Cronologia
Il termine italiano “cronologia” deriva dal greco khronologìa (da khrònos, tempo, e lègein, dire o parlare), cioè “discorso sul tempo”. La cronologia permette di porre gli avvenimenti in successione o relazione ordinata e di attribuire date corrette a particolari avvenimenti.
Geova è “l’Antico dei Giorni” e l’Iddio d’Eternità. (Dan. 7:9; Sal. 90:2; 93:2) Che sia un accurato Tempista è evidente non solo dalla mirabile precisione manifesta nei movimenti dei corpi stellari, ma anche dalla divina documentazione dei suoi atti. In adempimento delle sue promesse o profezie ha fatto accadere avvenimenti nell’esatto tempo predetto, sia che l’intervallo di tempo fosse di un solo giorno (Eso. 9:5, 6), un anno (Gen. 17:21; 18:14; 21:1, 2; II Re 4:16, 17), decenni (Num. 14:34; II Cron. 36:20-23; Dan. 9:2), secoli (Gen. 12:4, 7; 15:13-16; Eso. 12:40, 41; Gal. 3:17), o millenni. (Luca 21:24) Possiamo esser certi che i suoi propositi per il futuro saranno senz’altro attuati nel tempo prestabilito, proprio nel giorno e nell’ora designata. — Abac. 2:3; Matt. 24:36.
Dio si è proposto che l’uomo, fatto a immagine e somiglianza del Creatore (Gen. 1:26), misurasse il corso del tempo. La Bibbia afferma fin dall’inizio che i “luminari nella distesa dei cieli” dovevano servire per fare “una divisione fra il giorno e la notte: . . . come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni”. (Gen. 1:14, 15; Sal. 104:19) (Come queste divisioni siano state osservate sin dall’inizio della storia umana è trattato nelle voci ANNO; CALENDARIO; GIORNO; LUNA; SETTIMANA). Dall’epoca di Adamo fino ad ora l’uomo ha sempre calcolato e registrato periodi di tempo. — Gen. 5:1, 3-5.
ERE
Una cronologia accurata richiede che sia stabilito un punto nel corso del tempo da cui contare avanti o indietro le unità di tempo (come ore, giorni, mesi, anni). Quel punto di partenza poteva essere semplicemente il levar del sole (per misurare le ore del giorno), o il novilunio (per misurare i giorni di un mese), o l’inizio della stagione primaverile (per misurare il giro di un anno). Per calcolare periodi più lunghi, gli uomini sono ricorsi a una particolare “era”, usando qualche avvenimento notevole come punto di partenza da cui misurare periodi di molti anni. Infatti nelle nazioni della cristianità quando uno dice che ‘oggi è il 1º aprile 1982 E.V. (Era Volgare)’, vuol dire che ‘oggi è il primo giorno del quarto mese del millenovecentottantaduesimo anno a partire da quella che secondo alcuni è la data della nascita di Gesù’.
Nella storia secolare una divisione del genere è entrata nell’uso piuttosto tardi. L’era greca, presumibilmente il primo caso secolare di tale calcolo cronologico, fu adottata solo verso il IV secolo a.E.V. (avanti l’Era Volgare). I greci dividevano il tempo in “olimpiadi”, periodi di quattro anni fra un’Olimpiade e l’altra, a partire dalla prima che si calcola ebbe luogo nel 776 a.E.V. Inoltre spesso identificavano determinati anni in relazione al periodo in cui era in carica un particolare personaggio. I romani infine stabilirono un’era, contando gli anni dalla data tradizionale della fondazione di Roma (753 a.E.V.). Inoltre indicavano determinati anni in base ai nomi dei due consoli in carica quell’anno. Solo verso il VI secolo E.V. un monaco di nome Dionigi il Piccolo introdusse la datazione ora generalmente nota come “era cristiana” o “era volgare”. I popoli maomettani (islamici) contano gli anni dall’egira (fuga di Maometto dalla Mecca nel 622 E.V.). Non risulta che antichi egizi, assiri e babilonesi usassero un sistema del genere per considerevoli periodi di tempo.
In quanto alla Bibbia, non è espressamente stabilito il punto di partenza da cui datare poi tutti gli avvenimenti. Ciò di per sé non significa che non esistesse un sistema per dare agli avvenimenti passati la loro precisa e corretta collocazione nel corso del tempo. Il fatto che gli scrittori biblici, nel riferire avvenimenti particolari, potevano citare cifre precise relative a periodi di diversi secoli dimostra che presso il popolo d’Israele o i suoi antenati non mancava l’interesse per la cronologia. Infatti Mosè poté scrivere che “avvenne alla fine dei quattrocentotrent’anni [a partire in questo caso da quando Abraamo era giunto nel paese di Canaan e Dio aveva stabilito il suo patto con lui], in quel medesimo giorno, pure avvenne che tutti gli eserciti di Geova uscirono dal paese d’Egitto”. (Eso. 12:41; vedi ESODO; confronta Galati 3:16, 17). Inoltre in I Re 6:1 si legge che nel “quattrocentottantesimo anno dopo l’uscita dei figli d’Israele dal paese d’Egitto” il re Salomone cominciò a costruire il tempio di Gerusalemme. Eppure né l’istituzione del patto abraamico né l’esodo furono comunemente usati come il punto di partenza di un’era nel datare altri avvenimenti.
Non ci si deve dunque aspettare che nella Bibbia la cronologia segua esattamente i sistemi moderni secondo i quali tutti gli avvenimenti sono datati matematicamente in relazione a un unico punto fisso nel passato, come l’inizio dell’era volgare. Più spesso gli avvenimenti erano collocati nel corso del tempo un po’ come si fa naturalmente nella vita d’ogni giorno. Proprio come oggi si potrebbe stabilire un avvenimento dicendo che è avvenuto “l’anno dopo la siccità”, o “cinque anni dopo la seconda guerra mondiale”, così gli scrittori biblici mettevano gli avvenimenti descritti in relazione ad altri più o meno contemporanei.
Per alcuni aspetti cronologici non si può giungere a una conclusione precisa, perché non sempre conosciamo con sicurezza il punto da cui partiva lo scrittore biblico. Inoltre nel trattare un certo periodo storico uno scrittore poteva ricorrere a più di un punto di partenza per datare gli avvenimenti. Questi punti di partenza diversi non indicano che lo scrittore fosse vago o confuso; non possiamo giudicare i suoi metodi solo in base alla nostra opinione sul modo corretto di datare gli avvenimenti basato su procedimenti moderni. E anche se in alcuni dei casi più difficili può trattarsi di errori dei copisti, non è saggio presumerlo senza una valida prova come per esempio varianti in antiche copie manoscritte delle Scritture. L’evidenza già disponibile dimostra in modo convincente la notevole precisione e cura che distingueva la copiatura dei libri biblici e ha contribuito alla preservazione della loro intrinseca integrità.
CRONOLOGIA BIBLICA E STORIA SECOLARE
Spesso ci si è preoccupati di “mettere in armonia” o “conciliare” il racconto biblico con la cronologia contenuta in antichi documenti secolari. Poiché verità è ciò che è conforme ai fatti o alla realtà, tale coordinamento sarebbe senz’altro importante se gli antichi documenti secolari potessero risultare inequivocabilmente esatti e costantemente fidati, un modello di accuratezza in base al quale giudicare. Dato che la cronologia biblica è stata così spesso ritenuta dai critici inferiore a quella delle nazioni pagane, vale la pena di esaminare alcuni antichi documenti di nazioni e popoli la cui vita e attività hanno relazione e si collegano a personaggi e avvenimenti descritti nella Bibbia.
La Bibbia è un libro storico, e primeggia fra gli scritti antichi. La storia degli antichi egizi, assiri, babilonesi, medi, persiani e altri è in gran parte frammentaria, i loro primordi oscuri o ovviamente mitici. Infatti l’antico documento noto come “Elenco dei re sumeri” comincia così: “Quando la regalità discese dal cielo, risiedette a Eridu. A Eridu era re Alulim, egli regnò 28.800 anni. Alalgar regnò 36.000 anni. I due re regnarono 64.800 anni. . . . A Badtibira Enmenlu–Anna regnò 43.200 anni, Enmengal–Anna regnò 28.800 anni, il dio Dumuzi, il pastore, regnò 36.000 anni. Tre re regnarono 108.000 anni”.
Ciò che si sa da fonti secolari di queste antiche nazioni è stato faticosamente ricostruito da informazioni frammentarie desunte da monumenti e tavolette o dagli scritti più tardi dei cosiddetti storiografi “classici” dell’epoca greca e romana. Gli archeologi hanno scoperto decine di migliaia di tavolette d’argilla con iscrizioni cuneiformi assiro–babilonesi, e anche numerosissimi rotoli papiracei egiziani, in gran parte testi religiosi o documenti commerciali relativi a contratti, atti di vendita, documenti legali e simili. Gli scritti storici delle nazioni pagane, di numero considerevolmente limitato, preservati in forma di tavolette, cilindri, stele o lapidi, consistono in gran parte di materiale che glorifica gli imperatori e decanta le loro campagne militari in termini epici.
