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IahAusiliario per capire la Bibbia
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mentre la forma abbreviata compare per la prima volta solo nella descrizione di avvenimenti posteriori all’Esodo. (Eso. 15:2) Il monosillabo Iah si ricollega di solito ai più profondi sentimenti di lode, cantici, preghiere e suppliche, e in genere ricorre quando si parla della gioia per una vittoria o un’avvenuta liberazione, o si riconosce la possente mano e la potenza di Dio.
Gli esempi di quest’uso particolare sono numerosi. L’espressione “Lodate Iah!” ricorre come dossologia, cioè come espressione di lode a Dio, nei salmi, a partire dal Salmo 104:35. In alcuni salmi ricorre solo all’inizio (111, 112), in altri nel corso del salmo (135:3), in altri solo alla fine (104, 105, 115-117), ma spesso sia all’inizio che alla fine (106, 113, 135, 146-150). Nel libro di Rivelazione alcuni personaggi celesti sottolineano ripetutamente la loro lode a Geova con tale espressione. — Riv. 19:1-6.
Anche negli altri casi “Iah” ricorre quando Geova viene esaltato in cantici e suppliche. Un esempio è il cantico di Mosè. (Eso. 15:2) In Isaia maggiore effetto si ottiene unendo i due nomi “Iah Geova”. (Isa. 12:2; 26:4) E in altri versetti ancora Iah ricorre come forma poetica. (Sal. 68:4, 18; 77:11; 89:8; 122:4; 135:4; Cant. 8:6) Ezechia, nell’esultare per la miracolosa guarigione avuta in punto di morte, espresse poeticamente i suoi elevati sentimenti con la ripetizione di Iah. (Isa. 38:9, 11) Viene fatto un paragone fra i morti, che non possono lodare Iah, e quelli che sono decisi a vivere una vita di lode a Lui. (Sal. 115:17, 18; 118:17-19) Altri salmi ancora esprimono devota riconoscenza per la liberazione, protezione o correzione avuta. — Sal. 94:12; 118:5, 14.
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IairoAusiliario per capire la Bibbia
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Iairo
(Iàiro) [gr. Iàeiros, dall’ebr. Ya’ìr, egli illuminerà o desterà].
Presidente della sinagoga (probabilmente di Capernaum) la cui figlia unica fu risuscitata da Gesù. — Matt. 9:18; Mar. 5:22; Luca 8:41, 42.
Quando, verso la fine del 31 o l’inizio del 32 E.V., la figlia dodicenne di Iairo si ammalò così gravemente che si temeva morisse, il padre andò a cercare Gesù, cadde ai suoi piedi e lo implorò di venire a sanarla prima che fosse troppo tardi. Mentre accompagnava Gesù verso casa sua, Iairo dovette senz’altro essere molto incoraggiato assistendo alla guarigione di una donna soggetta da dodici anni a una perdita di sangue. Ma che dolore ricevere dai messaggeri la notizia che la figlioletta era già morta! Tuttavia Gesù esortò Iairo a non temere, ma ad avere fede. Passando in mezzo a coloro che facevano rumorosamente cordoglio, i quali schernivano sprezzanti avendo sentito Gesù dire che la fanciulla dormiva soltanto, Iairo, sua moglie e tre apostoli entrarono in casa insieme a Gesù che le ridiede la vita. Come ci si poteva aspettare, Iairo e sua moglie erano ‘fuori di sé per la grande estasi’. — Mar. 5:21-43; Matt. 9:18-26; Luca 8:41-56.
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IambreAusiliario per capire la Bibbia
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Iambre
(Iàmbre) [forse, colui che si oppone o si ribella].
Oppositore di Mosè, presumibilmente uno dei maghi egiziani della corte del faraone. — II Tim. 3:8; Eso. 7:11; vedi IANNE.
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IanneAusiliario per capire la Bibbia
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Ianne
(Iànne) [forse, colui che svia o seduce].
