Perché il campo di Dio sarà produttivo
1. Quale altra parola greca viene ora considerata, e quante volte è usata nelle Scritture Greche Cristiane?
ORA che abbiamo un più corretto intendimento della parola aión usata dagli scrittori ispirati delle Scritture Greche Cristiane, possiamo distinguere più facilmente tra questa parola e l’altra parola greca che stiamo studiando, cioè kósmos. Questa parola è usata 187 volte dagli scrittori ispirati, principalmente dall’apostolo Giovanni, e in ogni caso la Versione inglese del Re Giacomo la traduce “mondo” tranne che in un caso, cioè in 1 Pietro 3:3, dove kósmos è tradotto “ornamento”. Si può dire la stessa cosa della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane: 186 volte essa rende kósmos con la parola italiana “mondo” e una volta, in 1 Pietro 3:3, “ornamento”. Di qui deriva la parola cosmetico (kosmétikos).
2. Perché l’espressione “nuovo kósmos” non è mai usata nelle Scritture ispirate?
2 È interessante notare che gli scrittori ispirati parlano di nuovi cieli e di una nuova terra e Nuova Gerusalemme, ma non usano mai l’espressione nuovo kósmos. Ne cominciamo a capire la ragione quando comprendiamo che nella Bibbia la parola kósmos è in relazione o viene riferita alla famiglia umana, alla razza dell’umanità, alle persone, e non vi sarà una nuova famiglia umana su questa terra. L’umanità è redenta. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, morì come perfetto sacrificio umano al fine di ricomprare per l’umanità ciò che il perfetto Adamo aveva perduto per noi in Eden col peccato. — 2 Piet. 3:13; Riv. 3:12; 21:1, 2.
3. Com’è ora definito kósmos?
3 Come mostra l’uso che Pietro fa di questa parola in 1 Pietro 3:3, il significato più semplice di kósmos è “disposizione”, e “adornamento, bellezza, ornamento”, perché una cosa ben disposta è bella. In base a ciò, nelle Scritture Greche Cristiane molte volte kósmos significa la disposizione relativa all’umanità nel suo insieme. Così, a volte, gli scrittori ispirati usano kósmos per intendere la struttura dell’ambiente, la disposizione delle cose, in cui l’uomo nasce ed esiste e a cui deve dare una considerazione e un rispetto relativi. La struttura delle cose che circondano l’umanità e influiscono su di essa è stata edificata sulla terra. Ora, notate alcuni usi della parola kósmos in questo secondo senso.
4-6. Qual è il significato di kósmos in Giovanni 16:21; 1 Corinti 14:10, 11 e 1 Giovanni 3:17?
4 Gesù Cristo, prima che cominciassero le sue terribili sofferenze, disse ai suoi fedeli apostoli: “Una donna, quando partorisce, ha dolore, perché la sua ora è arrivata; ma quando ha generato il fanciullino, non ricorda più la tribolazione a causa della gioia che un uomo è nato al mondo [kósmos]”. (Giov. 16:21) Questo non significa principalmente che l’uomo nasca nella famiglia umana, ma significa la struttura delle condizioni umane in cui vivrà da ora in poi il neonato.
5 L’apostolo Paolo, quando consigliò ai cristiani di non usare nelle loro adunanze parole incomprensibili per gli ascoltatori, disse: “Può darsi che vi siano al mondo i suoni di molte specie di parole, eppure nessuna specie è senza significato. Se io non capisco dunque il valore del suono della parola, sarò uno straniero per chi parla, e chi parla sarà uno straniero per me”. (1 Cor. 14:10, 11) Così, in questa struttura o disposizione di cose e circostanze che circonda l’umanità, specialmente ora con 2.796 lingue e dialetti, vi sono i suoni di molte specie di parole oltre ad altre specie di suoni, per esempio quelli degli strumenti musicali. Ma sono tutti comuni all’esperienza umana.
6 Facendo un’illustrazione sulla mancanza d’amore, l’apostolo Giovanni scrisse: “Chi ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in qual modo l’amore di Dio rimane in lui?” (1 Giov. 3:17) Per mostrare amore pratico il cristiano, se ha i mezzi di sostentamento provveduti o resi possibili da questo mondo in cui abitano egli e il suo fratello, dovrebbe condividerli col suo fratello bisognoso.
7. Chi era, secondo quanto disse Gesù, il governante di questa struttura esterna delle cose, e com’è questo confermato in Luca 4:5-8?
