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AdamAusiliario per capire la Bibbia
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il Giordano, le acque si fermarono presso Adam. La valle del Giordano si restringe considerevolmente, a N di Tell ed-Damieh, e la storia ricorda che nel 1267 il fiume fu bloccato proprio in quel punto per la caduta di una grossa frana che impedì il deflusso delle acque per circa sedici ore. In tempi moderni, nell’estate del 1927, movimenti tellurici provocarono di nuovo degli smottamenti che bloccarono il Giordano arrestando il deflusso delle acque per ventun ore e mezzo. (Vedi The Foundations of Bible History—Joshua-Judges, di John Garstang, pp. 136, 137). Se tale fu il mezzo che Dio ritenne opportuno impiegare, ai giorni di Giosuè l’arresto del fiume avvenne miracolosamente proprio al momento giusto per sincronizzarsi col passaggio del Giordano annunciato il giorno prima da Geova per mezzo di Giosuè. — Gios. 3:5-13.
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AdamoAusiliario per capire la Bibbia
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Adamo
(Adàmo) [uomo terreno, genere umano; da una radice che significa “rosso” o “rossastro”].
La parola ebraica, resa “uomo”, “genere umano” o “uomo terreno”, ricorre circa 560 volte nelle Scritture e si applica ai singoli o all’umanità in generale. È anche usata come nome proprio.
Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine”. (Gen. 1:26) Che dichiarazione storica! E che posizione unica nella storia quella di “Adamo, figlio di Dio”, la prima creatura umana! (Luca 3:38) Adamo fu il coronamento delle opere creative di Geova sulla terra, non solo perché comparve verso la fine delle sei epoche creative, ma, cosa ancora più importante, perché “Dio creava l’uomo a sua immagine”. (Gen. 1:27) Perciò il perfetto uomo Adamo, e la sua progenie imperfetta in grado molto minore, possedevano capacità e facoltà mentali molto superiori a quelle di tutte le altre creature terrestri.
Creato a somiglianza del suo grande Creatore, Adamo ebbe i divini attributi di amore, sapienza, giustizia e potenza; aveva quindi un senso morale che implicava una coscienza, cosa del tutto nuova nel campo della vita terrena. A immagine di Dio, Adamo doveva essere l’amministratore del globo e tenere sottomesse le creature marine, terrestri e volatili. Non era dunque necessario che Adamo fosse una creatura spirituale, del tutto o in parte, per possedere qualità divine. Geova formò l’uomo da particelle di polvere della terra, mise in lui la forza vitale perché divenisse un’anima vivente e gli diede la possibilità di riflettere l’immagine e somiglianza del suo Creatore. “Il primo uomo è dalla terra e fatto di polvere”. “Il primo uomo Adamo divenne anima vivente”. (Gen. 2:7; I Cor. 15:45, 47) Ciò avvenne nel 4026 a.E.V., probabilmente in autunno, poiché secondo i più antichi calendari umani l’anno iniziava in autunno, verso il 1º ottobre, o con la prima luna nuova dell’anno civile lunare. — Vedi ANNO.
La dimora di Adamo era un bellissimo paradiso, un vero giardino di perfezione e delizia chiamato Eden, che gli provvedeva tutte le cose necessarie per la vita fisica, infatti c’era “ogni albero desiderabile a vedersi e buono da cibo” per nutrirlo in perpetuo. (Gen. 2:9) Adamo era circondato da animali pacifici di ogni genere e specie, eppure era solo. Non c’era nessun’altra creatura ‘secondo la sua specie’ con cui parlare. Geova riconobbe che ‘non era bene che l’uomo stesse solo’. Quindi con un’operazione chirurgica, la prima e unica nel suo genere, Geova tolse una costola ad Adamo e ne fece la corrispondente parte femminile perché fosse sua moglie e madre dei suoi figli. Traboccante di gioia alla vista di tale bella aiutante e fedele compagna, Adamo l’accolse con la prima poesia che si ricordi: “Questa è finalmente osso delle mie ossa e carne della mia carne”. Venne chiamata donna ‘perché fu tratta dall’uomo’. Poi Adamo chiamò sua moglie Eva. (Gen. 2:18-23; 3:20) La veracità di questo racconto è attestata da Gesù e dagli apostoli. (Matt. 19:4-6; Mar. 10:6-9; Efes. 5:31; I Tim. 2:13) Inoltre Geova benedisse i nuovi coniugi dando loro molto lavoro piacevole. Non ebbero la maledizione di essere costretti a oziare. Dovevano essere attivi e affaccendati nel coltivare la loro dimora paradisiaca, e mentre si sarebbero moltiplicati e avrebbero riempito la terra di miliardi di loro simili, dovevano estendere il paradiso fino ai limiti della terra. Quello era il comando di Dio. — Gen. 1:28.
“Dio vide poi tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono”. (Gen. 1:31) Certo fin dall’inizio Adamo fu perfetto sotto ogni aspetto. Fu dotato della facoltà di parlare e di un ricco vocabolario. Fu in grado di dare nomi significativi alle creature viventi che lo circondavano. Ed era capace di sostenere una conversazione sia con Dio che con la moglie.
Per tutte queste ragioni e altre ancora, Adamo aveva l’obbligo di amare e adorare il suo grande Creatore e di ubbidirgli rigorosamente. Inoltre il Legislatore Universale gli aveva spiegato la semplice legge dell’ubbidienza e l’aveva pienamente informato della giusta e ragionevole pena per la disubbidienza: “In quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morrai”. (Gen. 2:16, 17; 3:2, 3) Nonostante questa legge esplicita e la relativa severa pena per la disubbidienza, egli disubbidì.
CONSEGUENZE DEL PECCATO
Eva fu completamente ingannata da Satana il Diavolo, ma non così suo marito. “Adamo non fu ingannato”, dice l’apostolo Paolo. (I Tim. 2:14) Del tutto consapevole, Adamo decise volontariamente e deliberatamente di disubbidire e poi, come un criminale, cercò di nascondersi. Portato in giudizio, invece di manifestare dolore e rincrescimento o di chiedere perdono, Adamo cercò di giustificarsi e di far ricadere la responsabilità su altri, dando persino a Geova la colpa del suo peccato volontario. “La donna che tu desti perché fosse con me, mi ha dato del frutto dell’albero e quindi io l’ho mangiato”. (Gen. 3:7-12) Così Adamo fu scacciato dall’Eden nella terra incolta che venne maledetta onde producesse spine e triboli, e dove avrebbe dovuto sudare per vivere raccogliendo l’amaro frutto del suo peccato. Fuori del giardino, in attesa dell’esecuzione della condanna, Adamo ebbe figli e figlie, solo di tre dei quali conosciamo il nome: Caino, Abele, Set. A tutti i figli Adamo trasmise un’eredità di peccato e morte, poiché egli stesso era peccatore. — Gen. 3:23; 4:1, 2, 25.
Questo fu il tragico inizio che Adamo diede alla razza umana. Il paradiso, la felicità e la vita eterna erano perduti; al loro posto c’erano peccato, sofferenza e morte, frutto della disubbidienza. “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. “La morte regnò da Adamo”. (Rom. 5:12, 14) Ma nella sua sapienza e nel suo amore Geova provvide un “secondo uomo”, “l’ultimo Adamo”, che è il Signore Gesù Cristo. Grazie a questo ubbidiente “Figlio di Dio” per i discendenti del disubbidiente “primo uomo Adamo” fu aperta la via che conduceva al Paradiso e alla vita eterna, perfino alla vita celeste per la chiesa o congregazione di Cristo.
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