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EliseoAusiliario per capire la Bibbia
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Durante il regno di Ioas re d’Israele Eliseo muore di morte naturale. Mentre è sul letto di morte, si profilano di nuovo difficoltà per Israele da parte della Siria. Il re Ioas rivolge a Eliseo un’apparente richiesta di aiuto militare contro i siri con queste parole: “Padre mio, padre mio, carro da guerra d’Israele e suoi cavalieri!” Su richiesta di Eliseo, Ioas colpisce la terra con le frecce. Ma poiché lo fa senza vero zelo, solo tre volte, Eliseo gli dice che gli saranno concesse solo tre vittorie sulla Siria. E così avviene. — II Re 13:14-19, 25.
OPERA COMPIUTA
Grazie allo spirito di Dio operante su di lui, Eliseo fino a questo punto aveva compiuto quindici miracoli. Ma anche dopo la sua morte è impiegato da Geova per un sedicesimo miracolo. Eliseo era stato fedele fino alla morte, approvato da Dio. La Bibbia riferisce che dopo la sepoltura di Eliseo un altro uomo stava per essere sepolto quando una banda di predoni moabiti spaventò i becchini che gettarono l’uomo nella tomba di Eliseo e fuggirono. Non appena toccò le ossa di Eliseo, il defunto tornò in vita e si alzò in piedi. — II Re 13:20, 21.
In Luca 4:27 Gesù dice che Eliseo era un profeta, e senza dubbio si allude a lui insieme a Elia in Ebrei 11:35, poiché entrambi compirono delle risurrezioni. Elia aveva iniziato la sua opera profetica in un tempo in cui Israele era sprofondato nell’adorazione di Baal e ci voleva un ministero vigoroso. Egli compì una grande opera facendo tornare il cuore di molti a Geova. Eliseo prese il posto lasciato vacante da Elia, e anche se il suo ministero fu più pacifico, egli si adoperò affinché l’opera iniziata da Elia fosse completata, e visse abbastanza da vederla compiuta. Come Elia manifestò grande zelo per il nome e la vera adorazione di Geova. Fu paziente, amorevole e benigno, eppure fu anche molto fermo quando era implicato il nome di Geova, e non esitò a manifestare il giudizio di Dio contro i malvagi. Si guadagnò un posto in mezzo al “così gran nuvolo di testimoni” menzionato in Ebrei 12:1.
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EliuAusiliario per capire la Bibbia
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Eliu
(Elìu) [Dio è egli].
“Figlio di Barachel il Buzita della famiglia di Ram”. Essendo discendente di Buz, Eliu era evidentemente lontano parente di Abraamo. (Giob. 32:1, 2, 6; Gen. 22:20, 21) Probabilmente Eliu aveva ascoltato con molta attenzione la discussione fra Giobbe e i suoi tre presunti confortatori. Ma, per rispetto verso la loro età, era rimasto in silenzio finché tutti non ebbero finito di parlare. Anche se critici moderni l’hanno definito troppo loquace, dicendo che i suoi discorsi erano verbosi, le parole di Eliu non erano parole di un giovane impertinente. Egli si rendeva perfettamente conto che la saggezza non era prerogativa solo delle persone anziane, ma che solo lo spirito di Dio rende veramente saggi. Eliu perciò confidò esclusivamente nello spirito di Dio e così poté capire che Giobbe non si era reso conto che la rivendicazione di Geova Dio è ben più importante della rivendicazione di qualsiasi uomo, e che i tre amici di Giobbe avevano in effetti definito Dio malvagio. — Giob. 32:2-9, 18.
Eliu era imparziale, non rivolgeva a nessuno titoli adulatori. Riconosceva di essere fatto di argilla, come Giobbe, e che l’Onnipotente era il suo Creatore. Eliu non aveva intenzione di spaventare Giobbe, ma gli parlava come a un vero amico, chiamandolo per nome, cosa che Elifaz, Bildad e Zofar non avevano fatto. — Giob. 32:21, 22; 33:6.