7 Gesù Cristo rivelò chi è l’invisibile individuo che domina su questa struttura esterna delle cose che influisce su tutta l’umanità, quando disse poco tempo prima di essere tradito e consegnato ai suoi avversari: “Ora vi è il giudizio di questo mondo; ora il governante di questo mondo sarà cacciato fuori. Non parlerò più molto con voi, perché viene il governante del mondo. Ed egli non ha presa su di me. . . . il governante di questo mondo è stato giudicato”. (Giov. 12:31; 14:30; 16:11) L’invisibile governante di questo mondo non ebbe presa su Gesù alla fine della sua opera terrena come non era riuscito ad aver presa su Gesù quando questi si preparava a cominciare il suo ministero in qualità di Messia o Cristo. A quel tempo Gesù stava per terminare un digiuno di quaranta giorni nel deserto. “E condottolo in alto, gli mostrò in un istante di tempo tutti i regni della terra abitata; e il Diavolo gli disse: ‘Ti darò tutta questa autorità e la loro gloria, perché mi è stata consegnata e la dò a chi desidero. Se perciò fai un atto di adorazione dinanzi a me, sarà tutta tua’”. Perciò Satana il Diavolo dichiarò di essere l’invisibile “governante di questo mondo”, ma Gesù rifiutò di trattare con lui. — Luca 4:5-8.
8. Come Gesù poté vincere il mondo come uomo?
8 Come perfetto uomo nella carne Gesù vinse questo mondo, prima di andarsene. Riguardo alla sua ultima cena pasquale con gli apostoli, leggiamo: “Ora, siccome sapeva prima della festa della pasqua che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre”, Gesù lavò loro i piedi. (Giov. 13:1-5) Più tardi, quella stessa notte, disse loro: “Io sono uscito dal Padre e son venuto nel mondo. Inoltre, lascio il mondo e me ne vado al Padre. . . . Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. (Giov. 16:28, 33) Mediante se stesso illustrò ciò che aveva detto loro in precedenza: “Chi ama la sua anima la distrugge, ma chi odia la sua anima in questo mondo la salvaguarderà per la vita eterna”. (Giov. 12:25) Sacrificando la sua vita o anima umana Gesù si mostrò degno della vita immortale col suo Padre celeste.
9. Qual è una seconda definizione di kósmos, e com’è questo mostrato in Luca 12:29, 30?
9 Si potrebbero commentare altri versetti biblici per illustrare l’uso di kósmos col significato di struttura esterna che circonda tutta l’umanità nella quale l’uomo è venuto mediante la nascita nelle attuali circostanze. (Matt. 16:26; 24:21; Giov. 18:36; Rom. 5:12) Ma passiamo a considerarne l’uso in un altro senso, un uso cristiano che suggerì un’idea la quale dev’essere stata molto strana per i pagani. Questo nuovo uso di kósmos si riferisce all’umanità nel suo insieme, separata dalla congregazione cristiana e in opposizione ad essa. Questo significato lo si comprende dal fatto che Gesù disse ai suoi discepoli di non preoccuparsi delle loro necessità materiali e quindi aggiunse: “Poiché tutte queste son le cose che le nazioni del mondo premurosamente perseguono, ma il Padre vostro sa che avete bisogno di queste cose”. — Luca 12:29, 30.
10. Illustrate con appropriati versetti biblici la seconda definizione della parola kósmos.
10 Facendo un contrasto tra questo mondo e i suoi discepoli, Gesù disse: “Lo spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede né lo conosce. Voi lo conoscete, perché esso rimane con voi ed è in voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete”. (Giov. 14:17, 19) Egli li preavvertì dell’odio del mondo, dicendo: “Se il mondo vi odia, sapete che prima di odiare voi ha odiato me. Se faceste parte del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ora poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo motivo il mondo vi odia”. (Giov. 15:18, 19; 7:7; 1 Giov. 3:13) Nell’ultima preghiera con gli apostoli egli disse a Dio: “Io prego per loro; non prego per il mondo, ma riguardo a quelli che tu mi hai dati; perché son tuoi. Io ho dato loro la tua parola, ma il mondo li ha odiati, perché non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo”. — Giov. 17:9, 14.
