Cammineremo nel nome di Geova, del nostro Dio, in eterno
“Mentre tutti i popoli camminano ciascuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome di Geova, del nostro Dio, in eterno”. — Mich. 4:5, VR e AS.
Col seguente discorso il presidente della Watch Tower Bible and Tract Society annunciò la pubblicazione del I Volume della “New World Translation of the Hebrew Scriptures” all’Assemblea della Società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova nello Yankee Stadium della città di New York, N. Y., mercoledì pomeriggio, 22 luglio 1953.
1. Che cosa fu predetto che sarebbe stata fatta negli “ultimi tempi”, e come si può sapere di non sbagliare quando si fa?
FU PREDETTO che negli “ultimi tempi” o alla fine di questo vecchio mondo vi sarebbero stati giorni d’importantissima decisione. Questa decisione influirà sul destino eterno di ogni individuo. Dimostrerà se è degno della vita eterna nel giusto nuovo mondo o no. Come può sapere una persona che la sua decisione sia quella giusta? Può saper questo senza tema d’errore se sceglie di adorare il vero Dio. Questo è ciò che rende la decisione la più importante che si debba fare. La scelta dell’Iddio che ha promesso di creare un nuovo mondo senza guerre, e certamente adempirà la sua promessa, rende giusta la decisione di una persona. Che ci sarebbero stati molti dèi fra i quali dover scegliere e che alcuni avrebbero scelto l’Iddio che offre pace durevole, sicurezza e prosperità, fu indicato dalla profezia ispirata quando disse:
2. Come indica Michea 4:1-5 che alcuni avrebbero scelto il vero Dio?
2 Ma avverrà, negli ultimi tempi, che il monte della casa di Geova si ergerà sopra la sommità del monti, e s’innalzerà al disopra delle colline, e i popoli affluiranno ad esso, Verranno delle nazioni in gran numero e diranno: ‘Venite, saliamo al monte di Geova e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli c’insegnerà le sue vie, e noi cammineremo nei suoi sentieri!’ Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola di Geova. Egli sarà giudice fra molti popoli, e sederà come arbitro fra nazioni potenti e lontane. Delle loro spade fabbricheranno vomeri, delle loro lance, roncole; una nazione non leverà più la spada contro l’altra, e non impareranno più la guerra. Sederanno ciascuno sotto la sua vigna e sotto il suo fico, senza che alcuno li spaventi; poiché la bocca di Geova degli eserciti ha parlato. Mentre tutti i popoli camminano ciascuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome di Geova, del nostro Dio, in eterno“. — Mich. 4:1-5, VR e AS.
3. Quale popolo cammina oggi nel nome di Geova il suo Dio, e come è mostrato questo?
3 Sia gli avvenimenti celesti che quelli umani sin dal 1914 d.C. indicano che i nostri giorni sono gli “ultimi tempi” o la fine dei giorni di questo vecchio mondo. (Matt. 24:3-39) Perciò, tutti quelli che leggono la profezia di Michea e cercano,di vederne l’adempimento si domandino ora: Qual è fra tutti i popoli quello che cammina nel nome di Geova come suo Dio? È forse la repubblica d’Israele stabilita di recente o è il popolo giudaico nel suo insieme dagli antenati del quale abbiamo ricevuto le sacre Scritture Ebraiche? La risposta dev’essere No; poiché nei passati diciannove secoli il nome del vivente e vero Iddio non è stato fatto conoscere al genere umano da tali Giudei naturali. Qual è, dunque, il popolo che le autentiche documentazioni delle corti legali del paese, non eccettuata la Corte Suprema degli Stati Uniti, le informazioni dei giornali, delle riviste, dei bollettini e dei libri, sia secolari che religiose, sia amichevoli che ostili, sì, qual è il popolo che queste documentazioni indiscutibilmente additano come coloro che hanno scelto di camminare nel nome di Geova il loro Dio per i secoli dei secoli? L’onesta e franca risposta dev’essere: I testimoni di Geova. Inoltre, l’enorme quantità di letteratura che queste persone han distribuita e le centinaia di migliaia di conferenze pubbliche che hanno tenute in questi ultimi tempi rispondono nella medesima maniera. Perfino i nemici son costretti ad ammettere che solo in questi testimoni di Geova la profezia di Michea trova oggi il suo adempimento.
4. Come è stato fatto il tentativo per rimuovere ogni fondamento del nome per mezzo del quale son conosciuti questi testimoni cristiani?
4 Per questa ragione nei due ultimi decenni il nome dell’Iddio Altissimo è stato oggetto di molte discussioni, e i loro nemici pretendono che i testimoni non abbiano il nome corretto, sebbene questo nome sia comparso in traduzioni della Bibbia per centinaia di anni. Recentemente è stato fatto un tentativo per rimuovere ogni fondamento del nome per mezzo del quale questi testimoni cristiani son conosciuti. Come? Togliendo dalla traduzione della Bibbia il nome stesso dell’Iddio Altissimo. Questo è stato fatto con la Revised Standard Version della Sacra Bibbia, pubblicata nel 1952 e la cui pubblicazione è stata commercialmente annunziata come le “più grandi notizie bibliche in 341 anni”.
5. Quale importantissima decisione dovettero fare i traduttori della Revised Standard Version, e in particolare a causa di quale precedente dichiarazione?
5 La Bibbia fu scritta originalmente in ebraico, aramaico e greco comune; e nelle Scritture Ebraiche il nome divino è scritto come un Tetragramma o quattro consonanti ebraiche, che corrispondono, in latino, a JHVH, e in inglese, a YHWH. Per secoli il nome è stato pronunciato “Geova”, ma nel secolo passato gli eruditi biblici hanno preferito la pronuncia “Iave” ritenendola più corretta. I traduttori della Revised Standard Version, essendo un comitato americano e succedendo al comitato che aveva prodotto l’American Standard Version del 1901, dovettero fare un’importantissima decisione riguardo alla loro traduzione, e questa decisione fu relativa al nome dell’Iddio Altissimo. Essa concerneva il paragrafo 8 della Prefazione dell’American Standard Version, che dice:
I. Il cambiamento che da principio fu proposto nell’Appendice [dell’English Revised Version] — quello che sostituisce “Geova” a “SIGNORE” e “Dio” (stampato in piccole maiuscole) — è qualche cosa che non piacerà a molti, perché i termini sostituiti sono frequenti e molto noti. Ma i Revisori americani, dopo un’attenta considerazione, furono portati all’unanime convinzione che una superstizione giudaica, che ritiene il Nome divino troppo sacro perché venga pronunciato, non deve predominare più nella versione inglese o in qualsiasi altra del Vecchio Testamento, come per fortuna non predomina in numerose versioni fatte da missionari moderni. Questo Nome commemorativo, spiegato in Eso. 3:14, 15, e messo ripetutamente in risalto nel testo originale del Vecchio Testamento, designa Dio come l’Iddio personale, come l’Iddio del patto, l’Iddio della rivelazione, il Liberatore, l’Amico del suo popolo; non semplicemente l’astratto “Eterno” di molte traduzioni francesi, ma l’imperituro Soccorritore di quelli che sono in difficoltà. Questo nome personale, con la sua ricchezza di sacre associazioni, è ora rimesso nel posto del testo sacro al quale indiscutibilmente appartiene.