La Bibbia offre invece un quadro insolitamente coerente e particolareggiato di circa quattromila anni di storia umana, descrivendo con notevole continuità non solo gli avvenimenti dagli inizi dell’uomo fino al governatorato di Neemia nel V secolo a.E.V., ma fornendo anche informazioni generali sul periodo che va da Neemia all’epoca di Gesù e degli apostoli, grazie alla profezia (storia scritta in anticipo) di Daniele capitolo 11. La Bibbia presenta in modo vivace e aderente alla realtà la storia della nazione d’Israele dalla sua nascita in poi, descrivendone con candore la forza e le debolezze, i successi e gli insuccessi, la giusta adorazione e la falsa adorazione, le benedizioni, i giudizi avversi e le calamità. Anche se quest’onestà non assicura da sola una cronologia accurata, offre una solida base per aver fiducia nell’integrità degli scrittori biblici e nella loro sincera preoccupazione di scrivere la verità.
Documenti dettagliati erano chiaramente disponibili ai cronisti biblici, come agli scrittori di I e II Re e I e II Cronache. Questo è evidente dalle estese genealogie che furono in grado di compilare, relative a molte centinaia di nomi; e anche la coerente e concreta presentazione dei regni di ciascun re di Giuda e d’Israele, in cui vengono considerati i rapporti che avevano con altre nazioni e fra loro. Storici moderni sono ancora incerti sull’esatta collocazione di certi re assiri e babilonesi, anche delle ultime dinastie. Ma non esiste nessuna incertezza circa la successione dei re di Giuda e d’Israele.
Ci sono riferimenti al “libro delle Guerre di Geova” (Num. 21:14, 15), al “libro dei fatti dei giorni dei re d’Israele” (I Re 14:19; II Re 15:31), al “libro dei fatti dei giorni dei re di Giuda” (I Re 15:23; II Re 24:5), al “libro dei fatti di Salomone” (I Re 11:41), e anche quattordici riferimenti o più a simili annali o documenti ufficiali citati da Esdra e Neemia. Questo indica che i dati forniti non si basavano su semplici ricordi o tradizioni orali, ma erano il risultato di attente ricerche ed erano ben documentati. Gli storici biblici citano anche documenti ufficiali di altre nazioni, dato che parti della Bibbia sono state scritte in paesi diversi dalla Palestina, fra cui Egitto, Babilonia e Persia.
Un fattore che senza dubbio ha facilitato il calcolo accurato del passare degli anni, almeno finché gli israeliti osservarono la legge mosaica, era l’osservanza degli anni sabatici e giubilari, che permetteva di dividere il tempo in periodi di sette e di cinquant’anni. — Lev. 25:2-5, 8-16, 25-31.
Quello che distingue in particolare la Bibbia dagli scritti contemporanei delle nazioni pagane è il senso non solo del passato e del presente, ma anche del futuro, che si trova nelle sue pagine. (Dan. 2:28; 7:22; 8:18, 19; Mar. 1:15; Riv. 22:10) L’elemento profetico ha reso l’accuratezza cronologica una questione molto più importante per gli israeliti che per qualsiasi altra nazione, perché le profezie spesso riguardavano particolari periodi di tempo. Essendo il Libro di Dio, la Bibbia ne sottolinea la puntualità nell’adempiere la sua parola (Ezec. 12:27, 28; Gal. 4:4) e menziona accurate profezie a riprova della sua Divinità. — Isa. 41:21-26; 48:3-7.
È vero che alcuni documenti non biblici sono di parecchi secoli più antichi delle più antiche copie manoscritte della Bibbia scoperte finora. Scolpite nella pietra o incise nell’argilla, le antiche iscrizioni pagane possono sembrare molto ragguardevoli, ma questo non ne assicura la correttezza e non esclude che contengano falsità. Non solo il materiale, ma lo scrittore, il suo scopo, il rispetto per la verità, la devozione ai giusti princìpi, questi sono i fattori importanti che offrono una solida base per avere fiducia nella cronologia come in altri aspetti. In questi documenti secolari la qualità molto scadente del contenuto rispetto a quello della Bibbia ha molto maggior peso della loro grande antichità. Poiché la Bibbia evidentemente fu scritta su materiale deteriorabile, come papiro e velino, il continuo uso e l’effetto deleterio delle condizioni climatiche di gran parte della Palestina (ben diverse dal clima straordinariamente secco dell’Egitto) può spiegare l’attuale assenza di copie originali. Comunque, essendo il Libro ispirato da Geova, la Bibbia è stata copiata con cura e preservata per intero fino a oggi. (I Piet. 1:24, 25) L’ispirazione divina, grazie alla quale gli storici biblici furono in grado di redigere i rispettivi libri, assicura l’attendibilità della cronologia biblica. — II Piet. 1:19-21.
La seguente dichiarazione di C. W. Ceram a proposito della moderna scienza della datazione storica, ben illustra perché la storia secolare non può essere il metro per giudicare l’accuratezza della cronologia biblica: “Quando . . . ci si accosta per la prima volta allo studio della storia antica, viene presto il giorno in cui si è colti da un senso di profondo rispetto di fronte alla sicurezza con cui lo storico moderno data avvenimenti che risalgono a millenni addietro. Questo senso di profondo rispetto cresce man mano che ci si addentra nello studio, quando ci si avvicina alle fonti storiche e si constata quanto misere, inesatte o addirittura false esse fossero già al tempo della loro origine, e quanto frammentarie esse siano giunte a noi, guastate dal tempo che tutto cancella o dalla sfacciataggine umana”. Egli prosegue descrivendo lo scheletro della cronologia storica come una struttura puramente ipotetica che minaccia di sgretolarsi. (Il libro delle rupi: alla scoperta dell’impero degli Ittiti, Einaudi 1955, pp. 153, 154). Questa valutazione potrebbe sembrare estremistica ma, per ciò che riguarda documenti secolari, non è priva di fondamento.
CALCOLO BIBLICO DEL TEMPO
Nel misurare periodi biblici secondo i moderni metodi di datazione si dovrebbe ricordare che i numeri ordinali differiscono dai numeri cardinali. I numeri cardinali, come 1, 2, 3, 10, 100, ecc., hanno valore intero. Mentre coi numeri ordinali, come terzo, quinto, ventiduesimo, è necessario sottrarre uno per ottenere il numero intero. Infatti, dicendo “nel trentasettesimo anno dell’esilio di Ioiachin re di Giuda”, “trentasettesimo” è un numero ordinale e rappresenta trentasei anni interi più alcuni giorni, settimane o mesi (qualunque sia il tempo trascorso dalla fine del trentaseiesimo anno). — Ger. 52:31.
Quando si calcola il numero degli anni trascorsi da una data nel periodo “a.E.V.” a una data nel periodo “E.V.”, si dovrebbe tener presente che dal 1º ottobre dell’anno 1 a.E.V. al 1º ottobre dell’anno 1 E.V. c’è solo un anno, non due, come si vede da questo diagramma:
a.E.V. E.V.
2 1 1 2
1º ott. 1º ott.
Quindi dal 1º ottobre del 2 a.E.V. (data approssimativa della nascita di Gesù) al 1º ottobre del 29 E.V. (data approssimativa del battesimo di Gesù) ci sono in tutto trent’anni, cioè un intero anno più tre mesi nel periodo a.E.V. e 28 anni più nove mesi nel periodo E.V. — Luca 3:21-23.
DALLA CREAZIONE DELL’UOMO AI NOSTRI GIORNI
Gli storici moderni non sono in grado di stabilire una data sicura per l’inizio del “periodo storico” del genere umano. Sia che ricorrano alla storia dell’Assiria, di Babilonia o dell’Egitto, la cronologia diventa sempre più incerta e frammentaria man mano che risalgono il II millennio a.E.V., e nel III millennio a.E.V. si trovano nella completa confusione e oscurità. La Bibbia invece contiene storia coerente che consente di risalire in modo metodico fino all’inizio della storia umana, con un calcolo che è facilitato dai riferimenti biblici a certe ere o lunghi periodi di tempo, come il periodo di 479 interi anni dall’Esodo all’inizio della costruzione del tempio durante il regno di Salomone. — I Re 6:1.
Per calcolare il tempo con i metodi della datazione moderna è necessario avere un punto stabilito o una data fondamentale da cui cominciare, cioè una data storica che ha motivi validi per essere accettata e che corrisponde a un particolare avvenimento menzionato nella Bibbia. Da questa data fondamentale possiamo contare avanti e indietro e stabilire la data di molti avvenimenti descritti nella Bibbia.
Una data del genere, confermata sia dalla storia biblica che da quella secolare, è il 29 E.V., il quindicesimo anno di Tiberio Cesare, che salì al potere dopo la morte di Augusto il 17 agosto del 14 E.V. (calendario gregoriano). Nel 29 E.V. Giovanni il Battezzatore cominciò a predicare e, sei mesi più tardi, battezzò Gesù. — Luca 3:1-3, 21, 23; 1:36.