11. In che modo Paolo, Giacomo e Giovanni mostrano che kósmos ha il significato datogli nel paragrafo nove?
11 Poiché il mondo era alienato da Dio e ostile al Suo popolo, l’apostolo Paolo scrisse: “Dio riconciliava a sé il mondo mediante Cristo, non annoverando loro i loro falli e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi. Quali sostituti di Cristo noi imploriamo: ‘Siate riconciliati con Dio’”. (2 Cor. 5:19, 20; 7:10) Anche il discepolo Giacomo ci mette in guardia contro le persone alienate da Dio: “La forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre è questa: aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, e mantenersi senza macchia dal mondo”. “Adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. (Giac. 1:27; 4:4) La ragione di questo ci è indicata dall’apostolo Giovanni che dice: “Noi sappiamo d’avere origine da Dio, ma tutto il mondo giace nella potenza del malvagio”. (1 Giov. 5:19) Non dovremmo amarlo. — 1 Giov. 2:15-17.
IL CAMPO DELL’OPERA DI DIO
12. Date la terza definizione di kósmos, e come Giovanni 1:9, 10, 29 addita questa definizione?
12 Un terzo uso della parola greca kósmos è quello che significa solo le persone stesse, tutte le persone come una sola famiglia umana, tutta la specie umana sulla terra, tutte le creature umane, indipendentemente dalla loro condizione morale o condotta di vita, ma solo come persone, come creature di Dio. Da questo punto di vista, Giovanni 1:9, 10 dice: “La vera luce che illumina ogni sorta di uomo stava per venire nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo venne all’esistenza per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto”. Pure da questo punto di vista Giovanni Battista poté additare Gesù Cristo ed esclamare: “Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” — Giov. 1:29; 1 Giov. 2:2.
13. (a) Tenendo a mente questa definizione mentre leggete Giovanni 3:16, 17, spiegate che cosa pensarono di Gesù i Samaritani di Sichar. (b) Di quale mondo Gesù e quindi i suoi discepoli sarebbero stati la luce?
13 Riferendosi alle persone viventi nella presente disposizione, Gesù disse al governante giudeo Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna. Poiché Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. (Giov. 3:16, 17) Così considerarono la cosa i Samaritani della città di Sichar poiché, dopo che Gesù aveva confessato alla Samaritana di essere il Messia o Cristo e dopo che quei Samaritani lo avevano udito parlare, essi dissero: “Sappiamo che quest’uomo è di certo il salvatore del mondo”. Egli era il salvatore non solo dei Giudei, ma anche dei Samaritani e delle altre razze. (Giov. 4:42) In armonia con questo fatto Gesù disse pubblicamente dinanzi ai Giudei: “Io sono la luce del mondo. Chi segue me non camminerà affatto nelle tenebre, ma possederà la luce della vita”. “Finché sono nel mondo, io sono la luce del mondo”. (Giov. 8:12; 9:5) A sua volta, i suoi discepoli dovevano essere la luce del mondo. — Matt. 5:14-16; Filip. 2:15.
14. Che cosa scrisse Pietro riguardo a Gesù quale agnello del sacrificio?
14 Riguardo al sacrificio di Gesù quale agnello, l’apostolo Pietro scrisse: “Foste liberati . . . con sangue prezioso, come quello di un agnello senza difetto e immacolato, quello di Cristo. Veramente, egli fu preconosciuto prima della fondazione [greco, katabolé] del mondo, ma fu reso manifesto alla fine dei tempi per voi”. — 1 Piet. 1:18-20.
15, 16. (a) Quando, in particolar modo, ebbe luogo la “fondazione del mondo”? (b) Come lo mostrò Gesù?
15 Gesù fu reso manifesto come Messia o Cristo negli anni 29-33 (d.C.), “alla fine dei tempi”, non alla “fondazione del mondo”. Per questa ragione la “fondazione del mondo” aveva avuto luogo prima. Quando? Quando Adamo ed Eva erano stati scacciati dal giardino paradisiaco dell’Eden, condannati a morte, o, più particolarmente, quando Adamo ed Eva generarono figli che potevano essere liberati dalla condanna a morte ereditata da Adamo. (Rom. 5:12, 13) Per quanto mostra la Bibbia, Abele fu il primo del mondo dell’umanità ad essere degno di redenzione.