6. Quale atto compì il comitato di traduzione verso il nome divino nella Revised Standard Version, e per quali ragioni dichiarate?
6 Con la diffusione assai preannunciata e molto gradita della Revised Standard Version, il 30 settembre 1952 il comitato di traduzione rese nota al mondo la sua decisione: al nome divino era stato negato un posto nel testo sacro al quale indiscutibilmente appartiene” ed era stato del tutto tolto. Nel paragrafo diciassettesimo della prefazione di questa nuova versione del 1952 il comitato spiega quali siano stati i motivi della decisione, e ciò che dice fa apparire il comitato dell’American Standard Version come veri e propri stolti riguardo al nome divino. Il paragrafo diciassettesimo dice:
Un maggiore allontanamento dalla norma dell’American Standard Version è la traduzione del Nome divino, il “Tetragramma”. L’American Standard Version adoperò il termine “Geova”; la King James Version aveva usato questo in quattro posti, ma in tutti gli altri, eccetto in tre casi dove fu usato come parte di un nome proprio, adoperò la parola inglese SIGNORE (o in certi casi DIO) stampata in lettere maiuscole. La presente revisione ritorna alla procedura della King James Version, che segue il precedente degli antichi traduttori greci e latini e la consuetudine seguita per lungo tempo nella lettura delle scritture ebraiche nella sinagoga. Mentre è quasi se non del tutto certo che il Nome originalmente era pronunciato “Iave”, questa pronuncia non fu indicata quando i Masoreti aggiunsero i segni vocalici al testo consonantico ebraico. . . . Per due ragioni il Comitato è tornato al più comune uso della King James Version: (1) la parola “Geova” non rappresenta con accuratezza nessuna forma del Nome adoperato in ebraico; e (2) l’uso di qualsiasi nome proprio per l’unico e solo Dio, come se ci fossero altri dèi dai quali dovesse esser distinto, cessò nel Giudaismo prima dell’èra cristiana ed è assolutamente inadatto per la fede universale della Chiesa Cristiana.
7. Quale domanda fu rivolta in merito dall’oratore ai congressisti cristiani nello Yankee Stadium?
7 Voi, migliaia di congressisti qui nello Yankee Stadium, che siete battezzati seguaci del Signore Gesù Cristo e che perciò rappresentate una considerevole parte di ciò che è chiamata “la Chiesa Cristiana”, dite: Parla forse per voi la Prefazione della Revised Standard Version? Siete d’accordo che ‘l’uso di qualsiasi nome proprio per l’unico e solo Dio, come se ci fossero altri dèi dai quali dovesse esser distinto, . . . è assolutamente inadatto per la fede universale della Chiesa Cristiana”?
8. Che cosa disse l’apostolo Paolo a questo riguardo, e come risponderebbe egli alla dichiarazione suddetta?
8 Come risponderebbe l’apostolo Paolo a questa domanda? Egli disse: “Sebbene vi siano de’ cosiddetti dèi tanto in cielo che in terra, come infatti ci sono molti dèi e molti signori, nondimeno, per noi c’è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per la gloria sua, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale siam noi (1 Cor. 8:5, 6) L’apostolo Paolo dichiarò qui che ci sono molte creature in cielo e sulla terra che si chiamano o “dèi” o “signori”. Perciò, fra tutte le pretese di divinità, fu necessario che l’Iddio di Paolo si distinguesse con un nome che lo avrebbe reso esclusivo come il “solo Dio”? Noi Cristiani confessiamo che c’è un solo Dio; ma il fatto che egli è il solo Dio viene disputato e negato da altri, e c’è un miliardo e mezzo di persone che oggi adorano innumerevoli altri dèi e per le quali questi dèi sono così reali come il solo vero Dio lo è per i Cristiani biblici. È dunque correttissimo che l’Iddio cristiano sia distinto da un nome. Inoltre, nell’universo ci sono molti che si chiamano “signori”, benché ci sia solo un vero Signore per i Cristiani, ed anche per questo motivo è appropriato e necessario che i Cristiani identifichino il loro Signore col nome Gesù Cristo.
IL PUNTO NOTEVOLE DELLA CRITICA
9. Com’è stata criticata da alcuni ecclesiastici la Revised Standard Version, e come circa la sua versione del nome di Dio?
9 Ci sono state diverse critiche della Revised Standard Version, che alcuni ecclesiastici han chiamata “questa Bibbia modernista”, “questa nuova Bibbia del modernismo”. Ma fra i molti critici di quella versione quanti hanno mostrato apprezzamento per il nome di Dio e l’han criticata perché elimina il suo nome nascondendolo ai lettori? Noi abbiamo almeno una di tali critiche come fu pubblicata nel giornale newyorkese Daily Compass del 28 ottobre 1952 ed è di un editore giudeo. Ecco parte di ciò che egli scrive in merito alla Revised Standard Version: “I 32 eruditi protestanti possono aver cercato di rivedere le Scritture per renderle nel ‘più chiaro, nel più accurato inglese del nostro tempo’, ma facendo ciò, essi hanno effettivamente oscurato il significato originale. Inoltre, rendendo alcuni nomi ebrei originali, come ‘Geova’ con parole inglesi che non hanno affatto il significato originale (’Geova’ è un composto di tre tempi ‘Io Fui, Io Sono, Io Sarò’), i traduttori han trasgredito grandemente ed hanno commesso grave peccato. Poiché usando la parola ‘Signore’ per ‘Geova’ non fanno altro che aggiungere confusione ai lettori che ora non sapranno quando [si fa riferimento] a Geova, il Creatore di tutti, o all’accettato Figlio cristiano al quale si fa così riferimento in tutte le opere evangeliche. Per di più, ‘Signore’ ha diversi comuni significati”.
10. Come il I Volume della traduzione della Bibbia della Confraternita Cattolica rende il nome e quale commento fa in merito?
10 Due giorni prima che fosse diffusa la Revised Standard Version la Confraternita Cattolica Romana della Dottrina Cristiana in America pubblicò il I Volume della sua edizione della Sacra Bibbia, che contiene i suoi primi otto libri, da Genesi a Ruth. Ma questa nuova versione cattolica americana segue la Douay Version, e la Douay Version non usò mal il nome “Geova” nel suo testo principale. Perciò non facciamo nessun commento a questo riguardo, solo citiamo la sua nota in calce su Esodo 3:14 relativa al nome di Dio rappresentato nel testo ebraico dal tetragramma: “Per riverenza verso questo nome, il termine Adonai, ‘mio Signore’, fu adoperato in seguito in sua vece. La parola SIGNORE nella presente versione rappresenta questo uso tradizionale. La parola ‘Geova’ sorse da una forma errata di questo nome come è scritto nell’attuale testo ebraico”.
11. È stato giustamente atteso qualche commento dai testimoni di Geova riguardo alla Revised Standard Version, e inerente a che cosa?
