Vittoria della donna di Dio sulla sua antica nemica
“Non rallegrarti, mia nemica, su di me, poiché, se sono caduta, risorgo; poiché, se giaccio nelle tenebre, Jahve è la mia luce”. — Mich. 7:8, Ga.
1. Quali due donne sono nemiche da lungo tempo, e quali domande suscita questa inimicizia?
PER quattromiladuecento anni la donna di Dio e la sua antica nemica sono state l’una di fronte all’altra. Nella maggior parte di questo tempo è parso che l’antica nemica avesse la meglio sulla donna di Dio. Qual è oggi la posizione di queste due donne l’una rispetto all’altra? Quando finirà la loro inimicizia? E come? Finirà forse con un compromesso e l’accordo di coesistere su una base amichevole, o finirà con la distruzione dell’una e l’eterna vittoria dell’altra? Questo non è un semplice litigio fra due donne che riguardi solo loro e il cui esito abbia poca importanza per il resto di noi. Il risultato interessa noi tutti. Credetelo o no, siamo tutti implicati con una di queste donne o con l’altra. Dobbiamo sapere quali sono i nostri rapporti con esse, e subito! Ma come possiamo saperlo?
2. (a) Dove possiamo cercare informazioni su tale situazione? (b) Chi uscirà vittoriosa, e con quale risultato per l’umanità?
2 Vi è un libro che contiene informazioni su tutta la loro situazione. Qual è questo libro? È il libro che ci dice come vennero all’esistenza le donne e come la donna divenne madre di noi tutti. Esso contiene più consigli ragionevoli ed equilibrati circa le donne di qualsiasi altro libro della terra. È la Sacra Bibbia. Dal primo libro, Genesi, all’ultimo libro, Rivelazione o Apocalisse, essa narra sin dall’inizio la storia di questo caso di inimicizia femminile e ce ne fa conoscere gli aspetti più salienti fino al suo grandioso culmine nella brillante vittoria della donna di Dio sull’antica nemica. Così possiamo sapere in anticipo se vinceremo con l’una o perderemo con l’altra. La sconfitta insieme alla nemica spazzerà via il nostro eterno futuro. La vittoria insieme alla donna di Dio ci assicurerà la vita senza fine nella suprema felicità nella famiglia universale di Dio, il Grande Padre.
3. (a) Si può ora riconoscere la nemica? (b) Che cosa non dobbiamo intendere con l’espressione “donna di Dio”?
3 Chi è tale nemica? Questo è stato per lungo tempo un mistero, ma ora può essere riconosciuta. E chi è la donna di Dio? L’espressione “donna di Dio” si applica forse a una donna nello stesso modo in cui gli antichi profeti come Mosè, Elia ed Eliseo e anche il sorvegliante cristiano Timoteo furono chiamati “uomo di Dio”? No, perché questa particolare donna è di Dio nel senso che è Sua moglie. Ma da quando è sposato Dio nel cielo? Chi è sua moglie? È essa una dea che dobbiamo adorare? Queste domande meritano una risposta. Comunque, non dobbiamo anzitutto pensare alla donna o moglie di Dio dal punto di vista delle mitologie religiose delle nazioni del mondo che ci parlano dei vari dèi e delle loro mogli e dee. Il Libro di Dio, la Sacra Bibbia, ci presenta Sua moglie come qualcosa del tutto diversa.
4. In quali circostanze e con quali espressioni Dio menzionò per la prima volta all’uomo la sua donna?
4 Proprio al principio della storia dell’umanità Dio menzionò la sua donna o moglie. Ciò avvenne nel giardino paradisiaco di Eden. La prima coppia umana, Adamo ed Eva, aveva appena peccato dietro istigazione del bugiardo serpente. Dio, il Padre celeste, esaminò i suoi disubbidienti figlio e figlia terreni. Essi ammisero con lui che avevano infranto la legge divina. L’inizio del loro peccato venne dal bugiardo serpente, ma non dal semplice serpente del suolo, piuttosto dall’intelligente persona invisibile che si celava dietro il serpente. Adattando il suo linguaggio al serpente letterale, Dio disse a questo invisibile Bugiardo, Calunniatore e Oppositore di Dio: “Striscerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei. Egli ti ferirà la testa e tu gli ferirai il calcagno”. (Gen. 3:14, 15) Chi è la donna menzionata?