16 Si deve calcolare che la fondazione del mondo (kósmos) avesse inizio allora, com’è indicato da Gesù quando disse ai capi Giudei che volevano ucciderlo: “Siete testimoni delle opere dei vostri antenati e acconsentite ad esse, perché quelli uccisero i profeti ma voi edificate le loro tombe. Per questo motivo la sapienza di Dio ha anche detto: ‘Manderò loro profeti e apostoli, e ne uccideranno e perseguiteranno alcuni, onde il sangue versato da tutti i profeti dalla fondazione del mondo sia ridomandato a questa generazione, dal sangue di Abele al sangue di Zaccaria, ucciso fra l’altare e la casa [tempio]’”. (Luca 11:48-51) In tal modo Gesù indica che si cominciò a versare il sangue di tutti i profeti dalla fondazione del mondo a partire da Abele. Conseguentemente, Abele visse alla “fondazione del mondo”. Da questo mondo dell’umanità Gesù Cristo poté togliere il peccato ereditato, mediante il sacrificio di se stesso quale Agnello di Dio. — Gen. 4:2-11, 25; Matt. 23:35; Ebr. 11:4; 12:24.
17, 18. (a) In che modo Gesù fu “preconosciuto prima della fondazione del mondo”? (b) Come lo rivelò Geova all’umanità, secondo quanto è riportato in Genesi 3:15?
17 In che modo, dunque, il celeste Figlio di Dio, Gesù Cristo, fu “preconosciuto prima della fondazione del mondo”? Per il fatto che Geova Dio preconobbe prima dei giorni di Abele che il suo diletto Figlio sarebbe stato l’Agnello di Dio sacrificato per riscattare il mondo dell’umanità. Prima che i perfetti Adamo ed Eva peccassero nel giardino d’Eden non c’era bisogno che Dio si proponesse di riscattare il mondo dell’umanità con un perfetto sacrificio umano. Ma non appena quella prima coppia umana peccò, Dio lo seppe o l’apprese, perché ora essi si sentivano colpevoli e si nascosero. Dio li indusse a confessare il loro peccato. Immediatamente formulò il proposito di riscattare il mondo dei discendenti di Adamo ed Eva. Egli rivelò questo proposito dicendo al serpente che rappresentava il Tentatore, Satana il Diavolo: “Porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei. Egli ti ferirà la testa e tu gli ferirai il calcagno”. — Gen. 3:15.
18 Con il “seme di lei”, cioè il seme della “donna”, Dio intendeva in particolar modo il suo unigenito Figlio, che divenne Gesù Cristo sulla terra. Parlando della ferita al “calcagno” di questo particolare Figlio Dio intendeva la di lui morte. Con la morte, il Figlio di Dio dimostrò non solo la sua completa integrità, ma servì anche da sacrificio di riscatto come un agnello, per essere “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo [kósmos]”. Perciò, secondo Genesi 3:15, Dio preconobbe Cristo prima di pronunciare la condanna su Eva ed Adamo e di scacciarli dal giardino d’Eden, perché Eva generasse figli con dolori di parto. Ciò avvenne quindi prima della “fondazione del mondo”, cioè del mondo dell’umanità col peccato ereditato ma in condizione di poter essere riscattato mediante il sacrificio della principale Progenie della donna di Dio. Ciò avvenne prima che il fedele Abele offrisse un sacrificio di pecore verso il 3897 a.C. Allora, tanto tempo prima della sua effettiva morte sulla terra, Gesù Cristo fu preconosciuto dall’Iddio e Padre suo. — Gen. 22:1-18; Eso. 12:3-28; 29:38-42.
19, 20. (a) Chi, come dice Paolo, è stato pure scelto con Cristo “prima della fondazione del mondo”? (b) Come fu possibile questo?
19 Usando la medesima espressione greca dell’apostolo Pietro, l’apostolo Paolo scrisse: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti unitamente a Cristo, come egli ci elesse unitamente a lui prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e senza macchia dinanzi a lui nell’amore. Poiché egli ci preordinò all’adozione a sé come figli per mezzo di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà, . . . abbiamo la liberazione per riscatto per mezzo del suo sangue”. — Efes. 1:3-7.
