse la necessità. Abraamo attribuì a Dio la vittoria dando a Melchisedec, il sacerdote di Dio, la decima delle spoglie e rifiutando di prendere qualcosa per sé.
20. Che cosa significò per Abraamo la promessa di benedizione di Geova in Genesi 12:1-3, e la successiva benedizione di Melchisedec?
20 A differenza di Nimrod, che si oppose a Dio e quindi fece divenire la sua città di Babilonia nemica di Dio in tutta la sua storia, Abraamo fu benedetto da Melchisedec. Questa benedizione, unita alla promessa di Dio scritta in Genesi 12:1-3, significava che il Seme della donna sarebbe venuto da Abraamo. Egli avrebbe avuto una progenie che sarebbe divenuta una grande nazione, e da questa nazione sarebbe venuto il Seme della donna di Dio.
IL SEME SIMBOLICO DELLA DONNA
21. Come Geova rese possibile ad Abraamo avere un figlio da Sara in adempimento alla Sua promessa?
21 Abraamo, ancora senza figli all’età di novantanove anni, fu visitato da un angelo di Dio mandato a dirgli che con un miracolo l’anno dopo avrebbe avuto un figlio dalla sua vera moglie, Sara. Il patto di benedizione di Dio doveva essere tramandato a lui, e questi sarebbe stato chiamato Isacco, che significa “Riso”. — Gen. 17:19; 18:1-15.
22. Nel frattempo che cosa accadde a Lot e alla sua famiglia?
22 La mattina dopo gli angeli di Dio spazzarono via quattro delle empie città della Valle. Nel momento opportuno Lot era stato condotto fuori di Sodoma dagli angeli di Geova, insieme alla moglie e alle due figlie. Tsoar fu risparmiata affinché Lot vi si salvasse. Durante il cammino, la moglie di Lot disubbidì alle istruzioni angeliche e fu distrutta. — Gen. 19:12-26.
23. (a) A quale prova di fede dovette sottostare Abraamo in relazione a suo figlio Isacco, e dove ebbe luogo questo? (b) Quale grande fede ebbe Abraamo in Geova e nella Sua grande promessa?
23 In relazione al suo diletto figlio Isacco, la fede di Abraamo fu messa a durissima prova. Ciò avvenne quando Dio gli comandò di portare Isacco, che allora aveva circa venticinque anni,a verso Salem, non a vedere Melchisedec, ma per offrirlo in sacrificio all’Iddio che glielo aveva dato. Abraamo compì opere di fede e andò sul monte Moria a nord di Salem come gli era stato detto. Ivi fu come se avesse offerto Isacco, il suo diletto figlio, in sacrificio. La fede di Abraamo era tale che egli non esitò ad adempiere il comando di Dio. Egli sapeva che Isacco doveva essere colui dal quale sarebbe venuta la grande nazione ed era sicuro che Dio avrebbe adempiuto la sua promessa risuscitando Isacco dai morti se necessario. Proprio mentre stava per usare il coltello, l’attenzione di Abraamo fu richiamata dall’angelo di Dio su un montone impigliato in un cespuglio, che doveva usare al posto di Isacco.
BENEDIZIONE SENZA UGUALE DERIVANTE DAL PIACERE A DIO
24. Come Geova, confermando ulteriormente la sua promessa ad Abraamo, rese chiaro chi raffigurava Isacco?
24 Ora, presso l’altare, Geova Dio confermò ad Abraamo la sua promessa, rendendo chiaro che Isacco, figlio di Sara, moglie di Abraamo, era una figura del Seme della donna di Dio. Egli annunciò mediante il suo angelo: “Io giuro per me stesso, dice l’Eterno, che, siccome tu hai fatto questo e non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo, io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo . . . E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla mia voce”. — Gen. 22:15-18, VR; Ebr. 11:17-19.
25. Nel dramma profetico che allora fu rappresentato, chi fu prefigurato dal figlio di Abraamo e dal montone?
25 Benché Abraamo non lo sapesse, per mezzo di lui Dio rappresentava un dramma di grandissimo significato per noi. Esso fu riassunto da Gesù Cristo diciannove secoli dopo quando disse: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. Questo Figlio di Dio, Gesù Cristo, fu Colui che venne prefigurato dal diletto figlio di Abraamo, Isacco e dal montone offerto al posto di Isacco. Il Figlio di Dio divenne realmente l’Agnello di Dio per la salvezza dell’umanità. — Giov. 3:16; 1:29, 36.
26. (a) Che cosa fu reso sicuro con Abraamo, a motivo della condotta da lui seguìta? (b) Come fu usato Giacobbe per porre il fondamento della “grande nazione” che Geova aveva promesso sarebbe venuta da Abraamo?
26 Come fu grandemente benedetto Abraamo per aver ubbidito all’invito di Geova di uscire da Babilonia! Il patto di benedizione di Geova fu reso sicuro con lui. Egli morì alla tarda età di 175 anni, con la certezza della risurrezione durante il Regno di Gesù Cristo, il Seme della donna. Geova trasferì personalmente il patto ad Isacco, quindi a Giacobbe, figlio d’Isacco. Giacobbe ebbe dodici figli, che furono il fondamento della “grande nazione” della promessa. — Gen. 26:1-5; 28:10-15; 29:1 fino a 30:26; 35:16-20; Ebr. 11:13-16.
27. Quale eccellente esempio ci dà Abraamo riguardo all’adorazione?
27 Abraamo ci dà un eccellente esempio di fede accompagnata da opere: azione per ubbidire a tale fede. Egli non era contento di adorare gli idoli degli dèi dei suoi padri. Fuggì dalla falsa religione e si attenne alla vera adorazione. Non cercò la sicurezza ad Ur dei Caldei, città molto civilizzata. Andò in un paese di cui non sapeva nulla, e vi dimorò come straniero, in tende. Rifiutò ricche opportunità materialistiche a Ur. Eppure come fu felice e significativa la sua vita, e quale bella ricompensa lo attende! Se desideriamo l’amicizia di Dio dobbiamo seguire la condotta del fedele Abraamo.
[Nota in calce]
a Giuseppe Flavio indica che Isacco aveva venticinque anni. — Vedere Antichità giudaiche, Libro 1, capitolo 13, paragrafo 2.