Un’altra data che si può considerare fondamentale è quella del 539 a.E.V., che secondo varie fonti storiche fu l’anno della conquista di Babilonia da parte di Ciro il Persiano. (Fonti secolari a proposito del regno di Ciro includono Diodoro Siculo, Giulio Africano, Eusebio e Tolomeo, oltre alle tavolette babilonesi). Il decreto che liberava gli ebrei dall’esilio fu emanato nel primo anno di Ciro. E, com’è spiegato alla voce CIRO, molto probabilmente il decreto fu emanato nell’inverno del 538 o verso la primavera del 537 a.E.V. Questo avrebbe dato agli ebrei il tempo di fare i preparativi necessari, compiere il viaggio di quattro mesi fino a Gerusalemme, e arrivarvi verso il settimo mese (tishri, cioè verso il 1º ottobre) del 537 a.E.V. — Esd. 1:1-11; 2:64-70; 3:1.
Grazie a tali date fondamentali possiamo stabilire la data di moltissimi avvenimenti biblici. Lo schema di tale cronologia è il seguente:
AVVENIMENTO DATA TEMPO
INTERCORSO
Dalla creazione di
Adamo 4026 a.E.V.
All’inizio del
Diluvio 2370 a.E.V. 1.656 anni
All’istituzione
del patto abraamico 1943 a.E.V. 427 anni
All’esodo
dall’Egitto 1513 a.E.V. 430 anni
All’inizio della
costruzione del
tempio 1034 a.E.V. 479 anni
Alla divisione
del regno 997 a.E.V. 37 anni
Alla desolazione
di Giuda 607 a.E.V. 390 anni
Al ritorno degli
ebrei dall’esilio 537 a.E.V. 70 anni
Alla riedificazione
delle mura di
Gerusalemme 455 a.E.V. 82 anni
Al battesimo di Gesù 29 E.V. 483 anni
Ai nostri giorni 1982 E.V. 1.953 anni
Periodo complessivo
dalla creazione
di Adamo all’anno
1982 E.V. 6.007 anni
Qual è dunque la base biblica e, in alcuni casi, la storia secolare a sostegno di questa cronologia? Ecco altri particolari che spiegano come si determina ciascuno dei periodi di tempo elencati.
Dalla creazione di Adamo al Diluvio
I 1.656 anni di questo periodo sono indicati in Genesi 5:1-29; 7:6, e si possono riassumere come segue:
Dalla creazione di Adamo alla nascita di Set 130 anni
Quindi alla nascita di Enos 105 anni
Alla nascita di Chenan 90 anni
Alla nascita di Maalalel 70 anni
Alla nascita di Iared 65 anni
Alla nascita di Enoc 162 anni
Alla nascita di Metusela 65 anni
Alla nascita di Lamec 187 anni
Alla nascita di Noè 182 anni
Al Diluvio 600 anni
Totale 1.656 anni
Le cifre relative al periodo antidiluviano sono quelle del testo masoretico, su cui si basano le traduzioni moderne delle Scritture Ebraiche.
Anche se alcuni storici moderni vorrebbero far risalire la presenza umana sulla terra a un’epoca molto anteriore al 4026 a.E.V., i fatti sono decisamente contrari a tale ipotesi. Le migliaia di anni della loro “preistoria” si basano su speculazioni, come si può vedere dalla seguente dichiarazione di un eminente scienziato, il dottor P. E. Klopsteg: “Ora, se volete, fate un’escursione speculativa nella preistoria. Supponete l’era in cui la specie sapiens emerse dal genere Homo . . . sorvolate sui millenni per i quali le attuali cognizioni dipendono in massima parte da congettura e interpretazione fino all’era dei primi documenti scritti, da cui si possono desumere alcuni fatti”. [Corsivo nostro]. — Science, 30 dicembre 1960, p. 1914.
Il periodo dell’era postdiluviana inizia nel 2369 a.E.V. Anche se alcuni vorrebbero far risalire certe iscrizioni pittografiche al periodo dal 3300 al 2800 a.E.V. (P. J. Wiseman, New Discoveries in Babylonia about Genesis, 1949, p. 36), questi in effetti non sono documenti datati e la loro presunta antichità si basa solo su congetture di archeologi.
Anche se a volte si ricorre alla datazione basata sulla tecnica del radiocarbonio (C-14), la sua scarsa attendibilità è illustrata dalla seguente dichiarazione della rivista Science dell’11 dicembre 1959: “Quello che rischia di diventare un classico esempio di ‘irresponsabilità del C-14’ è l’estensione di 6.000 anni di 11 rilevamenti per Jarmo, villaggio preistorico dell’Iraq nordorientale, che, in base a ogni evidenza archeologica non è stato abitato per più di 500 anni consecutivi”. Non c’è dunque alcuna evidenza valida o dimostrabile a favore di una data anteriore al 2369 a.E.V. per l’inizio della società umana postdiluviana.
Dal Diluvio all’istituzione del patto con Abraamo (2370–1943 a.E.V.)
Lo schema cronologico di questo periodo può essere riassunto come segue:
Dall’inizio del Diluvio
alla nascita di Arpacsad 2 anni
Quindi alla nascita di Sela 35 anni
Alla nascita di Eber 30 anni
Alla nascita di Peleg 34 anni
Alla nascita di Reu 30 anni
Alla nascita di Serug 32 anni
Alla nascita di Nahor 30 anni
Alla nascita di Tera 29 anni
Alla morte di Tera, quando
Abraamo aveva 75 anni 205 anni
Totale 427 anni
Queste cifre si desumono da Genesi 11:10 fino a 12:4. L’espressione “dopo il diluvio” (Gen. 11:10) usata in relazione alla nascita di Arpacsad si riferirebbe logicamente all’effettiva caduta delle piogge che segnarono l’inizio del Diluvio, più che semplicemente al permanere delle acque sulla terra per un successivo periodo di tempo. Anche il termine ebraico tradotto “diluvio” lo indica. — Confronta Genesi 6:17; 7:4-6, 10-12, 17; 9:11.
La data del tentativo di costruire la Torre di Babele non è indicata nella Bibbia. Genesi 10:25 accenna che la divisione provocata dalla confusione delle lingue avvenne ‘ai giorni di Peleg’. Questo non vuole necessariamente dire che l’avvenimento avesse luogo alla nascita di Peleg. L’espressione “ai suoi giorni” indicherebbe anzi che la divisione non avvenne alla nascita o immediatamente dopo, ma in qualche tempo durante la sua vita, che dal 2269 a.E.V. si protrasse fino al 2030 a.E.V. Se dopo il Diluvio ogni uomo all’età di trent’anni avesse cominciato a generare figli al ritmo di un figlio ogni tre anni, con la media di un figlio maschio ogni sei anni, e questo fino all’età di novant’anni, in un periodo di circa centottanta anni dalla fine del Diluvio (cioè fino al 2189 a.E.V.) la popolazione poteva aver raggiunto un totale di oltre 4.000 uomini adulti. Questo numero tutt’altro che esagerato potrebbe ben conciliarsi con le circostanze relative alla costruzione della torre e alla dispersione della popolazione.
Avendo seguito le istruzioni dategli da Dio, Abraamo, quando attraversò l’Eufrate diretto verso il paese di Canaan, ricevette la promessa di Dio e fu introdotto nel patto noto come patto abraamico. Poiché la partenza da Haran e l’arrivo in Canaan avvennero dopo la morte di Tera, la data dell’istituzione di questo patto è il 1943 a.E.V. — Gen. 11:32; 12:1-7.
Dall’istituzione del patto abraamico all’Esodo (1943–1513 a.E.V.)
In Esodo 12:40, 41 si legge che “la dimora dei figli d’Israele, che avevan dimorato in Egitto, fu di quattrocentotrent’anni. E avvenne alla fine dei quattrocentotrent’anni, in quel medesimo giorno, pure avvenne che tutti gli eserciti di Geova uscirono dal paese d’Egitto”. Mentre quasi tutte le traduzioni rendono il versetto 40 attribuendo i 430 anni interamente alla permanenza in Egitto, l’originale ebraico consente la succitata traduzione. Anche le parole di Paolo in Galati 3:17 indicano che il periodo di 430 anni andava dal momento in cui il patto con Abraamo entrò in vigore al suo arrivo in Canaan fino all’esodo dall’Egitto e alla promulgazione del patto della legge in quello stesso anno. A riprova che tale intendimento del testo prevalse sin dall’antichità la Settanta dice: “Ma la dimora dei figli d’Israele che dimorarono nel paese d’Egitto e nel paese di Canaan [durò] quattrocentotrenta anni”.
Dall’arrivo di Abraamo in Canaan fino al momento in cui Giacobbe scese in Egitto passarono 215 anni. Questo risulta dal fatto che 25 anni passarono dalla partenza di Abraamo da Haran fino alla nascita di Isacco (Gen. 12:4; 21:5); da allora fino alla nascita di Giacobbe passarono altri 60 anni (25:26), e Giacobbe aveva 130 anni quando giunse in Egitto (47:9), per un totale di 215 anni (dal 1943 al 1728 a.E.V.). Questo significa che gli israeliti rimasero ancora in Egitto per altri 215 anni (dal 1728 al 1513 a.E.V.).