20 Da questo si deve comprendere che, quando Geova Dio parlò della progenie della sua “donna” dicendo che sarebbe stata contro la progenie del serpente, scelse di includere in tale promessa progenie altri 144.000 figli spirituali, che sarebbero divenuti la Sposa del suo principale Figlio. Così Dio scelse i 144.000 in unione con Gesù Cristo “prima della fondazione del mondo”. Perché ciò fosse possibile, Dio preordinò di adottare questi altri 144.000 figli spirituali mediante il suo unigenito Figlio Gesù Cristo, facendo provvedere da Gesù un sacrificio di riscatto per loro tramite il suo sangue sparso. In tal modo questi 144.000 che furono scelti per far parte della progenie della donna in unione con Cristo sarebbero stati liberati dal peccaminoso mondo dell’umanità. Come la progenie del serpente avrebbe compreso molti individui, così la progenie della donna avrebbe compreso molti figli di Dio.
“SCRITTO . . . DALLA FONDAZIONE DEL MONDO”
21. (a) Dite il vero significato di Rivelazione 13:8, e spiegate perché questa dev’essere l’idea del versetto. (b) Quanti nomi compaiono in questo particolare “rotolo della vita”?
21 Rivelazione 13:1-8 raffigura la visibile organizzazione politica del grande Serpente come una bestia selvaggia e dice: “Tutti quelli che dimorano sulla terra l’adoreranno; il nome di nemmeno uno d’essi sta scritto nel rotolo della vita dell’Agnello che fu scannato dalla fondazione del mondo”. Questo non significa che l’Agnello fosse scannato dalla fondazione del mondo, poiché egli fu preconosciuto prima della fondazione del mondo e fu scannato solo nel 33 (d.C.), come mostra Rivelazione 5:6-10. Quindi Rivelazione 13:8 significa che il rotolo della vita apparteneva all’Agnello scannato, e che gli adoratori della bestia selvaggia non furono scritti in questo rotolo della vita e non vi dovevano essere scritti. Dalla “fondazione del mondo” questi adoratori idolatri non erano stati scelti per ricevere la vita immortale nel cielo in unione con il glorificato Agnello di Dio. In questo particolare rotolo della vita fu riservato lo spazio solo per i nomi dei 144.000 che rifiutano di adorare la simbolica bestia selvaggia e la sua immagine. — Riv. 15:2, 3; 20:4; 21:27.
22, 23. (a) Chi possono essere coloro che sono scritti nel “rotolo della vita” o libro di Rivelazione (17:8), e perché? (b) In che modo Cristo si riferì evidentemente a questo in Matteo 25:34?
22 In merito agli adoratori moderni dell’immagine della bestia selvaggia, Rivelazione 17:8 dice: “Quelli che dimorano sulla terra si meraviglieranno con ammirazione, ma i loro nomi non sono stati scritti nel rotolo della vita dalla fondazione del mondo”. Poiché questo versetto non dice che il rotolo è quello “dell’Agnello che fu scannato”, questo rotolo o libro potrebbe essere quello in cui sono elencati i nomi di coloro che erediteranno la vita terrena nel sistema di cose avvenire. A motivo dell’onorevole menzione riservatagli in Ebrei 11:4; 12:24, Abele sarebbe il primo nell’elenco. (Riv. 20:12-15) Abele è una delle “altre pecore” per le quali l’Eccellente Pastore Gesù Cristo cedette la sua anima o depose la sua vita umana. — Giov. 10:14-16.
23 Abele vivrà perciò nel reame terreno del regno di Dio, e così riceverà sulla terra le benedizioni del regno della Progenie della “donna” di Dio. (Gen. 3:15) Ivi egli riceverà la vita insieme alla classe di persone mansuete che oggi fanno del bene ai fratelli spirituali di Cristo, il rimanente della Progenie della donna di Dio. (Riv. 12:1, 2, 5, 6, 17) Questo privilegio evidentemente è ciò a cui si riferì Gesù Cristo nella sua parabola delle pecore e dei capri ora in via di adempimento. In tale parabola egli dice alle pecore radunate alla sua destra: “Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione [greco, katabolé] del mondo”. — Matt. 25:34.
24. Che cosa significa da parte di Gesù l’uso della parola greca katabolé in Matteo 25:34 invece della parola themélios, cioè “fondamento”?