11 Tuttavia, qualche commento sulla Revised Standard Version è stato giustamente atteso dai testimoni di Geova. Quelli che si sono accorti dell’omissione del sacro nome in quella versione hanno osservato per vedere che cosa avrebbero detto i testimoni al riguardo. Essi hanno atteso che noi per tale ragione fossimo presi da una specie di furore. Abbiamo qui la predizione della rivista religiosa The Christian Century di tre anni fa, del 28 giugno 1950, che disse della futura Revised Standard Version: “Ma i Testimoni di Geova hanno un modo di sostenere le loro credenze con appassionata convinzione. Se la nuova versione compare col nome della divinità del Vecchio Testamento in qualsiasi altra forma che non sia ‘Geova’, i suoi traduttori possono attendersi di trovarsi sotto l’ardente fuoco sin dal giorno in cui la prima copia esce dalla macchina da stampa”. Cinque giorni dopo che la nuova versione era stata pubblicata, un ecclesiastico scrisse un articolo intitolato “Versione della Bibbia, riveduta, più facile a leggere” per il Sunday Tribune di Chicago del 5 ottobre 1952. Nel sesto paragrafo egli disse questo: “Ci sono più di 300 parole, indicate dalla prefazione della R. S. V., che oggi hanno un significato interamente diverso da quello che ebbero nel 17º secolo. Il nome Geova, per Signore o Dio, una parola puramente inventata che comparve alcune volte nella versione del re Giacomo, non viene usato. [I Testimoni di Geova sono grandemente angustiati da questa omissione].”
12. Perché non siamo angustiati a causa dell’omissione del nome, e che cosa riteniamo giusto criticare?
12 Qui alla presenza di questa gigantesca assemblea internazionale dei testimoni di Geova nello Yankee Stadium, con rappresentanti di 91 paesi, riteniamo che sia un’opportuna occasione per dire qualche cosa a nome dei testimoni di Geova, e quindi esprimiamo il nostro giudizio. Se noi fossimo una delle 29 organizzazioni religiose che sono membri del Concilio Nazionale delle Chiese di Cristo degli Stati Uniti d’America, il quale ha “autorizzato” la Revised Standard Version e ne possiede i diritti d’autore, avremmo buone ragioni per essere grandemente angustiati a causa dell’omissione del nome divino. Ma noi siamo lieti di non essere membri di quel Concilio Nazionale. Non critichiamo il Concilio perché ha prodotto una nuova e moderna versione della Bibbia. Questo è uno sforzo e un’opera lodevoli, e noi speriamo di trovarla utile, facendone citazioni di tanto in tanto nelle pubblicazioni Watch Tower. Ciò che noi riteniamo giusto criticare è la grande indegnità che il comitato dei traduttori ha reso al più eccelso e al più degno nome dell’universo e i motivi, dichiarati o taciuti, che lo hanno indotto a far questo.
13. Perché continuiamo ad adoperare la forma “Geova”, e qual è il fondamento della nostra critica circa la Revised Standard Version, a vergogna dei suoi traduttori protestanti?
13 Se nella Revised Standard Version avessero preferito adoperare la forma del nome “Iave” invece di “Geova”, non vi sarebbe stato luogo per la critica. Noi stessi pensiamo che la forma “Iave” sia più vicina alla pronuncia corretta. Ma poiché nessuno oggi conosce l’esatta pronuncia a causa di un’antica e falsa riverenza che non faceva pronunciare il sacro nome, continuiamo ad usare la forma “Geova” per gli scopi attuali, finché il divino Possessore del nome non riveli egli stesso la pronuncia corretta, o risuscitando il profeta Mosè a cui pronunciò direttamente il nome o in altro modo. Il fondamento della nostra critica circa la Revised Standard Version non è dunque che non abbia adoperato la forma “Geova”, ma che ha omesso il nome di Dio in ogni forma tutte le 6.823 volte che ricorre nel testo ebraico adoperando invece un titolo che confonde e non distingue, cioè, “il SIGNORE”. Questo contegno sarebbe una vergogna per qualsiasi traduttore che pretenda d’esser cristiano. Ancor più esso diminuisce il valore del comitato di traduzione che pretende d’esser protestante mentre molte versioni moderne che sono state pubblicate di recente o stanno per esser pubblicate in inglese e in altre lingue da traduttori cattolici romani usano il nome “Geova” o altre forme, come Yahvé, Yahweh, Iahvē, Yahveh, Yavē, e Javé. Potremmo nominare cinque di tali traduzioni francesi cattoliche romane, due spagnole e due britanniche.a
14. Che cosa disse in difesa dell’omissione del nome un direttore esecutivo del Concilio Nazionale?
14 Un direttore esecutivo del Concilio Nazionale delle Chiese che ha i diritti d’autore disse in difesa dell’omissione: “Noi non possiamo essere mai d’accordo sull’uso del nome di Dio, quindi non c’è bisogno di discuterci. Quando io dico ‘il Signore’, significa automaticamente Dio. Dipende da ciò che volete mettere in risalto. Dio è Dio. Per mio conto egli non ha bisogno di nome. Io mi sento molto vicino a Lui e Lo chiamo mio padre. Io non chiamerei mai il mio padre terreno col suo nome — solo quelli che non lo conoscono come lo conosco io han bisogno di far questo, per distinguerlo da altri padri terreni — c’è un solo Dio!” — 8 ottobre 1952.
15. Se bastava che Gesù chiamasse Dio “Padre mio” e “Signore”, che cosa domandiamo noi circa le preghiere di Gesù?
15 Rispondendo a questo noi diciamo: Gesù Cristo fu più vicino a Dio di quanto lo sia questo direttore esecutivo ed egli pure chiamò Dio “Padre mio”. Ma se bastava che Gesù Cristo e i suoi seguaci chiamassero Dio “Padre mio”, perché nel suo sermone del monte Gesù il Figlio di Dio c’insegna a pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”? Anche Gesù chiamò il suo Padre celeste “Signore”, dicendo: “Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra”. (Matt. 6:9; 11:25) Ma se questo bastava, perché pregò Gesù coi suoi apostoli l’ultima notte che fu con loro come un uomo dicendo: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu m’hai dati dal mondo; . . . Padre santo, conservali nel tuo nome, essi che tu m’hai dati, affinché siano uno, come noi. Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, . . . io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere”? Perché, alcuni giorni prima, pregò: “Padre, glorifica il tuo nome!” a cui una voce rispose dal cielo, dicendo: “L’ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo”? (Giov. 17:6, 11, 12, 26; 12:28) Perché tutto questo?
16. Perché pregò Gesù per tali cose, e che cosa si mostra chiamando il nostro Padre celeste col suo nome personale?
16 Questo avveniva perché Gesù sapeva che il Padre suo aveva un nome che lo distingue. Come Profeta più grande di Mosè egli disse d’esser venuto in nome del Padre suo e non a suo proprio nome, e volle che i suoi discepoli conoscessero il nome del Padre. Ecco perché nell’Apocalisse raffigura i suoi veri e fedeli seguaci col “nome di suo Padre scritto sulle loro fronti (Giov. 5:43; Apoc. 14:1) Il fatto che c’è un solo Dio non nega che egli ha un nome. Né egli proibisce ai suoi figli sulla terra di chiamarlo col suo nome personale, poiché chiamarlo col suo ineguagliabile nome non vuol dire mostrare indebita familiarità e mancanza di rispetto. Al contrario, vuol dire mostrare maggior rispetto, riverenza ed adorazione, assai più di quando si usa la fanciullesca espressione “Padre mio”.