Oppositore di Mosè a cui Paolo paragona gli apostati che si oppongono alla verità. (II Tim. 3:8, 9) Ianne e Iambre, la cui ‘follia fu chiarissima a tutti’, non sono identificati per nome nelle Scritture Ebraiche, ma in genere si conviene che fossero due personaggi preminenti della corte del faraone, forse sacerdoti che praticavano la magia, i quali si opposero più volte a Mosè e Aaronne. (Eso. 7:11, 12, 22; 8:17-19; 9:11) Il peso della tradizione che conferma questa opinione supera di gran lunga quella contraria. Fonti non cristiane come Numenio, Plinio il Vecchio, Apuleio, uno scritto rinvenuto a Qumran, il Targum di Jonathan e diversi scritti apocrifi menzionano tutti uno o entrambi questi uomini.
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Iashar, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Iashar, libro di
Vedi LIBRO.
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IavanAusiliario per capire la Bibbia
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Iavan
(Iàvan).
Quarto nell’elenco dei figli di Iafet e padre di Elisa, Tarsis, Chittim e Dodanim (o Rodanim). Questi discendenti postdiluviani di Noè sono inclusi fra coloro che popolarono le “isole delle nazioni”, espressione questa che può riferirsi anche alle regioni marittime o costiere e non solo a isole vere e proprie. (Gen. 10:2, 4, 5; I Cron. 1:5, 7) L’evidenza storica indica che i discendenti di Iavan e dei suoi quattro figli si stabilirono nelle isole e nelle regioni costiere del Mediterraneo da Cipro (Chittim) forse fino alla Spagna a O.
Iavan (ebr. Yawàn) è identificato col progenitore degli antichi ioni, chiamati da alcuni “la tribù capostipite dei greci”. (Keil-Delitzsch, Il Pentateuco, Vol. I, p. 163) Il nome Iàones viene usato dal poeta Omero (almeno del VII secolo a.E.V.) a proposito degli antichi greci e, a partire dall’epoca di Sargon II (VII secolo a.E.V.), il nome Iavanu compare anche in iscrizioni assire. Lo stesso imperatore persiano Dario li menziona (come Iauna), e il nome ricorre in una forma simile in antichi documenti egiziani riguardanti gli ioni.
In seguito il nome Ionia finì per indicare solo l’Attica (la regione intorno ad Atene), la costa O dell’Asia Minore (corrispondente alla costa delle province della Lidia e della Caria), e le vicine isole dell’Egeo. “Ionio” si chiama tuttora il mare fra la Grecia e l’Italia meridionale. Questo nome è evidentemente di origine molto antica; ciò conferma l’ipotesi che questa forma del nome Iavan un tempo si applicasse alla Grecia continentale come in seguito si applicò alla regione più limitata chiamata Ionia.
Dopo Genesi, i discendenti di Iavan sono menzionati di nuovo verso la fine del IX secolo a.E.V. dal profeta Gioele. Il profeta rimprovera a tiri, sidoni e filistei di aver venduto schiavi i figli di Giuda e di Gerusalemme ai “figli dei Greci” (lett. “figli di Iavan”). (Gioe. 3:4-6) Isaia, nell’VIII secolo a.E.V., predice che alcuni ebrei scampati all’espressione dell’ira di Dio si sarebbero recati in molti paesi, fra cui “Iavan”, per proclamarvi la gloria di Geova. — Isa. 66:19.
Alla fine del VII e all’inizio del VI secolo a.E.V. “Iavan, Tubal e Mesec [queste ultime località situate evidentemente nell’Asia Minore orientale o più a N]” fornivano al ricco centro commerciale di Tiro schiavi e oggetti di rame. (Ezec. 27:13) Il versetto 19 della stessa profezia menziona di nuovo Iavan, ma il fatto che gli altri luoghi menzionati nel contesto si trovano in Siria, Palestina e Arabia ha indotto alcuni a ritenere che si tratti di un errore di copiatura. Invece di leggere “e Iavan da Uzal”, la Settanta greca rende Iavan “vino”, quindi: “e vino. Da Asel [Uzal] . . . ”. (LXX, Thompson-Muses) La Concordata dice: “e vino di Uzzal”. Altri avanzano tuttavia l’ipotesi che Iavan in questo caso possa essere una colonia greca in Arabia o che si tratti del nome di una tribù o di un villaggio arabo.
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