24 In questo versetto, per la parola “fondazione” Gesù usò una parola (katabolé) greca diversa dalla parola (themélios) greca applicata a lui quale “fondamento” della congregazione cristiana. (1 Cor. 3:10-12; Efes. 2:20-22) E questo è giusto, perché le due parole greche non si riferiscono alla stessa cosa, e la posa di Gesù Cristo come “fondamento” nella Sion celeste non è lo stesso come la “fondazione” del mondo, e non avvengono nello stesso tempo o nella stessa data. (Isa. 28:16; 1 Piet. 2:5, 6) La posa di Gesù Cristo come fondamento in Sion ha avuto luogo migliaia d’anni dopo la “fondazione del mondo”. Dalla Sua dichiarazione in Genesi 3:15 concernente la Progenie della sua donna, Dio cominciò a fare i preparativi per il suo regno messianico, per la benedizione di tutte le “altre pecore”. Così la loro benedizione nel reame terrestre del Regno fu preparata “dalla fondazione del mondo”.
“NUOVI CIELI E NUOVA TERRA”
25, 26. Che cosa mostra Pietro che esisteva prima del diluvio dei giorni di Noè, suscitando quale appropriata domanda?
25 La benedizione di tutte le “altre pecore” sotto il regno di Dio avrà luogo nel tempo dei promessi “nuovi cieli e nuova terra”. Prima di menzionarli l’apostolo Pietro scrive: “Dio . . . non si trattenne dal punire il mondo [kósmos] antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi”. (2 Piet. 2:4, 5) Più avanti Pietro descrive la condizione esistente prima di quel diluvio quando scrive: “Nei tempi antichi vi erano i cieli, e la terra era solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio; e mediante tali mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. — 2 Piet. 3:5, 6.
26 Si noti che Pietro menziona tre cose che furono coinvolte in quel diluvio: (1) “nei tempi antichi vi erano i cieli”, (2) “la terra era solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua”, e (3) “il mondo di quel tempo”. Furono tutti distrutti, o che cosa lo fu?
27. Che cosa non fu distrutto dal Diluvio, ma quale cambiamento recò il Diluvio nella terra?
27 La terra non fu distrutta; essa è ancora “solidamente fuori dell’acqua”. Comunque, essa non è “nel mezzo dell’acqua”. Come mai? Perché l’acqua in mezzo alla quale era allora cadde su di essa dai cieli, ma non dalle nubi. Fino al seicentesimo anno della vita di Noè, ‘i cieli nei tempi antichi’ erano diversi o avevano una caratteristica diversa da ciò che hanno ora i cieli o lo spazio interplanetario. Essi avevano un anello acqueo sospeso in alto sopra la terra e contenente miliardi di tonnellate d’acqua. Secondo Genesi 1:6-8, la parola di comando di Dio aveva messo nei cieli quell’anello acqueo. Esso copriva la terra come una volta, così che la terra stava “nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio”. Nel novembre del seicentesimo anno di Noè, la parola di Dio fece scendere sulla terra quell’anello acqueo che la circondava, da cui essa era venuta in origine. Così questa caratteristica dei cieli scomparve, ma i cieli stessi, col sole, la luna e le stelle, rimasero. (Gen. 1:14-19; 6:5–8:7) Che cosa fu dunque distrutto?
28. (a) Chi fu distrutto dal Diluvio, com’è mostrato dalle parole di Pietro in 2 Pietro 3:6? (b) Chi non fu incluso nella distruzione?
28 Furono distrutte le persone che erano fuori dell’arca di Noè. Ad esse si riferisce 2 Pietro 3:6, quando dice che “il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. Esse costituivano il “mondo antico”, e, come dice 2 Pietro 2:5, Dio le punì “quando portò il diluvio su un mondo di empi”. Era il mondo dell’umanità alienata da Dio a causa della sua corruzione e violenza, separato e staccato da Noè e dalle altre sette anime umane che erano con lui nell’arca. Naturalmente, a quei giorni vi erano i Nefilim sulla terra. Essi erano l’ibrida progenie del matrimonio degli angeli disubbidienti, i figli di Dio, con le belle figlie degli uomini. (Gen. 6:1-4) Benché possano essere stati dotati di vitalità sovrumana, i Nefilim erano carne e, naturalmente, furono distrutti nel Diluvio. Le loro madri, le mogli degli angelici figli di Dio del cielo materializzati, erano carne e anch’esse perirono nel Diluvio; ma i loro padri sfuggirono al Diluvio smaterializzando i loro corpi umani e tornando nell’invisibile reame spirituale. — 1 Piet. 3:19, 20; 2 Piet. 2:4; Giuda 6.