UNA VERSIONE DELLA BIBBIA CHE ONORA DIO
17. Qual è l’attitudine dei figli verso il nome del loro padre, e quale commento fece Giacomo quando Dio cominciò a condurre incirconcisi Gentili nella congregazione?
17 Il suddetto direttore esecutivo del Concilio Nazionale pare che si vergogni del nome del suo dio, il dio che egli chiama “Padre”. Se non se ne vergogna, perché non vuole che altre persone conoscano il nome del Padre suo? Sarebbe molto utile conoscerlo, poiché quando delle persone che adorano altri dèi con nomi personali volessero parlare del Padre di questo direttore potrebbero menzionare in modo definito il suo nome invece di dire inaccuratamente: “Il Dio del sig. T—”. I veri figli di un padre non si vergognano del suo nome. Anziché volerlo nascondere ad altri che non ne sono figli e che potrebbero biasimarlo, abusarne e mal rappresentarlo o prenderlo invano, essi sono lieti di prenderne la difesa dandogli onore. Potendo dare il nome del loro Padre mostrano di non essere figli illegittimi. La vera congregazione o chiesa del vivente Iddio sono i suoi figli spirituali. Quando Dio cominciò a prendere i credenti dagl’incirconcisi Gentili facendoli parte della congregazione cristiana, il discepolo Giacomo vide che si adempiva la profezia di Amos 9:11, 12. Quindi disse alla conferenza speciale degli apostoli e di altri discepoli anziani a Gerusalemme: “Simone [Pietro] ha narrato come Dio ha primieramente visitato i Gentili, per trarre da questi un popolo per il suo nome. E con ciò s’accordano le parole de’ profeti, siccome è scritto: Dopo queste cose io tornerò e edificherò di nuovo la tenda di Davide, che è caduta; . . . affinché il rimanente degli uomini e tutti i Gentili sui quali è invocato il mio nome, cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, le quali a lui son note ab eterno [dall’antichità, RS]”. — Atti 15:13-18.
18, 19. (a) Come sarebbe priva di significato quella profezia, e come ha Dio provveduto la prova che la profezia si adempie oggi? (b) Come ha reso Geova indipendente il Suo popolo in quanto al fondamento per il suo nome, e di quale pubblicazione fece l’annuncio l’oratore del congresso come evidenza di ciò?
18 Se Dio non avesse nessun nome, sarebbe priva di significato la sua predizione che gl’incirconcisi Gentili sarebbero stati chiamati col suo nome e che egli li avrebbe tratti dalle nazioni onde fossero un “popolo per il suo nome”, non per il nome di Gesù, notate! La profezia non poteva venir meno. Iddio promise di trarre da tutte le nazioni un popolo per il suo nome, e piaccia o no agli uomini che sono entro o fuori della Cristianità, egli ha oggi senza possibilità d’errore un popolo che porta il suo nome, i testimoni di Geova! Il nome divino che sostengono e a cui rendono testimonianza non può esser cancellato omettendolo in qualche traduzione moderna della Bibbia. Se i testimoni di Geova che parlano la lingua inglese dipendessero dalle traduzioni inglesi della Bibbia del 1952 per avere un fondamento scritturale del loro nome, ci sarebbe da essere alquanto imbarazzati. Ma l’Onnipotente Dio Geova ha reso il suo popolo indipendente da tutti i traduttori che determinano di oscurare il suo nome. Egli ha provveduto una traduzione che non solo pone con giustezza il suo nome nelle Scritture Greche Cristiane ma che ora pone il suo sacro nome anche nelle Scritture Ebraiche.
19 “A prova di ciò sono felice di annunciare a questa assemblea di 91 nazioni che è pubblicata la New World Translation dell’Ottateuco, i primi otto libri della Bibbia, tradotti direttamente dal testo originale ebraico. Questo volume mette in inglese moderno circa un terzo delle scritture ebraiche ed aramaiche o i libri da Genesi a Ruth. Noi rendiamo a Geova Dio i nostri profondi ringraziamenti per mezzo di Gesù Cristo per questa parte della sua Parola che ci ha provveduta in inglese odierno mediante il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo. Attenderemo in futuro il resto.
PREGI
20, 21. (a) In che modo Dio fu chiamato col nome, e come il fatto che fu chiamato così è stato rivendicato oggi? (b) Qual è il suo atteggiamento verso il suo nome, e come ci attireremmo quindi l’indignazione?
20 La New World Translation of the Hebrew Scriptures esalta ed onora il degno nome dell’Iddio Altissimo, che ci ha dato la sua Parola scritta per farsi conoscere. Il suo nome non è ciò che l’uomo abbia inventato per chiamarlo; è ciò che egli chiamò se stesso quando il suo profeta Mosè domandò chi avrebbe dovuto dire che lo mandava ai figli d’Israele resi schiavi in Egitto. (Eso. 3:13-16) Ora, in questi “ultimi tempi” prima della guerra universale di Harmaghedon, Dio ha rivendicato ciò che si chiamò allora producendo un popolo per il suo nome come fece ai giorni degli apostoli.
21 Egli ha ristabilito questo popolo per amor del suo nome, come dichiarò la sua profezia relativa a questi ultimi tempi: “Perciò, così parla il Signore, Geova: Ora io farò tornare Giacobbe dalla cattività, e avrò pietà di tutta la casa d’Israele, e sarò geloso del mio santo nome. . . . ed essi conosceranno che io sono Geova, il loro Dio”. (Ezech. 39:25-28, VR e AS) L’eterno Iddio è geloso a questo riguardo, come Esodo 34:14 (traduzione di Fenton) mette ulteriormente in risalto, dove Geova dice: “Non adorerai un altro dio, poiché l’ETERNO è geloso del SUO NOME; Egli è un Dio geloso”. Oppure, come questo versetto è reso dalla New World Translation: “Poiché tu non devi inchinarti ad un altro dio, perché Geova è esclusivamente devoto al suo nome. Egli è un Dio che esige esclusiva devozione”. Dato che egli è geloso del suo nome o esclusivamente devoto ad esso e non tollererà nessuna rivalità col nome di un altro dio in mezzo al suo popolo, su di noi si abbatterebbe di certo l’indignazione divina se dessimo preminenza ai nomi dei falsi dèi e di notevoli uomini e donne beffandoci nello stesso tempo del nome del vero Dio che ne è geloso, e che gli è esclusivamente devoto.
22. Come è reso il Tetragramma del testo masoretico ebraico nella New World Translation, e come considera essa i cambiamenti che furono fatti dai soferim, e con quale conseguenza?
22 Possiamo servirci, quindi, con sicurezza per noi stessi e per il compiacimento di Dio, di questa New World Translation of the Hebrew Scriptures. Col dovuto rispetto per il Dio Geloso, il Dio che esige esclusiva devozione, essa rende ogni volta che ricorre il sacro Tetragramma nell’Ottateuco ebraico col suo accettato equivalente, Geova. Questo procedimento garantisce la corretta versione nel resto delle 6.823 volte che il Tetragramma ricorre nel migliore testo masoretico ebraico della Bibbia. Non solo, ma la New World Translation prende nota dei 134 casi nel quali gli antichi soferim ebraici o copisti della Bibbia cambiarono il testo originale ebraico togliendo il Tetragramma o “Geova” perché si leggesse Adonai o “il Signore”, e anche di qualche altro caso dove lo sostituirono con Elohìm o “Dio”. Nell’Ottateuco ebraico ci sono diciassette di questi casi, e in tutte queste ricorrenze è stato rimesso il termine originale “Geova”. Di conseguenza, quando la New World Translation of the Hebrew Scriptures sarà stata infine completata in tre volumi, col favore divino, dovrà contenere il nome “Geova” un numero di volte considerevolmente maggiore di quanto lo sia contenuto nel corrente testo masoretico ebraico. — Vedere Genesi 18:3, nota in calcea.