5, 6. (a) Perché Eva non poteva supporre di essere la donna? (b) Come cominciò a manifestarsi ad Eva l’esistenza della donna celeste?
5 La donna carnale Eva avrà pensato di essere la donna. Ma dopo aver peccato contro l’Iddio e Padre suo poteva ancora essere una “donna di Dio”? Essa fu sin dal principio moglie di Adamo e mai moglie di Dio.
6 Eva non si rendeva conto che esisteva un’altra donna, poiché questa donna le era invisibile. Essa era celeste, non terrena o carnale come Eva. La prova dell’esistenza di quest’altra donna cominciò a manifestarsi ad Eva quando ella e suo marito furono scacciati dal giardino d’Eden e improvvisamente, dal reame invisibile, apparvero come guardie all’ingresso del giardino persone che ella non aveva mai visto prima. Come avvenne questo? Fu per un miracolo di Dio. Genesi 3:24 (Ga) dice: “Cacciò l’uomo e, a oriente del giardino dell’Eden, fece dimorare i Cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via dell’albero della vita”. Questi cherubini erano rappresentanti della celeste donna di Dio. Secondo il racconto conservato in tutta la Bibbia, questa “donna” dimostrò di essere la madre della Progenie che schiaccia effettivamente la testa del grande Serpente invisibile.
7, 8. Chi ci presenta la moglie di Geova, e mediante che cosa?
7 Non siamo noi ad attribuire a Dio una moglie celeste. Egli stesso ci parla per primo del suo stato coniugale e di sua moglie, presentandoci, per così dire, la moglie. Egli fece questo nell’ottavo secolo avanti Cristo, mediante il suo profeta Isaia. Subito dopo aver predetto le sofferenze di Cristo quale Agnello di Dio e quindi la sua glorificazione, il profeta Isaia continua rivolgendosi alla donna di Dio e dice:
8 “Esulta, o sterile che non hai partorito, giubila, esulta e tripudia, tu che non hai provato le doglie, perché i figli della derelitta sono più numerosi dei figli della maritata, dice Jahve. Poiché tuo sposo è il tuo Creatore, ‘Jahve degli eserciti’ è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato ‘Dio di tutta la terra’. Sì, come una donna abbandonata e afflitta ti ha chiamato Jahve. E come la moglie ripudiata della gioventù dice il tuo Dio. Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata, ecco io pongo sulla malachite le tue pietre e sugli zaffiri le tue fondamenta. Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di carbonchi, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose. Tutti i tuoi figli saranno discepoli di Jahve, grande sarà la prosperità dei tuoi figli”. — Isa. 54:1, 5, 6, 11-13, Ga.
9. Quale applicazione fece Gesù Cristo, citando la profezia di Isaia?
9 Gesù Cristo, l’Agnello di Dio, citò questa profezia di Isaia e disse che tutti questi figli della donna di Dio sarebbero andati a lui, il Figlio di Dio. Ai Giudei di Capernaum che aveva cibato in modo miracoloso con pane e pesce, Gesù disse: “Io sono il pane che è sceso dal cielo; . . . Nessun uomo può venire a me se il Padre, che mi ha mandato, non lo attira; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. È scritto nei Profeti: ‘Ed essi saranno tutti ammaestrati da Geova’. Chiunque ha udito gli insegnamenti del Padre e ha imparato viene a me”. — Giov. 6:24, 25, 41-45.
10. Che cosa è usato nella profezia di Isaia per simboleggiare la donna di Dio, e, con tale simbolo, che cosa subisce?
10 Le parole di Dio alla sua donna, riportate nella profezia d’Isaia, parlano di porre le sue pietre con malachite, e le sue fondamenta con zaffiri, e di fare la sua merlatura di rubini, le sue porte di carbonchi e la sua cinta di belle pietre. Da questo è chiaro che la donna di Dio è simboleggiata da una città. Mentre è simboleggiata da questa città essa è afflitta, percossa dal turbine e sconsolata e senza figli o cittadini, e dev’essere ricomprata per appartenere di nuovo al suo Dio, Geova. Tenete conto che queste parole non sono rivolte alla nazione d’Israele, come lo sono le parole della profezia di Geremia (3:14, 20; 31:32), che parla anche di un marito. Piuttosto, le parole di Dio pronunciate dal profeta Isaia sono rivolte a una città liberata da una condizione simile a quella di una vedova senza figli, la quale diviene piena di figli o cittadini che Geova Dio stesso ammaestra perché egli è suo marito.