Geova aveva detto ad Abramo (Abraamo): “Di sicuro sappi che il tuo seme diverrà residente forestiero in un paese non loro, e dovranno servirli, e questi certamente li affliggeranno per quattrocento anni”. (Gen. 15:13; vedi anche Atti 7:6, 7). Ciò era stato dichiarato prima della nascita dell’erede o “seme” promesso, Isacco. Nel 1932 a.E.V. la schiava egiziana Agar partorì ad Abraamo Ismaele, e nel 1918 a.E.V. nacque Isacco. (Gen. 16:16; 21:5) Andando indietro di 400 anni dall’Esodo, che segnò la fine dell’‘afflizione’ (Gen. 15:14), si arriverebbe al 1913 a.E.V., quando Isacco aveva circa cinque anni. Sembra che Isacco sia stato svezzato allora, e, già “residente forestiero” in un paese non suo, cominciò ora a subire la predetta afflizione essendo schernito da Ismaele, che aveva circa diciannove anni. (Gen. 21:8, 9) Anche se in tempi moderni il fatto che Ismaele ‘si prendeva gioco’ dell’erede di Abraamo può esser considerato cosa di poca importanza, all’epoca dei patriarchi non era così. Questo è messo in evidenza dalla reazione di Sara e dall’approvazione di Dio quando essa insisté che Agar e suo figlio Ismaele fossero mandati via. (Gen. 21:10-13) Il fatto stesso che questo episodio sia descritto nei particolari nella Parola di Dio indica che segnò l’inizio dei predetti 400 anni d’afflizione che non sarebbero terminati fino all’Esodo. — Gal. 4:29.
Dall’Esodo alla divisione del regno (1513–997 a.E.V.)
Nel “quattrocentottantesimo anno dopo l’uscita dei figli d’Israele dal paese d’Egitto”, nel quarto anno del regno di Salomone, ebbe inizio a Gerusalemme la costruzione del tempio. (I Re 6:1) “Quattrocentottantesimo” è il numero ordinale che equivale a 479 anni interi più un periodo di tempo, in questo caso un mese. Contando 479 anni dall’Esodo (nisan 1513 a.E.V.) giungiamo al 1034 a.E.V., e alla costruzione del tempio iniziata nel secondo mese, ziv (corrispondente a parte di aprile e parte di maggio). Poiché era il quarto anno (un altro numero ordinale) del suo regno, Salomone aveva cominciato a regnare tre interi anni prima, nel 1037 a.E.V. I quarant’anni del suo regno andarono evidentemente dal nisan 1037 al nisan 997 a.E.V., quando ci fu la divisione del regno. L’ordine cronologico di questo periodo sarebbe dunque il seguente:
AVVENIMENTO DATA TEMPO
INTERCORSO
Dall’Esodo 1513 a.E.V.
all’entrata di Israele 1473 a.E.V. 40 anni
in Canaan
al termine del periodo 1117 a.E.V. 356 anni
dei Giudici e
inizio del
regno di Saul
all’inizio del regno 1077 a.E.V. 40 anni
di Davide
all’inizio del regno 1037 a.E.V. 40 anni
di Salomone
alla divisione del 997 a.E.V. 40 anni
regno
Totale degli anni dall’Esodo
alla divisione del regno
(1513-997 a.E.V.) 516 anni
Queste cifre si basano su Deuteronomio 2:7; 29:5; Atti 13:21; II Samuele 5:4; I Re 11:42, 43; 12:1-20.
La durata del periodo dall’entrata in Canaan fino alla fine del periodo dei Giudici non è precisata, e ci si arriva solo per deduzione, cioè sottraendo i 123 anni dei periodi noti (peregrinazione nel deserto, regno di Saul e di Davide, e i primi tre anni del regno di Salomone) dai 479 anni trascorsi fra l’Esodo e il quarto anno di Salomone, rimangono 356 anni.
In Atti capitolo 13 l’apostolo Paolo riesamina i rapporti di Dio con Israele da quando ‘scelse gli antenati’ per tutto il periodo trascorso in Egitto, la peregrinazione nel deserto, la conquista di Canaan e la ripartizione del paese, quindi dice: “Tutto questo durante circa quattrocentocinquant’anni. E dopo queste cose diede loro dei giudici fino al profeta Samuele”. (Atti 13:20) Notevole confusione è stata provocata da certe traduzioni di questo versetto, come quella di Giovanni Diodati, che dice: “E poi appresso, per lo spazio d’intorno a quattrocentocinquant’anni, diede loro de’ Giudici, fino al profeta Samuele”. Tuttavia i più antichi manoscritti (fra cui il Sinaitico, il Vaticano n. 1209, e l’Alessandrino), come pure quasi tutte le traduzioni moderne (come Co; Con; CEI; PS e altre), sono tutte a favore della precedente traduzione, secondo la quale il periodo dei giudici inizia dopo i 450 anni. Poiché il periodo di “circa 450 anni” ebbe inizio quando Dio ‘scelse gli antenati’ d’Israele, sembra che abbia avuto inizio nel 1918 a.E.V. con la nascita di Isacco, il “seme” promesso in origine ad Abraamo. Sarebbe dunque terminato verso il 1467 a.E.V., quando era stata portata a termine l’iniziale conquista di Canaan, consentendo di procedere alla ripartizione. Poiché è precisato che la cifra è approssimativa, la differenza di un anno o due non avrebbe importanza.
(L’ordine cronologico degli avvenimenti fino al 997 a.E.V. si basa fondamentalmente sulle stesse prove esposte nel libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pubblicato in italiano nel 1971).
Dalla divisione del regno alla desolazione di Gerusalemme e di Giuda (997–607 a.E.V.)
Un’indicazione utile per calcolare la durata complessiva di questo periodo dei re è quella di Ezechiele 4:1-7 nella rappresentazione mimica dell’assedio di Gerusalemme fatta dal profeta Ezechiele per ordine di Dio. Ezechiele doveva giacere sul fianco sinistro per 390 giorni per “portare l’errore della casa d’Israele”, e sul fianco destro per quaranta giorni per “portare l’errore della casa di Giuda”, e ogni giorno, fu spiegato, corrispondeva a un anno. I due periodi (di 390 e di 40 anni) così simboleggiati corrispondevano evidentemente al tempo durante il quale Geova aveva tollerato i due regni nonostante la loro condotta idolatrica. Il pensiero ebraico su questa profezia, secondo The Soncino Books of the Bible (Commento su Ezechiele, pp. 20, 21), è il seguente: “La colpa del Regno Settentrionale si protrasse per un periodo di 390 anni ([secondo il] Seder Olam [la più antica cronaca successiva all’esilio esistente in lingua ebraica], [e i rabbini] Rashi e Ibn Ezra). Abarbanel, citato da Malbim, calcola il periodo della colpa di Samaria da quando ebbe luogo lo scisma all’epoca di Roboamo . . . fino alla caduta di Gerusalemme. . . . Il destro [fianco su cui giaceva Ezechiele] indica il sud, cioè il Regno di Giuda che si trovava a sud o a destra. . . . La corruzione di Giuda durò quarant’anni, essendo iniziata poco dopo la caduta di Samaria. Secondo Malbim, si calcola il tempo dal tredicesimo anno del regno di Giosia . . . quando Geremia iniziò il suo ministero. (Ger.i.2)”.
Dalla divisione del regno nel 997 a.E.V. fino alla caduta di Gerusalemme nel 607 a.E.V. passarono 390 anni. Anche se Samaria, la capitale del regno settentrionale, era già stata conquistata dall’Assiria nel 740 a.E.V. nel sesto anno di Ezechia (II Re 18:9, 10), è probabile che parte della popolazione di fronte all’avanzata degli assiri fosse fuggita nel regno meridionale. (Nota anche la situazione di Giuda dopo la divisione del regno descritta in II Cronache 10:16, 17). Ma, ancora più importante, il fatto che Geova Dio continuò a tener conto degli israeliti del regno settentrionale in esilio, e che i messaggi dei suoi profeti continuarono a includerli molto tempo dopo la caduta di Samaria, indica che i loro interessi erano ancora rappresentati nella capitale, Gerusalemme, e la sua caduta nel 607 a.E.V. fu un’espressione del giudizio di Geova non solo contro Giuda, ma contro la nazione d’Israele nel suo insieme. (Ger. 3:11-22; 11:10-12, 17; Ezec. 9:9, 10) Con la caduta della città, crollarono le speranze dell’intera nazione (con l’eccezione dei pochi che avevano serbato la vera fede). — Ezec. 37:11-14, 21, 22.
Dalla desolazione di Gerusalemme e di Giuda al ritorno degli ebrei dall’esilio (607–537 a.E.V.)
La durata di questo periodo è stabilita dal decreto stesso di Dio relativo a Giuda, secondo il quale “tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni”. — Ger. 25:8-11.
La profezia biblica non consente di far corrispondere i settant’anni a un periodo di tempo diverso da quello intercorso fra la desolazione di Giuda, che accompagnò la distruzione di Gerusalemme, e il ritorno in patria degli esiliati ebrei in seguito al decreto di Ciro. Precisa chiaramente che i settant’anni sarebbero stati di devastazione del paese di Giuda. Così il profeta Daniele comprese la profezia, infatti dice: “Io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni”. (Dan. 9:2) Dopo aver descritto la conquista di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor, II Cronache 36:20, 21 dice: “Per giunta, portò prigionieri a Babilonia quelli che rimanevano dalla spada, ed essi furono servitori suoi e dei suoi figli finché cominciarono a regnare i reali di Persia; per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati. Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per adempiere settant’anni”.