23. Per seguire quale esempio siamo lieti di avere la New World Translation, e come mostriamo riverenza per il sacro nome?
23 Noi siamo dunque felicissimi di avere una traduzione della Bibbia che non segue l’esempio della traduzione protestante la quale “ritorna alla procedura della King James Version, che segue il precedente degli antichi traduttori greci e latini e la consuetudine seguita per lungo tempo nella lettura delle scritture ebraiche nella sinagoga”. Grazie a Dio, invece di seguire la consuetudine seguita per lungo tempo dalla sinagoga giudaica che rigettò Gesù Cristo e i suoi dodici apostoli e gli altri discepoli, il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo segue l’esempio del principale Vindice di Geova Dio, il suo Figlio Gesù Cristo, e perciò sostiene la rivendicazione del nome di Dio. Noi mostriamo riverenza per quel sacro nome, non rifiutando in modo superstizioso di pronunciarlo e sostituendo un termine debole e inesatto; no, ma pronunciando e facendo conoscere il nome, senza menzionarlo o prenderlo in maniera indegna, mostrando tutte le cose meravigliose e gloriose che sono associate con tale nome, tutte le cose che sono state dette, scritte e fatte in quel nome, tutte le preziose promesse che sono state fatte in quel nome e che si adempiono ai nostri giorni o si adempiranno nel benedetto futuro, esaltando così quel nome e insegnando agli uomini di rispettarlo e riporvi fede.
24. In che cosa mostra Deuteronomio 10:17 che Geova è degno di distinzione, e quale speciale versione della New World Translation gliela dà?
24 Nella nostra nuova versione di Deuteronomio 10:17 leggiamo: “Poiché Geova il vostro Dio è l’Iddio degli dèi e il Signore dei signori, l’Iddio grande, potente e tremendo”. Geova è quindi degno di distinzione, e la nostra nuova versione lo distingue traducendo in modo speciale parecchi casi. In Genesi 1:1, il versetto iniziale della Bibbia, leggiamo: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra”. Qui, come mostra la nota in calce della Bibbia, la parola ebraica per “Iddio” è Elohìm, ed è senza l’articolo determinativo ha che significa “il, lo”. Ma, ci sono molti casi nel testo ebraico nei quali Elohìm è preceduto dall’articolo determinativo. In numerosi casi la New World Translation ha ritenuto appropriato ed efficace tradurre in inglese questo articolo determinativo ha dinanzi ad Elohìm.
25. Che cosa dice la nota in calce della Bibbia sui primi due casi di ha-Elohìm, perché avrebbe potuto tradursi anche più vigorosa, e che cosa mette in rilievo che si addice a Dio?
25 I primi casi di questo si trovano in Genesi 5:22-24 riguardo al fedele profeta Enoc, che dice: “E dopo aver prodotto Methushelah Enoc continuò a camminare col Dio trecent’anni. Nello stesso tempo divenne padre di figli e figlie. E tutti i giorni di Enoc furono trecentosessantacinque anni. Ed Enoc continuò a camminare col Dio. Quindi non ci fu più, perché Dio lo prese”. Sull’espressione “col Dio” la nota in calce della Bibbia dice: “Qui abbiamo il primo e il secondo caso dove il termine ebraico Elohìm è preceduto dall’articolo determinativo ha. L’uso dell’articolo qui è deliberato, indubbiamente a causa del movimento verso la falsa adorazione indicato poco prima di questo in Genesi 4:26. Perciò qui viene messo in risalto che Enoc camminava col vero Dio. Pertanto riteniamo che sia giustificato adoperare l’articolo determinativo “il” per enfasi e chiarezza”. La New World Translation avrebbe potuto rendere l’espressione anche più vigorosa della versione letterale “il Dio”, poiché il noto grammatico ebraico, Wilhelm. Gesénius, traduce ha-Elohìm con le parole “il solo vero Dio”. In Deuteronomio 4:35 (NW) Mosè dice agli Israeliti: “A te, a te è stato mostrato in modo che tu riconosca che Geova è il Dio; non c’è nessun altro fuori di lui”. Questa espressione “il Dio” mette in rilievo che Geova deve distinguersi dagli altri dèi; perciò è giusto che si dia un nome.
26, 27. In che modo l’argomento trinitarista sul significato letterale di Elohìm va contro gli stessi trinitaristi, e come le note in calce su Genesi 1:1 e Giudici 16:23, 24 fanno crollare la base su cui poggiano?
26 Una cosa è certa: al clero religioso che crede nella dottrina pagana di una trinità non farà piacere la New World Translation of the Hebrew Scriptures. Il clero trinitarista afferma che il titolo Elohìm, come è applicato al Creatore, è al numero plurale e significhi in senso letterale “Dèi”. Essi pretendono che questo sia una prova dell’insegnamento della trinità nelle Scritture Ebraiche, cioè, che ci siano “tre Persone” in un solo Dio. Ma il loro stesso argomento va contro di loro e li smentisce, poiché, come essi stessi affermano, Elohìm significa “Dèi” e non “Persone”. Quindi, seguendo il loro stesso argomento, il titolo Elohìm insegnerebbe che ci sono due o più Dèi in uno, invece di “tre Persone in un solo Dio”. In tal modo i trinitaristi sarebbero colpevoli di sostenere che ci sia una molteplicità di dèi, contraria alla loro tesi che non ci sono tre dèi, ma un solo Dio, eccetto che questo solo Dio abbia tre Persone in sé. Sin dal principio la nota in calce della New World Translation su Genesi 1:1 fa crollare la base su cui poggiano i campioni della trinità dicendo: “La forma del titolo Elohìm è plurale, il plurale della eccellenza o maestà e non per denotare una personalità multipla. La Versione dei LXX [Settanta] rende Elohìm in greco con ho Theòs, mostrando che significa un ‘Dio’ singolo. Si paragoni con Giudici 16:23, 24, nota in calcea”.
27 Quest’ultima nota in calce mostra che Elohìm non significa una pluralità di dèi o persone, perché in Giudici 16:23, 24, elohìm si riferisce al falso dio Dagon, solo un falso dio, non molti, e il titolo elohìm deve quindi essere un plurale di eccellenza o maestà. Inoltre, elohìm è seguito da un verbo singolare, che mostra che si intende un dio soltanto. Infatti, quando Michea 4:5 dice: “Tutti i popoli camminano ciascuno nel nome del suo dio”, la parola ebraica tradotta “dio” è questo elohìm al plurale di eccellenza o maestà.