11. Che cos’è una “città”, e quali ulteriori domande sono suscitate?
11 Una città è un’organizzazione, e quindi la donna di Dio non è una persona con qualità femminili ma un’organizzazione di persone, che sono tutte ‘ben unite insieme’. (Sal. 122:3, Na) Dov’è, dunque, quest’organizzazione? È forse sulla terra, come lo era la nazione dell’Israele naturale ai giorni di Isaia e Geremia?
RICONOSCIUTA LA DONNA DI DIO
12, 13. Paragonando una città a una donna, come esclude Paolo che la Gerusalemme terrena sia la donna di Dio?
12 La scritta Parola di Dio, la Sacra Bibbia, ci dice dove si trova la sua organizzazione simile a una moglie. L’apostolo cristiano Paolo cita la suddetta profezia di Isaia e mostra che non è sulla terra sotto forma di nazione dell’Israele naturale, la nazione giudaica che oggi ha la sua capitale a Gerusalemme, nella parte nuova della città, mentre la nazione musulmana della Giordania ha la parte vecchia. Si noti che l’apostolo Paolo paragona una città a una donna ed esclude che la Gerusalemme terrena sia la donna di Dio. Prendendo come esempio Sara, moglie del patriarca ebreo Abraamo e la sua servitrice egiziana chiamata Agar, Paolo scrive ai cristiani spirituali:
13 “Abraamo ebbe due figli, uno dalla servitrice e uno dalla donna libera; ma quello della servitrice fu effettivamente generato secondo la carne [per mezzo di Agar che era ancora abbastanza giovane da concepire figli], l’altro [figlio] della donna libera secondo la promessa. Queste cose sono come un dramma simbolico; poiché queste donne significano due patti, quello del monte Sinai, che genera figli per la schiavitù, e che è Agar. Ora questa Agar significa il Sinai, un monte dell’Arabia, e corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di sopra è libera [com’era Sara], ed essa è nostra madre. Poiché è scritto [in Isaia 54:1]: ‘Rallegrati, o donna sterile che non partorisci; prorompi e grida, donna che non hai doglie di parto; poiché i figli della donna desolata son più numerosi di quelli di colei che ha marito’. Ora noi, fratelli, siamo figli appartenenti alla promessa, come lo fu Isacco [il figlio di Sara]. Ma come allora quello generato secondo la carne perseguitava quello generato secondo lo spirito, così anche ora. Tuttavia, che cosa dice la Scrittura? ‘Caccia la servitrice e il suo figlio, poiché il figlio della servitrice non sarà affatto erede col figlio della donna libera’. Per cui, fratelli, noi siamo figli non della servitrice, ma della donna libera [la Gerusalemme di sopra]”. — Gal. 4:22-31; Gen. 21:1-10.
14, 15. In che modo una seconda testimonianza identifica la moglie di Geova?
14 Questo indica che la donna di Dio, o moglie di Geova, è l’organizzazione celeste chiamata dalle Scritture “Gerusalemme di sopra”. Nell’ispirata lettera ai cristiani ebrei ci viene data una duplice testimonianza di ciò. Riferendosi prima al monte Sinai in Arabia, monte su cui vennero dati i Dieci Comandamenti del patto della legge di Dio con la nazione d’Israele e che fu raffigurato dalla servitrice Agar, Ebrei 12:18-28 dice, in parte:
15 “Voi non vi siete accostati [al monte] che può toccarsi e che è stato acceso con fuoco, né a un’oscura nube né a fitte tenebre né a tempesta, . . . Ma vi siete accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli, e a Dio giudice di tutti, e alle vite spirituali dei giusti che sono stati resi perfetti, e a Gesù mediatore di un nuovo patto, e al sangue di aspersione, che parla in modo migliore del sangue di Abele. . . . Allora la sua voce scosse la terra, ma ora egli ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta scuoterò non solo la terra ma anche il cielo’. Ora l’espressione ‘ancora una volta’ significa la rimozione delle cose scosse come di cose fatte, onde le cose non scosse rimangano. Per cui, visto che riceveremo un regno che non può esser scosso, continuiamo ad avere immeritata benignità, per mezzo della quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio”.