L’assedio finale di Gerusalemme avvenne nel nono anno di Sedechia (609 a.E.V.) e la città cadde nell’undicesimo anno (607), corrispondente al diciannovesimo anno dell’effettivo regno di Nabucodonosor (a partire dal 625, anno in cui ascese al trono). (II Re 25:1-8) Nel quinto mese di quell’anno (il mese di ab, corrispondente a parte di luglio e di agosto) la città fu incendiata, le mura abbattute e la maggioranza della popolazione portata in esilio. Tuttavia ad alcuni di umile condizione fu permesso di rimanere e questo fecero fino all’assassinio di Ghedalia, nominato da Nabucodonosor, dopo di che fuggirono in Egitto lasciando infine Giuda completamente desolato. (II Re 25:9-12, 22-26) Ciò avvenne nel settimo mese, etanim (o tishri, corrispondente a parte di settembre e di ottobre). Quindi i settant’anni di desolazione si cominciarono a contare verso il 1º ottobre 607 a.E.V. e terminarono nel 537 a.E.V. Nel settimo mese di quell’anno i primi ebrei rimpatriati giunsero in Giuda, esattamente settant’anni dopo l’inizio della completa desolazione del paese. — II Cron. 36:21-23; Esd. 3:1.
Dal ritorno degli ebrei dall’esilio alla conversione di Cornelio (537 a.E.V. 36 E.V.)
Nel secondo anno dal ritorno dall’esilio (536 a.E.V.), furono poste in Gerusalemme le fondamenta del tempio, ma la ricostruzione del tempio non fu ultimata fino al sesto anno del regno di Dario. (Esd. 3:8-10; 6:14, 15) Poiché Dario I (Persiano) non si stabilì a Babilonia prima del dicembre del 522, quando sconfisse, catturò e uccise il ribelle Nabucodonosor III, il 522 a.E.V. può essere considerato l’anno dell’ascesa al trono di Dario I. Il suo primo anno di regno iniziò dunque nella primavera del 521 a.E.V. (Parker e Dubberstein, Babylonian Chronology 626 B.C.–A.D. 75, p. 30) Il sesto anno di Dario iniziò l’11–12 aprile 516 a.E.V., e terminò alla fine del marzo 515 a.E.V. In base a ciò la ricostruzione del tempio di Zorobabele fu ultimata verso il 5–6 marzo 515 a.E.V.
La successiva data di maggior importanza è quella dell’incarico di Neemia nel ventesimo anno di Artaserse I. (Nee. 2:1, 5-8) Le ragioni per preferire la data del 455 a.E.V. per quest’anno in contrasto con la popolare data del 445 a.E.V. sono state considerate nella voce ARTASERSE n. 3. Questo incarico, e la conseguente ricostruzione di Gerusalemme e delle sue mura, costituiscono il punto di partenza della profezia delle “settanta settimane” di Daniele 9:24-27. Tali settimane sono chiaramente “settimane di anni” (ATE, RS, AT, Mo), per un totale di 490 anni. Come viene dimostrato alla voce SETTANTA SETTIMANE, la profezia additava la comparsa di Gesù come Messia nel 29 E.V., la sua morte a “metà della settimana” o nel mezzo dell’ultima settimana di anni, cioè nel 33 E.V., e la fine del periodo di speciale favore di Dio verso gli ebrei nel 36 E.V. Perciò le settanta settimane di anni terminarono con la conversione di Cornelio, 490 anni dopo il 455 a.E.V. — Atti 10:30-33, 44-48; 11:1.
La comparsa di Gesù come Messia avvenne precisamente nell’anno predetto, sei mesi dopo che Giovanni il Battezzatore aveva cominciato la sua predicazione nel “quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare”. (Luca 1:36; 3:1, 2, 21-23) Poiché, com’è stato spiegato, Tiberio salì al potere il 17 agosto del 14 E.V. (calendario gregoriano), il suo quindicesimo anno andava dal 17 agosto 28 E.V. al 16 agosto 29 E.V. È dunque evidente che il battesimo e l’unzione di Gesù avvennero nell’autunno del 29 E.V.
Poiché all’epoca del suo battesimo nel 29 E.V. Gesù aveva trent’anni (Luca 3:23), la sua nascita era avvenuta trent’anni prima, verso l’autunno del 2 a.E.V. Egli nacque durante il regno di Cesare Augusto e mentre Quirinio era legato di Siria. (Luca 2:1, 2) Augusto governò dal 27 a.E.V. al 14 E.V. P. Sulpicio Quirinio, senatore romano, fu due volte legato di Siria, la prima volta evidentemente dopo P. Quintilio Varo, il cui mandato come legato di Siria terminò nel 4 a.E.V. Alcuni pongono perciò il primo mandato di Quirinio nel 3–2 a.E.V. (Vedi REGISTRAZIONE). Erode il Grande era allora re di Giudea, e l’evidenza indica l’1 a.E.V. come il probabile anno della sua morte. Quindi ogni evidenza disponibile, e in particolare i riferimenti scritturali, indicano l’autunno del 2 a.E.V. quale data della nascita umana del Figlio di Dio.
Il successivo periodo apostolico (36 E.V.–ca. 100 E.V.)
È possibile stabilire date approssimative per diversi avvenimenti accaduti in questo periodo. La profezia di una grande carestia pronunciata dal profeta cristiano Agabo, e la successiva persecuzione istigata da Erode Agrippa I, che provocò la morte dell’apostolo Giacomo e l’arresto di Pietro, ebbero evidentemente luogo nel 44 E.V. (Atti 11:27-30; 12:1-4) Erode Agrippa morì quell’anno e risulta che la predetta carestia si verificò nel 46 E.V. In quest’ultima data (o poco dopo) probabilmente ebbe luogo l’opera di soccorso compiuta da Paolo e Barnaba. — Atti 12:25.
La prima visita di Paolo a Corinto può essere datata in base al proconsolato di Gallione. (Atti 18:1, 11-18) Com’è spiegato nella voce GALLIONE, il suo proconsolato andò dall’estate del 51 all’estate del 52 E.V. Quindi i diciotto mesi dell’attività di Paolo a Corinto cominciarono probabilmente nell’autunno del 50 E.V. e terminarono nella primavera del 52 E.V. Ciò è ulteriormente confermato dal fatto che due dei compagni di Paolo a Corinto, Aquila e Priscilla, vi erano giunti di recente dall’Italia in seguito all’editto dell’imperatore Claudio che ingiungeva a tutti gli ebrei di lasciare Roma. (Atti 18:2) Paolo Orosio, storico del V secolo, afferma che quest’ordine fu emanato nel nono anno di Claudio, all’inizio del 50 E.V.
I due anni che Paolo trascorse in prigione a Cesarea furono gli ultimi due anni nei quali vi era procuratore Felice; infatti Paolo fu poi inviato a Roma da Porcio Festo successore di Felice. (Atti 21:33; 23:23-35; 24:27) La data dell’investitura di Festo è incerta, non essendo l’evidenza storica pienamente concorde. Tuttavia l’epoca più probabile sembra limitata agli anni dal 57 al 60 E.V.; alcuni odierni esperti di cronologia sono infatti favorevoli al 59 o 60 E.V. Comunque si può porre il successivo arrivo di Paolo a Roma fra il 59 e il 61 E.V.
Il grande incendio che devastò Roma avvenne nel luglio del 64 E.V. e fu seguito dalla feroce persecuzione dei cristiani di cui Nerone fu l’istigatore. È probabile che il secondo imprigionamento di Paolo e la sua esecuzione avvenissero poco dopo. (II Tim. 1:16; 4:6, 7) L’esilio di Giovanni nell’isola di Patmos si ritiene generalmente avvenuto sotto l’imperatore Domiziano. (Riv. 1:9) La persecuzione dei cristiani si intensificò durante il suo dominio (81–96 E.V.), specie negli ultimi tre anni. Secondo la tradizione Giovanni fu liberato dall’esilio dopo la morte di Domiziano e morì a Efeso verso la fine del I secolo E.V. Poiché Giovanni scrisse le sue epistole verso questo tempo, il canone della Bibbia fu così completato e il periodo apostolico giunse alla sua fine.
[Prospetto alle pagine 294 e 295]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
PERIODO DALL’INIZIO DELLA CONQUISTA DI CANAAN AL REGNO DI SAUL
Questo prospetto vuole illustrare uno dei modi in cui i periodi cronologici indicati nel libro dei Giudici potrebbero corrispondere a quelli indicati in altre parti della Bibbia.
1473 a.E.V. ◼
◼ (6) ---- CONQUISTA di Canaana
◻
◻
◻
◻ (35[?]) Periodo intercorsob
SIRIA sotto ◼
Cusan-Risataim ◼
opprime ◼
Israele (8) ◼ ------- OTNIEL sconfigge la Siria
◻
◻
◻
◻ (40) “Il paese non ebbe alcun disturbo”
MOAB sotto ◼
Eglon opprime ◼
Israele (18) ◼ ------- EUD sconfigge Moab
◻
◻
CANAAN sotto ◼ ◻ SAMGAR ‘salva Israele’ dai filistei.