Eliu esaltò in ogni modo la posizione del vero Dio: l’Onnipotente è giusto, ricompensa ciascuno secondo la sua condotta. Giudica senza parzialità e si rende pienamente conto della condotta seguita dagli uomini. Dio ode il grido degli afflitti. È un Insegnante che rende gli uomini più saggi degli animali inferiori. Solo ciò che non è veritiero Dio non ode, e perciò Eliu incoraggia Giobbe ad attendere. Inoltre Eliu assicura Giobbe che Dio era con lui e non avrebbe conservato in vita i malvagi; quelli che Lo servono invece “finiranno i loro giorni in ciò che è buono”. (Giob. 36:11) Poi viene consigliato a Giobbe di magnificare l’attività di Dio, il grande Provveditore, che dà cibo in abbondanza. Eliu richiama all’attenzione di Giobbe le grandi cose che Dio fa e come domina le forze della natura, incoraggiando Giobbe a mostrarsi “attento alle meravigliose opere di Dio”. (37:14) Eliu conclude con nobili parole, dicendo a proposito dell’Onnipotente: “Egli è esaltato in potenza, e non sminuirà il diritto e l’abbondanza di giustizia. Perciò lo temano gli uomini”. — 37:23, 24; capp. 34-37.
Solo grazie allo spirito di Dio fu possibile a Eliu valutare le cose in modo corretto e pronunciare le parole che si adempirono su Giobbe quando fu ristabilito: “Non lo far scendere nella fossa! Ho trovato un riscatto! La sua carne divenga più fresca che nella giovinezza; torni ai giorni del suo vigore giovanile”. — Giob. 33:24, 25.
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ElmoAusiliario per capire la Bibbia
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Elmo
Vedi ARMI, ARMATURA.
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ElohimAusiliario per capire la Bibbia
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Elohim
(Elohìm) [ebr. ’elohìm (dèi), plurale di ’elòah (dio)].
Questo termine ebraico è di derivazione incerta, ma generalmente si ritiene derivi da una radice che significa “essere forte”. ’Elohìm è il plurale di ’elòah, a volte in senso numerico (Gen. 31:30, 32; 35:2), ma più spesso come plurale di maestà, dignità o eccellenza. ’Elohìm è riferito nelle Scritture a Geova stesso, ad angeli, a dèi idolatrici (singolare e plurale) e anche a uomini. — Gen. 1:1; Sal. 8:5, NW, nota in calce; Giud. 16:23; Eso. 20:23; Sal. 82:6.
GEOVA
Quando si riferisce a Geova, il termine ’Elohìm è usato per indicarne la maestà, dignità o eccellenza. Nel Salmo 7:9 ricorre con un aggettivo al singolare: ’Elohìm tsaddìq, “giusto Dio”. A questo proposito la grammatica ebraica di Gesenius-Kautzsch (Hebräische Grammatik, 28ª edizione, Lipsia, 1909) alle pagine 416 e 417, paragrafo “g”, dice: “Il pluralis excellentiae o maiestatis, come si è notato sopra, è propriamente una specie di plurale astratto, poiché riassume le diverse caratteristiche di un’idea, oltre ad avere il significato secondario di un’intensificazione dell’idea originale (è dunque strettamente affine ai plurali enfatici, . . . che si trovano principalmente in poesia); quindi in special modo Elohìm Divinità, Dio (da distinguere dal plurale numerico dèi, Es 12, 12, segg.). L’ipotesi che Elohìm si debba considerare un semplice avanzo di precedenti idee politeistiche (vale a dire un plurale in origine semplicemente numerico) è a dir poco altamente improbabile, e, inoltre, non spiegherebbe i plurali analoghi. . . . Che la lingua abbia quasi interamente scartato l’idea della pluralità numerica di Elohìm (ogni qual volta si riferisca a un solo Dio) è dimostrato in particolare dal fatto che è quasi invariabilmente unito a un attributo al singolare . . . , per esempio, Elohìm tsaddìq, Sl 7, 10 [7:9, NM], segg. Quindi Elohìm può esser stato usato in origine non solo con valore numerico, ma anche astratto (corrispondente al termine latino numen, e al nostro divinità), e, come altri nomi astratti simili, esser stato trasferito al concreto dio singolo (anche dai pagani)”.