16. (a) Quali espressioni di Ebrei 12:18-28 attestano che la donna di Dio è un’organizzazione celeste? (b) Che cosa significò riguardo alla sua donna e alla Progenie di lei la sentenza di Geova pronunciata su Satana?
16 Ivi la Gerusalemme di sopra è chiamata la ‘città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’. Essa è la donna o moglie di Dio. Essa è l’organizzazione celeste costituita dalle “miriadi di angeli, in generale assemblea”. Questa organizzazione di santi angeli era presente con Geova Dio nel cielo quando egli pronunciò la sentenza sul grande Serpente nel giardino d’Eden quasi seimila anni fa. Perciò quando Geova parlò di mettere inimicizia tra il Serpente e la “donna” e disse che la progenie della donna avrebbe schiacciato la testa del Serpente, la donna o moglie di Geova era con lui nel cielo. Essa era la “donna” che avrebbe provveduto la Progenie che doveva compiere questa azione. Perché compisse questo atto vittorioso essa provvide direttamente l’unigenito Figlio di Dio, che divenne Gesù Cristo sulla terra e che disse: “Io sono il pane che è sceso dal cielo”.
17. (a) Quando e come Gesù divenne il primogenito figlio spirituale della Gerusalemme celeste? (b) Quando divenne maturo come figlio?
17 Il primo passo in questa direzione fu la nascita di Gesù nell’anno 2 a.C. Ma la Gerusalemme celeste lo generò effettivamente come suo primogenito Figlio spirituale trent’anni dopo, nel 29 d.C. In quell’anno Gesù fu battezzato nell’acqua, e il suo Padre celeste sparse su di lui il suo spirito santo e annunciò di averlo generato come Figlio spirituale dicendo: “Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato”. Tre anni e mezzo dopo la Gerusalemme celeste lo generò veramente come suo maturo Figlio spirituale quando Dio guarì la ferita inflitta al calcagno dal grande Serpente e destò Gesù Cristo dai morti per la vita spirituale nel cielo. Allora la Gerusalemme celeste lo ricevette in mezzo alla sua organizzazione di angelici figli nel cielo, ma come il Principale di essi, nella posizione di Arcangelo. — Matt. 3:13-17; 27:27 fino a 28:10; 1 Piet. 3:18, 19.
18. In che modo la Gerusalemme celeste poté allora rallegrarsi, come si era rallegrata Sara?
18 Per questo meraviglioso avvenimento la Gerusalemme celeste aveva una buona ragione per essere felice e gridare ad alta voce. La sua sterilità calcolata dal tempo della promessa di una Progenie fattale nel giardino d’Eden era terminata con la perfetta nascita del suo Figlio più glorioso. Essa si rallegrò, come si era rallegrata l’anziana Sara alla nascita del suo figlio unico Isacco.
19. Quali altri figli doveva avere la Gerusalemme celeste?
19 Comunque, l’apostolo Paolo disse al suoi fratelli cristiani: “Ora noi, fratelli, siamo figli appartenenti alla promessa, come lo fu Isacco. Per cui, fratelli, noi siamo figli della donna libera”. (Gal. 4:27, 28, 31) Questo rivela che la Gerusalemme celeste doveva avere altri figli per l’adempimento della promessa di Geova in Genesi 3:15 circa la Progenie della donna.
20. Quando cominciarono a essere generati questi altri figli spirituali, dando alla donna di Geova maggiore ragione di esultare?
20 Eppure, come predisse Isaia 54:1, essa doveva avere altri figli spirituali in numero maggiore dei figli della servitrice simbolica che, sotto forma della nazione dell’Israele naturale, era stata unita per un po’ di tempo a Geova Dio. Questi altri figli spirituali, secondo la promessa di Genesi 3:15, cominciarono a essere generati il giorno di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù Cristo, quando lo spirito santo fu sparso su centoventi fedeli discepoli di Gesù che attendevano a Gerusalemme. (Atti 2:1-39) Ivi Geova li generò col suo spirito. Con questo la donna di Geova, la Gerusalemme celeste, sterile da tanto tempo, aveva ancora maggiore ragione di essere felice ed esultare. Oggi, nel 1964, un rimanente di questa progenie spirituale è ancora sulla terra, ed attende la sua completa nascita nei cieli.
LA NEMICA
21. (a) Da quando la donna di Dio fu simboleggiata dalla Gerusalemme terrena? (b) Quando comparve la nemica?