Iabin di Hazor ◼ ◻ Periodo indeterminato.
opprime ◼ ◻
Israele (20) ◼ ◻ ----- BARAC sconfigge Canaan
◻ ☒
◻ ☒
◻ ☒
◻ ☒ (40) “Il paese non fu più disturbato”
◻ (80) “Il paese non ebbe più disturbo”c
MADIAN ◼
opprime ◼
Israele (7) ◼ ------- GEDEONE sconfigge Madian
◻
◻
◻ “Il paese non fu più disturbato ...
◻ (40) ai giorni di Gedeone”
ABIMELEC re (3) ◼
◻
◻ (23) TOLA (di Issacar) giudica Israele
☒
☒ (22) IAIR (di Galaad) giudica Israele
◼
AMMON ◼ 300 anni dall’inizio della
opprime ◼ conquista israelita. ◼
Israele (18) ◼ -------- (Giud. 11:26-33) ◼ ☒
◻ (6) IEFTE sconfigge Ammon; giudice ◼ ☒
☒ (7) IBZAN (di Betleem) giudice ◼ ☒
◼ ◻ (10) ELON (di Zabulon) giudice ◼ (40) ELId ☒
◼ ☒ (8) ABDON (di Efraim) giudice ◼ sommo ☒
FILISTEI ◼ ◻ Filistei sconfiggono Israele ◼ sacerdote ☒
opprimono ◼ ◻ Arca a Chiriat-Iearim per 20 anni ☒
Israele (40) ◼ ◻ (20) SANSONEe (di Dan) giudice ☒
☒ Samuele guida Israele alla vittoria ☒
☒ sui filistei (I Sam. 7:7-14) ☒
☒ (5[?]) Periodo intercorso ☒
1117 a.E.V. ----- ◻ (40) SAUL re Regno inizia 356 anni ☒
◻ dopo l’inizio della conquista ☒ SAMUELEf
◻ di Canaan.(I Re 6:1; Deut. 2:7; ☒ Profeta,
◻ Atti 13:21; II Sam. 5:4) ☒ giudice
[Note in calce]
a Confronta Numeri 10:11; 13:2, 6; 14:34-38; Giosuè 14:6-10.
b Periodo tra la conquista di Canaan e la prima oppressione d’Israele. In questo periodo muore Giosuè, muoiono altri “anziani” e sorge un’altra generazione. (Giud. 2:7-11) Questo periodo è lasciato indeterminato nella Bibbia. La cifra indicata nel prospetto è solo un’ipotesi.
c Quest’espressione può riferirsi solo al “paese” ora liberato da oppressione. Confronta l’uso regionale del termine “paese” in Giudici 1:27, 31-33. Oppure l’espressione può voler dire non più disturbo da parte di dati oppressori, in questo caso, di Moab. La Bibbia non dice che Eud fu giudice per 80 anni. L’oppressione di Iabin, sentita principalmente dalle tribù settentrionali d’Israele, ha avuto dichiaratamente inizio dopo la morte di Eud, non dopo gli 80 anni. (Giud. 3:30; 4:1, 2) Comunque, anche se sembra accertato che alcuni periodi menzionati nel libro dei Giudici si sovrapposero più che succedersi, l’esempio di questo prospetto illustra semplicemente una possibilità e non vuol essere tassativo.
d Il sacerdozio di Eli dovette iniziare più di 60 prima del regno di Saul, perché Eli ‘giudicò Israele per quarant’anni’ (I Sam. 4:18), e l’arca del patto rimase a Chiriat-Iearim per 20 anni dopo la sua morte e fino alla vittoria d’Israele sui filistei, prima del regno di Saul. (I Sam. 6:1; 7:1, 2) I giudizi del sacerdote Eli non escludevano che ci fossero altri giudici contemporanei; Samuele per esempio nominò i suoi figli giudici a Beer-Seba. — I Sam. 8:1, 2.
e Sansone giudica soprattutto combattendo da solo contro i filistei. Quindi il periodo in cui giudica può essere contemporaneo a quello di altri, incluso Samuele. Non è precisato se la sua attività pose fine all’oppressione filistea, anche se era stato predetto che avrebbe preso “la direttiva per salvare Israele dalla mano dei Filistei”. (Giud. 13:5) Sembra dunque probabile che sia morto poco prima della decisiva vittoria israelita sui filistei ottenuta sotto la direttiva di Samuele.
f Samuele iniziò il servizio nel tempio da piccolo, forse a non più di cinque anni. (I Sam. 1:24, 25) Probabilmente morì poco prima della morte di Saul. (Confronta I Samuele 19:18-20; 28:3-5; 31:1-5). Nella posizione sopra indicata, avrebbe avuto circa 35 anni alla morte di Eli (I Sam. 3:19-21; 4:15-18) e circa 60 quando Saul divenne re. — I Sam. 8:1-5.
[Prospetto alle pagine 296-303]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
ISRAELE a.E.V. GIUDA
PROFETI RE: RE: PROFETI:
AHIA GEROBOAMO (22) ◼ 997 ◼ ROBOAMO (17) SEMAIA
I Re 11:29-31; I Re 12:20; ◼ 996 ◼ I Re 14:21; I Re 12:22, 23;
I Re 14:1-6 I Re 14:20 ◼ 995 ◼ II Cron. 12:13 II Cron. 11:2, 3
UOMO DI DIO II Cron. 10:12-19◼ 994 ◼ IDDO
I Re 13:1, 2 ◼ 993g ◼ II Cron. 12:15
◼ 992 ◼
◼ 991 ◼
◼ 990 ◼
◼ 989 ◼
◼ 988 ◼
◼ 987 ◼
◼ 986 ◼
◼ 985 ◼
◼ 984 ◼
◼ 983 ◼
◼ 982 ◼
◼ 981 ◼
◼ 980h ◻ ABIAM (ABIA) (3) IDDO
◼ 979 ◻ I Re 15:1, 2; II Cron. 13:22
◼ 978i ◻ II Cron. 13:1, 2
◼ 977 ◼ ASA (41)
NADAB (2) ◻ 976j ◼ I Re 15:9, 10;
I Re 15:25, 27 ◻ 975k ◼ II Cron. 16:12, 13
IEU BAASA (24) ◼ 974 ◼
(figlio I Re 15:27, ◼ 973 ◼
di Hanani) I Re 15:28, 33 ◼ 972 ◼
I Re 16:1, 7, ◼ 971 ◼
I Re 16:12, 13 ◼ 970 ◼
◼ 969 ◼
◼ 968l ◼
◼ 967a ◼
◼ 966 ◼ AZARIA