The International Standard Bible Encyclopaedia (Vol. II, p. 1265) osserva: “È caratteristica dell’ebr. che estensione, grandezza e dignità, come pure effettiva molteplicità, si esprimano col pl. Non è dunque ragionevole supporre che la pluralità della forma indichi un primitivo politeismo semitico. Al contrario, l’ebr. storico è indubbiamente e invariabilmente monoteistico”. In Deuteronomio 6:4 Mosè scriveva: “Geova nostro Dio è un solo Geova”.
Riferito a Geova, il titolo ’Elohìm richiama l’attenzione su di lui quale Creatore. Ricorre trentacinque volte nella storia della creazione, e ogni volta il verbo che descrive quello che egli disse o fece è al singolare. (Gen. 1:1–2:4) In Lui risiede la somma e la sostanza di forze infinite.
ANGELI
Nel Salmo 8:4, 5, anche gli angeli sono chiamati ’elohìm, com’è confermato dalla citazione che ne fa Paolo in Ebrei 2:6-8. Sono chiamati benèh ha-’Elohìm, “figli di Dio”, “figli del vero Dio” (NM) in Genesi 6:2, 4 e Giobbe 1:6; 2:1. La già citata grammatica ebraica di Gesenius (p. 437, par. 2) dice a proposito di questa frase che “propriamente non significa figli di dèi, ma esseri della categoria degli ’elohìm”. Il Lexicon in Veteris Testamenti Libros, di Koehler e Baumgartner (ed. 1953), pagina 134, dice: “(singoli) esseri divini, dèi”. E a pagina 51: “i (singoli) dèi Genesi 6:2; Giobbe 1:6; 2:1; 38:7”. Perciò nel Salmo 8:5 il termine è reso “angeli”, LXX; “quelli simili a Dio”, NM.
ALTRI
Il termine ’elohìm è usato anche a proposito di dèi idolatrici. A volte questa forma plurale significa semplicemente “dèi”. (Eso. 12:12; 20:23) Altre volte è un plurale di maestà e si riferisce a un unico dio (o dea); questi dèi non erano delle trinità. (I Sam. 5:7b [Dagon]; I Re 11:5 [“dea” Astoret]; Dan. 1:2b [Marduk]) Tenuto conto di ciò, l’uso del plurale ’Elohìm riferito a Geova non può essere citato a sostegno della dottrina della trinità. Inoltre, quando i trinitari, contrari al politeismo, sostengono che ’Elohìm riferito al vero Dio stia per il plurale “dèi”, diventano essi stessi politeisti, in contrasto con la definizione della loro dottrina trinitaria secondo la quale ci sono tre persone in un solo Dio e non tre dèi.
Nel Salmo 82:1, 6, ’elohìm si riferisce a uomini, giudici umani di Israele. Gesù citava questo Salmo in Giovanni 10:34, 35. Poiché gli uomini non sono per natura spirito ma carne, in che senso possono essere dèi? In quanto rappresentanti e portavoce di Geova. A Mosè fu detto che doveva ‘essere come Dio’ (ebr. ’Elohìm; LXX, gr. ho Theòs) per Aaronne e per Faraone. — Eso. 4:16; vedi anche Esodo 7:1.
Molte volte nelle Scritture ’Elohìm si trova anche preceduto dall’articolo determinativo ha. La prima volta in Genesi 5:22, 24, dove una nota in calce della Traduzione del Nuovo Mondo (ed. inglese 1953) dice: “L’uso dell’articolo qui è voluto, senza dubbio a motivo della tendenza alla falsa adorazione manifestatasi poco prima in Genesi 4:26”. A proposito dell’uso dell’articolo, la già citata grammatica ebraica di Gesenius dice (p. 423): “L’articolo è, generalmente parlando, usato per determinare un sostantivo ogni qual volta sia richiesto . . . ; quindi: . . .(d) Quando termini che si riferiscono a intere classi sono limitati (semplicemente dall’uso) a particolari individui . . .”. Ha-’Elohìm, tradotto “l’unico vero Dio”, è quindi portato ad esempio di ciò, insieme allo stesso uso fatto in altri casi, per esempio, “l’avversario”, a indicare l’oppositore di Dio per antonomasia, Satana; come pure “il [primo] uomo”, Adamo. Perciò la Traduzione del Nuovo Mondo rende ha-’Elohìm “il [vero] Dio”.