28. Come è degna di nota la New World Translation, in quanto alla fede?
28 Un’altra cosa degna di nota: La New World Translation esalta la fede in Dio. L’apostolo Paolo, in Ebrei, capitolo undicesimo, dichiara che i fedeli testimoni di Geova dal primo martire Abele in poi si distinsero per la loro fede in Dio. Nella King James Version, però, la parola fede ricorre solo due volte in tutto il suo “Vecchio Testamento” (Deut. 32:20; Hab. 2:4), e solo due volte nell’American Standard Version (Isa. 26:2; Hab. 2:4). Ma la New World Translation nell’Ottateuco, o primi otto libri della Bibbia, rende la fede notevole per il lettore riportando la parola con correttezza sette volte. Per esempio, riguardo ad Abrahamo, che Paolo chiama il “padre di tutti quelli che hanno fede”, leggiamo, in Genesi 15:6 (NW): “Ed egli ripose fede in Geova, che gli contò questo come giustizia”. Circa gl’Israeliti che attraversarono il Mar Rosso a piedi asciutti leggiamo, in Esodo 14:31 (NW): “E Israele vide la grande mano che Geova aveva mossa contro gli Egiziani, e il popolo cominciò a temere Geova e a riporre fede in Geova e in Mosè suo servitore”. Giudicando dalle sette volte che “fede” ricorre nell’Ottateuco,b possiamo attenderci che la parola abbia il dovuto posto nel resto della traduzione delle Scritture Ebraiche.
29, 30. Come è dato un significato preciso alla parola ebraica olàm, e come è mostrato che ciò è corretto riguardo ai tipi del sistema di cose giudaico?
29 Un’altra versione precisa è quella della parola ebraica olàm, che la King James Version rende “per sempre”, “perpetuo”, “eterno”, “sempre”, “eternamente”, “permanente”, “dell’antichità”, ecc. La parola effettivamente significa “tempo nascosto”, e si riferisce pertanto a tempo il cui limite è nascosto, tempo indefinito nel passato o nel futuro, che, naturalmente, potrebbe essere eterno. È interessante dunque vedere la parola a volte tradotta “tempo indefinito”, in ispecie rispetto alle cose temporanee e tipiche dell’antico sistema di cose giudaico.
30 L’apostolo Paolo dice che quelle cose erano semplici ombre di cose migliori avvenire, perciò non erano eterne ma erano temporanee. Ad ogni modo, il tempo in cui dovevano finire per dar luogo alle realtà non era conosciuto dall’uomo e quindi era un indefinito futuro. (Ebr. 10:1; Col. 2:17) Il sabato settimanale dei Giudei scomparve con la fine del loro patto della Legge di Dio il giorno di Pentecoste del 33 d.C., quando lo spirito santo fu diffuso e i discepoli di Cristo pervennero al grande sabato di Dio mediante la fede nel sacrificio di riscatto di Cristo. Com’è appropriata dunque la versione della New World Translation di Esodo 31:16, 17: “E i figli d’Israele devono osservare il sabato, in modo da adempiere il sabato nelle loro generazioni. È un patto per un tempo indefinito. Fra me e i figli d’Israele è un segno per un tempo indefinito, perché in sei giorni Geova fece i cieli e la terra e il settimo giorno si riposò”! E come è appropriata la versione di Esodo 40:15 inerente al sacerdozio della famiglia di Aaronne che doveva cessare ed esser succeduto da quello di Cristo: “Quindi essi devono agire come sacerdoti per me, e la loro unzione deve servir loro di continuo come un sacerdozio per un tempo indefinito nelle loro generazioni”!
31. Come è resa la parola ebraica Sceòl nella New World Translation?
31 La New World Translation of the Hebrew Scriptures promette di porre i maestri del tormento eterno dell’anima umana dopo la morte in grande difficoltà. La parola ebraica Sceòl, che la Douay Version cattolica traduce per lo più “inferno” e che la King James Version traduce “tomba” e “fossa” oltre che “inferno”, ricorre sette volte nell’Ottateuco. Ogni volta, però la New World Translation trascrive la parola ebraica in inglese e la rende uniformemente “Scèol”. Per esempio, la prima volta che la parola ricorre, in Genesi 37:35, le parole di Giacobbe, orbato del suo diletto figlio Giuseppe, sono tradotte come se egli dicesse: “Io scenderò piangendo dal mio figlio nello Scèol!” Un articolo nell’Appendice dà preziose informazioni circa la parola ebraica Sceòl e dice: “È nella terra ed è sempre associato coi morti, e significa semplicemente la comune tomba di tutto il genere umano, o il sepolcro, o la regione terrestre (non del mare) dei morti; in contrasto con la parola ebraica qèber, che significa un singolo sepolcro o luogo di sepoltura. (Genesi 23:4, 6, 9, 20)” Questa informazione e questa traduzione della parola ebraica daranno molto conforto a quelli che hanno ricevuto il crudele insegnamento che l’inferno sia un luogo di diabolico tormento per le anime umane dopo la morte, a riprovazione di Geova Dio, il quale è amore. — 1 Giov. 4:8, 16; Giov. 3:16.
32. In che modo i traduttori moderni han lasciato i loro lettori nell’ignoranza circa il significato di anima, per esempio, in Genesi 2:7?
32 Noi sappiamo anche, da ciò che insegnano sia le Scritture Ebraiche che le Scritture Greche Cristiane riguardo all’anima umana, che il tormento eterno delle anime umane dopo la morte è un’impossibilità e una vergognosa diffamazione del nome di Dio. Certo l’anima umana non potrebbe esser tormentata per sempre in un mondo invisibile dal momento che l’anima umana non è immortale, ma è distruggibile, mortale. I traduttori moderni confondono i loro lettori e li lasciano nell’ignoranza in quanto a ciò che è un’anima umana, abbandonandoli così alle dottrine pagane sull’anima e ai pericoli dello spiritismo. La parola ebraica tradotta “anima” da tutti i traduttori è nèfesc. La Parola di Dio insegna che l’uomo è una nèfesc, un’anima, e non ha un’anima soffiata dentro il suo corpo come una cosa separata e distinta. Ma come fanno a saper questo i lettori della Bibbia quando la traduzione della Confraternita Cattolica del 1952 dei primi otto libri della Bibbia rende Genesi 2:7: “Quindi il Signore Dio formò l’uomo dalla polvere della terra e soffiò nelle sue narici il soffio della vita, e l’uomo divenne un essere vivente”? La Revised Standard Version del 1952 dice similmente: “e l’uomo divenne un essere vivente”. La parola ebraica che qui è resa “essere” è nèfesc; e l’ispirato apostolo Paolo, quando cita Genesi 2:7, scrive: “Il primo uomo, Adamo, fu fatto anima vivente”. — 1 Cor. 15:45, Ti.