21 Chi è dunque l’altra donna, la nemica della Gerusalemme celeste? E quando la donna di Dio affrontò per la prima volta la sua nemica? Da quando il re Davide prese la cittadella di Gerusalemme e ne fece la sua capitale nell’undicesimo secolo avanti Cristo, la donna era stata simboleggiata dalla Gerusalemme terrena. Infatti, venne chiamata col nome di questa città terrena. (2 Sam. 5:1-9) La Gerusalemme terrena aveva origine dalla città di Salem, dove il re Melchisedec era “sacerdote di Dio l’Altissimo” ai giorni del patriarca Abraamo nel dodicesimo secolo avanti Cristo. (Gen. 14:17-20) Ma, naturalmente, la donna di Dio, la Gerusalemme celeste, esisteva prima di ciò. Ai giorni dell’antica Salem la nemica esisteva già, e il patriarca Abraamo si spostava in parte del reame su cui essa dominava. Circa duecent’anni prima della nascita di Abraamo apparve la nemica.
22. (a) Come avvenne che la nemica fu chiamata col nome dell’antica città di Babilonia? (b) Che cosa indica che la nemica è qualcosa di più grande della città letterale?
22 Secondo l’ultimo libro della Bibbia la nemica venne chiamata col nome di una città terrena. Il suo nome misterioso, Babilonia la Grande, fa pensare alla città di Babilonia costruita nel ventitreesimo secolo avanti Cristo sulle rive dell’Eufrate nel paese di Sennaar. Questa città divenne simbolo di Babilonia la Grande. Comunque, il fatto che sia chiamata la Grande indica che la nemica è qualcosa di più grande della città letterale di Babilonia sull’Eufrate. La nemica esiste anche oggi, benché da oltre mille anni l’antica Babilonia giaccia in rovina. (Riv. 14:8; 17:5) È vero che Babilonia la Grande deriva dall’antica Babilonia, ma essa è più grande, ha una vita di maggiore durata ed esercita nel mondo più potere dell’antica Città delle Meraviglie.
23. Chi costruì Babilonia, e qual era lo scopo dei costruttori della città?
23 Nel secolo che seguì il diluvio universale dei giorni di Noè fu costruita la città sulla riva del fiume, non da questo uomo devoto ma da un suo pronipote, un ambizioso e ribelle discendente che si chiamava Nimrod. La sua città è la prima menzionata dalla Bibbia dopo il Diluvio, e divenne il principio del regno di Nimrod. (Gen. 10:8-12) Fu costruita per ostacolare l’adempimento della volontà di Dio riguardo alla terra come dimora dell’uomo. Divenne la sede della falsa religione, e questo è indicato dal fatto che i costruttori della città cominciarono ad erigere “una torre, la cui sommità sia in cielo”. Questo progetto fu ideato e attuato per suscitare un nome, non all’Iddio di Noè, ma ai costruttori della città, particolarmente al suo re Nimrod, che fu chiamato “Nimrod potente cacciatore in opposizione a Geova”.
24. Come fu mostrata la disapprovazione di Geova per questo progetto, e quale confusione ne seguì?
24 Geova Dio e la sua donna nel cielo non si compiacquero di questo progetto. Egli non poteva benedire la città. Così, per mostrare la sua disapprovazione e frustrare il progetto, egli confuse la lingua dei costruttori. Incapaci di capirsi e di lavorare insieme, i costruttori si sparsero secondo i loro gruppi linguistici, lasciando nella città solo una minoranza di persone sotto Nimrod. Poiché in questo centro religioso la loro lingua fu confusa e poiché nella città per un po’ di tempo vi fu confusione, essa venne chiamata Confusione. Questo è il significato del nome Babele in ebraico, la lingua parlata da Noè e dal suo fedele figlio Sem. Nella prima traduzione greca delle Scritture Ebraiche il nome è Babilonia. — Gen. 11:1-10.
25. (a) Che cosa portarono con sé i dispersi costruttori della città? (b) Di conseguenza, quando e come Babilonia la Grande apparve come nemica?