29. Riassumete ciò che fu distrutto e ciò che non fu distrutto.
29 Delle tre cose che Pietro menziona, non furono i cieli letterali e la terra letterale ad essere distrutti; fu l’antico mondo umano, “un mondo di empi”, “il mondo di quel tempo”, ad essere distrutto dalla superficie della terra.
30. Chi sarà distrutto ad Armaghedon, e chi sarà preservato?
30 Tutta l’umanità alienata da Dio o “gli empi” furono distrutti, ma la famiglia umana non fu spazzata via. Quindi oggi vi è una moderna società di creature umane di questo tempo. È altrettanto empia. Ha avuto origine da Adamo ed Eva, e sarà distrutta nell’imminente battaglia universale di Armaghedon. (Riv. 1:14, 16) Ma la famiglia umana sopravvivrà sulla terra, poiché, come Noè e i sette che erano con lui nell’arca, le “altre pecore” del nostro tempo saranno preservate durante questa battaglia e vedranno il tempo dei “nuovi cieli e nuova terra”. (Matt. 24:36-39) Così la vita umana esisterà per sempre sulla terra.
31. Perché, evidentemente, Pietro smette di usare la parola kósmos nei suoi scritti in relazione con i cieli e la terra, e che cosa concludiamo che significhi l’espressione “terra”?
31 Nel resto della sua lettera, in relazione con “i cieli e la terra che sono ora” e i “nuovi cieli e nuova terra”, l’apostolo Pietro non usa di nuovo la parola kósmos o mondo, cioè le persone sulla terra. Questo evidentemente avviene perché ora Pietro usa le espressioni “cieli” e “terra” in senso figurativo o simbolico, non applicandole ai cieli e alla terra letterale. Che dire dunque delle persone, cioè di tutte le persone empie, alienate da Geova Dio? Devono essere comprese nell’espressione “terra”, poiché spesso l’espressione “terra” significa coloro che abitano la terra. — Gen. 11:1; Sal. 97:1; Ger. 22:29.
32. Logicamente, dunque, che cos’altro diviene simbolico negli scritti di Pietro?
32 Conformemente, il mezzo usato per distruggere gli attuali cieli e terra simbolici diviene pure simbolico, cioè il fuoco. Così i cieli e la terra letterali non saranno distrutti quando si adempirà 2 Pietro 3:7, 10: “Mediante la stessa parola i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi. . . . il giorno di Geova verrà come un ladro, in cui i cieli passeranno con rumore sibilante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno scoperte”. L’ardente tempo di afflizione distruggerà l’invisibile dominio di Satana il Diavolo sopra l’umanità e sulla società terrena di empi. Ma i cristiani che sono riconciliati con Dio sopravvivranno.
33. Che cosa sono i nuovi cieli e la nuova terra?
33 Quindi Pietro continua dicendo: “Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. (2 Piet. 3:13) I nuovi cieli, essendo simbolici, saranno il messianico regno di Geova che governerà dal reame invisibile. La nuova terra sarà costituita dalle “altre pecore” organizzate per le quali l’Eccellente Pastore Gesù Cristo depose la sua vita umana. In questa nuova società terrena sarà coltivata e dimorerà la giustizia, affinché nella terra letterale regni ovunque la giustizia in mezzo a condizioni paradisiache.
34. Qual è dunque il campo di lavoro di Dio, e che cosa dovrebbero sentirsi obbligati a fare tutti i cristiani?
34 Questo glorioso messaggio influisce o ha effetto su tutta l’umanità. È volontà di Dio mediante Cristo che questa buona notizia sia recata in tutta la terra abitata prima che i cieli e la terra che sono ora vengano distrutti, insieme a tutti gli empi. (Matt. 24:14) Tutto il mondo dell’umanità è oggi il campo di lavoro e di attività di Dio, come mai prima. Quali cristiani dedicati interamente a fare la sua volontà, siamo obbligati ad essere suoi collaboratori in questa importantissima opera di salvezza. Comprendendo l’immeritata benignità che ci ha mostrata, avanzeremo con determinazione “operando insieme a lui”. In tal modo gli mostreremo amorevolmente di non essere venuti meno allo scopo di tutta la sua immeritata benignità mostrataci mediante Gesù Cristo. — 1 Cor. 3:9; 2 Cor. 5:19 fino a 6:1.
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Ornamento (kósmos)
Nato al mondo (kósmos)
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Abele, primo del mondo (kósmos) dell’umanità ad essere degno di redenzione
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Mondo (kósmos) di empi distrutto dall’acqua