33. Come i traduttori moderni nascondono il fatto che gli animali inferiori sono anime e che l’anima umana muore?
33 La Parola di Dio insegna che gli animali inferiori all’uomo sono anime; ma come potrebbero saperlo i lettori della Bibbia quando la Revised Standard Version rende Genesi 1:20, 21, 24: “E Dio disse: ‘Producano le acque moltitudini di creature viventi, . . .’ Quindi Dio creò i grandi mostri marini ed ogni creatura vivente che si muove, . . . E Dio disse: ‘Produca la terra creature viventi secondo la loro specie’”? La parola ebraica che qui è resa “creatura” è nèfesc, la stessa parola che si applica al primo uomo. Quando un animale inferiore muore, muore un’anima o creatura. E perciò, quando l’uomo muore, muore o cessa d’esistere un’anima umana. Ma come imparerebbero i lettori della Bibbia questo fatto quando la Revised Standard Version fa dire al profeta Balaam, in Numeri 23:10: “Che io muoia della morte del giusto, e la mia fine sia simile alla sua!” e fa dire a Sansone, in Giudici 16:30: “Ch’io muoia coi Filistei”? In ciascun caso il pronome “io” è adoperato per tradurre l’espressione ebraica nafscì, che letteralmente significa “la mia anima”.
34. Come dobbiamo lasciare che la Parola di Dio parli nel suo linguaggio intorno all’anima?
34 Quando uno studente biblico con la mente già piena delle popolari teorie pagane dell’anima umana legge tali versioni moderne della Bibbia, non riceve nessuna correzione nel suo intendimento di questo vitale soggetto. Il falso insegnamento circa l’anima è lasciato stare e le versioni della Bibbia non provvedono mezzi adeguati perché egli confuti gli errori pagani. Geova Dio, il Creatore dell’anima, la conosce più di quanto l’abbiano conosciuta Pitagora, Socrate, Platone, “Sant’” Agostino, o qualsiasi moderno ecclesiastico o spiritista. Per imparare la verità sull’anima dobbiamo lasciare quindi che la Parola di Dio parli nel suo linguaggio ispirato. In tal modo il traduttore della Bibbia non nasconde completamente la giusta soluzione del cosiddetto mistero dell’anima, e il lettore potrà afferrare la più scientifica spiegazione che si abbia su questa dottrina la quale influisce sul suo intendimento di altre vitali dottrine della Bibbia, come l’immortalità, la punizione per il peccato, il destino dell’uomo, il sacrificio di riscatto, la risurrezione, il destino di Satana il Diavolo, ecc.
35. Che cosa è riuscito a fare il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo riguardo a nèfesc, e come è mostrato che questo non è nulla di primitivo?
35 Qui, dunque, troviamo uno speciale pregio della New World Translation of the Hebrew Scriptures. Nel suo primo volume, che contiene l’Ottateuco, o primi otto libri della Bibbia, il comitato di traduzione è riuscito a tradurre in maniera comprensibile ognuna delle 231 ricorrenze della parola ebraica nèfesc con “anima”. Ciascuna di tali versioni di nèfesc è correttissima e si capisce bene anche in questo ventesimo secolo. Il modo in cui i primi otto libri della Bibbia descrivono l’anima non è qualche cosa di rozzo, qualche cosa di primitivo che fosse abbandonato in seguito e riveduto allorché si sviluppò la filosofia greca e fu conosciuta dagli Ebrei. Invece, è qualche cosa di fondamentale, stabile e immutabilmente corretto, ed è in completa armonia con gli insegnamenti di Gesù e dei suoi discepoli che scrissero le Scritture Greche Cristiane. Questo può esser dimostrato paragonando il commento sull’“anima” dell’Appendice dell’Ottateuco con quello della New World Translation of the Christian Greek Scriptures distribuita per la prima volta in questo stesso Yankee Stadium durante l’Assemblea Internazionale dei testimoni di Geova nel 1950.
36. Per mostrare che cosa intorno all’anima l’Appendice della New World Translation riporta un elenco di scritture?
36 Solo per l’Ottateuco l’Appendice elenca 14 casi di scritture che mostrano che gli animali inferiori sono anime secondo la Bibbia; 57 casi per mostrare che una persona vivente o individuo è un’anima e non ha una separata anima platonica entro di sé; 49 casi per mostrare che la creatura o anima è mortale, distruggibile; 12 casi per mostrare che un cadavere o una carcassa è un’“anima morta”; 50 casi per mostrare che la vita di una persona come una creatura intelligente o di un animale è chiamata “anima” e quindi si dice che l’anima è nel sangue, perché la nostra vita dipende da tale fluido dei nostri vasi sanguigni; e 48 casi dove una persona parla di sé, o si parla a una persona, o si parla di una persona, come di un’anima. Ci sono anche tre casi nell’Ottateuco dove Dio parla di se stesso in questo modo, come se avesse un’anima.
37. In che modo questa consistente versione della parola ebraica nèfesc è d’inestimabile valore?
37 Questo consistente tradurre la parola ebraica nèfesc non è antiquato, inelegante o incomprensibile in nessun versetto della Bibbia, ma è inestimabile perché ristabilisce il corretto discorso biblico rispetto all’anima e ne demolisce la filosofia umana e d’ispirazione demonica. A questo riguardo il clero della Cristianità ha molto bisogno di abbandonare il paganesimo e tornare alla Bibbia; e gli psicologi, psicoanalisti e psichiatri potrebbero imparare dalla Bibbia concreti principi sull’anima ed apprendere come si dovrebbe trattare l’“anima” con efficacia.
È NOTO CHE SONO CHIAMATI CON QUEL NOME
38. A chi ci rivolgiamo noi per avere una versione della Bibbia debitamente autorizzata, e perché?
38 Si potrebbe dire molto di più intorno ai pregi particolari della New World Translation of the Hebrew Scriptures, ma è stato detto abbastanza per rivelare come altre traduzioni sono state inadeguate e i cercatori della vivificante verità biblica hanno bisogno della New World Translation. Il clero religioso della Cristianità e del Giudaismo in genere non approverà questa versione della Bibbia, ma non ci rivolgiamo a loro perché dichiarino che questa è una “versione autorizzata”. Chi è colui che dà l’autorizzazione valida per qualsiasi versione della Bibbia? Le organizzazioni religiose e i capi e potentati religiosi possono solo autorizzare versioni della Bibbia che siano adoperate nelle loro rispettive chiese o sinagoghe; e gli ecclesiastici si può supporre che proibiscano alle loro congregazioni di leggere o adoperare la New World Translation o che raccomandino loro di evitarla. Ma noi non cerchiamo una versione della Bibbia autorizzata dai religionisti di questo mondo. Noi ne cerchiamo una che sia autorizzata dal Creatore della Bibbia, Geova Dio. Egli si servì di uomini che furono i suoi testimoni per scrivere la Bibbia; ed egli autorizza uomini che sono ora i suoi testimoni e che appartengono al ‘popolo tratto dalle nazioni per il suo nome’ affinché ci provvedano una traduzione che sostenga l’onore del suo nome. (Atti 15:14) È su tale popolo per il suo nome che diffonde il suo santo spirito, ed è a questo popolo del suo nome che è rivolto il comando di predicare “questa buona notizia del regno” in tutta la terra abitata per una testimonianza a tutte le nazioni. Questi due fatti costituiscono un’autorizzazione più grande e più valida per produrre una versione in lingua moderna della sua Sacra Parola rispetto a ciò che può conferire qualsiasi setta, potentato e gerarchia religiosa.
39. Per corrispondere al primo secolo, in quale specie di lingua è pubblicata oggi la New World Translation, e quali sono in merito le nostre speranze relativamente ad Harmaghedon?