Anche la forma singolare ’Elòah è usata a proposito di Geova (Deut. 32:15) e di altri dèi. (Abac. 1:11) ’Elòah ricorre quarantun volte in Giobbe su un totale di cinquantasette volte nelle Scritture Ebraiche. Il termine corrispondente a ’Elohìm in aramaico è ’Elahìn che ricorre tredici volte nella parte aramaica di Daniele, a partire da Daniele 2:47.
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ElotAusiliario per capire la Bibbia
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Elot
Vedi ELAT, ELOT.
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ElulAusiliario per capire la Bibbia
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Elul
(Elùl).
Nome dato dopo l’esilio al sesto mese lunare del calendario sacro ebraico, dodicesimo mese del calendario secolare, corrispondente a parte di agosto e di settembre. Nel mese di elul Neemia portò a termine dopo cinquantadue giorni la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Perciò i lavori dovevano essere iniziati verso il 4 ab. Neemia aveva ricevuto il permesso di tornare a Gerusalemme da Susa (Susan) in primavera, nel mese di nisan. I successivi mesi di iyyar (ziv), sivan e tammuz gli consentirono di compiere il lungo viaggio, e di riposarsi tre giorni a Gerusalemme prima di cominciare la sua ispezione notturna delle mura. — Nee. 2:1, 11-15; 6:15; confronta Esdra 7:9.
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EmimAusiliario per capire la Bibbia
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Emim
(emìm) [creature spaventose].
Tribù o popolazione che dimorava a E del Mar Morto. Sono descritti come un popolo grande, numeroso e di alta statura “come gli Anachim”. (Deut. 2:10) Questo paragone con i figli di Anac indica che gli emim erano violenti e di statura gigantesca, infatti Mosè disse a Israele: “Tu stesso hai udito dire: ‘Chi può stare fermo davanti ai figli di Anac?’” — Deut. 9:2.
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EmmanueleAusiliario per capire la Bibbia
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Emmanuele
(Emmanuèle) [ebr. ‘Immànu’el, con noi è Dio].
Nome menzionato la prima volta dal profeta Isaia (7:14; 8:8) durante il regno di Acaz (761–745 a.E.V.). In Matteo 1:23, l’unica altra volta che ricorre, Emmanuele è un nome o titolo attribuito a Cristo il Messia.
Date le circostanze in cui fu pronunciata la profezia, i commentatori biblici hanno cercato un “Emmanuele” ai giorni di Isaia, che servisse allora come segno che ‘Dio era con loro’. Nell’VIII secolo a.E.V. Peca e Rezin, rispettivamente re d’Israele e di Siria, intendevano abbattere Acaz re di Giuda, per dare il suo trono al figlio di Tabeel. (Isa. 7:1-6) Geova si ricordava però del patto del regno fatto con Davide, antenato di Acaz, e mandò il suo profeta con questo rassicurante messaggio:
“Ascoltate, o casa di David. . . . Il Signore [Geova, NM; NW, e nota in calce] stesso darà a voi un segno: ecco la giovane concepirà e partorirà un figlio e lo chiamerà Immanuel. Crema e miele mangerà, finché avrà discernimento da aborrire il male e scegliere il bene. Prima che sappia il ragazzo aborrire il male e scegliere il bene sarà abbandonata la terra che tu disprezzi a causa dei suoi due re”. — Isa. 7:13-16, ATE.
Dopo aver parlato della nascita del secondo figlio di Isaia, la profezia descrive come sarebbe stata eliminata ogni minaccia contro Giuda. Simili a un’incontenibile inondazione gli assiri avrebbero travolto completamente la Siria e il regno settentrionale d’Israele, senza fermarsi finché non si fossero pericolosamente estesi sul paese di Giuda, fino ‘a riempire il tuo paese, o Emmanuele!’ Poi, con
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