◼ 965 ◼ II Cron. 15:1, 2
◼ 964 ◼
◼ 963b ◼
◼ 962c ◼ HANANI
◼ 961 ◼ II Cron. 16:1, 7
◼ 960 ◼
◼ 959 ◼
◼ 958 ◼
◼ 957 ◼
◼ 956 ◼
◼ 955 ◼
◼ 954 ◼
◼ 953 ◼
◻ ELA (2) ◻◼ 952d ◼
● ZIMRI ◼●◻○ 951e ◼
(7 giorni)
○ TIBNI
◼ OMRI (12)
I Re 16:21-23 ○◼ 950 ◼
○◼ 949 ◼
○◼ 948 ◼
○◼ 947f ◼
◼ 946 ◼
◼ 945g ◼
◼ 944 ◼
◼ 943 ◼
◼ 942 ◼
◼ 941 ◼
ELIA ACAB (22) ◻ 940h ◼
I Re 17:1 I Re 16:29; ◻ 939 ◼
I Re 22:34-38 ◻ 938 ◼
◻ 937i ◻ GIOSAFAT (25) ◻
◻ 936 ◻ I Re 22:41, 42;
◻ 935 ◻ II Cron. 20:31
◻ 934j ◻
◻ 933 ◻
◻ 932 ◻
◻ 931 ◻
◻ 930 ◻
◻ 929 ◻
◻ 928 ◻
◻ 927 ◻
◻ 926 ◻
◻ 925 ◻
◻ 924 ◻
◻ 923 ◻
◻ 922 ◻
◻ 921 ◻
ACAZIA (2) ◼ 920k ◻
MICAIA I Re 22:40, 51; ◼ 919l ◻ IEU (figlio di Hanani)
I Re 22:8; II Re 1:2, 17 II Cron. 18:34;
II Cron. 18:7-28 ◼ 918a ◻ II Cron. 19:1, 2
ELIA IEORAM (12) ◻ 917 ◻◼ IEORAM (8) ◼ ELIEZER
II Re 1:2, 3, 17 II Re 1:17; 3:1 II Re 8:16; II Cron. 20:35-37
ELISEO ◻ 916 ◻◼ IAHAZIEL
II Re 3:1, 11-14 ◻ 915 ◻◼ II Cron. 20:14-17
◻ 915 ◻◼
◻ 914 ◻◼
◻ 913b ◻◼
◻ 912 ◻◼
ELIA ◻ 911 ◻◼
II Cron. 21:1, 12 ◻ 910 ◼
◻ 909 ◼
◻ 908 ◼
◻ 907c ◼
◻ 906d ◻ ACAZIA (1)
◻ 905e ◻ II Re 8:25-29;
ELISEO IEU (28) ◼ 904 ◼ ATALIA (6)
II Re 9:1-4 II Re 10:36 ◼ 903 ◼ II Re 11:1-4; 12:1;
◼ 902 ◼ II Cron. 22:12
◼ 901 ◼
◼ 900 ◼
◼ 899 ◼
◼ 898f ◻ IOAS (40)
◼ 897 ◻ II Re 12:1;
◼ 896 ◻ II Cron. 24:1
◼ 895 ◻
◼ 894 ◻
◼ 893 ◻
◼ 892 ◻
◼ 891 ◻
◼ 890 ◻
◼ 889 ◻
◼ 888 ◻
◼ 887 ◻
◼ 886 ◻
◼ 885 ◻
◼ 884 ◻
◼ 883 ◻
◼ 882 ◻
◼ 881 ◻
◼ 880 ◻
◼ 879 ◻
◼ 878 ◻
◼ 877 ◻
IOACAZ (17) ◻ 876g ◻
II Re 13:1 ◻ 875 ◻
◻ 874 ◻
◻ 873 ◻
◻ 872 ◻
◻ 871 ◻
◻ 870 ◻
◻ 869 ◻
◻ 868 ◻
◻ 867 ◻
◻ 866 ◻
◻ 865 ◻
◻ 864 ◻
◻ 863 ◻
IOAS (16) ◼ 862h ◻
II Re 13:10; ◼ 861 ◻
II Cron. 25:25 ◼ 860i ◻ ZACCARIA
ELISEO ◼ 859 ◻ II Cron. 24:17-25
II Re 13:14-20 ◼ 858j ◼ AMAZIA (29) UOMO DI DIO
◼ 857 ◼ II Re 14:1, 2; II Cron. 25:7-9,
◼ 856 ◼ II Cron. 25:1 II Cron. 25:15, 16
◼ 855 ◼
◼ 854 ◼
◼ 853 ◼
◼ 852 ◼
◼ 851 ◼
◼ 850 ◼
◼ 849 ◼
◼ 848 ◼
◼ 847 ◼
◼ 846 ◼
◼ 845 ◼
GIONA (?) GEROBOAMO II (41) ◻ 844k ◼
II Re 14:23-25; II Re 14:23 ◻ 843 ◼
Giona 1:1 ◻ 842 ◼
OSEA Osea 1:1 ◻ 841 ◼
AMOS Amos 1:1 ◻ 840 ◼
◻ 839 ◼
◻ 838 ◼
◻ 837 ◼
◻ 836 ◼
◻ 835 ◼
◻ 834 ◼
◻ 833 ◼
◻ 832 ◼
◻ 831 ◼
◻ 830 ◼
◻ 829 ◻ UZZIA (AZARIA) (52) AMOS Amos 1:1
◻ 828 ◻ II Re 14:21; 15:2; OSEA Osea 1:1
◻ 827 ◻ II Cron. 26:1, 3 GIOELE (?)
◻ 826 ◻ Gioe. 1:1
◻ 825 ◻
◻ 824 ◻
◻ 823 ◻
◻ 822 ◻
◻ 821 ◻
◻ 820 ◻
◻ 819 ◻
◻ 818l ◻
◻ 817 ◻
◻ 816 ◻
◻ 815 ◻
◻ 814 ◻
◻ 813 ◻
◻ 812 ◻
◻ 811 ◻
◻ 810 ◻
◻ 809 ◻
◻ 808 ◻
◻ 807 ◻
◻ 806 ◻
◻ 805 ◻
◻ 804 ◻
ZACCARIA (6 mesi) ◼ 803a ◻
II Re 14:29; ◼ 802 ◻
II Re 15:8 ◼ 801 ◻
◼ 800 ◻
◼ 799 ◻
◼ 798 ◻
◼ 797 ◻
◼ 796 ◻
◼ 795 ◻
◼ 794 ◻
◼ 793 ◻
◼ 792b ◻
SALLUM (1 mese) ◻ 791c ◻
MENAEM (10) ◼ 790 ◻
II Re 15:14, 17 ◼ 789 ◻
◼ 788 ◻
◼ 787 ◻
◼ 786 ◻
◼ 785 ◻
◼ 784 ◻
◼ 783 ◻
◼ 782 ◻
◼ 781 ◻
PECACHIA (2) ◻ 780d ◻
II Re 15:22, 23 ◻ 779 ◻
PECA (20) ◼ 778e ◻ ISAIA
MICHEA II Re 15:27, 30; ◼ 777f ◼ IOTAM (16) Isa. 1:1; 6:1;
Mic. 1:1 II Cron. 28:6 ◼ 776 ◼ II Re 15:32; II Cron. 26:22
II Cron. 26:21, 23; MICHEA Mic. 1:1
◼ 775 ◼ II Cron. 27:1, 8 OSEA; ISAIA
◼ 774 ◼
◼ 773 ◼
◼ 772 ◼
◼ 771 ◼
◼ 770 ◼
◼ 769 ◼
◼ 768 ◼
◼ 767 ◼
◼ 766 ◼
◼ 765 ◼
◼ 764 ◼
◼ 763 ◼
◼ 762g ◻ ACAZ (16) MICHEA, OSEA,
◼ 761 ◻ II Re 16:1; ISAIA
ODED ◼ 760 ◻ II Cron. 28:1
II Cron. 28:6-11 ◼ 759 ◻
OSHEA (9) ◻ 758h ◻
II Re 15:30; ◻ 757 ◻
II Re 17:1; 18:1 ◻ 756 ◻
II Re 18:9, 10 ◻ 755 ◻
◻ 754 ◻
◻ 753 ◻
◻ 752 ◻
◻ 751 ◻
◻ 750 ◻
◻ 749 ◻
◻ 748i ◻
◻ 747 ◻
◻ 746j ◼ EZECHIA (29) MICHEA, OSEA,
◻ 745 ◼ II Re 18:1; ISAIA
◻ 744 ◼ II Cron. 29:1, 2
◻ 742k ◼
◻ 741 ◼
(Fine del regno d’Israele) ◻ 740l ◼
739 ◼
738 ◼
737 ◼
736 ◼
735 ◼
734 ◼
733 ◼
732a ◼
731 ◼
730 ◼
729 ◼
728 ◼
727 ◼
726 ◼
725 ◼
724 ◼
723 ◼
722 ◼
721 ◼
720 ◼
719 ◼
718 ◼
717 ◼
716 ◻ MANASSE (55) PROFETI
715 ◻ II Re 21:1; II Re 21:10-15;
714 ◻ II Cron. 33:1 II Cron. 33:10, 18
713 ◻
712 ◻
711 ◻
710 ◻
709 ◻
708 ◻
707 ◻
706 ◻
705 ◻
704 ◻
703 ◻
702 ◻
701 ◻
700 ◻
699 ◻
698 ◻
697 ◻
696 ◻
695 ◻
694 ◻
693 ◻
692 ◻
691 ◻
690 ◻
689 ◻
688 ◻
687 ◻
686 ◻
685 ◻
684 ◻
683 ◻
682 ◻
681 ◻
680 ◻
679 ◻
678 ◻
677 ◻
676 ◻
675 ◻
674 ◻
673 ◻
672 ◻
671 ◻
670 ◻
669 ◻
668 ◻
667 ◻
666 ◻
665 ◻
664 ◻
663 ◻
662 ◻
661 ◼ AMON (2)
660 ◼ II Re 21:19;
659 ◻ GIOSIA (31) NAUM (?)
658 ◻ II Re 22:1; Naum 1:1; 3:7, 8
657 ◻ II Cron. 34:1 SOFONIA
656 ◻ Sof. 1:1
655 ◻
654 ◻
653 ◻
652b ◻
651 ◻
650 ◻
649 ◻
648c ◻
647d ◻ GEREMIA
646 ◻ Ger. 1:1-3
645 ◻
644 ◻
643 ◻
642 ◻ ULDA
641 ◻ II Re 22:3, 14, 15;
640 ◻ II Cron. 34:1, 8, 22
639 ◻
638 ◻
637 ◻
636 ◻
635 ◻
634 ◻
633 ◻
632 ◻
631 ◻
630 ◻
629 ◻
628 ◼ IOACAZ (3 mesi) ABACUC (?)