25 Il re Nimrod stabilì un impero in piccole proporzioni, comprendente otto città, e con Babele o Babilonia come capitale. Naturalmente, in tale impero prevalse la sua falsa religione che era in opposizione a Geova. Ma la falsa religione di Babilonia si diffuse ulteriormente. I costruttori la cui lingua era stata confusa e che perciò dovettero spargersi in luoghi lontani portarono con sé la religione di Babilonia ma, naturalmente, nelle loro nuove lingue. Le loro idee religiose rimasero le stesse ma furono espresse in lingue diverse. Quale fu il risultato? Fu stabilito un impero della falsa religione con la religione di Babilonia quale base comune, con un’organizzazione varia e complessa, ma le cui dottrine e pratiche religiose erano essenzialmente quelle dell’originale Babilonia. E così Babilonia la Grande fece la sua comparsa sulla scena del combattimento. La donna di Dio, la Gerusalemme o Sion celeste, si trovò così faccia a faccia con la nemica, l’impero mondiale della falsa religione basato sulla religione dell’antica Babilonia.
26. Chi domina l’impero mondiale della religione babilonica?
26 Il grande Serpente, il bugiardo Satana il Diavolo, era responsabile della costruzione di Babilonia e della sua torre religiosa e della sua falsa religione. Egli era in effetti l’invisibile dio di Babilonia e della sua falsa religione. Egli divenne ciò che le Sacre Scritture chiamano “l’iddio di questo sistema di cose”. (2 Cor. 4:4) Egli domina sull’impero mondiale della religione babilonica.
27. (a) Qual è la religione della donna di Dio? (b) Chi praticò la sua religione sulla terra, e perché essi subirono opposizione religiosa?
27 Contrariamente a ciò, la religione della donna di Dio, la Gerusalemme celeste, è l’adorazione del solo, vivente e vero Dio, Geova, suo marito. La sua religione ha incontrato grande opposizione sulla terra. Dopo il Diluvio ebbe inizio la lotta delle religioni. La Gerusalemme celeste, la donna di Dio, non fu danneggiata direttamente dall’opposizione religiosa sulla terra. Ma essa aveva alcuni che praticavano la sua religione sulla terra, come Noè, Sem e il patriarca Abraamo, discendente di Sem. Questi uomini devoti e le loro famiglie furono danneggiati direttamente dall’opposizione religiosa di Babilonia la Grande. Ciò che questa nemica fece contro Noè, Sem, Abraamo e i suoi discendenti timorati di Dio era come se fosse fatto alla donna di Dio. Questo era vero specialmente perché da questa linea di uomini fedeli doveva venire la Progenie della donna di Dio.
28. Da quale linea di discendenza nacque Abraamo, e che cosa gli promise Geova?
28 La benedizione che Noè elargì a suo figlio Sem rese certo che la Progenie della donna secondo i vincoli terreni e umani sarebbe venuta mediante Sem anziché mediante Iafet e Cam. (Gen. 9:24-27) Durante la vita di Sem, Geova Dio chiamò il suo discendente Abraamo fuori delle vicinanze di Babilonia nel paese di Sennaar. Quando invitò Abraamo ad andarsene, Geova gli disse: “Io farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome, che diverrà una benedizione. . . . In te si diranno benedette tutte le tribù della terra!” E quando Abraamo arrivò nella Terra promessa centinaia di chilometri a ovest di Babilonia, Geova gli disse: “Alla tua discendenza io darò questa terra”.
29. (a) In che modo Geova rese certo che la promessa Progenie sarebbe venuta da Abraamo e Isacco? (b) Perché dunque Babilonia la Grande era contro i discendenti di Abraamo?
29 Quando, oltre trent’anni dopo, Abraamo ubbidì a Geova e stava per offrire in sacrificio umano il suo diletto figlio Isacco, l’angelo di Geova fermò Abraamo e disse: “Io ti benedirò con ogni benedizione e moltiplicherò assai la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sulla spiaggia del mare; la tua discendenza si impadronirà della porta dei suoi nemici. Saranno benedette, per la tua discendenza, tutte le nazioni della terra, in premio del fatto che tu hai ubbidito alla mia voce”. (Gen. 12:1-3, 7; 22:1-18, Ga) Questo rese certo che la promessa Progenie della donna di Dio sarebbe venuta mediante Abraamo e suo figlio Isacco come canale terreno. Quando tale Progenie fosse giunta al potere, avrebbe significato una ferita per il grande Serpente, Satana il Diavolo, l’iddio di Babilonia la Grande. Per questa ragione essa, come nemica della donna di Dio, era contro questa Progenie e la linea di discendenza da cui doveva venire la Progenie.
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Abraamo manda via Agar, la servitrice, e suo figlio Ismaele