39 La società del Nuovo Mondo di Geova sarà lietissima di servirsi di questa New World Translation delle Scritture e l’accetta da lui con gratitudine ringraziandolo amorevolmente. Dopo averla letta essi saranno spinti a raccomandarla al popolo. Ai giorni degli apostoli le Scritture Greche Cristiane furono scritte dai discepoli ispirati nella lingua internazionale del primo secolo, il koìne o greco comune. Oggi la New World Translation è pubblicata per prima nella lingua universale o internazionale del ventesimo secolo, l’inglese. Noi confidiamo che questa traduzione della Bibbia sopravviva alla prossima guerra di Harmaghedon con altre buone traduzioni inglesi della Bibbia, oltre a tutte le utili versioni in altre lingue che sono adoperate dalla società del Nuovo Mondo, almeno perché vengano usate temporaneamente da quelli che sopravvivranno ad Harmaghedon e parlano varie lingue.
40. Che cosa è ragionevole attendersi sotto il regno di Dio in quanto ad una traduzione della Bibbia, e perché?
40 È ragionevole attendersi tuttavia che sotto il regno di Dio venga fatta una traduzione uniforme dell’intera Sacra Scrittura, basata sui più autentici manoscritti, nella sola lingua universale che sarà creata da Dio e insegnata a tutti gli abitanti della terra. Così tutti potranno avere la giusta versione delle Scritture in quella sola lingua che renda l’esatto significato del miracoloso Libro di Dio prodotto per la rivendicazione della sua parola, la quale dura per sempre. Certo tutti i viventi vorranno avere finalmente una Bibbia perfetta e comprenderne ogni parola. E certo tutti quelli dell’umanità in genere che saranno risuscitati dalle tombe commemorative non saranno informati riguardo a molta parte della Bibbia o a tutta e vorranno imparare ciò che la Bibbia insegna e ciò che Dio vi ha dichiarato e come lo ha dichiarato con accuratezza. La Bibbia non dovrà divenire un “libro morto” in nessun tempo futuro. Essa sarà per sempre una testimonianza alla sua lode, un suo memoriale, un documento imperituro per tutti quelli del genere umano che ricevono la vita eterna nel giusto nuovo mondo.
41. Che cosa disse Geova al popolo del suo patto in Deuteronomio 28:9, 10, e su chi si sarebbe avverato questo oggi?
41 Il popolo del nome di Geova che secoli fa fu in un patto con lui sotto la legge di Mosè fu tipico. Essi raffigurarono profeticamente quelli che Dio ha tratto oggi da tutte le nazioni perché siano un “popolo per il suo nome”, gli Israeliti spirituali. Al suo popolo antico egli disse per bocca di Mosè: “Geova ti stabilirà come suo popolo santo, come t’ha giurato, perché continui ad osservare i comandamenti di Geova il tuo Dio ed hai camminato nelle sue vie. E tutti i popoli della terra vedranno che il nome di Geova è stato invocato su di te ed invero ti temeranno”. (Deut. 28:9, 10, NW) Questo prefigura un fatto che si deve verificare sugli Israeliti spirituali che oggi sono nel nuovo patto con Dio per mezzo del Mediatore Gesù Cristo. Avendo gl’Israeliti naturali rigettato il nome di Dio diciannove secoli fa, questi Israeliti spirituali son divenuti il popolo del suo nome.
42. Che cosa proclamano oggi i vari popoli con la loro condotta, ma che cosa predisse la Parola di Dio circa un rimanente?
42 Ora siamo nei critici “ultimi tempi” di questo mondo. È venuto il tempo del giudizio delle nazioni in cui tutti i popoli devono suggellare il loro destino decidendo a nome di qual dio vogliano camminare o condurre la loro vita. Con la loro condotta i vari popoli proclamano eloquentemente il dio a nome del quale han deciso di camminare. I loro scelti dèi verranno meno nell’ardente giorno in cui la vera divinità sarà messa alla prova e i falsi dèi si dimostreranno impotenti d’aiutare il popolo e periranno. Ma Geova predisse nella sua Parola profetica che avrebbe restaurato il rimanente del popolo per il suo nome nel suo favore negli ultimi tempi e disse: “Ed essi cammineranno nel suo nome, dice l’Eterno [Geova]”. — Zacc. 10:12.
43. Qual è stata la decisione del rimanente, e con quale effetto sui popoli della terra, e perché?
43 Proprio così, il popolo per il suo nome ha fatto oggi la sua decisione, una scelta diversa da quella dei popoli del mondo, e con le parole di Michea 4:5 (AS) dicono: “Noi cammineremo nel nome di Geova, del nostro Dio, in eterno”. Essi cercano di dimostrarsi davvero suo popolo osservando i suoi comandamenti e camminando nelle sue vie e proclamando dappertutto il suo regno del nuovo mondo. Di conseguenza tutti i popoli della terra, anche i nemici, hanno notato che il nome di Geova è stato invocato su di loro ed essi li temono. No, non li temono perché siano così potenti di numero, poiché in paragone son pochi e non sono benvisti politicamente o ricchi nel commercio o forti in senso militare con armi carnali di distruzione; ma a causa dell’invincibile messaggio che han tratto dalla Parola di Dio e a causa dell’onnipotente forza che si è manifestata dal cielo in loro favore.
44. Che cosa fanno quelli che acquistano un saggio timore, e che cosa significa camminare nel nome di Geova ora e sempre?
44 Le persone delle nazioni che acquistano un saggio timore imparano a temere l’Iddio sul cui popolo n’è invocato il nome. Essi si associano coi suoi testimoni e divengono parte della società del Nuovo Mondo che ora si forma, ed essi pure fanno la decisione di camminare nel nome di Geova, il loro Dio, in eterno. E in quel nome essi cammineranno veramente in eterno, poiché il loro Dio li coprirà con l’ombra della sua mano introducendoli nel suo nuovo mondo senza fine. Camminare ora e sempre nel nome di Geova il nostro Dio significa vita eterna mediante Gesù Cristo nostro Signore.
[Note in calce]
a La Prefazione della New World Translation of the Hebrew Scriptures dice, a pagina 21, nella sua nota in calceb:
La traduzione che ora viene fatta sotto la direttiva dell’École Biblique de Jérusalem adopera la forma Yahvé. (1948-)
La traduzione francese di A. Crampon adopera Yahweh. (1939)
La traduzione francese del cardinale Lienart adopera Yahweh. (1951)
La traduzione francese di Edouard Dhorme (le Père Paul Dhorme des Frères Précheurs) adopera Iahve. (1910-1946)
La traduzione francese dei monaci di Maredsous adopera Yahweh. (1949)
La traduzione spagnuola di Bover-Cantera adopera Yahveh. (1947)
La traduzione spagnuola di Nacar-Colunga adopera Yave. (1944)
La Versione di Westminster delle Sacre Scritture fatta in inglese da C. Lattey, S. J., adopera Jehovah. (1934-)
La Sacra Bibbia tradotta da monsignor Ronald A. Knox (1949) adopera Javé molte volte, come in Esodo 33:19; Salmo 67:5, 21; 73:18; 74:18, NM; 82:19; 83:19, NM; Isaia 42:8; 45:5, 6; ecc.
b Si vedano anche Esodo 19:9; Numeri 14:11; 20:12; Deuteronomio 1:32; 9:23.