II Re 23:31; Abac. 1:4-6; 2:20
II Cron. 36:1, 2 GEREMIA
◻ IOIACHIM (11) Ger. 25:1-3
627 ◻
626 ◻
625e ◻
624 ◻ URIJA
623 ◻ Ger. 26:20-23
622 ◻
621f ◻
620 ◻
619 ◻
618g ◼ IOIACHIN (3 mesi e DANIELE
10 giorni) Dan. 1:1-6; 10:1, 4
II Re 24:6, 8, 12; GEREMIA
617 ◻ SEDECHIA (11)
616 ◻
615 ◻
614 ◻
613 ◻ EZECHIELE
612 ◻ Ezec. 1:1, 2
611 ◻
610 ◻
609h ◻
608 ◻
607i ◻ ABDIA
606 ◻ Abd. 11-14
[Note in calce]
g 5º anno di Roboamo; Sisac d’Egitto muore contro Gerusalemme. — II Cron. 12:2.
h 18º anno di Geroboamo; sale al trono Abiam di Giuda.
i 20º anno di Geroboamo; probabilmente Abiam muore entro l’anno e sale al trono Asa, anche se gli anni di regno si cominciano a contare solo dal nisan dell’anno dopo.
j 2º anno di Asa; forse muore Geroboamo e Nadab diventa re d’Israele.
k 3º anno di Asa; Nadab evidentemente viene ucciso durante l’anno (il suo secondo) e sale al trono Baasa.
l 10º anno di Asa; finora c’è pace. — II Cron. 14:1.
a Dopo 10 anni di pace Zera l’Etiope muove contro Giuda. — II Cron. 14:1, 9.
b 35º anno dalla divisione del regno. — II Cron. 15:19.
c 36º anno dalla divisione; 16º anno di Asa; Baasa va a edificare Rama. — II Cron. 16:1.
d 26º anno di Asa; probabile morte di Baasa e inizio del regno di Ela.
e 27º anno di Asa; Zimri uccide Ela a poi si suicida; Omri assume il potere durante l’anno, e Tibni si oppone.
f 31º anno di Asa; Omri vince l’opposizione di Tibni e rimane unico sovrano. — I Re 16:23.
g Omri regna in Samaria. — I Re 16:23, 24.
h 38º anno di Asa; evidentemente Omri muore a Acab diventa re.
i 4º anno di regno di Acab; Asa muore nel suo 41º anno (II Cron. 16:13) e Giosafat diventa re.
j 3º anno di Giosafat; sacerdoti cominciano a insegnare in Giuda. — II Cron. 17:7-9.
k 17º anno di Giosafat; Acazia ‘diventa re’ in Israele evidentemente mentre Acab è ancora in vita.
l 18º anno di Giosafat; probabile morte di Acab lascia Acazia unico re. Si pensa che Ieoram d’Israele sia diventato re durante l’anno; il breve regno di suo fratello Acazia, morto senza figli, può essere attribuito a Ieoram, quindi il regno di Ieoram viene calcolato dalla morte di Acab nel 18º anno di Giosafat. (Confronta riferimenti al 35º e 36º anno del regno di Asa in II Cronache 15:19; 16:1, che evidentemente riguardano il 35º e 36º anno dalla divisione del regno). Pare inoltre che in questo 18º anno di Giosafat, Ieoram di Giuda si associasse in qualche modo al padre nel regno, poichè viene detto che Ieoram d’Israele divenne re nel “secondo anno di Ieoram figlio di Giosafat”. — II Re 1:17.
a 2º anno di regno associato di Ieoram di Giuda con Giosafat.
b 5º anno di Ieoram d’Israele; Ieoram di Giuda diventa re “mentre Giosafat era re di Giuda”. (II Re 8:16) Le parole “mentre Giosafat era re di Giuda” compaiono nel testo masoretico come pure nei manoscritti Vaticano n. 1209 e Alessandrino. Mancano nella Siriaca e sono omesse in alcune traduzioni moderne (VR; CEI).
c 11º anno di Ieoram d’Israele; Acazia di Giuda forse unto re.
d 12º anno di Ieoram d’Israele; forse muore Ieoram di Giuda e Acazia di Giuda rimane unico re.
e Evidentemente durante l’anno, attribuito ad Acazia, Ieoram d’Israele e Acazia di Giuda sono uccisi da Ieu. Atalia diventa regina di Giuda.
f 7º anno di Ieu; pure probabile 7º anno di Atalia, nel quale è uccisa; questo è considerato il 1º anno di Ioas.
g 23º anno di Ioas; ripara tempio di Gerusalemme (II Re 12:6); Ioacaz d’Israele diventa re.
h 37º anno di Ioas di Giuda; durante l’anno Ioas d’Israele si associa a suo padre Ioacaz nel regno, anche se i 16 anni del suo regno non si contano che dopo i 17 anni del regno di suo padre.
i Forse verso la fine dell’anno terminano i 17 anni del regno di Ioacaz d’Israele e Ioas d’Israele rimane unico re.
j 2º anno in cui Ioas d’Israele regna da solo; Amazia diventa re di Giuda.
k 15º anno di Amazia; evidentemente Ioas muore e sale al trono Geroboamo II. Amazia sopravvive a Ioas d’Israele di 15 anni circa. — II Re 14:17.
l Approssimativo 27º anno di Geroboamo II (II Re 15:1); durante l’anno Uzzia ‘diventa re’ in senso speciale, forse sottrattosi al dominio di Geroboamo II, dominio che può esser cominciato durante il regno di Ioas d’Israele. — II Cron. 25:23, 24.
a 27º anno di Uzzia; evidentemente Geroboamo II muore e, in base a II Re 14:29, il figlio Zaccaria prende il suo posto. Ma, in armonia con II Re 15:8, può darsi che essendo Zaccaria molto giovane o per qualche altra ragione non dichiarata, il regno non fu pienamente stabilito o confermato a Zaccaria fino al 38º anno di Uzzia.
b 38º anno di Uzzia.
c 39º anno di Uzzia; Sallum uccide Zaccaria e regna per un mese, poi è ucciso da Menaem, che sale al trono d’Israele.
d 50º anno di Uzzia; Pecachia diventa re d’Israele.
e 52º anno di Uzzia; Peca diventa re d’Israele.
f 2º anno di Peca; Iotam diventa re di Giuda. Benchè, amministrasse la “casa del re” dopo che Uzzia si era ammalato (II Cron. 26:21), i sedici anni del regno di Iotam cominciarono a contarsi dopo la morte di Uzzia nel suo 52º anno.
g 17º anno di Peca; durante l’anno Iotam muore e sale al trono Acaz, il cui regno inizia ufficialmente dal nisan successivo.
h 4º anno di Acaz, menzionato evidentemente come ‘20º di Iotam’, essendo il ventesimo anno dall’inizio del regno di Iotam. (II Re 15:30) Peca è ucciso da Oshea che sale al trono.
i Viene detto di nuovo che Oshea “divenne re” nel 12º anno di Acaz. (II Re 17:1) L’anno indicato della lettera “m” è il 14º anno dell’effettivo regno di Acaz. Tuttavia può rappresentare il 12º anno da quando era tributario di Tiglat-Pileser, com’è descritto nel capitolo precedente. (II Re 16:7-18; confronta Daniele 1:1, che evidentemente si riferisce al terzo anno di Ioiachim come re vassallo, pur essendo quello l’11º anno del suo regno effettivo). In quel “dodicesimo anno” di Acaz, forse Oshea affermò pienamente il dominio su Israele, oppure a questo punto il monarca assiro Tiglat-Pileser gli diede il suo appoggio, dato che sue iscrizioni affermano che fu lui a mettere Oshea sul trono.
j 3º anno di Oshea nel senso appena descritto; durante l’anno evidentemente Acaz muore e diventa re Ezechia, il cui regno ufficialmente si calcola del nisan successivo.
k 4º anno del regno ufficiale di Ezechia e 7º anno di Oshea. Ha inizio l’assedio di Samaria.
l 6º anno del regno ufficiale di Ezechia e 9º anno di Oshea. Durante l’anno Samaria cade e ha termine il regno settentrionale d’Israele.
a 14º anno di Ezechia; Sennacherib invade Giuda. — II Re 18:13.
b 8º anno di Giosia; egli comincia a cercare Geova. — II Cron. 34:3.
c 12º anno di Giosia; elimina dal paese gli alti luoghi.— II Cron. 34:3.
d 13º anno di Giosia; iniziano 40 anni di Ezechiele 4:6; 23 anni prima del 4º anno di Ioiachim. — Ger. 25:3.
e Nabucodonosor sconfigge l’Egitto nella battaglia di Carchemis nel 4º anno di Ioiachim; diventa re di Babilonia ma il primo anno del suo regno non inizia fino al successivo nisan. — Ger. 46:2.
f Ioiachim diventa vassallo di Babilonia. — II Re 24.1.
g 3º anno del vassallaggio di Ioiachim (11º anno di regno); si ribella contro Babilonia. (II Re 24:1; confronta Daniele 1:1). 7º anno del regno di Nabucodonosor; Ioiachim e altri portati in esilio (Ger. 52:28); Mattania (Sedechia) fatto re di Giuda.
h 9º anno da che Sedechia salì al trono; Gerusalemme viene assediata — II Re 25:1, 2.
i 9º giorno di tammuz, breccia nelle mura di Gerusalemme (II Re 25:2-4); 10º giorno di ab, città incendiata (Ger. 52:12, 13); paese di Giuda abbandonato e lasciato desolato nel settimo mese (etanim) verso il 1º ottobre, nel 19º anno da che Nabucodonosor era salito al trono di Babilonia, ma durante il suo 18º anno di regno. — II Re 25:22-26; Ger. 41:1-3; 43:1-7; 52:29.